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Autore: MrsBuddy    28/05/2017    0 recensioni
Una vita agiata, una scuola privata, vestiti all'ultima moda, tutto questo circonda la diciottenne Harley Clark, ignara della realtà, conduce la sua vita senza sogni e ambizioni. Finchè un tragico incidente coinvolge suo fratello Miles, scappato di casa qualche giorno prima. Tutto questo sconvolgerà la vita di Harley, curiosa di scoprire il motivo che ha spinto suo fratello a scappare. Quale segreto nasconde Miles? Harley viene cosi catapultata in una realtà che non le appartiene. O almeno cosi credeva. Scoprirà il segreto di Miles, ne diventerà protagonista, e la condurrà da uno scorbutico anziano di nome Fred, da una dolce donna di nome Elisabeth, da un ingestibile ragazzina di nome Betty, e da un ragazzo di nome Ryu, che ha una caratteristica particolare, lui non parla... Tutto quello che prima le sembrava importante, diventa insignificante, e altre cose tramutano in qualcosa di indispensabile: il valore dell'amore, dell'amicizia, inseguire i propri sogni e il dolore della perdita.
❝Tutti i personaggi, gli eventi e i luoghi descritti in questo libro, tranne quelli di pubblico dominio, sono frutto della mia immaginazione e qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte è puramente casuale❞
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricordo l'ora, erano le 03:00 del mattino quando udii i singhiozzi della mamma provenire dal piano di sotto. Tutto mi sarei aspettata ad eccezione di questo. La mamma in un pianto isterico con le mani incrociate che reggevano la fronte e papà che camminava senza senso per tutto il perimetro della cucina, circa 10 metri per 12 erano stati percorsi una decina di volte nella frazione di pochi secondi da quando varcai l'entrata.

<< Mamma cos'è successo?>> mi avvicinai lentamente strusciando le ciabatte sul pavimento.

Scosse la testa più volte senza rivolgermi la parola, fissava la superficie di cristallo del tavolo al quale era poggiata con i gomiti, rimase con le mani sulla fronte e in lacrime. Poi mi resi conto di un particolare, era come se mancasse qualcosa o meglio qualcuno. Dov'era Miles? Se la mamma piangeva, lui sarebbe stato di certo il primo a sentirla. Incrociai lo sguardo di mio padre, poi corsi su per le scale, attraversai il corridoio come un turbine e feci irruzione nella sua stanza. Vuota. Buttai l'occhio alle ante aperte dell'armadio,  mancava la sua felpa preferita, verde con ricamato un drago giapponese, due paia di jeans e qualche altra maglietta. L'eastpack nero dietro la porta era scomparso e con esso anche mio fratello. La scrivania un miscuglio di libri, e un foglietto ripiegato rosa. Davvero creativo e misterioso pensai (ovviamente stavo prendendo per il culo mio fratello mentalmente) la calligrafia nera di Miles risaltava sul quel colore acceso.

 

PER HARLEY. C'era scritto a caratteri cubitali, lo aprii e lessi senza batter ciglio.

" Non voglio accontentarmi."

Ps: Non sarò reperibile per un po’, quindi le tue 234567190 chiamate saranno inutili.

 

Assottigliai gli occhi avvicinando più o meno all'altezza del naso il foglietto<< Ma stiamo scherzando?! >> urlai << Okay sapevo fosse un'idiota, ma non a tal punto! >> continuai sbraitando.

Quello fu il mio primo giorno più brutto della mia vita.

Miles era praticamente scappato di casa anche se tecnicamente era maggiorenne, quindi forse non si poteva definire una fuga. Ma aveva tutti i presupposti per esserlo. Rintracciarlo tramite cellulare fu totalmente inutile dato che disattivò la scheda. A differenza di mio padre che era notevolmente infuriato ma arrivò alla conclusione che prima o poi mio fratello se la sarebbe fatta sotto e questo lo avrebbe obbligato a tornare a casa, la mamma invece era in preda al panico assoluto, ci volle poco che non raggruppasse tutte le autorità del paese per andare alla ricerca del suo adorabile e piccolo bambino ( preciso la sua età: 20 anni e ribadirei gettati nel cesso)voleva addirittura aprire un'inchiesta per quello smidollato di mio fratello. Ma fortunatamente mio padre le fece comprendere che oltre a essere maggiorenne, se ne era andato di sua spontanea volontà. Nessun rapimento. Quindi la polizia molto probabilmente non ci avrebbe neanche presi sul serio, sicuramente si sarebbero infastiditi, convinti che si trattasse di una presa in giro. Passarono esattamente due giorni, durante i quali misi sottosopra la sua camera, cercando indizi di qualunque genere, guardai addirittura la cronologia su google utilizzando il suo portatile, nella speranza che potessi trovare almeno la meta, magari aveva fatto delle ricerche prima di partire. Ma ovviamente la cronologia era stata eliminata.
Eccellente direi. 
Partivo da uno zero bello tondo.

La mattina seguente la voce della mamma tuonò dalla cucina  << Se solo lo avessi ascoltato, tutto questo non sarebbe successo >>

<< Mary, non è assolutamente nella posizione di essere difeso. Ascoltarlo?! >> gesticolò una mano in aria, poi sorseggiò il suo caffè alzando il mignolo all'insù << deve guardare in faccia la realtà. Miles è adulto non può pensare di sognare per un'intera vita, come pensa di cavarsela così? >> aggiunse subito dopo mio padre.

<< Di certo non grazie alle tue continue pressioni>> rispose a tono la mamma che scattò dalla sedia non appena mi vide.

<< Harley... Mrs Tayla (Mrs Splitz) ha detto che stamattina non hai fatto colazione >> fece come per deviare il discorso. 
Scossi la testa << Sono di fretta, devo incontrare Meg. Ci vediamo dopo>>

Ero irritata e non potevo fare assolutamente nulla per eliminare l'angoscia della mamma. Mi sentivo inutile e impotente. Ero proprio davanti a Megan che esultava per la fine della scuola.

<< Dobbiamo festeggiare, intendo stasera, e bere litri e litri di vino fino a perdere completamente i sensi >> esultava.

<< Meg , cerca di non entusiasmarti troppo >>

<< Oh, dai Harley non fare la vecchia. Stasera si festeggia. I miei sono partiti proprio oggi. Anniversario, che palle >> disse infilandosi due dita in bocca per rendere l'idea del suo orrore per i suoi << Invito un bel po’ di gente, ci divertiremo >>

<< Okay>> alla fine cedetti senza troppi giri di parola.

Rientrata a casa avevo passato l'intero pomeriggio a rovistare tra le cose di Miles, dovevo scoprire dove cavolo si era cacciato mio fratello. Aveva qualcosa in mente e non potevo starmene con le mani conserte aspettando che lui si facesse vivo. Mi ritrovavo distesa sulla moquette ai piedi del letto, completamente sfinita e ancora una volta con un bel zero in mano. Fissavo il soffitto azzurro di Miles, lavorando con il cervello , nella speranza che mi venisse in mente qualcosa, ma niente, quel maledetto zero era ancora inchiodato tra le mie mani.  E quel maledetto soffitto azzurro era muto, eppure era presente quando Miles pianificava di scappare. All'improvviso qualcosa scattò nella mia testa. Fin da piccoli io e Miles avevamo l'abitudine di scrivere sui muri delle nostre camere con la penna invisibile ( quella che poi leggi la scritta con la lucina ) tutte le cavolate o le cose che avevamo fatto di nascosto, come per liberarci dal peso di quella colpa. Una volta all'età di 8 anni scrissi che avevo appiccicato una caccola sotto il tavolo della cucina. Miles che aveva fatto la pipì nel vaso dei fiori all'ingresso. Così decisi di perlustrare ogni parete della camera di Miles con la luce magica che avrebbe rivelato le eventuali scritte segrete.

"Ho fatto sesso con la professoressa di Harley. Miss Jhons. Ha un bel paio di tette data: 15-04-2016"

Dopo circa 45 minuti ero nuovamente distesa a terra. 
Non avevo trovato nulla, oltre ad alcuni aneddoti sessuali e cazzate con gli amici. Ma mancava una parete da guardare, il soffitto. Perché Miles avrebbe dovuto scrivere sul soffitto? Non aveva senso. Appunto, era il posto ideale se si voleva scrivere una frase ancora più segreta dell'essere segreta ( Non so se ho reso l'dea. Forse no). E così posizionai la scala e a ogni metro la spostavo, controllai centimetro per centimetro il soffitto. Non trovai nulla. Ancora una volta con uno zero in mano.  Mi chiusi in camera sconfitta e stanca, aprii il mio bel vocabolario e qualcosa sfilò via da esso.

Un foglietto rosa ma non scritto.

NON SCRITTO.

Presi velocemente la penna magica e accessi la lucina. “SFIGATA" lessi attraverso la luce emessa dalla penna magica. Che stronzo pensai! Mi aveva fregato. Miles mi conosceva troppo bene sapeva che mi sarei incaponita e avrei fatto la qualunque pur di scovare dove fosse.

 

   
 
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