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Autore: Astral Della Rovere    27/05/2017    1 recensioni
"Sam non ha dimenticato ciò che Lucifero gli ha detto nella gabbia: “Cosa farai una volta che ci avrai aiutato con Amara?”, “Magari mi trasferisco a Los Angeles, risolvo crimini…”. Non può davvero fare questo, non Lucifero!"
E se davvero Lucifero avesse deciso di abbandonare la sua vecchia vita dopo lo scontro con Amara? E se Lucifer Morningstar, affascinante proprietario del Lux e capace consulente civile dell'LAPD fosse lo stesso Lucifero che conoscono i Winchester?
Prima parte della Serie "Evolution".
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'EVOLUTION'
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CAPITOLO 10

 

Quando arrivano nel motel Dean lascia sul tavolino il pacchetto che si è fatto preparare nel locale. Sammy ha bisogno di mangiare. Non hanno parlato per tutto il tragitto ed è stato uno sforzo lasciarlo nel suo silenzio; adesso non ce la fa più e sedendosi sul letto, sfinito, prova a iniziare il discorso.

 

- Questa storia è assurda.

 

Sam non ha voglia di parlare, non ha voglia di fare nulla a dire il vero, solo di rimanere sdraiato sul letto a fissare il soffitto. Tutto quello che rivolge al fratello mentre si raddrizza e  riordina le carte e gli appunti è un mugolio senza particolare partecipazione.

Dean si gratta sospirando il sopracciglio sinistro, una vecchia cicatrice che ogni tanto prude. - Stai bene, Sammy?- chiede alla fine perché tanto girarci intorno è inutile.

 

-Sto benissimo - risponde il fratello con voce atona senza guardarlo.

 

Certo, come no! I Winchester stanno sempre benissimo… Dean sospira e si alza, ha bisogno di una doccia. - Allora mangia e molla quelle carte! - dice andando a chiudersi in bagno. Sospetta che sarà una raccomandazione inutile.

 

Dean è felice di sentire il getto caldo della doccia sulla schiena. È stata una giornata devastante dopo un lungo lungo viaggio. E lavorare così vuol dire vivere in perenne tensione, chiedendosi quando uno dei demoni deciderà di tirargli un brutto tiro. Solo ora con il calore dell’acqua e il vapore, chiuso in un posto sicuro, si può godere la sensazione dei muscoli che si lasciano andare. Resta sempre quel fastidioso pensiero di Cass disperso in un locale pieno di stregoni e merde varie con il Diavolo, Crowley e quell’altro demone mozzafiato. Chiude gli occhi mentre si insapona la testa e per un momento Crowley gli sembra quasi una garanzia. Da quando il mondo è diventato così complicato?

 

Pochi minuti dopo Sam lo sente uscire dal bagno. Dà le spalle alla stanza, seduto sul letto circondato da carte e con il laptop acceso e in funzione. Deve tenere occupata la mente per non pensare a come si sente.

 

Dean lancia un’occhiata al tavolino. - Va bene Sammy, adesso basta! - sbotta mettendosi davanti al fratello mentre si strofina la testa con l’asciugamano - o ne parliamo o vai a farti una doccia perché puzzi!

 

Sam, sempre senza guardarlo, sospira esasperato mentre si alza. -Ok, vado a farmi una doccia. - e senza aspettare repliche, che sa per certo arrivare da un momento all’altro, si chiude in bagno. Una volta davanti allo specchio non può fare a meno di studiare il suo riflesso. Da quando il suo volto è così scavato? Ha delle rughe...e fin troppe cicatrici. Per un attimo si trova a pensare a cosa gli restituirebbe lo specchio se invece di abbandonare l’università avesse continuato quella vita: avvocato, magari sposato, padre...una vita normale senza demoni, diavoli, angeli...e tutto il resto della merda che popola ogni santo giorno della sua vita. Che senso ha pensarci, ormai indietro non si torna. Con un sospiro cede al desiderio di una doccia purificante, sperando che insieme alla sporcizia e al sudore si porti via anche un po’ dell’oscurità che ha addosso.

 

Dean vorrebbe dormire lasciando il fratello nel suo brodo ma non ci riesce e quando esce dalla doccia è ancora seduto contro la testiera del letto col computer sulle gambe. Alza gli occhi e lo guarda, ha l’aria devastata. - Mi vuoi spiegare che cazzo hai?

 

Sam sospira. Si siede sul bordo del letto, i gomiti sulle ginocchia, lo sguardo a terra. A volte il fratello è peggio di lui riguardo a insistenza. - Dean...è che...non so, non riesco ad accettare che Lucifero possa essere davvero cambiato. Non riesco a mettere da parte tutto quello che ho dovuto, abbiamo dovuto passare a causa sua. Ho così tanta rabbia dentro...mi soffoca!

 

Dean chiude il computer e lo guarda. Può capire i dubbi del fratello perché sono gli stessi che gli rodono dentro. - Credi che io l’abbia dimenticato?  

 

-No ma...io so che quello che provo è sbagliato, irrazionale. La mia coscienza mi dice una cosa, il mio cuore pieno di rabbia e dolore un’altra, mi sento spezzare! Quando lo vedo è solo l’ira che ragiona al mio posto.

 

Dean lo guarda e vede tutta la fatica nel suo volto. - Irrazionale?! Credi che sia da pazzi non fidarsi del Diavolo? - scuote la testa - Saremmo matti a fidarci! Ascolta, per come la vedo io al primo segno che non mi convince…  - e fa un gesto eloquente con la mano. Certo, il suo buon senso sa benissimo di non poter far molto se Lucifer dovesse decidere di ammazzarli tutti, ma non è questo il punto ora.

 

-È irrazionale non avere fiducia nel cambiamento, non dopo tutto quello che abbiamo passato noi…- Sam continua a rimuginare sulla sua lotta interiore. Le parole del fratello gli danno un po’ di forza, ma si sente sbagliato.

 

- Maddai! Con questa logica finirai a prendere il thè con Crowley! - borbotta Dean per distendere la tensione per poi tornare serio - Per noi è diverso, Sammy, non lo abbiamo mai voluto. Tu non lo hai voluto. Noi abbiamo fatto una scelta. - dice con uno sforzo perché sa che il discorso vale molto più per il fratello che per lui.

 

- Lo credi davvero? - risponde piegando la bocca in un triste sorriso - Non mi hanno di certo obbligato a farmi di sangue di demone… Non so Dean, mi sento ad un bivio nella vita, e non so cosa mi aspetta al di là delle due strade. - dice sospirando - Lasciamo perdere dai, andiamo a dormire. Domani sarà un’altra lunga giornata.

 

Dean sospira e si alza per posare il computer. - Andrà bene, Sammy. - dice cercando di sembrare convinto mentre spegne la luce.

 

-0-

 

Tornare a sentirsi intero non è niente male. Allontana di un passo il ricordo del guinzaglio e avvicina un po’ quello del trono. Certo, fare da tassista per il pennuto non è esattamente quella che si dice un’attività diabolica, ma ci si accontenta. La stanza del motel sa di notte e sonno mentre alce e scoiattolo dormono sereni come bimbi. A dire il vero Dean russa come un trattore e sbava con la bocca spalancata sul cuscino. Gli passa davanti il pensiero che una volta avrebbe pagato per trovarsi lì e fargli saltare le cervella. Invece si serve dal frigo bar, almeno gli alza il conto.

Castiel, non appena mette piede nella stanza, si avvicina al letto di Dean e, con leggerezza, appoggia la sua mano sulla stessa spalla dove anni prima ha lasciato la sua impronta.

 

-Dean…

 

L’uomo salta seduto sul letto con la pistola in mano imitato dal fratello armato di pugnale.

 

- Buongiorno raggi di sole. - sorride Crowley dal tavolino.

 

- Cazzo, Cass! - esclama Dean abbassando la pistola. Sam si ributta supino sul letto cercando di calmare il battito del cuore e di attenuare la scarica di adrenalina. -Vi odio…- riesce a dire tra i denti.

 

Dean si alza dal letto finendo a un centimetro dal volto dell’angelo il quale lo guarda con il suo solito sguardo immobile.

È mattina, è appena sveglio ed è di certo per questo che il corpo di Dean reagisce inopportunamente, cosa che non sfugge al demone che ridacchia e si schiarisce la voce. - Vi insaponate la schiena così poi possiamo lavorare?

 

Dean gli lancia un’occhiata di odio puro e poi allontana con gentilezza l’angelo, posandogli le mani sulle braccia, quel poco che basta per passare senza sbattergli addosso. Forse è diventato rosso, maledetto demone. - Fottiti, Crowley - borbotta andando in bagno.

 

Il demone non si scompone finendo la pessima birra. Lo sguardo di Castiel segue con curiosità l’amico e quando la porta del bagno si chiude dietro di lui rivolge la sua attenzione all’altro cacciatore. -Sam, abbiamo delle novità.

 

Sam si tira su a sedere gettando le lunghe gambe fuori dal letto. Passandosi una mano sul viso cerca di mettere in funzione la mente. -Dacci un paio di minuti Cass, lasciaci almeno svegliare in modo decente...e lascia fare colazione a Dean o sarà intrattabile. - e così dicendo si alza e comincia a vestirsi.

 

- Sai che l’ossessione per cibo e alcol di tuo fratello compensano altro, vero? - si diverte Crowley a stuzzicare Sam e poi aggiunge rivolto all’angelo - Scommetto che se lo aiuti con la doccia lavora anche digiuno.

 

Castiel rivolge un’occhiata piena di astio al demone e poi guarda Sam con desiderio. -Posso ucciderlo?

 

Sam sorride appena. Oh quanto vorrebbe ucciderlo anche lui… -Mettiti in fila, amico.

 

Crowley gongola della rabbia repressa che provoca. è fin troppo facile a volte.

Dean esce dal bagno e, andando verso il letto, gli tira uno scappellotto che per poco non gli fa andare di traverso la birra, ma non importa perché è il gesto più amicale che Dean gli concede dai tempi del Black Spur.  - Quali novità? - chiede il cacciatore infilando la maglietta.

 

Castiel lo fissa e con un sospiro comincia a raccontare della loro visita al Corey’s in compagnia di Lucifer e del demone donna, che tra l’altro gli ha dato l’impressione di essere uno tra i demoni più pericolosi che abbia mai incontrato ma anche una tra i più singolari. -In conclusione, questo Samael è in città da pochi giorni. - così l’angelo termina il resoconto.

 

- E ama i gingilli costosi… un tizio ha notato un orologio piuttosto “singolare”. - dice Crowley fissando l’angelo e chiedendosi quale problema abbia, quello è l’unica vera novità e nemmeno ne fa cenno - Cito testuale: “veniva dal futuro, sembrava roba da Star Trek”.

 

Dean li fissa con gli occhi sgranati mentre infila il chiodo. - Stai scherzando? Un fottuto viaggio nel tempo?

 

Crowley si stringe nelle spalle. Sam sta elaborando i dati. -Ormai non mi meraviglierebbe se fosse vero...ma non precipitiamo le cose. Dite che ha preso una stanza vicino a quel locale? L’avete rintracciato?

 

-No - risponde Castiel portando la sua attenzione sull’altro cacciatore, - abbiamo trovato l’appartamento ma è completamente vuoto, come se non ci fosse mai stato nessuno dentro. In ogni caso il demone di Lucifer ha detto che terrà d’occhio il luogo per noi. Quello che sappiamo è che frequenta quasi ogni sera il Corey’s.

 

- Beh, è qualcosa da cui iniziare! - dice Dean pensando alla colazione che lo attende - vi muovete? Ho bisogno di un caffè e una bella porzione di torta.

 

Crowley lancia un’occhiata eloquente a Castiel che sottende un mal celato “ti avevo avvertito”. L’angelo, d’altro canto, abbassa lo sguardo quasi imbarazzato. -In realtà...io dovrei andare…

 

Sam lo fissa incuriosito.

 

Dean alza le sopracciglia fissandolo: - Come sarebbe a dire che devi andare?

 

-Ho un appuntamento con mio fratello...Lucifer vuole portarmi non so dove.

 

Dean è allibito, cosa ha nella testa Cass? - Ma sei fuori? Tu non vai da nessuna parte da solo con Lucifer!

 

-Dean, è mio fratello, e voglio dargli una possibilità. - sbotta con esasperazione Castiel. Sapeva che non sarebbe stato facile far capire la sua posizione al cacciatore. Sente su di sé anche lo sguardo accusatore di Sam. - Ragazzi...fidatevi di me!

 

Dean lo guarda trattenendosi dal tirargli un cazzotto, imbocca la porta ed esce sbattendola.

 

-0-

 

- Benvenuto Castiel.

 

Linda è davvero felice che sia venuto e non solo per motivi professionali.

Castiel si guarda intorno in imbarazzo. Non capisce perché suo fratello l’abbia portato in quel luogo. Inoltre, Amenadiel seduto sul divano emana un‘aura di feroce disapprovazione che un po’, deve ammetterlo, lo intimorisce: sarà anche senza grazia, ma rimane uno tra gli angeli più potenti.

 

Lucifer, invece, è deliziato che il fratellino abbia acconsentito a seguirlo fino dalla Dottoressa. Ovviamente non gli ha detto dove lo stava portando, qualcosa gli sussurra che altrimenti gli avrebbe girato le spalle e se ne sarebbe tornato dalle sue scimmiette. - Linda, sono elettrizzato! Che bella questa riunione fraterna! - dice sedendosi a sua volta sul divano e afferrando due orsetti gommosi dalla ciotola sopra il tavolino. Castiel rimane in piedi non sapendo bene cosa fare, questa situazione è davvero strana.

 

- Perché non ti siedi, Castiel? - gli propone la donna indicandogli una sedia messa di fianco al divano. Poi rivolta ad Amenadiel - Allora, Amenadiel, l’ultima volta mi pare che avessi qualcosa da dire ai tuoi fratelli. Ricordate che siamo qui per cercare di capire gli altri… non vogliamo attaccarli ma capire le loro ragioni. - dice stando attenda a calcare bene il concetto, ha il vago di timore di dover gestire una lite tra entità superiori. Sta rileggendo la Bibbia di recente e non sembra promettente.

 

Castiel si siede e, schiarendosi la voce, si china leggermente verso la donna. - Mi scusi ma...io non capisco, che ci faccio qui?

 

Quella voce è qualcosa di… di wow! A Linda non viene un altro termine, si ricompone sulla sedia cercando di darsi un contegno professionale. - I tuoi fratelli stanno cercando di risolvere i loro contrasti e nell’ultima seduta è venuto fuori il bisogno di un confronto con te, Castiel.

 

L’angelo la guarda con occhi spalancati, allibito. Sul serio? -Mi vuol dire che...questa è una seduta terapeutica? - poi rivolge uno sguardo al Diavolo e non nasconde il disappunto che prova. - Scherzi? Dovremmo cercare le tue ali, non parlare dei nostri problemi!

 

Linda guarda con rimprovero Lucifer - Non glielo avevi detto?

 

- Ovvio che no, Linda! Conosco Cassy, è così ligio al dovere che non sarebbe venuto - risponde sogghignando Lucifer. La donna scuote la testa esasperata chiedendosi se Lucifer capirà mai come funziona una terapia.

 

-Si certo...a “Cassy” importa solo di Cassy e dei suoi umani! - interviene Amenadiel.

 

Il Diavolo lo guarda con rimprovero. -Oh andiamo fratellone! Sii un po’ meno rigido, via quel palo dal culo!

 

Castiel chiude per un attimo gli occhi. Non può credere di essere seduto in uno studio psicoterapeutico con i suoi fratelli. Inoltre lo mette a disagio parlare delle sue faccende angeliche con qualcuno che non siano Dean e Sam. - Non ho tempo per questa cosa adesso, Lucifer! Su questo non sei assolutamente cambiato, rimani un egoista in tutto e per tutto!

 

Ora Lucifer è offeso. -Ma non è vero! Lo faccio per voi due, dovete parlare! Amenadiel in questo periodo è...beh un po’ combattuto diciamo, e riversa la sua rabbia nei confronti di papà su di me, e adesso su di te! - guarda soddisfatto Linda come per dirle che in fondo le sue sedute con lui sono servite a qualcosa.

 

-Io non riverso nulla su di voi! - esclama infastidito l’alto angelo nero.

 

Castiel lo guarda pensieroso. In effetti vorrebbe chiedergli delle cose, capire cosa gli sia successo.

 

- Amenadiel, hai voglia di spiegare a Castiel come ti senti nei suoi confronti? - chiede con gentilezza la Dottoressa.

 

-Cosa devo dirgli? Che non capisco come lui possa avere ancora la sua grazia e i favori di nostro padre nonostante quello che ha fatto? Che la sua sola vista mi dà la nausea?

 

Linda interviene prima che possano farlo altri. - Castiel, tuo fratello si sente punito troppo duramente rispetto a te. Puoi spiegargli perché hai agito come hai agito?

 

Castiel guarda prima la Dottoressa e poi il fratello maggiore con sconcerto - È questo che ti è successo Amenadiel? Chuck ti ha punito togliendoti la grazia? Per quale motivo?

 

-O semplice- interviene Lucifer con tono serio e sguardo fisso sul soffitto, - l’ha solo rinnegato mettendo in discussione i suoi ordini e il suo operato.

 

Castiel è senza parole. Ora è tutto più chiaro. -Capisco, quindi tu credi che per essermi fatto usare con l’inganno da Metatron, per aver disubbidito ai miei fratelli esaltati, per aver difeso gli esseri umani...io avrei meritato una punizione almeno pari alla tua. Però vedi Amenadiel, in tutto questo io non ho mai ripudiato  Chuck, non gli ho mai voltato le spalle, ho sempre fatto il suo volere. Ok, a volte l’ho messo in discussione, ho posto i miei dubbi e la mia coscienza sulla bilancia contrapponendoli agli ordini, ma le mie scelte non l’hanno mai deluso. Probabilmente è per questo che invece a me Chuck ha dato tanto senza mai togliere…

 

- Non siamo qui per mettere in discussione le scelte di… vostro padre - Linda ha registrato l’uso del nome Chuck ma non le sembra il momento di chiedere spiegazioni - ma per capire cosa vogliono dire per voi. Castiel, tu stai dicendo che rimproveri ad Amenadiel di non capire vostro padre. Come pensi che lo faccia sentire questo? Non credi che dovresti aiutarlo?

 

-Io non ho mai preteso di capire Chuck, ho sempre e solo obbedito. Inoltre, Lui non ha mai cercato di spiegarmi le sue intenzioni, in realtà con me non ha mai parlato. Ipotizzo che sia soddisfatto per il semplice fatto che sono stato premiato, nulla di più. È Lucifer che ci ha parlato, è lui che Chuck ha a cuore. Mi spiace Amenadiel, ma nostro padre si sa, ha le sue preferenze. Io, prima da cherubino e adesso da serafino, me ne sono sempre fatto una ragione: non sono mai stato abbastanza vicino a Lui per ricevere altro se non ordini. Mi ha dato la possibilità di una scelta: continuare a eseguire i suoi ordini in Paradiso oppure essere libero di seguire le mie sensazioni qui sulla Terra in mezzo agli umani. Ho scelto, probabilmente se non avessi optato per la seconda possibilità avrebbe offerto l’opportunità ad un altro angelo inferiore. Per il compito di accudire e proteggere i Winchester gli serviva qualcuno in grado di potersi adattare, di mettersi in discussione, ed evidentemente io sono quello giusto.

 

Lucifer guarda il fratellino sorpreso. Non lo faceva così arguto, e nemmeno così cinico. - Quindi u dici che ogni scelta che hai compiuto era già stata calcolata da papà in pratica, esatto? - vuole sapere il Diavolo.

 

-Si...secondo me si. Io ho fatto esattamente ciò che Chuck si aspettava.

 

Lucifer guarda eloquente Amenadiel sperando che, finalmente, capisca e se ne faccia una ragione: nessuno di loro ha mai avuto veramente il libero arbitrio, nemmeno lui decidendo di lasciare l’Inferno per reinventarsi sulla Terra. Tutto calcolato, tutto previsto, stavano giocando a scacchi con Dio dove Dio è il computer che prevede almeno 10000 mosse diverse per ognuna di quelle che fanno loro da semplici giocatori. Tutto questo conferma anche quello che ha sempre pensato. Rassegnato, torna a guardare Castiel interessato.

 

-E dimmi Cassy, ti sei mai pentito di aver scelto di vivere con gli esseri umani? Come la metti con la contaminazione da sentimenti?

 

Linda fissa l’arcangelo chiedendosi da quando abbia deciso di rubarle il mestiere ma non interviene curiosa di sentire la risposta.

 

Castiel rivolge la sua attenzione al fratello. - Onestamente...no. Sento di far parte di qualcosa di straordinario, adesso ho una vera famiglia e il provare sentimenti è una nuova avventura: gli esseri umani sono delle creature uniche, capaci di grande passione, amano in modo completamente diverso rispetto a noi e a Chuck, i loro sentimenti, le loro emozioni...sono così totali, così complesse, così violente, ci si sente vivi e danno uno scopo. Il mio scopo ora è quello di proteggere la mia nuova famiglia perché ciò che loro provano...e che io provo, non voglio che finisca. Ho sempre combattuto per dovere, ora combatto per amore.

Angolino delle autrici.

Capitolo di confessioni e risoluzioni problemi, almeno si spera! 

Angeli, demoni, umani... poco importa a quale razza uno appartenga, i problemi così come i sentimenti, non hanno un genere (sentimenti... ok, parliamone! Un demone normale non prova altro se non rabbia e odio, ma Crowley non è di certo un normale demone). 

Quindi il nome del misterioso ladro stregone è Samael, un nome inusuale ma familiare :D 

Chissà cosa ci riservano il resto delle indagini, se volete scoprirlo continuate a leggere la nostra storia. 

Hugs.

OcaPenna e Astral


   
 
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