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Autore: Midluuna    29/05/2017    1 recensioni
"Cosa ne sarà di me, d'ora in poi?"
Questa era l'unica cosa che fui in grado di pensare, poco di perdere la mia coscienza e anche me stessa. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la peggior cosa è che non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.
Un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza.
Sentii il suo piccolo corpo affondare giù.
"Così... il mio sacrificio, la mia battaglia sono stati inutili? No... no! Non voglio diventare la sua tomba! Non lo permetterò!"
In pochi istanti, tutto divenne nero. L'unica cosa che riuscii a vedere, era un volto bianco sorridermi in modo inquietante.
E la bambina aprì gli occhi.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Fu un dolce odore a svegliarla. La bambina aprì lentamente gli occhi, raggomitolata nelle coperte, come un bruco al sicuro nel calore del suo bozzolo. Intorno a sé era tutto buio, solo la porta accostata lasciava entrare uno spiraglio di luce. Il suo primo pensiero fu: “casa”. Quello strano sogno era finito, e di esso erano rimaste solo poche immagini sbiadite. L'unica delle poche cose che ricordava era quella capra, che l'aveva aiutata durante il sogno. Lei le sarebbe mancata, a differenza di quel fiore assassino che voleva ucciderla. Era davvero un sogno strano, ma in fondo tutti i sogni sono strani, giusto? Però, per quanto potesse essere assurdo, era stranamente realistico.

La ragazzina seguì o spiraglio di luce percorrere il pavimento, incontrando qualcosa che era ai piedi del suo letto. Corrucciò la fonte, sporgendosi dal letto per guardare meglio l'oggetto. Con sorpresa notò che era un piatto con una fetta di torta, infatti era da lì che veniva quell'odorino delizioso. Si sedette sul letto posando il piatto sulle ginocchia, per poi iniziare a mangiare la fetta di torta. “Com'è buona!” pensò sorridendo, riconoscendo il sapore di butterscotch e cannella, guardandosi attorno. Poi, si rese conto di qualcosa che le provocò un tuffo al cuore: quella non era la sua camera da letto. Confusa, lasciò il piatto con la torta restante sul letto, e si alzò, dirigendosi verso la porta. Dopo essere uscita dalla sua stanza si ritrovò in un ambiente nuovo, ma che sapeva di aver già visto. Un pensiero affiorò nella sua mente, e sgranò gli occhi. Non era sicura fosse vero, ma non avrebbe mai potuto verificare da sé se la sua supposizione fosse vera o falsa. Così avanzò nel corridoio, giungendo ad un ambiente più spazioso, dove c'erano anche delle scale che scendevano. “No... non è possibile...” pensò. La bambina continuò ad andare avanti, e quando si trovò nel soggiorno il suo cuore sembrò fermarsi per un momento. C'era un tavolo con un vaso di fiori azzurri dall'aspetto familiare. Più avanti, di fronte a un camino, una capra bipede era immersa nella lettura di un libro.

Allora era così. Quello non era affatto un sogno.

Toriel doveva aver sentito i passi della bambina, perché alzò lo sguardo e le rivolse un caloroso sorriso- Buongiorno piccolina, spero tu abbia dormito bene.

La ragazzina annuì silenziosa. Sì, aveva dormito bene, ed era felice di aver rivisto Toriel. Però il suo posto non era lì, doveva tornare a casa.

- Ti è piaciuta la sorpresa di stamattina?- domandò la capra, senza smettere di sorridere. Sembrava di buon umore.

- Oh... huh, certo.- rispose la bimba, sorridendo- Era buonissima!

- Ne sono lieta!- disse Toriel, con tono allegro.

La bambina sorrise alla capra, poi però abbassò lo sguardo. Non era quello il suo posto, doveva andarsene. Avrebbe dovuto chiedere a Toriel come andare via, altrimenti sarebbe dovuta rimanere in quel posto per sempre. Provò a dire qualcosa, ma venne interrotta da Toriel.

- Sai, ho sempre desiderato essere un'insegnante. Quindi durante il tuo soggiorno qui potrei farti leggere molti libri!- disse sempre con tono dolce e allegro, aggiustandosi gli occhiali che teneva sul naso- Cosa ne pensi?

- Huuh... sarebbe una buona idea- rispose la bambina, colta di sorpresa. Toriel sembrava felice di tenerla con sé e non voleva ferirla. Però non poteva assolutamente rimanere in quel posto- Toriel... posso chiederti una cosa?

- Certo bambina mia!

- Beh, ecco... come faccio... ad uscire... dalle rovine?- domandò, sorridendo sudata.

Il sorriso svanì lentamente dal muso della capra, lasciando spazio ad un espressione delusa. Poi però tornò a sorridere, spostando lo sguardo sul libro che stava leggendo- Sai... sto leggendo un libro sui fiori. E' davvero molto interessante, spiega molte cose, anche sui loro vari significati e...
- Sì, però... io devo tornare a casa...

- … Io... devo andare a fare una cosa, tu resta qui.- disse la donna capra con un sorriso forzato, mentre si alzava dalla poltrona, lasciando il libro posato su essa. Si allontanò andando nella stanza dove erano presenti le scale che portavano al piano inferiore. La ragazzina non riuscì ad aspettare e la seguì. Intravide la sua figura scendere la rampa di scale. La bambina ebbe un brutto presentimento, ma sentì di non avere altra scelta.

Quando Toriel non fu più visibile, si avvicinò alle scale ed iniziò a scenderle. Una volta scesa si ritrovò in un corridoio stretto e buio, e una morsa di paura le strinse lo stomaco. Andò avanti, camminando incerta. Quando si voltò verso sinistra vide, con sua sorpresa, Toriel: questa era davanti ad una grande porta.

“Quella dev'essere l'uscita delle rovine” pensò lei, restando immobile.

-... Ti ho vista.- disse Toriel, con tono aspro. La bambina non ebbe la forza di dire nulla, era immobile e pallida. La capra, dopo un momento di silenzio, riprese a parlare- Tutti gli umani che hanno varcato questa porta hanno avuto lo stesso destino. Caddero. Se ne andarono, e poi morirono.

- C... Cosa... ?- mormorò la bambina, scioccata.

- E' per colpa di Asgore.- disse con un espressione amara, continuando a dare le spalle alla bimba- Lui prende le anime degli umani. Lui vuole prendere la TUA anima. E non si fermerà di fronte a nulla per ottenere ciò che vuole, quel mostro non ha pietà neanche per i bambini.

La ragazzina non ebbe il coraggio di dire nulla, si portò una mano allo stomaco, mentre sentiva la gola chiudersi. Questo non era un sogno. Era un incubo.

- Non posso permettere che lui possa fare del male anche a te.- disse Toriel, con un tono innaturalmente freddo per essere il suo- Per questo sono venuta qui, a sigillare l'uscita dalle rovine... per sempre.

- C-Cosa?!- esclamò sgranando gli occhi- E... e allora io come faccio? Come faccio a tornare a casa?

- Non puoi tornare a casa.- rispose Toriel, con tono aspro, voltandosi verso la bambina rivelando un espressione così cupa da far spavento- Resterai qui con me. Non lascerò che Asgore prenda anche la tua anima.

- N... No! Non voglio restare qui! Devo tornare a casa!- protestò l'altra, stringendo i pugni, con gli occhi colmi di lacrime. Toriel non sembrava più la capra dolce e protettiva di prima, e l'idea di rimanere intrappolata in quel luogo per sempre la terrorizzava. La donna aggrottò la fronte e chiuse gli occhi, facendo un smorfia ancora più amara.

- Sei una bambina... davvero testarda.- disse, posando una mano sulla porta, cercando di restare in piedi, come se qualcosa di invisibile la stesse trascinando giù.- Se davvero vuoi andartene, fa' pure. Ma prima... dimostramelo.- disse sollevando una mano, e sul palmo si formò una fiamma azzurra, identica a quelle che aveva lanciato contro Flowey- Dimostrami di essere abbastanza forte per sopravvivere.

La bambina divenne ancora più pallida, e per un momento pensò di aver capito male. Sperò. Ma mentre stava aprendo bocca per parlare, Toriel aveva già materializzato un'altra fiamma ancora sull'altro palmo. Ora era completamente voltata verso di lei e la guardava con un espressione austera, bloccando l'uscita per le rovine.

- No... per favore, non farlo...- balbettò la ragazzina, mentre iniziava a tremare.

Ma Toriel non rispose. Lanciò una fiamma verso di lei. La bambina, incredula, evitò il colpo per un pelo. L'aveva attaccata per davvero. Si allontanò appena, con le gambe che le tremavano, il cuore le batteva forte nel petto. Lei sentiva di dover scappare, ma qualcosa la bloccava. Aprì la bocca come per dire qualcosa, ma tutto ciò che riuscì a dire fu un debole “No...”

- Non posso lasciarti andare, piccola, è per il tuo bene. Quindi... torna al piano di sopra!- disse la donna, con voce rotta, mentre lanciava una fiamma, e poi un'altra ancora. I suoi occhi sembravano umidi. La bambina riuscì a raccogliere le forze e evitò i colpi.

- Tu cosa ne sai di cosa va bene per me?! Non sei nemmeno mia madre! Tutto ciò che vuoi fare è tenermi per te in questo posto spaventoso!- gridò in preda al panico, stava sudando e il suo corpo era tutto un tremare.

Toriel sgranò gli occhi, facendo un espressione mista a rabbia e dolore. Strizzò gli occhi serrando i denti, poi gridò- Stai zitta!

La bambina vide la capra materializzare una numerosa quantità di fiamme azzurre e lanciargliele contro, una dietro l'altra. Avrebbe potuto schivarle spostandosi di lato.

Ma le gambe non si mossero di un millimetro.

Il flusso di fiamme la investirono, colpendo il suo visetto tondo. Poté sentire il dolore mangiarle la pelle, penetrando poi nella carne. Gridò senza fiato.

- NO!- gridò Toriel, disperata, mentre il corpicino della bambina cadeva all'indietro.

Questo fu l'ultimo suono che riuscì a sentire, mentre tutto diventava di un rosso accecante.

Poi, il buio.

Ogni cosa era svanita: la porta, la stanza, Toriel, non c'era più nulla. E lei non riusciva neanche più a pensare. Era tutto finito. Poi, la voce di un bambino, le fece riacquisire coscienza.

“Non possiamo arrenderci proprio adesso! Per favore... sii determinata!”

 

Capogiro. La bambina barcollò, e una volta riacquisito l'equilibrio si coprì il viso. Era confusa, non aveva idea di dove si trovasse.

- Piccolina, va tutto bene?- le disse una voce dolce e familiare.

La ragazzina spalancò gli occhi, scoprendo lentamente il viso dalle mani. Era di fronte alla casa di Toriel, e quest'ultima la guardava sull'uscio della porta, con un espressione preoccupata.

In quel momento, la bimba ricordò.

Ricordò del sotterraneo, dell'uscita, di Toriel che le lanciava le fiamme.

E di quello che seguì.

Doveva essere morta, ne era sicura, eppure era tornata lì davanti alla casa, illesa, e Toriel sembrava comportarsi come se nulla fosse accaduto. Come era possibile? Spostò lo sguardo verso la luce dorata accanto a lei, e sgranò gli occhi, mentre un'idea iniziava a farsi strada nel suo cervello.

“No... non è possibile...” pensò portandosi una mano alla testa.

- Piccola, cos'hai?- domandò la capra, avvicinandosi lentamente a lei- Che cos'ha-

- Sto bene, sto bene!- disse sorridendo forzatamente, mentre sudava freddo- E... Ero solo sovrappensiero...

- Sicura? Non hai una bella cera...

- S-Sto benone, non preoccuparti!- insistette la ragazzina, agitando le mani davanti a sé.

- Allora seguimi, dobbiamo fare qualcosa per quel brutto livido.- disse l'altra, sorridendole dolcemente, mentre entrava dentro la casa. La bambina esitò, e solo dopo aver raccolto il coraggio entrò anche lei. Appena vide le scale che portavano al sotterraneo dove c'era l'uscita dalle rovine sentì l'impulso di correre lì sotto e scappare, ma una preoccupazione la fermò. Sapeva che Toriel l'avrebbe inseguita, e probabilmente attaccata, e lei non aveva nulla per cui difendersi.

A meno che...

- Seguimi, andiamo nella tua nuova camera.- disse Toriel, voltandosi verso il corridoio che portava a tre stanze- Così potrò sistemare quella ferita che hai sul viso.

- Va bene. P-Però, ecco... posso dare un'occhiata in giro?- domandò sorridendo nervosa, dondolando un po'- S-Sai devo... abituarmi a questo nuovo luogo...

Toriel fece un espressione sorpresa, poi si mise a ridere- Sei una bambina molto curiosa! Va bene piccola mia, però fai in fretta, perché dobbiamo assolutamente pensare a quell'orrida macchia viola sulla tua fronte! Io ti aspetto nella tua stanza, devo avere una pomata per i lividi qui.

- Haha... certo, ci metterò poco!- disse la bambina, mentre guardava la capra entrare nella stanza. A quel punto la bambina andò in salotto, guardandosi ogni tanto alle spalle per assicurarsi di non essere seguita. Poi si diresse verso la cucina. Dopo essersi assicurata nuovamente di essere sola, si guardò attorno, e lo sguardo le cadde sulla torta che le aveva preparato Toriel. Quest'ultima era così dolce e gentile, eppure la stessa capra l'aveva uccisa qualche momento prima, perché voleva che restasse lì con lei. Ma lei non poteva restare in quel posto, non doveva. La torta era calda ed emanava un profumo buonissimo, era anche già un po' affettata. Affettata da un grosso coltello da cucina, quello usato spesso per tagliare il pane.

La bambina, sentì lo stomaco chiudersi e le lacrime salire fino agli occhi. Allungò la mano verso l'arma che avrebbe usato per difendersi dalla donna che l'aveva ospitata in quella casa accogliente, ma fin troppo piccola per lei.

   
 
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