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Autore: adelhait13    28/05/2017    1 recensioni
La pioggia scendeva lenta e inesorabile sui vetri di una finestra di un bellissimo appartamento.
Il suo abitante era seduto su di una poltrona accanto ad un caminetto oramai spento, rendendo il luogo freddo e inospitale. Infondo a lui questo non importava. Il freddo era divenuto suo amico. Alleato.
Rivista e corretta
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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11°: Non sei una pezzente

 

 



 

Si sentiva furioso nei suoi confronti, ma poi si fermò a pensare.

Perché dovrei avercela con lei? Non è colpa sua se è uscita con un altro, dopotutto io non mi sono ancora dichiarato...se non lo faccio rischio di perderla. Ma chi era quell’uomo? Di sicuro deve essere un tipo molto ricco…

Sorrise ricordando la macchina di Sesshomaru.

Rin deve essere attratta da tipi con macchine lussuose, ma che vado a pensare? Lei non è così e non lo sarà mai! E più probabile che sia lui a divertirsi con lei…no, devo impedirlo ad ogni costo! Ma dove saranno andati? Dove? Maledizione se solo avessi anch’io una macchina a quest’ora li avrei seguiti…

Alzò il viso al cielo.

Rin sta attenta ti prego.





***




Rin era estasiata. Non aveva mai viaggiato in una macchina così bella. Osservava ogni cosa sorridendo come una bimba che, aveva appena ricevuto il dono più ambito. Intanto Sesshomaru guidava e ogni tanto con la coda dell’occhio l’osservava.

Buffa, sembra quasi che non sia mai salita su di una macchina.

Cominciò a ridacchiare, facendo incuriosire Rin.

-Perché ridi?-.

Lui scosse la testa.

-Niente-.

Ma non poteva trattenere le risate, intanto lei si era avvicinata curiosa come non mai di sapere il motivo di tanta ilarità.

-Dai ti prego dimmelo-. Supplicò.

Sesshomaru smise di ridere.

-Beh, sei davvero buffa, sembra quasi che tu non sia mai salita su di una macchina-.

Rin sobbalzò e un po’ imbarazzata gli rispose.

-Hai ragione, non sono mai salita su di una macchina così bella-.

Poi sospirò in modo drammatico, intanto si era ben accomodata sul sedile.

-Sempre meglio della familiare di Naraku…sai è sempre piena di giocattoli e giornalini, per non parlare della puzza di sigarette, che detesto…anche se, Kikyo lo sgrida ogni volta, ma lui fa orecchie da mercante. Uffa!-.

Aveva incrociato le braccia al petto, Sesshoumaru continuò a ridere. Quella ragazza era davvero un’ottima cura per il suo dolore.

Un dolore che lento si affievolisce…

Parcheggiò la macchina nel piazzale di una bellissima villa adibita a ristorante. Rin scese e spalancò la bocca dallo stupore.

Wow, che meraviglia…

Era davvero meravigliosa. Una villa stile liberty.

-Se resti con la bocca aperta rischi che qualche mosca vi entri dentro-.

Lei la chiuse velocemente, si voltò e fulminò con lo sguardo Sesshoumaru, che sorrideva divertito.

-Sempre gentile-. Sibilò.

Lui si avvicinò e le disse gentilmente.

-Che ne dite bella signorina di entrare?-.

Rin gli sorrise, si avvicinò e gli prese il braccio.

-Sì, entriamo…e poi voglio vedere l’interno di questa villa-.

Mi piaci sempre di più, anche se non so praticamente nulla di te. Ma oggi voglio conoscere tutto…questo posto sarà il luogo adatto.

Entrarono e Rin non poté trattenere lo stupore, l’ingresso era meraviglioso. Il pavimento era di un meraviglioso marmo rosa che brillava. Lei lo guardava estasiata, ma poi il suo sguardo fu rapito dallo stile della mobilia che arricchiva la hall. Il mogano e i tappeti lo rendevano un mondo da favola.

-Che meraviglia-.

Sussurrò, mentre Sesshoumaru non poteva che guardarla rapito. Quella ragazza lo stupiva ogni momento.
Sorrise.

-Aspettami qui, io vado a fare una cosa e vengo subito-.

-Sì, non mi muovo…parola di lupetto-.

Lui non poté far altro che sorridere, scosse la testa e si allontanò lasciando Rin da sola che si guardava intorno con molta curiosità.
Notò che la gente era vestita in modo molto elegante. Donne impellicciate e con la puzza sotto il naso che, non faceva altro che denigrare chi era come lei.

Anche tu sei come loro Sesshoumaru?

Si trovo a pensare, ma poi scosse il capo.

-Ma che vado a pensare. Tu non sei così-.

Si disse, ma d’un tratto una donna, un po’ grassoccia, impellicciata la urtò facendola quasi cadere.

-Togliti stracciona…uffa! Che noia sempre in mezzo ai piedi-.

Rin un po’ stizzita le rispose.

-Ma come si permette? Io non sono una stracciona…piuttosto dovrebbe farmi le sue scuse, giacché lei mi è venuta addosso-.

La donna spalancò la bocca inorridita.

-Ma che cafona! Lo sa con chi sta parlando?-.

-Certo con un’oca giuliva, che non conosce le buone maniere-.

Sbuffò Rin, mentre incrociava le braccia al petto. Dopotutto aveva ragione, ma la donna cominciò a diventare paonazza dalla rabbia, stringeva con rabbia la sua borsetta di Gucci.

-Lurida stracciona come hai osato chiamarmi oca giuliva, ora ti faccio pentire, ora vedrai come si trattano le tipe come te-. Sibilò.

Si voltò cercando con lo sguardo un cameriere, lo trovò, lo chiamò che arrivò correndo.

-Mi dica signora contessa-.

Lei lo guardò storto e quasi urlando disse.

-Butta fuori questa stracciona, maleducata!-.

Il cameriere fece un leggero inchino e si avvicinò a Rin, le prese il braccio e la intimò ad uscire, intanto la donna sorrideva soddisfatta, aveva vinto.

-Ehi, toglimi le tue mani di dosso-.

Ma lui non l’ascoltava, la trascinava con forza fuori, quando d’un tratto arrivò Sesshoumaru che fermò il cameriere, Rin sospirò felice.

Finalmente sei venuto a salvarmi…

-Si può sapere cosa sta accadendo?-.

In quel momento si avvicinò la contessa, che sorrideva con malizia che subito rispose.

-Ciao Sesshoumaru, è bello rivederti, come puoi costatare sto togliendo di mezzo un brutto scarafaggio-.

-Ehi, modera i termini vecchia befana!-.

Rispose Rin, sentendosi offesa, la donna sempre più arrabbiata urlò.

-Vecchia befana! Lurida puttanella ti faccio pentire io-.

Aveva alzato la mano per colpirla, quando Sesshomaru fermò il suo braccio. La contessa lo guardò e disse con ira.

-Lasciami mi ha offeso, devo punirla!-.

Lui la guardò con freddezza.

-Non osare toccare la mia ospite-. Sibilò.

La donna lo guardò spaventata.

-Ma…ma…Sesshomaru…lei è una pezzente…-.

Lui le strinse il braccio con forza.

-Non permetterti di offenderla se no…-.

Lasciò la minaccia a metà, facendo tremare la donna che, quando fu lasciata dalla presa fuggì via, come anche il cameriere che chiese scusa e se ne andò lasciando i due nella hall.
Rin era stata in silenzio, mentre Sesshoumaru minacciava quella donna.

-E’ colpa mia, ha ragione quella donna io sono solo una pezzente-.

Aveva abbassato il viso, si voltò e si incamminò verso l’uscita, quando Sesshoumaru la fermò e le disse.

-Adesso che ti prende? Non è colpa tua, non fare la vittima per nulla-.

Rin si voltò.

-Eh? Ma io non faccio la vittima scusa-.

-Invece sì-.

Restò per un po’ a guardarlo negli occhi e sospirando disse.

-Hai ragione, perdonami, ma odio l’atteggiamento della gente benestante, si credono sempre superiori, quando non lo sono-.

Sesshoumaru si avvicinò e le disse sorridendo.

-Andiamo via…portami in un posto che tu ami e dove ti senti a tuo agio-.

Lei sorrise e annuì con il capo.

-Adesso andiamo-.

Rin si avvicinò e prese il suo braccio, quando uscirono si fermò, si voltò e fece una linguaccia alla villa, Sesshomaru la guardò stupito e si mise subito a ridere.

-Sei davvero buffa ragazzina-.

Lei lo guardò e disse sorridendo.

-Grazie per il complimento, ma dopotutto questo posto non era per niente bello-.

-Giusto-.

Arrivarono alla macchina, lui le aprì la portiera e Rin si accomodò ringraziandolo per la gentilezza, salì anche lui accese il motore e partirono per una nuova destinazione…


 

Continua…





_______________

Chiedo scusa per il ritardo enorme, ma ho avuto un problemino tecnico con il router e quindi niente internet per un bel po’.
Un problemino stupido che un tecnico non ha capito, ma io sì. Okey, non sono certo una cima per componenti tecnici, ma un cavetto della linea lan lo so cambiare anch’io.
Un bacio e al prossimo capitolo.

   
 
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