Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    25/05/2017    1 recensioni
Una raccolta su situazioni, più o meno imbarazzanti, che lo sfortunato protagonista si ritroverà a dover gestire. Fatti quotidiani, che capitano nella vita di chiunque, prima o poi... quindi, perché non in quella del soldato più forte dell'umanità? - Raccolta di One-shot indipendenti le une dalle altre.
Dal testo:
«Posso entrare nel carrello? Mi fanno male gli scarponcini» fece per sedersi su una scaletta, di quelle usate dai commessi, ma una mano callosa lo tirò bruscamente in piedi.
«No»
«Perché no?»
«Ci devo mettere la spesa nel carrello»

La raccolta comprenderà situazioni differenti (sia AU, che non, all'occorrenza)
[La One-shot n° 8 partecipa al concorso "Situazioni XY" indetto sul forum efp da Biancarcano e Harriet]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Levi, Ackerman
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La volta in cui Levi cercò di rapire Eren

 

“Ho un'idea”

Levi alzò bruscamente la mano, interrompendo il chiacchiericcio. Colse quattro facce attonite volgersi in sua direzione: Erwin lo stava fissando perplesso; Nanaba preoccupata, Mike scettico e Hanji stupita.

“Davvero?” fu il comandante a prendere parola, invitandolo a proseguire con un cenno del capo.

Quella riunione era partita con il piede sbagliato: l'annuncio sulla scarsità di fondi aveva messo tutti in allarme. Hanji non avrebbe più ricevuto finanziamenti per continuare le sue ricerche ed Erwin avrebbe perso quelli per le spedizioni. Occorreva immediatamente trovare una soluzione o sarebbe stata la fine per la Legione Esplorativa; e lui, quella soluzione, l'aveva! Si alzò in piedi, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse:
“Rapiamo Eren!” disse solo, spiando le reazioni degli altri quattro veterani.

“E poi? Ci chiediamo il riscatto da soli?” vide Erwin scuotere il capo e tornare a spiare i fogli davanti a sé, dove alcune cifre erano tracciate in inchiostro rosso “Ci rimangono solo duecentoventi monete, spicciolo più, spicciolo meno. Certo, se non fossimo andati a cena da Krakko, forse ora saremmo più ricchi” sbuffò, mentre il sarcasmo di Mike rimbombava nella sala:

“Lo sapevo che era un’ idea cretina. Come tutte le tue idee, d'altronde”

Levi picchiò un pugno sul tavolo, recuperando velocemente l'attenzione:
“Questa volta è buona! Sentite... abbiamo poco più di duecento monete. Investiamole in una assicurazione per Eren. Un’ assicurazione sui sequestri! Sì che... la prossima volta che verrà rapito, potremo chiedere il rimborso all'assicurazione”

Sogghignò soddisfatto al vedere qualche sporadico cenno d'assenso: Hanji lo appoggiava; Erwin tentennava, ma appariva quasi convinto. Nanaba continuava ad essere preoccupata e Mike scettico.

“Per me è una cagata pazzesca”

“Per te è tutto una cagata, Nasone! Fatti venire un’ idea, visto che sei tanto intelligente”

Vide Mike scattare in piedi ed il comandante trattenerlo per un braccio:
“Aspetta. Forse, questa volta... non ha tutti i torti”

Oh, splendido! Anche Erwin approvava il suo piano. Continuò, con aria baldanzosa:
“So che possono volerci mesi o anni per ottenere un rimborso simile. È anche vero che Eren ha la tendenza a farsi rapire un giorno sì e l'atro pure, ma... potremmo accelerare le cose prendendolo in ostaggio. Potremmo fingerci dei malintenzionati e poi chiedere il rimborso.”

“E se ci scoprisse?”

“Potremmo sempre dire che era un'esercitazione”

“Mh...”

“Ti prego, Erwin! Per una volta che partorisco qualcosa di decente!”

“Beh, tentar non nuoce. Chiama l'assicuratore e prendi appuntamento”
 

***
 

Un lacchè impettito li introdusse nello studio di Allianz, noto assicuratore della capitale. Erwin si accomodò nell’unica poltrona disponibile, mentre lui si sistemò in piedi alle spalle del comandante.
Levi squadrò la figura del funzionario, un ometto basso e grasso, con dei baffetti neri spelacchiati. I capelli corvini, al contrario, erano ben pettinati con un ordinato riporto laterale. L’uomo sedeva a braccia conserte, scrutandoli con i suoi occhi porcini.

“In cosa vi posso essere d’aiuto?” esordì, ad un tratto, squittendo come un ratto.

“Buongiorno” il superiore produsse un cenno educato “Sono il comandante Smith, della Legione Esplorativa e sono qui per sottoscrivere una polizza”

“No” la risposta lapidaria giunse come un fulmine a ciel sereno. Non riuscì a trattenersi:

“Che cazzo vuol dire “no”? Non ci ha neppure ascoltato!”

“Levi!” il rimprovero del comandante lo azzittì immediatamente. Erwin riprese con la sua solita flemma “Perché no? Non conosce neppure i termini della nostra proposta”

“Non concediamo assicurazioni sulla vita ai militari, mi dispiace” di nuovo quell’insopportabile vocetta da roditore “Sono certo che comprenderete, signor Smith. Assicurare sulla vita i vostri uomini, equivarrebbe a dichiarare bancarotta. Non riusciremmo mai a risarcire le perdite che subite in ogni spedizione”

“Oh, in realtà… non avevo mai pensato ad una eventualità simile. Tuttavia, non sono qui per questo. Vorrei assicurare Eren Jaeger contro i rapimenti”

“Il ragazzo-titano?” l’espressione di Allianz si fece interessata “Ho saputo che è incline, in effetti, a cacciarsi nei guai. Avete avuto problemi con sequestratori e cose simili?”

“Ultimamente. Crediamo, tuttavia, che assicurarlo potrebbe scoraggiare futuri tentativi ed incentivare Eren ad avere maggior cura di sé stesso”

Il funzionario si sfregò piano il mento:
“Bene, vediamo cosa posso fare per voi” disse soltanto, aprendo un cassetto della scrivania e cavandone alcuni fogli “Abbiamo tre tipi di polizza, a tal riguardo. La minimal, che comprende un risarcimento solo in caso di riscatto superiore alle quarantamila monete d’oro e solo qualora il riscatto venga versato entro i termini stabiliti dai rapitori. La medium, che abbassa questa soglia a venticinquemila monete e consente di avere una proroga di alcuni giorni sugli ultimatum. La large, infine: costa un po’ di più, ma è senza franchigia e non è vincolata dal pagamento anticipato del riscatto; la copertura è ottima: risarciamo fino a centomila monete in caso di liberazione dell’ostaggio e centonovantamila in caso di decesso. Naturalmente, la scelta del pacchetto dipende dalle vostre esigenze”

“Credo che opteremo per la large” Erwin aprì il borsello, cavandone alcuni sacchettini tintinnanti. Prese a contare cautamente i soldi “Quanto vi dobbiamo?”

“Quattrocentoventidue monete. L’assicurazione è valida per sei mesi, dopo di che andrà rinnovata”

“Ah…” il comandante produsse uno sbuffo seccato, volgendosi nuovamente in sua direzione “Non hai qualcosa da prestarmi? Ho solo…trecentonovanta monete”

“Aspetta che guardo” Levi si frugò nelle tasche, prelevando una manciata di spiccioli “Volevo tenerli per il the, però…”

“E invece li investirai qui. Dopo tutto, è stata una tua idea”
 
 
***
 
 
Bisognava soltanto rapire Eren.

La sottoscrizione del contratto era andata a buon fine: Allianz li aveva salutati con una stretta di mano, rifilando loro un plico di fogli pieni di clausole e postille; avevano passato la notte a leggerli. Soltanto all'alba, Erwin si era dichiarato soddisfatto: le condizioni assicurative erano ottime e volgevano a loro vantaggio. Occorreva, quindi, procedere con il sequestro.

Levi si mosse a disagio nel vicolo in cui si erano appostati. Il comandante aveva selezionato lui, Hanji e Mike per la missione, dotandoli di una larga cappa scura con cappuccio, di abiti neri e, ovviamente, passamontagna di lana.

“Mi prude la faccia e sto crepando di caldo” si lamentò, grattandosi furiosamente il mento “Ci saranno quaranta gradi! Non potevano darci un colore più chiaro? Lo sanno tutti che il nero attira il sole”

“Certo! Potremmo rapire Eren vestiti da confetti rosa.” la voce di Mike giunse sarcastica a stroncare ulteriori lagne “Adesso piantala di rognare. Sta arrivando”

Sporse il capo oltre l'angolo della stradicciola:
“Io non vedo nessuno”

“Il mio naso lo ha sentito!”

Come a riprova di quelle parole, poco dopo si udì un passo leggero, accompagnato da una canzoncina allegra. Riconobbero immediatamente il tono spensierato del cadetto.

“Eccolo!” Hanji li spinse fuori dal vicolo “Andiamo a rapir...”

Non riuscì a finire la frase: al centro della via principale si erano palesati altri tre individui; indossavano dei completi bianchi con una M rossa stampata al centro del petto. I due ragazzi più alti   fronteggiavano il malcapitato a gambe larghe e mani sui fianchi; uno dei due stava sudando vistosamente. Ad accompagnarli, una ragazza mingherlina: tra i capelli biondi, raccolti in una crocchia, spuntavano delle orecchie da gatto, mentre sul naso prominente erano stati dipinti dei baffetti.

“Preparatevi a passare dei guai!” esordì il ragazzo più robusto, ravvivandosi le ciocche dorate.

“De-dei guai m-molto grossi” gli fece eco il compagno, balbettando e sudando ancora copiosamente.

“Proteggeremo il mondo della devastazione”

“U-uniremo tu-tti i popoli nella nostra na-nazione”

“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”

“E-estenderemo il nostro pote-re fino alle stelle...”

“Sono Reiner!”

“E io sono Bertholdt!”

“Team Malhe, pronto a partire alla velocità della luce”

“A-arrendetevi subito oppure...”

“Dobbiamo proprio dire tutto questo mucchio di cazzate?” la ragazza si sfilò le orecchie feline, lanciandole via “Non possiamo semplicemente rapirlo?”

“Annie, abbiamo un protocollo da seguire! Ora miagola, per fav...”

Un calcio arrivò dritto nello stomaco del ragazzo biondo, lasciandolo boccheggiante sull'asfalto; Eren si mise subito in guardia, notando solo ora il trio che gli sbarrava la strada:
“Ah, il Team Malhe! Di nuovo voi”
 

“Ci stanno fregando il posto o sbaglio?” Hanji si aggiustò gli occhiali sul passamontagna, mentre Levi scattava immediatamente fuori dal nascondiglio:

“Non sbagli, Quattrocchi!” esclamò, scattando rapidamente verso il trio appena comparso “Ehi!” gridò, richiamando l'attenzione generale “Toccava a noi!”

“Come sarebbe?” Annie si voltò in sua direzione “Non era il nostro turno? Che numero avete?”

Mostrò un bigliettino, dove il cinquantasei capeggiava in bella vista:
“Cinquantasei e voi?”

“Cinquantasette. Ci scusiamo per l'equivoco. Credevamo toccasse a noi...” la ragazza si avvicinò ad Eren, sferrandogli un poderoso pugno in pancia “Ecco qui, tutto vostro” esclamò, indicando il cadetto semisvenuto al suolo “Avete un sacco in cui metterlo?”

“Veramente... no”

“Capisco. Siete dei principianti, vero? Non preoccupatevi... ci siamo passati un po' tutti” Annie gli tese un sacco di iuta “Ecco! Prendete il nostro”

“Amh... grazie. Molto gentile”

“Reiner! Dai una mano a questi colleghi ad imbustare l'ostaggio, invece che stare per terra a lagnarti sempre”

Il giovane biascicò qualcosa, mentre un fiotto di sangue gli sgorgava dalle labbra.

“Siamo alle solite. Sempre a fingerti morto per non lavorare! Eh, va beh...” Annie recuperò il corpo di Eren, buttandolo malamente nel sacco “Fatto! Tocca sempre a noi donne fare il lavoro sporco, pff...”

“Sì, mh... grazie davvero” Levi mimò un frettoloso cenno del capo, mentre Mike recuperava l'ostaggio. “Noi andiamo, eh...grazie ancora” l'istinto gli suggerì di levarsi dai piedi alla svelta; quel trio era decisamente inquietante. C'era qualcosa di strano in loro, di perverso e malvagio, senza dubbio. E poi... cosa cazzo era Malhe?
 

***
 

Smise di pensare a Malhe quasi subito. Qualunque cosa fosse, senza dubbio non era importante.
Trascinarono Eren sino ad una vecchia casa abbandonata, scendendo in cantina. Mike legò l'ostaggio ad una seggiola, infilandolo in uno sgabuzzino basso e stretto.

“Così non potrà trasformarsi in gigante” aveva spiegato, una volta tornato nella stanza principale, una vecchia sala da pranzo completamente disordinata e piena di polvere.

 “Devi proprio conciarti così ogni volta?” Mike stava indicando il fazzoletto bianco che si era sistemato attorno al viso, sopra il passamontagna.

“Questo posto è disgustosamente sudicio”

“Hai addosso un passamontagna, Levi! Che cazzo vuoi che ti succeda?”

“Magari potrei respirare accidentalmente un acaro della polvere e...”

“...potrebbe colonizzarti i polmoni!”

“Gli acari della polvere non colonizzano i polmoni, ragazzi” Hanji spiegò sul tavolo un foglio immacolato, disponendo anche calamaio e pennino “Ora, diamoci da fare! Dobbiamo ancora scrivere la richiesta di riscatto”

“Io inizierei con un: Caro Erwin, ti inviamo questa richiesta di denaro. Abbiamo rapito il cadetto Jaeger e, in cambio della sua liberazione, chiediamo centocinquantamila monete d'oro. Preferibilmente in contanti o con assegno. Ti inviamo gli estremi per il pagamento in allegato. Riguardati e abbi cura della tua salute. Un abbraccio

“è la cosa più cretina che abbia mai sentito. Solo tu potevi concepirla, Levi”

“Allora, scrivilo tu, visto che sei tanto bravo!”

“Io scriverei: Caro Smith, abbiamo il tuo prezioso ragazzo-titano. Se vuoi rivederlo vivo, porta i soldi in contanti a Shinganshina domani a mezzanotte. Vieni solo e non avvisare Nile! Cioè, la Polizia Militare.

“Decisamente meglio!” Hanji intinse la penna nell'inchiostro “Ma non converrebbe spostare il punto di incontro? Sai, per via dei titani”
“Mh... Castle Utgard?”

“Non so... mi sa di posto che mena un po' di sfiga, ma... potrebbe andare!”

“Beccati! Sapevo che c'era il vostro zampino!”

Una voce interruppe la conversazione. I tre veterani si voltarono di scatto in direzione dell'ingresso. Eren si stagliava ritto sulla porta, le braccia incrociate al petto ed un'aria accusatoria dipinta in volto.

“Non lo avevi legato nello sgabuzzino?” Levi si sfilò il passamontagna, gettandolo a terra con un gesto di stizza “Non ne fai una giusta. Come sequestratore fai schifo!”

“Sì, ma...” anche Mike si tolse il passamontagna, seguito da Hanji. Era inutile continuare con quella pantomima, ora che erano stati smascherati dal loro stesso ostaggio.

“Mike, cazzo! Solo quello dovevi fare!”

“Vaffanculo, nano da giardino. Sei buono solo a rompere le palle e concepire piani di merda”

“Questo non era un piano di merda! E tu...” fece per rivolgersi alla recluta, ma questi stava armeggiando con la pelle del collo. Le sue dita strattonavano qualcosa di rosa e molliccio. Un attimo dopo, la maschera venne via, rivelando il volto arcigno dell'assicuratore.
“Blah, si sta desquamando!” Levi storse il naso al notare quella trasformazione improvvisa “Oh, amh... Eren?”

“Io non sono Eren!” una risata maligna risuonò nell'aria “Sono Allianz!”

“L'assicuratore?” batté le palpebre perplesso; i ricordi presero ad affollarsi nella sua mente. L'omino basso e paffuto, con i baffetti a spazzola, sommerso da una pila di contratti. Sì, era proprio lui. Gli ingranaggi arrugginiti della sua mente si misero faticosamente in moto “...perchè abbiamo rapito l'assicuratore?” chiese, infine.

“Possibile che non ci arrivi? Il tuo cervello da criceto ha smesso definitivamente di lavorare?” Mike  lo stava canzonando, di nuovo “Era una trappola. L'assicuratore si è finto Eren per incastrarci e...”

“...e controllare che non lo stessimo truffando” Hanji concluse, con un sospiro amareggiato “Cosa che, in effetti, era esattamente nelle nostre intenzioni”

“Già. Questa è la mia parcella” Allianz si avvicinò, tendendo un foglio ove erano vergate alcune cifre “Oltre al risarcimento per aver cercato di raggirarmi. Portate i miei omaggi al comandante, quando lo vedrete, anche se dubito che sarà felice di ricevere una notizia simile” L'assicuratore sfilò un cilindro da sotto le falde della giacchetta, calandoselo in capo “è tutto” terminò, prima di inforcare la porta più vicina.
I tre rimasero a fissarlo, mentre si allontanava lungo la viuzza sterrata.

“Lo sapevo che era un'idea di merda” sussurrò Mike.

“Come faremo a dirlo ad Erwin?” domandò Hanji.

Levi scosse il capo, affatto convinto:
“Come cazzo ha fatto a far uscire un cilindro da una giacca?”
 

***
 
 
Erwin sedette alla scrivania, osservando la fattura dell'assicuratore. La Legione Esplorativa non disponeva di una somma simile; il risarcimento richiesto era troppo alto e neppure dando fondo ai risparmi personali avrebbe potuto coprire un simile debito. Si massaggiò leggermente le tempie, sforzandosi di pensare ad una soluzione.

“Di chi è stata quest'idea?” domandò, ricevendo in cambio uno sbuffo sarcastico.

“Secondo te? Un piano del cazzo può nascere solo da una mente del cazzo”

“Mike, ti prego.”

“Vaffanculo, Nasone!” Levi squittì, agitandosi sulla seggiola “Avete appoggiato tutti il mio piano! Eravamo d'accordo”

“Io no, se ben ricordi” Mike appiccicò una caccola sotto il bordo della scrivania, scrollando poi le spalle “Come pensi di saldare?”

“Non lo so. Aristocratiche da circuire ce ne sono rimaste?”

“Non molte”

“Moblit?”

“Lo abbiamo già venduto a Krakko, ricordi? Però... potremmo vendere Levi”

“Fottiti, Mike” un altro sbottare del capitano, prontamente ignorato.

Erwin tornò a ciondolare il capo:
“Non possiamo. Ci serve per ammazzare i giganti, lo sai”

“Potremmo vendere qualche cadetto nuovo!” Hanji si intromise, sfoggiando un sorriso smagliante “Qualcuno di potenzialmente inutile, che finirebbe comunque in pasto ai giganti. Che ne dite di Caschetto Biondo?”

“Ah, quello che sembra la Raphaella Karrà? Mh, pensavo più a quei due... quello pelato e la ragazzina che mangia come un orso post-letargo”

Hanji storse le labbra:
“Sono sicura che Caschetto Biondo sia la scelta migliore.”

“Perché? A me sembra promettente. Quanto meno... frigna un po' troppo spesso, ma è intelligente e si applica”

“Ho un brutto presentimento. Fidati, Erwin. Vendiamo lui...”
 

***
 

Armin venne ceduto la mattina seguente, acquistato da un misterioso presentatore troppo abbronzato per poter essere originario del Wall Sina. Nessuno ebbe più sue notizie, ma pare che questo signore lo abbia preso sotto la sua ala protettiva, costringendolo ad estenuanti sedute di lampade abbronzanti per essere “in tinta” con il resto dello staff televisivo. Voci affermano che abbia imparato movenze sexy per intrattenere gli spettatori e che passi il suo tempo a ripetere “Scossa? Va beneeee”.

 
 
  
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