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Autore: Claire_Rose    28/05/2017    0 recensioni
Il passato, il presente ed il futuro. Un' intreccio di anime e culture diverse. L'amore tormentato di due giovani in un mondo pieno di pregiudizi e al tempo stesso di pericoli reali. La passione di un ballo e la voglia di amarsi incondizionatamente. Javier e Clara saranno messi a dura prova proprio dal loro sangue e da ciò che credevano indissolubile.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Ero seduta al tavolo dentro il bar, osservavo quei tipi fuori, parlavano tra loro in spagnolo e si erano già bevuti due birre a testa. Vidi arrivare Javier, che si fermò davanti al tavolo di dei tre uomini. Parlavano nella loro lingua  perciò non capii quello che dicevano. Mi vide dentro, salutò i tipi ed entrò. La sua faccia era tesa e preoccupata. Si sedette davanti a me.
“Cosa ci fai quì?” mi osservava accigliato.
“Voglio parlarti”
“Sì, ma non quì”
Facemmo per alzarci, ma uno degli uomini, quello con la cicatrice entrò e si diresse verso di noi.
“Javier, non mi presenti la tua amica” l’uomo aveva una voce roca, quasi gutturale; aveva un forte accento spagnolo. Javier era in difficoltà, non sapeva nè cosa dire, nè cosa fare.
“Lei è Clara.. adesso dobbiamo andare”
“Aspetta” l’uomo lo fermò, posando una mano sulla sua spalla. “siediti” gli ordinò.
“Dobbiamo andare” Javier tentava di trattenersi, ma vidi la sua mascella diventare tesa.
“Va bene” il tipo iniziò a ridere e alzò le mani in segno di resa. Rivolse lo sguardo verso di me e mi squadrò. I suoi occhi erano un buco nero avevano il veleno dentro. Javier mi prese per mano e mi trascinò fuori.
Mentre camminavamo a passo svelto, Javier borbottava qualcosa in spagnolo.
“Si può sapere che cazzo ti è saltato in mente?”
“Io..”
“Tu cosa? Volevi farmi una sorpresa? Bhe, non mi è piaciuta. Questo non è un posto per te. Non devi più venire”
“Hai finito?” risposi. Lui corrucciò le sopracciglia. “Intanto, stai calmo. Secondo di poi abbi il coraggio di dirmi chi sei veramente”.
Spalancò gli occhi, incredulo. 
“Io non giudico mai nessuno, ma almeno sii sincero e dimmi chi sei veramente”
“Cosa vuoi sapere?” si rassegnò.
“Parlami della banda dei Latinos” Ci gurdammo. Nei suoi occhi leggevo vergogna, desolazione e dolore.
“Quando arrivai quì avevo 12 anni e questo quartiere era già pieno di latino americani. Chi veniva dal Perù, chi dal Cile, dalla Colombia e dal Brasile. Un giorno giocavamo a palla, io e mio fratello, così si avvicinò a noi quell’uomo di prima e ci iniziò a parlare del più e del meno. Fatto sta che dopo qualche giorno iniziai a frequentare la sua Banda. Crescendo iniziai a compiere delle azioni..”
Deglutì. Sentivo il suo affanno e la sua difficoltà a proseguire.
“Quali azioni?” Non volevo farlo stare male, ma io avevo bisogno di sapere.
“Iniziai a fare piccole rapine. La Banda era la più potente di tutto il quartiere. Erano loro che comandavano quì e lo fanno ancora. Non ho mai ammazzato nessuno, ma loro ne hanno tanti di morti sulla coscienza”
“Lavori ancora per loro?”
“No, ho deciso da tempo di prendere un altra strada”
“E perchè gli porti rispetto, hai quasi paura di loro”
“Non ho paura di loro e non gli porto rispetto. Loro hanno mio fratello”
“Come?” La situazione era veramente critica.
“l’altra volta, quando ci hai visto litigare era per loro. Gli vogliono fare compiere una rapina in Banca con kalashnikof e pistole”
“Oh mio dio!”
“Sto cercando di farlo ragionare, ma lui è ostinato. È già andato via di casa e ormai lo vediamo a malapena. Mia madre è disperata”
“Dobbiamo fargli cambiare idea”
“Dobbiamo?” chiese stupito.
“Si, l’unione fa la forza”
“Clara tu non ci devi entrare in questa storia” Alzò la voce.
“Tu non decidi per me, io ti voglio aiutare”
“Non riesce a farlo ragionare la sua famiglia e credi che ci riuscirai tu?”
Non avevo risposta a quella domanda. Era vero che io non ero nessuno per poter aiutare suo fratello, ma io avrei trovato il modo; ma ancora non sapevo quale.
“Ti prego non escludermi. Io non ho paura” ero sicura di me.
“proprio questo mi spaventa”.
Prese il mio viso tra le mani, appoggio la sua fronte sulla mia e chiuse gli occhi, il mio istinto mi porto atogliere le sue mani dal mio viso ed appoggiare le mie sul suo viso. Alzai la sua testa, in modo che mi guardasse negli occhi. Sentivo il suo respiro così vicino e il suo calore così rassicurante. 
“Andrà tutto bene” sussurrai e ci sciogliemmo in un bacio rassicurante, avvolgente e protettivo.
Mi prese per mano e ci recammo a casa sua; era un piccolo appartamento molto carino, pulito e accogliente. Non c’era nessuno in casa. Mi portò nella sua stanza.
“Voglio farti conoscere la mia vita” Prese un album di foto da un cassetto del comodino, vicino al letto e lo aprì. Nel frattempo ci sedemmo sul suo letto ed iniziammo a sfogliare l’album di foto. Foto di famiglia, con sorrisi e occhi sereni.
“Guarda, quì eravamo al mare. Mio fratello aveva circa 5 anni e questa è mia cugina Maria”
La foto raffigurava tre bambini in primo piano tutti in costume, abbracciati in posa per la foto. I loro sorrisi erano luminosi e puri, come solo i bambini possono avere.
“Questa è mia madre..”
“Ha gli occhi di chi ha lottato tanto..”
Lui non rispose e si fece serio in volto. “ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio?”
“Lei è la donna più forte che conosca. Ha lottato contro se stessa per mantenere un briciolo di rapporto con mio padre, ha lottato per noi, per assicurarci una vita degna. Si è tolta quasi la dignità pur di continuare ad amare un uomo che la picchiava. Poi un giorno ha messo davanti se stessa e ce ne siamo andati via”
“Tu hai molto di tua madre allora..”
“Io ho fatto tanti sbagli.. non sono neanche un quarto di quello che è lei..”
“hai la stessa forza, la grinta e la determinazione di voler cambiare le cose. E ci riuscirai”
Mi guardò. I suoi occhi dicevano mille cose imsieme, avevano emozioni contrastanti. Lui prese l’album dalle mie mani e senza togliermi gli occhi di dosso, lo posò sul comodino. Mi prese il volto e lo avvicinò a sè. Mi baciò con delicatezza. Ci sdraiammo e lui sopra di me, iniziò a baciarmi il collo e poi di nuovo la bocca, mi stringeva a se mi voleva e desiderava. Gli tolsi la maglietta e ammirai i suoi pettorali e le sue spalle. Sfiorai la sua pelle d’orata, che al mio tocco si irrigidì. A sua volta mi sfilò la maglietta e il reggiseno. Con le sue mani avvolse il mio seno e lo baciò con passione. Tolti anche i restanti abiti, mi continuò a baciare con sempre più foga. Io sentivo dentro di me la voglia di averlo, lo desideravo. Ad un certo punto smise di baciarmi ed ad un orecchio mi sussurò “sei sicura?”.
“Si amore” e ci baciammo ancora.
Lui con delicatezza entrò dentro di me e sentii delle vibrazioni assolutamente indescrivibili. Non era solo sesso, era qualcosa di più; un interconnessione tra due persone che stanno scoprendo il vero semtimento dell’amore. Quell’amore che va oltre il colore, la nazione, la cultura, la violenza e i pregiudizi. Un amore che è più forte di tutto e di tutti. 
Mai avrei pensato di provare emozioni così profonde, eravamo un’anima sola. Il suo respiro era il mio, la sua pelle fusa con la mia e il coro dei nostri cuori, ci avvolgeva la timida luce del sole che trapassava le tende bianche.
“te amo” il suo sussurrò mi entrò nelle vene e arrivò dritto al cuore.
“anche io”.











   
 
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