Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: LadyLicionda    28/05/2017    0 recensioni
Eiko Wadsworth scopre improvvisamente di soffrire di Disturbo Dissociativo dell'Identità, ovvero personalità multipla. I suoi problemi iniziano quando realizza che ogni personalità è dotata di una volontà propria, di desideri propri e di ambizioni uniche. Come se non fosse abbastanza, ognuna di loro si scopre ben presto innamorata di una persona diversa. Riuscirà Eiko a mantenere il suo segreto e a destreggiarsi fra le attenzioni romantiche di sette irresistibili ragazzi senza soccombere ai capricci delle sue eccentriche personalità? NOTA BENE: Per questa versione è previsto un finale multiplo (uno per ognuno dei ragazzi di KNB). Il rating potrebbe cambiare con il progredire della storia. I personaggi di KNB appartengono all'autore originale Tadatoshi Fujimaki, tutti gli altri sono personaggi creati da me.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiseki No Sedai, Nuovo personaggio, Taiga Kagami, Yukio Kasamatsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 14

“Non sono abbastanza maturo da lasciar correre”

 

 

 

 

 

          L’indomani mattina cammino avanti e indietro nella mia stanza, incapace di prendere una decisione. L’invito di Kuroko ronza nella mia testa come un fastidioso insetto estivo, alterando continuamente i miei stati d’animo. Qualunque forza soprannaturale abbia operato il suo sortilegio su di me, può ora dirsi soddisfatta: senza pensare oltre, raccolgo le mie cose ed esco dalla stanza.

          Il mio arrivo a scuola è presto accolto dagli occhi ridenti e compiaciuti di Kuroko. Ma non è lui a venirmi incontro, bensì una ragazza con i capelli corti e un fischietto appeso al collo.

          «Mi chiamo Aida Riko e sono il coach della squadra», si presenta. Ha uno sguardo brillante, che suggerisce un ottimo spirito di osservazione.

          «Io sono Eiko Wadsworth, molto piacere».

          I suoi occhi si illuminano dopo avermi osservata con più attenzione e un sorriso di pura simpatia mi conferma che ancora una volta il mio tenero aspetto è riuscito a conquistare un’altra ragazza.

          «Kuroko mi ha parlato di te», riprende subito dopo aver recuperato una certa compostezza.

«Spero di non essere stata troppo indiscreta nel presentarmi qui senza preavviso».

          «Chiunque ami il basket è il benvenuto e poi fa piacere avere un’altra ragazza nel gruppo».

          Dopo un breve giro di presentazioni generali, il capitano, Hyūga senpai, annuncia che raggiungeremo la scuola Kaijō usando i mezzi pubblici. Ovviamente Arthur non è felice della notizia e tenta in tutti modi di convincermi a salire sulla limousine.

          «Non sarebbe gentile da parte mia utilizzare la limousine e purtroppo l’auto non è abbastanza spaziosa per ospitare tutta la squadra. Oggi sono solo un ospite e non voglio creare problemi a nessuno», confesso sinceramente, sperando di dissuaderlo.

«In questo caso non mi lascia altra scelta, signorina: verrò insieme a lei», dichiara Arthur, irremovibile. «Ho il dovere di accompagnarla personalmente ovunque vada quindi, se è decisa a prendere i mezzi pubblici, lo farò anch’io».

          Concordando con lui che sia la soluzione migliore, ci aggreghiamo alla squadra per raggiungere insieme la meta.

 

***

 

          La prima impressione che la scuola ha lasciato su di noi è assolutamente positiva. Tutti i membri della squadra non smettono di guardarsi attorno con aria di meraviglia e, forse, un po’ di invidia. Il complesso scolastico sembra di costruzione abbastanza recente ed attrezzato per ospitare le più disparate discipline sportive. Assomiglia a uno di quei campus gestiti dalle grandi associazioni agonistiche che ogni anno preparano quelli che saranno sicuramente dei futuri campioni mondiali. Ho convinto Arthur ad aspettarmi fuori ai cancelli: la sua divisa avrebbe dato troppo nell’occhio e tradito immediatamente il mio status sociale. Non riesco ancora a capacitarmi di essere qui, insieme a Kuroko, nella stessa scuola di Kise. Sta succedendo tutto troppo in fretta e comincio a pentirmi di essere venuta. Mi sento angosciata all’idea di non sapere come reagirà Kise vedendomi. Prendo un lungo respiro sperando che mi aiuti a calmarmi ma il suono che odo subito dopo fa schizzare il mio cuore in gola.

          «Ehi, ragazzi!».

          Mossa dall’istinto, mi porto dietro Kagami, per nascondere la mia presenza. Se potessi rimpicciolirmi come Alice mangiando semplicemente un pezzetto di fungo. Ma questo non è il paese delle meraviglie e io non sono l’eroine di un romanzo. Sono solo una ragazza che ha commesso un errore e che ora dovrà accettarne le conseguenze.

          «Kise!». La voce di Kagami riporta la mia attenzione sul ragazzo che ora corre verso di noi.

          «Questo posto è enorme così ho pensato di venirvi a prendere».

          «Ti ringrazio». Aida-senpai si fa avanti per esprimere la propria gratitudine a nome della squadra, ma viene completamente ignorata.

          Senza degnare di uno sguardo gli altri ragazzi, Kise indirizza il suo esclusivo interesse a Kuroko.

          «Kuroko-cchi, da quando hai rifiutato il mio invito, ho passato tutte le notti a piangere nel letto».

          Come un bimbo capriccioso, incurva le labbra in una smorfia di delusione. Il piagnisteo è prontamente accompagnato da qualche lacrima di scena, degna del più esperto attore, mentre il tono petulante della lamentela si guadagna presto un commento del capitano Hyūga.

          «Si può sapere qual è il suo problema?».

          Dall’espressione irritata che sta mostrando, direi che la sua prima impressione di Kise non è delle migliori.

          «Piantala e facci strada!».

          «Nemmeno una ragazza mi ha mai rifiutato», continua Kise, senza badare minimamente al commento di Kagami.

          Al contrario, per nulla turbato dall’atmosfera, Kuroko prende infine la parola.

          «Potresti evitare di fare del sarcasmo?».

L’espressione nei suoi occhi è rilassata, ma non indulgente. Il suo atteggiamento nei confronti di Kise non è mutato nemmeno per un secondo. L’impassibilità con la quale ha pronunciato il suo implicito rimprovero mi lascia perplessa. Davvero Kuroko non è capace di esprimere alcuna emozione?

          «Ora sono proprio curioso di saperne di più sul ragazzo che è riuscito a far parlare Kuroko-cchi in questo modo».La voce di Kise è ora improvvisamente grave e seria. Nei suoi occhi c’è un intenso luccichio di gelosia e curiosità mentre si rivolge a Kagami. «Non mi importa molto del titolo Kiseki no Sedai, ma non posso certo ignorare una sfida tanto ovvia. Non sono abbastanza maturo da lasciar correre. Perdonami, ma ho intenzione di distruggerti usando tutte le mie forze».

          L’atmosfera scherzosa e infantile di pochi attimi fa ha lasciato il posto a una pericolosa e palpabile tensione. Kagami è riuscito a catturare l’interesse di Kise e dalle sue parole traspare già una profonda rivalità nei suoi confronti.

          «Interessante», appoggiata alla schiena di Kagami, sento vibrare le sue parole sotto la sua pelle.

          Lanciata la dichiarazione di guerra, Kise sembra finalmente pronto a dare le spalle a Kagami per scortare la squadra all’interno della palestra dove si terrà la partita. Pensando di aver scampato il pericolo, mi rilasso emettendo un sonoro sospiro, ma la mia imperdonabile leggerezza diventa presto causa della mia rovina.

          «Uh, Eiko-cchi?».

          Al pronunciare del mio nome il mio corpo inizia a tremare.

          «Eiko-cchi, sei davvero tu!».

Ancora una volta la voce di Kise cambia per passare a toni euforici. Sapevo che venire qui sarebbe stata una pessima idea. Kise sarà infuriato di vedermi e non posso dargli torto. Speravo almeno di non dovermi esporre davanti ai membri della squadra. Cosa penseranno di me dopo che Kise avrà spiattellato del mio passato alla Teikō per vendicarsi del mio tradimento? Potrei provare a scappare per attirarlo lontano e vedermela poi con lui in privato, ma con le sue abilità atletiche mi catturerebbe dopo il primo passo. A questo punto non posso fare altro che accettare stoicamente la mia sorte e preparami al peggio.

Mi stringo nelle spalle, serrando i pugni lungo i fianchi in attesa che Kise faccia qualunque cosa abbia in mente di fare. La sua reazione, però, mi lascia assolutamente di stucco. Le sue braccia si stringono attorno alla mia vita e mi sollevano in aria. Prima di rendermene conto, la bocca di Kise è incollata alla mia guancia in un bacio pieno di affetto.

«Ki-Kise, per favore, mettimi giù adesso», lo imploro dopo aver notato gli sguardi sbigottiti dei miei compagni di scuola. L’unico che sembra invece compiaciuto della situazione è Kuroko.

«Pensavo che non ti avrei mai più rivista», piagnucola Kise con il solito tono infantile, accettando di rimettermi sulla terraferma, sebbene contro voglia.

«Io…non so che dire. Non sei arrabbiato con me?», lo interrogo, confusa.

«Arrabbiato? Semmai ero preoccupato. Dopo che te ne sei andata, non abbiamo avuto più notizie di te. Avevo paura che ti fosse successo qualcosa di terribile. Sai dopo quella sera…». I suoi occhi d’ambra si socchiudono in un’espressione di tenera compassione. «Sono così felice di vedere che stai bene».

Una lacrima scivola sulla sua guancia e so che questa volta è vera. Fino a questo momento ho temuto di incontrarlo e fino all’ultimo ho pensato di fuggire. Senza sapere nulla, ho immaginato le più terribili parole uscire dalle sue labbra. Mi sono focalizzata così tanto sul mio senso colpa da non prendere in considerazione neanche una volta le persone che ho tradito. Non mi sono mai soffermata davvero sulle loro emozioni, sulla tristezza generata dal mio comportamento egoistico. Ogni volta che immaginavo il mio incontro con ognuno di loro, vedevo soltanto la mia sofferenza, la mia paura di essere rifiutata, disprezzata, odiata. Ero ossessionata dall’opinione che avrebbero avuto di  me e dalla prospettiva di un futuro senza amici, perciò ho mentito. Ho mentito a me stessa ripetendomi che il cambiamento non era nella mia natura, che non avevo bisogno di loro, né di diventare una persona diversa, migliore. Ma erano solo menzogne per nascondere la mia solitudine e la mia insicurezza. Se, nonostante i miei errori, Kuroko e Kise mi considerano ancora loro amica, che diritto ho di privarli di questa piccola gioia? Loro non mi hanno mai abbandonata, neppure quando ho voltato loro le spalle per andarmene. Li ho feriti, li ho respinti quando hanno provato a raggiungermi di nuovo, eppure riescono a versare lacrime di gioia per me.

«Mi dispiace, Kise. Se puoi, perdonami», mi piego in avanti, portando la testa il più in basso possibile. Mi sento così piccola davanti alla sincerità di Kise.

«A-Ah, che cosa fai, Eiko-cchi? Alza la testa!».

Il mio amico prova a risollevare il mio busto afferrandomi per le spalle, ma io oppongo resistenza per rimanere in posizione. Ho troppa vergogna per guardarlo negli occhi e troppa riconoscenza per esprimerla a parole.

«E va bene, allora mi scuso anch’io».

La testa di Kise si abbassa fino al mio stesso livello in un inchino profondissimo.

«Kise, no! Perché…», non ho il tempo di finire la frase.

«Perché anch’io voglio chiederti scusa. Non sono stato in grado di proteggerti quando ne hai avuto bisogno. Sono un pessimo amico!».

«Non è vero! Sei il migliore amico del mondo, invece. Quando Kuroko mi ha inviata qui oggi, non ho accettato subito perché avevo paura di incontrarti. Temevo che mi avresti odiata e che non avresti voluto più avere nulla a che fare con me».

«Eiko-cchi».

«In tutta onestà, non sono ancora sicura di meritare il tuo perdono o quello di Kuroko, ma la vostra generosità mi ha ridato speranza . Perciò posso solo esservi grata di avermi concesso una seconda possibilità».

Un groviglio di emozioni si addensa nella mia gola e nel mio cuore. So purtroppo di non poter ricambiare pienamente la loro sincerità a causa del segreto che devo custodire, ma questo non vuol dire che il mio affetto sia una menzogna. Voglio davvero bene a questi due ragazzi, se non latro per la fiducia che hanno avuto in me fino a oggi, ed è quindi giusto che mi impegni a ricambiare provando a ricostruire la nostra amicizia.

«Ora che è tutto chiarito, vi faccio strada», sollevato dalle mie parole, Kise mi rivolge un largo sorriso e ci invita a seguirlo verso il luogo del match.

 

***

 

Il primo incontro con il coach del Kaijō non è per nulla amichevole, come invece prevedeva il contesto della partita. Al nostro arrivo in palestra, infatti, il campo di gioco era diviso in due mezzi campetti. Questo perché l’allenatore della squadra avversaria non ha ritenuto necessario utilizzare il campo regolare per una partita contro una squadretta di seconda categoria come il Seirin. Come era facile prevedere, né Aida-senpai né Hyuga-senpai hanno preso bene l’affronto. Come se non bastasse il coach Takeuchi ha impedito a Kise di giocare, reputando la sua presenza in campo eccessiva. Di sicuro l’inizio non è stato promettente per i ragazzi del Seirin, in modo particolare Kagami sembrava sul punto di scoppiare per la rabbia e l’evidente umiliazione. Tuttavia, pochi secondi dopo il fischio d’inizio, è stato proprio lui a mandare a segno il primo punto della partita, portando così in vantaggio la nostra scuola. L’unico problema è che adesso la nostra squadra deve un canestro nuovo al Kaijō. Nonostante Aida-senpai sia corsa a scusarsi con il coach Takeuchi, sta trattenendo a stento un sorriso compiaciuto e soddisfatto. A questo punto saranno costretti a giocare sul campo regolare. Aida-senpai torna a sedersi sulla panchina mentre Kise fa il suo ingresso in campo. I suoi occhi si focalizzano sul nuovo giocatore e le sue labbra si lasciano scappare un commento di preoccupazione.

«C’è qualche problema, senpai?», la interrogo.

«Kise è un atleta fuori dal comune. Non sarà facile avere la meglio su di lui».

Che Kise avesse del talento, non era un segreto, ma gli occhi esperti della senpai devono aver sicuramente notato qualcosa che nessun altro sarebbe in grado di cogliere.

L’arrivo in campo di Kise ha dato una svolta definitiva all’andamento del match. Perfino io sono in grado di capire quanto il ritmo di gioco sia vertiginosamente aumentato a tal punto da costringere Aida-senpai a chiedere un timeout a soli cinque minuti dall’inizio. I ragazzi sembrano già stremati e mi domando se riusciranno a reggere fino alla fine. L’umore generale è piuttosto basso, ma non disperato. Purtroppo gli avversari si stanno rapidamente abituando allo stile di gioco di Kuroko e questo costringerà il Seirin a rivedere i propri schemi.

Passata una prima fase di assestamento, la partita prende una nuova piega. Le azioni combinate di Kuroko con il resto della squadra riportano il Seirin in una posizione vantaggiosa. Hyūga-senpai ha appena segnato un canestro da tre punti, accorciando così le distanze dal Kaijō. L’improvvisa rimonta del Seirin ha sicuramente impressionato gli avversari, ma è soprattutto Kise ad essere stato colto di sorpresa dal gioco di squadra di Kuroko. Non capisco bene, ma Kise sembra davvero scosso dal comportamento di Kuroko, dal suo cambiamento. Non so a cosa si stia riferendo, ma potrebbe avere a che fare con quanto successo alla Teikō dopo il mio trasferimento. In tal caso è normale che io non sia a conoscenza dei dettagli.

La tensione agonistica fra Kise, Kuroko e Kagami non ha fatto che crescere negli ultimi minuti di gioco. I miei due compagni di classe sono incredibilmente affiatati e la loro sintonia è riuscita a mettere sotto pressione gli avversari. Kise appare visibilmente frustrato, soprattutto dopo l’ennesimo tentativo di attacco andato a vuoto. È troppo ansioso, non ha più il controllo della situazione. il ritmo frenetico del gioco ha condizionato anche me. Mi sembra di camminare su una lastra di ghiaccio scricchiolante. Ogni passo rischia di farmi sprofondare nelle acque gelide, ma è il fischio dell’arbitro, invece, a gelare il sangue dì nelle mie vene.

«Kuroko-kun!».

Il grido di Aida-senpai guida i miei occhi fino al centro del campo. Kuroko giace sul pavimento, immobile. Senza volerlo, Kise lo ha colpito violentemente alla testa e probabilmente non sarà in gradi di continuare a giocare. Osservo il mio compagno mentre viene riportato a bordo campo dal capitano. È molto pallido e a stento si regge sulle proprie gambe. Una macchia di sangue fresco copre metà del suo volto e la sola visione è sufficiente a farmi sussultare di paura. Prima di oggi, non avrei mai creduto il basket uno sport tanto pericoloso.

Per fortuna le condizioni di Kuroko sono migliorate e Aida-senpai ha accettato di farlo rientrare. Confesso di non essere molto d’accordo con la sua decisione, ma al so posto avrei forse fatto la stessa cosa. Questa partita ha un significato speciale per Kuroko e, conoscendo la sua testardaggine, non sarei riuscita ad impedirgli di rientrare in gioco. Ma questa volta è Kise a preoccuparmi. Dopo gli ultimi minuti di smarrimento, dovuti forse al senso di colpa per aver ferito Kuroko, il suo sguardo è cambiato. La provocazione lanciata dal ritorno di Kuroko ha infiammato il suo spirito combattivo. Non ha alcuna intenzione di perdere e francamente mi sembra un po’ strano. Non l’ho mai visto dare così tanta importanza alla vittoria. Il suo desiderio di trionfare su Kagami e Kuroko è quasi morboso. Da quando vincere è l’unica cosa che conta? Forse è a questo che si riferiva Kuroko quando ha detto che erano cambiati, che il loro modo di giocare non era più quello che ricordavo. In effetti in questo momento non riconosco il mio vecchio compagno di classe. Mi sembra di vedere una persona completamente diversa. Il ritmo di gioco è di nuovo frenetico. Mancano pochi secondi al fischio di chiusura e nessuna squadra è intenzionata a cedere. Il punteggio è di 98 a 98, con meno di venti secondi alla fine. Il cuore potrebbe scoppiarmi da un momento all’altro per la tensione. Porto le mani al petto e inizio a tamburellare nervosamente con il piede. Dieci secondi è sarà tutto finito.

Kagami avanza col pallone alla mano, affiancato da Kuroko. Kise è subito davanti a loro per fermarli, ma è da solo, i suoi compagni si trovano all’altro lato del campo. I miei occhi si dilatano alla scena che segue. Kuroko è sotto il quadrato e sembra prepararsi a tirare. Kuroko non ha mai tirato a canestro e con tre secondi tempo non ha alcuna possibilità di segnare. Il pallone lascia le sue mani e vola fino alla rete, ma il tiro è troppo corto. L’intera panchina resta col fiato sospeso, pregando per un miracolo.

Quando tutto sembra perduto, una luce arriva a portare speranza. Kagami è sospeso in aria. Il suo braccio teso intercetta il pallone catturandolo nella sua solida presa. Il tempo attorno a lui sembra essersi congelato. Solo l’ultimo fischio dell’arbitro spezza l’incantesimo decretando la fine del match.

 

***

 

Kise. Devo trovare Kise. Nella mia testa non c’è altro pensiero, nonostante Kuroko, Kagami e il resto della squadra stiano ancora esultando per la vittoria. Niente di tutto questo è importante per me. Devo vedere Kise. I miei occhi cercano frenetici la sua figura in mezzo al campo. Quest’ansia non è normale. In fondo è solo una partita, perché dovrebbe preoccuparmi tanto? Eppure l’idea di vedere la disperazione sul volto di Kise mi angoscia.

Eccolo laggiù. Le sue spalle sono leggermente curvate in avanti e le sue mani coprono il viso. Stringo una mano sul petto, per soffocare la fitta al cuore. Le lacrime sgorgano dai miei occhi, condizionate dal pianto del mio amico. Non ho mai visto tanta disperazione sul suo viso. Era davvero così importante vincere? Cosa è successo da farti pensare che la vittoria sia tutto? Come può una piccola sconfitta farti piangere in quel modo? Il ragazzo che ricordo non avrebbe mai mostrato un’espressione tanto avvilita. Non si sarebbe lasciato piegare dallo sconforto. Allora perché? Ogni lacrima che nasce dai suoi occhi d’ambra appesantisce il mio cuore. Non riesco a pensare lucidamente. Mi sento strana. Perché la sofferenza di Kise mi opprime al punto che mi sento mancare il respiro nei polmoni? Non riesco a fermare queste lacrime, questi pensieri, questi sentimenti. Il pianto sgorga dai miei occhi ma sembra nascere contro la mia volontà. La mia mente è confusa. Se provo a concentrarmi su qualcosa, il mio pensiero è costretto a ritornare su Kise. Non mi è permesso distogliere lo sguardo dalla sua figura perfetta, dai suoi capelli dorati, dai muscoli definiti che risaltano sotto il tessuto della divisa. Vorrei toccare le sue mani, bagnate dalle lacrime, e intrecciare le sue dita alle mie. Vorrei accarezzare la sua guancia e asciugare il suo pianto con la mia pelle. Vorrei portare la sua testa sul mio petto e nascondere il suo bellissimo volto. Vorrei che fosse mio, solo mio. Vorrei sentire il calore del suo corpo contaminare il mio mentre le sue braccia mi attirano a sé. Vorrei che le sue labbra desiderassero le mie e…

«Eiko-san, dobbiamo andare».

A cosa stavo pensando? Cos’erano quelle immagini così imbarazzanti? Perché sto piangendo? Kuroko? Da quanto tempo è qui? non ricordo cosa stavo facendo. Abbiamo vinto la partita, allora perché non stavo festeggiando con i miei compagni. Perché mi sento così triste?

«Va tutto bene?».

La mia testa si abbassa lentamente sulla mia spalla, sulla mano di Kuroko.

«Certo che sto bene: abbiamo vinto!», esclamo con un largo sorriso. Non ho tempo di pormi domande. Devo riprendermi o rischio di insospettire qualcuno.

«Stiamo per andare via», mi avvisa Kuroko.

Nonostante la vittoria sembra piuttosto tranquillo. Beh, non dovrei meravigliarmi ma, considerando quanto importante fosse per lui questa partita, mi sarei aspettata una reazione un po’ più energica. Alzando le spalle rassegnata, seguo Kuroko all’esterno della palestra.

«Visto che siamo in due distretti diversi, se ci incontreremo di nuovo sarà all’Inter High».

«Ci saremo sicuramente. Non voglio confessare il mio amore con le chiappe al vento», dichiara Hyūga-senpai, tremando al pensiero dell’umiliante punizione.

I due capitani si stringono infine la mano e ogni squadra prende la propria strada. Quanto a Kise, è sparito subito dopo la partita e non si è più fatto vedere. Spero solo che stia bene.

Il rientro a casa non è per me dei più sereni. Non riesco infatti a togliermi dalla testa quello che è successo in palestra, al termine del match. Più ci penso e più sono spaventata. Ricordo perfettamente la sensazione. La situazione di questa mattina è la stessa di quella sera e non promette nulla di buono. Di una cosa, però, sono abbastanza sicura: non credo che c’entri Meiko. Anche se si è trattato di pochi secondi, i sentimenti di quel momento erano completamente diversi da quelli provocati dal risveglio di Meiko. Ma sono ancora troppo confusa per sostenere con certezza la peggiore delle ipotesi. Per questa sera andrò a dormire, cercando di non rimuginarci troppo su.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: LadyLicionda