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Autore: lmpaoli94    28/05/2017    0 recensioni
Quando la vidi la prima volta quel giorno, rimasi folgorato. Era entrata nel mio negozio per prendere un mazzo di rose per una sua cara amica. Aveva lo sguardo spensierato e non la smetteva di sorridere. Di sorridermi. Ed era il suo sorriso che mi fece innamorare. All’istante. Ma il problema era: l’avrei rivista?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuava a fissarmi impercettibilmente.
«Buongiorno. Vorrei ordinare un mazzo di rose rosse»
“Una donna che ordina un mazzo di rose? Questa mi è nuova”
«Certo. Quante rose vuole in questo mazzo?»
«36»
«Perfetto. Vuole che gliele prepari subito?»
«No purtroppo ho molta fretta. Va bene se ripasso verso mezzogiorno?»
«Nessun problema. Può venire quando vuoi. Naturalmente prima dell’ora di chiusura, cioè alle 20»
«Certamente. Allora grazie e a più tardi»
«Grazie a lei e arrivederci»
Se n’andò proprio com’era entrata. Felice e spensierata.
«Che voleva quella donna?» mi domandò Annie riportandomi alla realtà.
«Un mazzo di rose rosse»
«E dobbiamo prepararglielo subito?»
«Entro mezzogiorno» risposi con sguardo perplesso.
«Che cos’hai Alan?»
«Niente. Perché?»
«Avanti, non mentirmi. Quando fai quell’espressione che hai ora significa che è successo qualcosa»
«Cosa deve essere successo Annie?»
«Non lo so. Dimmelo tu»
«Un bel niente, ecco»
«Perché ti ostini a mentire a te stesso? Non lo sopporto quando fai così»
«E io non sopporto quando sei così insistente» ribattei rispondendogli con le rime. «Non mi è successo niente. Fine della discussione»
«Certo che no. Non può finire così. Secondo me quella donna ti ha turbato in qualche modo…»
«Addirittura turbato? Ma se non l’ho mai vista prima d’ora»
«No, non è vero. Mi stai mentendo»
«Senti Annie, non ho voglia di giocare all’interrogatorio con te. Abbiamo molto da fare e stiamo solo perdendo tempo»
«Lo dici tu. Ho già spostato e sistemato tutti i fiori che mi hai detto tu. Per quanto mi riguarda, oggi abbiamo fatto abbastanza»
«Da quando in qua sei diventata tu il capo?»
«Non sto impartendo delle decisioni. Dico solo che ci possiamo prendere una pausa»
«Ma sono solo le 10 di mattina»
«E quindi? C’è sempre tempo per fare una pausa»
«Smettila di fare come ti pare a te e rimettiti al lavoro!»
«Allora dimmi cosa ti sta succedendo perché non ti posso vedere così»
Sapevo che Annie mi tartassava per sapere la verità solo per il mio bene.
Ma non avevo voglia di parlare.
Non ora almeno.
Avevo bisogno dei miei fiori per distrarmi.
Ma come potevo distrarmi se avevo Annie che mi disturbava come un allarme antincendio?
«E va bene. Ti dirò tutto»
«Perfetto. Preferisci caffè o cappuccino?»
«Caffè. E fammelo fare molto forte»
 
Raccontai ad Annie che appena vidi quella giovane donna, rimasi folgorato. E la sua risposta fu la più ovvia.
«Semplice Alan. Ti sei innamorato»
«Cosa?! innamorato? Ma sei pazza? Lei per me è una sconosciuta»
«Allora dimmi se sbaglio: perché stai distogliendo lo sguardo su di me e ti vedo sudare come se tu avessi appena corso la maratona di New York?»
«Perché questo caffè è troppo caldo. E poi non è vero che sto distogliendo lo sguardo»
«Oh certo, come no»
«Sai benissimo che distogliere lo sguardo è uno dei miei brutti vizi»
«Lo so. Ma in questo caso non centra niente il tuo brutto vizio…»
“Ti odio, Annie”
«Avanti Alan, smettila di mentire a te stesso. Ti fai solo del male»
«E tu la smetti di divagare e di preoccuparti per me?»
«Certo che no. Sai che prendermi cura di te è la mia specialità»
«Addirittura? E da quando scusa?» domandai con una punta di divertimento.
«Da quando quella sera mi hai accompagnato a casa. Non ti ringrazierò mai abbastanza»
«Quindi cerchi di sdebitarti in qualche modo?»
«No! Lo faccio perché sei il miglior capo che una donna possa avere. Oltre ad essere il mio migliore amico, naturalmente»
Ero colpito dalle parole di Annie.
L’abbracciai per fargli capire tutto il mio affetto che avevo per lei.
«Credo di aver colpito nel segno, eh?»
«Adesso smettila e torniamo al lavoro, ok?»
«No. Voglio sapere tutto di lei: i suoi capelli, i suoi occhi e quanti anni ha»
«Sì e poi? Anche quanto e alta e tutti i suoi dati anagrafici compreso il suo numero di telefono?»
«Perchè no. Magari potresti averlo già fatto…»
Vedere ridere Annie era una delle cose che mi piacevano da matti. Non resistivo a quella sua risata contagiosa.
«Sì e magari gli ho chiesto anche quante volte va al bagno»
«Quello credo proprio di no visto che sono convinta che non lo sa nemmeno lei»
«Ok, dopo questa, abbiamo finito con i discorsi da sciocchi adolescenti»
«Almeno abbiamo riso un po’, non ti pare?»
«Era meglio vedere un film comico» dissi cercando di essere il più serio possibile.
«Del tipo? E poi smettila di fare il duro Alan. Non ti riesce proprio, sai?»
«E tu come fai a saperlo?»
«Smettila di farmi inutili domande»
«Ok»
«Ok? Ma che risposta è?»
«Una risposta come tutte le altre»
«Stai cercando di farmi rincitrullire?»
«Credo che sarebbe molto ma molto difficile. E poi non ho tempo da perdere»
«Puoi per un momento non pensare alle tue piante?»
«L’ho fatto. Parlando con te»
«Sì, ma non abbiamo ancora finito… Quante rose rosse ha ordinato?»
«Perché ti interessa saperlo?»
«Giusto per farmi un’idea…»
«Ne ha ordinate 36»
«36? E perché proprio 36?»
«E cosa vuoi che ne sappia? Lavoriamo in un negozio di fiori. Non in una caserma della polizia»
«Però la curiosità è sempre curiosità. E sarà nostra premura scoprirlo…»
«Cosa? Ed essere invadenti con una cliente? Non se ne parla nemmeno!»
«Tranquillo. Lei non ci farà nemmeno caso»
Purtroppo quando Annie si metteva in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea.
Per colpa di un motivo apparente: era del segno dell’Ariete.
   
 
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