Come tutto finì (o forse iniziò)

 


Loguetown. Il cielo è grigio e carico di pioggia. Sulla città regna il silenzio. La piazza principale è gremita di gente: il patibolo è stato eretto. Sono tutti qui per vedere la fine di un’era, non sanno che invece vedranno l’inizio di una più grande ancora. Sul selciato polveroso sono radunate molte persone e alcune di loro presto diventeranno tra i massimi esponenti delle tre grandi fazioni che si sfideranno sul mare: marines, pirati e rivoluzionari. Tra di loro, mescolati tra la folla, stanno due ragazzi che riescono a malapena a trattenere le lacrime. Uno le nasconde sotto il cappello di paglia che indossa, l’altro tira su di frequente e violentemente con quel grosso naso rosso che si ritrova. I singhiozzi di entrambi sono per l’uomo sul patibolo, che ha cominciato a parlare. Parla di un tesoro e le sue parole sono grandi e nessuno le scorderà mai, ma – davvero – in quel momento ai due giovani pirati proprio non importa, perché quello è il loro capitano e non può finire così, no.
Quando la risata del Re dei Pirati riecheggia per l’ultima volta nessuno dei due osa abbassare lo sguardo.

«Bagy, se vuoi... se lo desideri, la mia offerta è ancora valida»
L’ex-ciurma di Gol D. Roger si era ormai dispersa e solo i due mozzi dovevano ancora separarsi.
«Te l’ho già detto, Shanks. Siamo troppo diversi, è il momento di dirsi addio. E poi» aggiunse in fretta, quasi se ne fosse dimenticato «Io ti detesto ancora. Non voglio mai più rivederti. Sparisci.»
«A presto Bagy!»
«Addio e a mai più rivederti. E togliti quello stupido sorriso dalla faccia»