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Autore: Shade Owl    28/05/2017    0 recensioni
In una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta.
Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro.
Tre nullità a cui il destino ha riservato una svolta totalmente inaspettata.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin dal giorno successivo iniziò il mese più faticoso della vita di Xander, durante il quale Timmi cominciò a insegnargli i primi rudimenti di magia, costringendolo a complicati esercizi di concentrazione e autocontrollo. Lo scopo, a quanto gli spiegò, era quello di richiamare la magia che aveva dentro per usarla poi come difesa, e per riuscirci avrebbe prima dovuto capire in che modo avrebbe potuto attingere a una simile risorsa.
E il primo giorno fu il più lungo e il più faticoso, snervante e spaventoso di tutti.
- Come faccio a usare la magia?- fu la prima cosa che chiese, appena Timmi ebbe chiuso la porta di casa dietro di lui.
- Spremendoti il cervello come un’arancia.- fu la sua secca risposta.
Il tavolo era stato di nuovo spostato in un angolo della stanza, lasciando un po’ di spazio nel centro, dove Timmi lo fece sistemare in piedi.
- Ehm…- fece Xander - Okay… cosa dovrei fare?-
- Niente di troppo complicato, per cominciare.- rispose il suo insegnante, incrociando le braccia - Guarda, ti faccio vedere…-
Alzò una mano, il palmo rivolto verso l’alto, e una fiammella nera cominciò ad accendervisi sopra. Dopo pochi istanti, la fiamma si allargò fino ad assumere l’aspetto di una palla infuocata dalle dimensioni di una noce di cocco, color nero cupo.
- Ecco.- disse - Questa è una palla di fuoco. È una magia elementare di tipo fuoco, ma di minimo livello. Possono evocarla tutti quanti, anche io. È ottima per fare allenamento, quando si è alle prime armi come te.-
- E come faccio?- chiese Xander, guardandola interessato.
- Intanto…- rispose Timmi, abbassando la mano e facendo sparire la palla di fuoco - … chiudi gli occhi, e alza una mano come ho fatto io.-
Lui annuì lentamente, eseguendo. Si sentì un po’ ridicolo, a dire il vero, e anche leggermente nervoso: non si era aspettato di cominciare così presto con qualcosa di pratico.
- Adesso, libera la mente.- gli sentì dire - Cerca di rilassarti. La concentrazione è la chiave della magia, per chi la vuole adoperare. Usane troppa e farai un danno. Usane poca e non funzionerà.-
Tenendo gli occhi chiusi, Xander annuì di nuovo.
- Appena ti senti pronto, immaginati una fiamma.- proseguì Timmi - Un fuoco che arde, una candela, un caminetto acceso… qualsiasi cosa possa ispirarti. Fissati su quell’immagine e poi falla comparire nella tua mano.-
Xander provò a seguire le sue istruzioni, cercando di immaginarsi un falò. Fece del proprio meglio per sentire il calore, la luce, l'odore di fumo…
Nonostante i suoi sforzi, tuttavia, rimase lì in piedi per un tempo praticamente interminabile, a occhi chiusi, sentendo Timmi che sgranocchiava qualcosa.
- Ma stai mangiando?-
- Sì, patatine. Ora chiudi il becco e concentrati.-
- E come faccio a concentrarmi con te che mangi?-
- Di certo non parlando.-
- Ma…
- Donovan, cuciti quella cazzo di bocca e lavora!-
Xander tacque, sentendosi alquanto infastidito: adesso sì che faceva fatica a concentrarsi. Rimase immobile in quella posizione finché non sentì il braccio indolenzirsi, senza ottenere assolutamente nulla se non la fastidiosa sensazione di stare solo perdendo tempo.
Alla fine aprì gli occhi, trovandosi davanti Timmi che, spaparanzato sul divano, si leggeva tutto tranquillo un libro scritto in cirillico.
- Cosa fai, studi russo mentre io mi esercito?- sbottò Xander, offeso.
- Beh, non è che tu mi stia dando motivo per fare qualcos'altro, sai?- osservò lui, voltando pagina.
Xander si accigliò ulteriormente.
- Senti, sai cosa? Lasciamo perdere, è evidente che non serve a nulla.- disse - Ammetti di esserti sbagliato e facciamola finita: io non sono un mago.-
- Donovan, hai presente i miei attacchi di rabbia? Credimi, non vuoi esserci quando me ne viene uno. E se mi contraddici ancora…-
- Oh, ma piantala!- esclamò il ragazzo, scrollando le braccia.
Timmi alzò finalmente gli occhi dal libro, aggrottando la fronte.
- Come hai detto, scusa?-
- Io…- borbottò Xander, sentendosi all'improvviso molto meno sicuro - Scusa, è che… non credo che sia roba per me.-
- Beh, a me serve che tu impari a usare la magia, Donovan.- disse Timmi, alzandosi in piedi - Senza sei totalmente inutile.-
- Lo so, ma…-
- Però in fondo potresti avere ragione…- ammise lui ignorandolo - Forse è meglio se te ne vai. Non mi servi a niente.-
Xander esitò.
- Come?-
- Sei solo un ragazzino, e non so che farmene dei ragazzini.- rispose Timmi, incrociando le braccia - Meno che mai di una specie di sfigato emozionalmente deficiente.-
- Okay, ora mi sembri un po'…-
- Fuori.- disse, perentorio - Levati dai piedi e sbrigatela da solo. Troverò da me la Fornace.-
Il ragazzo lo guardò dal sotto in su, sorpreso.
- Come?-
- Sei sordo? Ho detto FUORI!- ruggì, spintonandolo.
Xander perse l'equilibrio, cadendo sul pavimento gelato.
- Sparisci da qui!- esclamò Timmi, indicandogli la porta - Cavatela da solo!-
- Ma…-
- Oh, finiscila! Sei solo patetico, Donovan! Credi che tenerti distanza dalle emozioni ti renda speciale? Che le cose un giorno cambieranno?- scosse la testa, il disgusto dipinto in faccia - Sei uno sfigato di un liceo di provincia, e quando ne uscirai probabilmente il tuo futuro sarà in un minuscolo ufficio a battere inutili contratti di vendita per fotocopiatrici. Resterai solo e morirai solo. E a nessuno fregherà un…-
Xander non seppe dire cosa lo avesse fatto scattare di preciso, tra tutti gli insulti che gli aveva riversato contro, ma di sicuro si ritrovò in piedi con un braccio teso, la mano serrata. Era decisamente più basso di Timmi, ma alla sua faccia ci arrivava eccome.
Era la prima volta che tirava un pugno a qualcuno, e l'impatto con il suo mento fu sorprendentemente doloroso. A malapena riuscì a smuoverlo, e di certo lui non diede segno di essersi fatto male. D'altra parte, i suoi occhi si sgranarono per la sorpresa.
Rimasero immobili per qualche istante, entrambi stupefatti da quanto era successo. Poi, all'improvviso, Xander si ritrovò coi piedi penzoloni, mentre l'altro lo sollevava sopra la testa tenendolo per la maglia.

- Okay, Donovan…- ringhiò il mezzodemone, stringendo gli occhi - Forse non sei così emotivamente deficiente come credevo, te lo concedo… ma di sicuro sei deficiente. Perché ora ti apro come il libro che mi stavo leggendo e ti uso per decorare le pareti.
Xander afferrò il suo braccio, cercando di farsi lasciare, ma per quanto stringesse non riusciva a forzare la mano di Timmi: era come cercare di piegare il ferro.
- L… lasciami!-
- Perché, sennò che fai? Ti metti a piangere?-
Cominciò a sollevare l'altra mano. Un fiotto di paura lo invase.
Istintivamente allungò le braccia verso di lui, cercando di spingerlo.
E, incredibilmente, Timmi fu costretto a lasciarlo.

Ci fu uno scoppio di fiamme, e il mezzodemone venne sparato indietro fino alla parete, contro cui urtò con un tonfo sordo, mentre Xander cadeva sul pavimento. Un forte odore di zolfo invase la piccola stanza, mentre davanti agli occhi del ragazzo persisteva l'immagine bruciante di una nube di fuoco incandescente.
Stupefatto, Xander si guardò le mani tremanti, la testa che girava. Sentì Timmi tossire, ma anche ridere.
- Oh, questo è quello che io chiamo un ritorno di fiamma!-
Sollevò lo sguardo su di lui, e vide che si stava rimettendo in piedi senza particolari problemi, anche se aveva un bel buco nella maglietta e il gilet bruciacchiato. Sulla sua pelle, tuttavia, non c'era un solo graffio.
- Lo hai… fatto apposta?- chiese Xander.
- Cosa, provocarti? Ma certo!- esclamò lui, sogghignando - C'è una cosa che non ti ho detto sulla magia: è legata alle emozioni di chi la usa. Le più forti… rabbia, come nel mio caso, ma anche paura, amore e via discorrendo sono ottimi catalizzatori. Il problema, tuttavia, è che tu le emozioni le eviti, perciò sarà leggermente più difficile insegnarti come si fa.-
Xander si rialzò lentamente, spaesato, turbato e, sorprendentemente, affascinato: affascinato da ciò che aveva appena fatto, da quello che significava e, soprattutto, da quello che avrebbe potuto fare.
Guardò Timmi, che gli restituì un'occhiata divertita.
- Come lo controllo?- chiese - E cos'altro posso farci?-
Il sorriso del suo insegnante divenne più ampio.
- Un porcaio di cose, Donovan.- rispose - Un porcaio di cose…-

I veterani noteranno che ho un po' "aggiornato" i metodi di insegnamento. Non potevo lasciarli com'erano.
Ringrazio 
NemoTheNameless, Kira16, Shiho93, Elgul1, Easter_huit NEON GENESIS KURAMA e Camaleonte, che mi stanno seguendo, e Marco1989, che si è da poco unito al gruppo. A presto!
 

   
 
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