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Autore: GothicGaia    28/05/2017    2 recensioni
La sua pelle era ricoperta di vene bluastre che si diramavano sulla fronte e gli zigomi, mentre il bianco agli angoli degli occhi, era iniettato di sangue. Un tempo era di una bellezza perfetta, così meravigliosa da far impazzire chiunque lo guardasse. Ora si ritrovava davanti un mostro, divorato dalla fame, e dalla sete di sangue, che non placava da moltissime notti. Questo succedeva ai vampiri che rimanevano senza mangiare per molto tempo. La pelle si raggrinziva, mostrando quelle vene innaturali, e sotto gli occhi, affioravano profonde occhiaie livide.
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Terza Parte

 
Fu così che Eros riprese il suo racconto “Erano passati cinque anni, da quando avevo subito la trasformazione, e non mi ero ancora separato dal mio assassino. Cosa mi tenne legato a Thanatos in tutti quegli anni? Il fatto che senza di lui non avrei saputo cavarmela da solo, come vampiro. Non sapevo nulla del nostro mondo, e perciò preferì restargli vicino per imparare a vivere quella vita che lui stesso mi aveva dato. C’è una grande società tra noi vampiri, come ben sai, ma alla fin fine, ogni vampiro preferisce isolarsi, per poter andare a caccia senza problemi con le interferenze di altri vampiri! Ognuno di noi s’impadronisce di un territorio di caccia! Fu solo dopo molti anni, in cui io e Thanatos vivemmo nella solitudine di due avidi cacciatori, che le cose cambiarono. Thanatos decise di portarmi al castello del Principe Evander, per presentarmi a lui.
Era una notte senza luna, di un freddo gennaio. Il castello ero ben organizzato per gli inverni freddi e i camini erano tutti accessi. Evander ci accolse nel suo salotto privato, dove ci attendevano due giovani fanciulli e due giovani fanciulle, ignari del loro destino.
Lui si trovava sulla sua poltrona, simile a un trono. Portava i lunghissimi capelli castani sciolti, che ondeggiavano lungo la schiena, e i suoi occhi dorati mi fissarono con interesse per tutta la sera.
‘Thanatos mi ha parlato molto di te, Eros! Il mio più antico discepolo dice che sei un ottimo musicista e un ottimo poeta!’
‘Spero che sia così vostra altezza!’
Evander scoppiò in una fragorosa risata ‘Non è necessario che ti rivolga a me in questo modo! Ero un principe, ai tempi dei crociati! La mia casata si è spenta insieme alla mia umanità! Ora sono solo Evander, per i vampiri che sono degni del mio rispetto!’
Evander ci presentò i quattro fanciulli ospiti anche loro, insieme a noi, che ci circondarono ansiosi di conoscerci.
Thanatos cominciò ad assaggiare il loro sangue, senza dargli dei veri e propri morsi, limitandosi a fargli dei piccoli buchetti sul collo, per leccare delicatamente le piccole gocce che fuoriuscivano.
Stavo quasi per assaggiare una delle due bellissime fanciulle che mi circondavano, quando ad un tratto, dalla rampa di scale che accedeva ai piani di spora comparve una fanciulla interamente vestita di bianco. Portava i capelli rosso scuro in un elegante pettinatura che ricadeva a boccoli dietro il collo, e ci fissò con degli intensi occhi grigio scuro.
Eri tu! Tutto le emozioni dentro di me si mescolarono facendomi girare la testa.
Scendesti le scale con l’eleganza di una principessa e ti avvicinasti ad Evander, baciandogli la mano.
‘Lei è Arianna!’ disse Evander presentandola. Allora capì. Non eri tu!
Era tua sorella! Sapevo che Arianna fosse tua sorella, ma nessuno mi aveva detto che fosse addirittura la tua gemella!”
Eros fece una breve pausa. “Non dici nulla?” le chiese dopo un lungo istante.
Solo dopo molti momenti Rebecca si decise a parlare “Sapevo che Arianna stesse con Evander!” gli disse “Per tutti questi anni era con lui, e io ero ancora troppo giovane per entrare nell’ordine! Lo ho saputo troppo tardi che lui l’aveva presa con se! Ora è fuggita, chissà per quale motivo, e io la sto ancora cercando!”
“Se solo sapessi dove fosse, te lo direi!” gli rispose Eros “Ma una cosa posso dirtela di certo! Quando la incontrai al castello di Evander, lei non era ancora diventata una vampira!
‘Sapete bene che non posso infrangere le mie stesse leggi!’ disse Evander che la fece accomodare sulle sue ginocchia. ‘Perciò la trasformerò al compimento dei suoi diciott’anni, e diventerà ufficialmente una vampira!’
Lo sguardo di Arianna si posò su di me per alcuni istanti, ma i suoi occhi non mi guardarono come mi avevano guardato i tuoi, quel giorno lontano, la prima volta che ti incontrai!
Dopo averla vista mi passò del tutto la voglio di mordere chiunque mi passasse vicino, e lasciai tutte le prende a Thanatos che non si fece scrupoli a nutrirsi di ben quattro fanciulli.
Evander ci accompagnò nelle sue segrete, dove teneva delle bare per gli ospiti e lì rimanemmo a dormire fino alla notte dopo! Io decisi di togliere il disturbo quasi subito! Non avevo intenzione di rimanere lì un altro girono a riposare, mentre una ragazzina umana si aggirava per il castello, perfettamente cosciente che fosse abitato dai vampiri, senza provare alcun desiderio di fuggire!”
“E Aurora?” domandò  Rebecca che si era alzata in pedi, e aveva cominciato a camminare avanti e indietro nella cella. “L’hai mai più rivista?”
“Oh Rebecca! Quale ferita profonda mi sati richiedendo di riaprire! Aurora! L’alba non era ancora del tutto morta nel mio cuore! Si! L’ho ritrovata! Una sera, mi destai prima del solito dal mio sonno e attesi nella bara che gli ultimi raggi di sole svanissero, prima di uscire allo scoperto. Andai nel porto. Amavo vedere le navi che andavano e venivano solcando le acque buie. Passeggiavo sul molo, come facevo spesso, non appena mi recavo li appena sveglio, quando ad un tratto la rividi. Era incantevole come l’ultima volta che l’avevo vista, indossava un abito celeste con delle rose bianche, e dei guanti di seta. Era sposta. Accanto a lei c’era un uomo bruno, che le cingeva la vita, e per mano stringeva quella più piccola di una bambina simile a lei, con gli stessi capelli, mentre uno più piccolo, appena nato, era stretto tra le sue braccia. Non ebbi il coraggio di farmi vedere da lei, così mi voltai e nel farlo mi ritrovai davanti Thanatos. Un sorriso inquietante era stampato sul suo volto, e se a quei tempi l’avessi conosciuto bene come lo conosco ora sarei fuggito.
‘Ma guarda un po’ chi c’è!’ disse ‘La nostra cara fanciulla da parasole!’
‘Andiamocene!’ mi affrettai a dire, posandogli una mano sulla spalla.
‘Ma perché mai?’ domandò lui ‘E’ decisamente da maleducati non salutare una persona che ci è così amica non ti pare?’
‘Andiamocene! Per favore!’ lo pregai. Ma Thanatos aveva già deciso. Mi afferrò per un braccio, stringendomi a se, e con passo deciso si avvicinò ad Aurore.
‘Ma che bella sorpresa!’ Disse ad alta voce. ‘Aurora! Ecco il sole che sorge al mattino!’
Entrambi si voltarono per guardarci.
Aurora non riconobbe Thanatos, ma nell’incrociare il mio sguardo divenne pallida, come se avesse visto un fantasma, e forse ormai per lei io lo ero.
Quel momento fu terribile per entrambi. Io mi resi conto che il tempo sul suo viso era passato, e le piccole righe agli angoli delle sue labbra ne erano la prova. Lei si rese conto che io non ero cambiato di solo giorno, benché gli anni fossero passati. Suo marito notò l’atmosfera che s’era creata tra noi e s’intromise, chiedendo se ci conoscevamo già. Eccome se ci conoscevamo, ma io non parlai affatto con lui, o se lo feci, dimenticai immediatamente ogni parola che gli rivolsi.
Fu la voce di Thanatos a interrompere l’incantesimo.
‘Allora sei pronto?’ mi domandò. I due si erano leggermente allontanati da noi. Io ero rimasto talmente sconvolto nel riguardarla in faccia che non mi erano neanche accorto che si era voltata.
‘Per cosa?’ gli chiesi non capendo.
‘Per saltarle al collo mi pare ovvio?’
‘Vuoi che la trasformi in vampira? No mai!’ risposi io.
‘No! Non in vampira! In vittima!’
Allora capì. ‘Non le toglierò mai la vita! Di questo puoi starne certo!’ gli risposi. Se soltanto avessi avuto un po’ più di coraggio allora, avrei impedito che lui si avvicinasse a loro. Ma scappai. Mi allontani dal porto di corsa e una volta raggiunto un luogo isolato volai via, al castello, dove vivevo ormai da tempo.
Non molto tempo dopo Thanatos mi raggiunse. Stavo per prendere il mio flauto nel tentativo di suonarlo, per riportare alla memoria i tempi in cui ero ancora umano, quando lui alle mie spalle, mi bloccò le braccia con a sua forza innaturale.
‘Eros non lo hai ancora capito? Non hai ancora capito chi sei?’
‘So benissimo chi sono!’
‘Hai ragione! Mi correggo! Forse non hai ancora capito cosa sei! Un vampiro!’
‘E con questo? Siamo forse giustificati a prenderci una vita come e quando ci viene più voglia?’
Il suo sorriso mi fece salire un brivido di disgusto lungo la schiena. ‘Si!’ rispose.
Thanatos mi prese e mi portò nei sotterranei del suo castello. Lì mi chiuse in un segreta dove non passava mai la luce del giorno. Un luogo molto simile a questo dove ci troviamo ora io e te, ma più stretto. Mi rinchiuse mi lasciò lì, per molti giorni, senza farmi bere in alcun modo. Gridai disperato di liberarmi. Cercai di uscirne. Ma non ci riuscì. Si può stare senza bere sangue umano per una notte o due. Ma dopo quattro o cinque notti diventa impossibile resistere. Io forse restai anche di più, chiuso lì dentro. La mia fame era tale che percepì l’odore del sangue oltre la porta. Qualcuno si era avvicinato. Un mortale. Non mi importava chi fosse. Non appena la porta venne aperta mi gettai su quel corpo così vicino e lo afferrai circondandolo con le braccia. Affondai le unghie tra i suoi capelli e immersi il viso nel suo collo, penetrandolo coi miei canini. Bevvi così avidamente tutto quel sangue che credevo mi sarei sentito di svenire. Solo dopo essermi staccato, la mia mente tornò lucida, e cominciò a distinguere i lineamenti di un bellissimo volto femminile, dai lunghi capelli dorati e il collo lungo e sottile.
Era Aurora.
Con il suo corpo tra le braccia mi misi a gridare. Un grido che echeggiò per tutto il castello.
Thanatos era in piedi accanto a me.
‘Non era poi così difficile!’ Disse ‘Dovevi solo avere più fame! Fame come un vampiro!’
Con gli occhi annebbiati dalle lacrime, e il mento rosso imbrattato di sangue capì cos’ero diventato.
Un vampiro.
Fu quello il momento in cui divenni un vampiro. Perché non avrei saputo più distinguere un essere umano. La sete di sangue li aveva resi tutti uguali.
‘Perché?’ gli chiesi ‘Perché mi hai fatto questo?’ Gli domandai ancora stringendo Aurora tra le braccia accarezzando il suo bel viso. Sembrava stesse dormendo con il capo poggiato sul mio petto.
‘Per farti capire chi sei!’ mi rispose ‘Ora lo sai!’
‘Io non voglio essere così!’ gli risposi.
‘Ma lo sei!’ mi prese il viso tra le mani, e asciugandomi le lacrime con le sue dita fredda leccò il sangue sulle mi labbra, ripulendomi il mento. Mi insinuò la lingua in bocca, baciandomi, volendo scoprire anche lui, il sapore del sangue di Aurora.”
Rebecca lo guardò non potendo credere ai suoi occhi. Sotto la flebile luce delle torce brillavano due righe di lacrime che gli scendevano lungo le guance.
“Non ero più umano! Perché non ero più in grado di distinguere un essere umano!”
“Oh Eros! Non dire così!” Rebecca s’inginocchiò davanti a lui prendendogli il viso tra le mani. “Tu stai piangendo! È la prova che dentro di te c’è ancora quello che eri una volta!” Avvicinandosi maggiormente con il viso sfiorò le sue labbra. Alzandosi da terra si mise a cavalcioni su di lui, sollevandogli il mento. Eros afferrò delicatamente il suo labbro inferiore con i denti, per un attimo.  Socchiuse, e togliendo quell’ultima distanza quasi inesistente le insinuò la lingue in bocca. Rebecca gemette, sentendo la lingua del vampiro che le solleticò il palato. Le loro lingue girarono l’una intorno all’altra per alcuni istanti, finché quella di lui non si spinse più in fondo, provocandole un brivido di piacere che le scosse tutto il corpo. Ritraendosi si staccò da quel bacio per riprendere fiato. Rebecca lo guardò per un lungo istante, non potendo credere di averlo baciato. Con la punta delle dita gli asciugò le lacrime.
“Fu allora che divenni un vampiro!” ripeté Eros guardandola dritto negli occhi, ora così vicini. “Dopo aver seppellito Aurora, mi allontani da Thanatos per sempre. Mi rifugiai in una catacomba, e mi misi a dormire per molti anni, uscendo solo per bere sangue! Poi incontrai Cesar e Aurelien! Per il resto, sai bene come andò, perché ci siamo rincontrati!”
Rebecca stringendosi a lui, allungò le mani dietro la sedia, e con le chiavi gli liberò i polsi. Le manette di ferro caddero al suolo con un suono metallico. 
“Ora so tutto!” disse Rebecca “Sei libero! Puoi fare quello che vuoi!”
Stava per alzarsi, quando Eros le imprigionò la vita fra le sue braccia, stringendola a se. Afferrandole la nuca, gli reclinò il collo, e strappando via il collare la morse. Rebecca sentì un dolore fortissimo, mentre i canini del vampiro le affondarono nella carne, ma non si fece sfuggire un solo lamento.
Eros bevve poco più di un minuto, staccandosi quasi immediatamente. Lei si abbandonò sulla sua spalla, con un debole sospiro.
“Il punto Rebecca non è quello che voglio io! Ma quello che vuoi tu!” Disse “Io voglio che tu diventi una vampira! Voglio che rimanga così come sei per sempre, accanto a me! Ma tu vuoi diventare una vampira?”
Rebecca ci pesò per alcuni sitanti. Sarebbe stato bellissimo, rimanere insieme per sempre, ora che si erano ritrovati. Ma aveva fatto una promessa. Aveva promesso a suo padre che avrebbe ritrovato sua sorella.
“Non posso!” disse alzandosi in piedi.
Eros si massaggiava i polsi dolenti. “Sapevo che lo avresti detto! Ma io non mi arrendo! Non ti costringerò a diventare una vampira, come è successo con me! Non stanotte! Ma sappi che non mollerò tanto facilmente! Riuscirò a convncerti!”
 
Rebecca gli aprì la porta di ferro della cella.
“vai! Sei libero! Fuggi e non farti più ritrovare!”
Eros si alzò lentamente e barcollando superò la soglia. Rebecca lo seguì richiudendo la porta.
“c’è una via secondaria nei sotterranei! Infilati nel fognature. Uscirai da una grotta sul versante del fiume!”
Lui la guardò a lungo poi si voltò senza dire nulla, e si allontanò nel corridoio buio. Rebecca lo osservò finché non fu del tutto scomparso dalla sua vista.
Sola con i suoi pensieri si avviò tra i corridoi delle celle sotterranee e fermandosi davanti a una porta in particolare estrasse il mazzo di schiavi ed entrò.
Al centro della cella giaceva un altro vampiro, dai lunghi capelli neri come l’oscurità che lo avvolgeva il viso pallido a causa della fame.
“Sono così commosso dal suo racconto che quasi mi fa sentire in colpa per quello che gli ho fatto!” disse Thanatos.
“Stai zitto!” gli gridò Rebecca.
“Non ti è balenato nella mente neanche per un solo istante, che lui ti stesse mentendo?” Domandò il vampiro dopo un attimo. “Non hai pensato per un solo istante che fosse stato lui, a venire da me? A pregarmi di trasformarlo in un vampiro!”
“E perché mai avrebbe dovuto chiederti una cosa del genere?” gli domandò Rebecca.
“Forse per aspettare che il tempo maturasse te, in modo tale da poterti trasformare in vampira per averti! Se non fosse stato per me a quest’ora quel bel bacio che ti ha dato te lo saresti potuto scordare! Sarebbe stato troppo vecchio per te! Non avrebbe potuto fare altro che guardarti da lontano! E tu non avresti potuto fare altro che vederlo come l’uomo che sarebbe stato! Dovresti ringraziarmi dolcezza! Se non fosse stato per me a quest’ora si sarebbe spostato con quella fanciulla che tanto apprezzava! Ma che in fin dei conti non era in grado di amare! E vuoi sapere perché? Perché anche se non aveva i denti, dentro di se, era già un vampiro!”
“No! Io non ti credo!” disse Rebecca “Credo che tu non abbia mai sospettato che Eros avesse nel cuore un'altra donna oltre ad Aurora! Se l’avessi saputo, a quest’ora mi avresti già ucciso da tempo, molto prima che io diventassi una cacciatrice!”
Thanatos gli rivolse uno dei suoi sorrisi crudeli. “Prim’o poi lo farò! Te lo posso assicurare! È una promessa!”
Rebecca riaprì la porta della cella, pronta per uscire.
“Preda camuffata da predatrice!” gli disse Thanatos.
Rebecca richiuse la porta alla sue spalle, lasciando che quel mostro rimanesse nella sua solitudine.
Sapeva che gliela avrebbe fatta pagare cara. 
FINE


NOTA Se la storia vi è piaciuta lasciate un commento o una piccola recensione. Come volete voi. Questa è solo una parte della trama principale, legata ai vari personaggi. 
E come detto in precedenza, se ritenete che sia troppo impressionante o inadeguata a un pubblico più giovanile, fatemelo sapere e la sposterò nel Rating Rosso. 
   
 
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