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Autore: DreamerGiada_emip    28/05/2017    0 recensioni
Seguitemi, lettori dal cuore colmo di fantasia.
Avventuratevi e perdetevi all'interno di queste righe.
Vi racconterò una storia antica, nata da una leggenda e tramandata di generazione in generazione.
Accadde in un'epoca ormai lontana e dimenticata, così distante rispetto a quella in cui viviamo noi oggi.
Gli uomini hanno dimenticato ciò che accadde in tempi così addietro. Siamo cresciuti nell'illusione e viviamo nell'ignoranza.
Questa storia comincia tra i boschi, al sicuro da occhi indiscreti.
Di ciò che avvenne rimane solo una piccola e misera traccia. In quanti di voi conoscono la canzone "Figlio della Luna" di Mecano?
Vi è solo un piccolo errore, probabilmente la storia venne modificata di bocca in bocca.
Non era un bambino, ma una bellissima bambina dagli occhi d'argento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Prologo


Era un tempo antico, quando umani e creature sovrannaturali coesistevano sulla stessa terra. Gli scontri tra razze erano all'ordine del giorno e la legge del più forte vigeva in ogni angolo del pianeta.

In un paesino di umani disperso tra le montagne, una giovane gitana giramondo ogni notte, per tre cicli lunari, intonava una preghiera alla Luna per supplicarla di far tornare da lei il suo amato. Il canto di quella donna era dolce e malinconico, raccontava alla notte il suo dolore e il suo desiderio dicendo di essere disposta a tutto pur di riavere il suo uomo tra le braccia.

Nella notte di tenebra che segnava l'inizio del quarto ciclo lunare, la bella zingara ricevette in sogno la risposta della Luna. Ella, non essendo in cielo, si mostrò alla gitana nelle vesti di una candida fanciulla con un abito color della notte decorato da una miriade di punti luminosi: le sue figlie, le stelle. Era bellissima e al contempo misteriosa.

La Luna riferì alla gitana di aver apprezzato i suoi canti e per questo avrebbe riportato da lei quell'uomo dalla pelle scura, però in cambio volle il loro primo figlio. La zingara avrebbe dovuto immolare il suo primogenito in suo nome. La Luna la mise in guardia, se mai dovesse non onorare l'accordo, il suo uomo l'abbandonerebbe per l'eternità e lei si sarebbe comunque presa il bambino per sé. Purtroppo la giovane gitana, folle d'amore, non ascoltò l'ammonizione datole e accettò senza esitare l'offerta.

L'uomo ritornò ed insieme consumarono il loro amore. La fanciulla si scordò presto del patto stipulato con la Luna vivendo felice con l'uomo che sempre aveva desiderato. Restò presto incinta del suo primogenito e non appena se ne rese conto, ricordò, come folgorata da un'atroce verità, la condizione per il ritorno del suo uomo. Come poteva lasciare che il frutto del loro amore cadesse in altre mani? Come poteva immolare il suo primo figlio? Non poteva. Decise così che non avrebbe lasciato il suo bambino alla Luna, senza rammendare la premonizione che la Luna le aveva fatto in quel caso.

A primavera nacque una splendida bambina, figlia di quei gitani scuri come il fumo, con la pelle chiara, gli occhi della Luna, come una figlia di Luna. Il gitano subito notò la pelle lattiginosa della bambina e si infuriò. «Questo è un tradimento, lei non è mia figlia e io non la voglio» disse in preda a un'ira cieca. Folle di dolore e colpito proprio al centro dell'onore, afferrò gridando la donna e affondò la lama del pugnale nel suo ventre, infine la baciò con le lacrime. Prese la bambina e la portò in alto sulle montagne abbandonandola in un bosco, per lasciarla in preda alle belve, incapace di uccidere il sangue del suo sangue.

La gitana non morì, probabilmente fu il volere della Luna a farla sopravvivere, aveva infranto il patto e per questo avrebbe vissuto nella disperazione per l'abbandono dell'uomo che amava e per la perdita della figlia. La donna per decine di notti supplicò la Luna di perdonarla e di far tornare il suo perduto amore, ma ella era sorda ai pianti della zingara, la quale morì dopo non molto, probabilmente uccisa dal dolore.

La piccola neonata non fu abbandonata a sé stessa, la Luna le fece dono di grandi poteri e la affidò a una lupa bianca vegliando comunque su di lei e parlandole in sogno.

«Tu crescerai qui, figlia mia, selvaggia e bellissima, dolce e curiosa, la natura ti insegnerà tutto ciò che c'è da sapere, io veglierò su di te. Il tuo nome è Kira» la Luna, ora divenuta madre, la baciò sulla fronte e ritornò tra gli astri del cielo. Consapevole che quella bambina sarebbe diventata una fanciulla splendida, con doti meravigliose.

Questa storia presto divenne leggenda, raccontata dalle madri ai propri figli per farli addormentare. Eppure nel buio della tana di quella lupa bianca cresceva una bambina, forte e bellissima, dai candidi capelli e gli occhi di un azzurro chiaro, simile a una sottile lastra di ghiaccio. Nata da una leggenda, sorella delle stelle, figlia della Luna.

Questa è la mia storia.

   
 
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