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Autore: MrsBuddy    29/05/2017    0 recensioni
Una vita agiata, una scuola privata, vestiti all'ultima moda, tutto questo circonda la diciottenne Harley Clark, ignara della realtà, conduce la sua vita senza sogni e ambizioni. Finchè un tragico incidente coinvolge suo fratello Miles, scappato di casa qualche giorno prima. Tutto questo sconvolgerà la vita di Harley, curiosa di scoprire il motivo che ha spinto suo fratello a scappare. Quale segreto nasconde Miles? Harley viene cosi catapultata in una realtà che non le appartiene. O almeno cosi credeva. Scoprirà il segreto di Miles, ne diventerà protagonista, e la condurrà da uno scorbutico anziano di nome Fred, da una dolce donna di nome Elisabeth, da un ingestibile ragazzina di nome Betty, e da un ragazzo di nome Ryu, che ha una caratteristica particolare, lui non parla... Tutto quello che prima le sembrava importante, diventa insignificante, e altre cose tramutano in qualcosa di indispensabile: il valore dell'amore, dell'amicizia, inseguire i propri sogni e il dolore della perdita.
❝Tutti i personaggi, gli eventi e i luoghi descritti in questo libro, tranne quelli di pubblico dominio, sono frutto della mia immaginazione e qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte è puramente casuale❞
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi avvicinai lentamente, mi dava le spalle mentre continua a sorseggiare. E quando fui abbastanza vicina gli tirai un calcio dritto sulla tibia destra, lanciò un gridolino di dolore, ma non tanto forte da svegliare l'intera casa, dopotutto la mia forza era pari a quella di un criceto, ma giuro che mi ero impegnata sul serio. Si chinò stringendosi la caviglia con le mani.

<> biascicò. Non gli diedi il tempo di parlare, mi limitai semplicemente a tirargli un ceffone in pieno viso abbastanza forte da stordirlo, poi cadde con il sedere a terra e scalciai nuovamente contro la sua tibia destra. Ero pronta per saltargli addosso ma la mamma accese la luce urlando.

<< Che sta succedendo?>> spalancò gli occhi quando mi vide con la borsetta in mano puntata contro lo sconosciuto. Gli sarebbe arrivata una borsata in faccia se la mamma non mi avesse fermato.

<< E' un ladro!Voleva...(rubarci i bicchieri della cucina? ma non lo dissi sembrava davvero ridicolo) >>

<< Santo cielo Harley! E' il nipote di Mrs Tayla (Mrs Splitz) >> si avvicinò e la vestaglia di seta color cipria svolazzò. Lo aiutò ad alzarsi. Nel frattempo mio padre si gustava la scena con un sorriso stampato in viso.

<< Ah!>> sorrisi chiaramente in imbarazzo per due motivi, in particolare il secondo motivo: 1) era il nipote di Mrs Splitz, 2) era il ragazzo della motocicletta. ERA IL R.A.G.A.Z.Z.O. DELLA MOTOCICLETTA. Porca paletta, avevo incontrato questo tizio due volte e in entrambe le occasioni avevo eseguito in maniera esponenziale una figura di merda. E lo avevo schiaffeggiato! E in questi momenti che la vita ti volta le spalle.

<< Io..>> cosa potevo dire? Scusa se ultimamente mi hanno abbonata al "Forum delle figure di merda". Mi guardò dalla testa ai piedi con un'occhiata truce, di quelle da istinto omicida, nello stile della serie TV "Dexter " poi, come se nulla fosse, si trasformò in una farfalla splendente quando si rivolse a mia madre<< Non si preoccupi Mrs Clark. Non mi sono fatto nulla, sono abituato a incassare colpi, pratico la boxer>>

<< Sam, sono mortificata. Harley abbi la decenza di chiedere scusa almeno >> mi sgridò la mamma. Ovviamente essere sgridata fu ulteriormente umiliante.
<< Scusami>> dissi con la coda in mezzo alle gambe. 
<> e sorrise, come se tutto si fosse risolto con delle semplici scuse. 
La mamma si allontanò ancora incredula e papà infieriva ridacchiando sotto i suoi folti baffi. Lo fulminai con gli occhi, poi seguì la mamma al piano di sopra. Il motociclista aveva raggiunto il primo gradino della scala quando si voltò, mi guardò e senza suono la sua bocca formulò una frase: "IDIOTA  DI UNA RAGAZZINA" scandì, solo muovendo le labbra, poi proseguì i gradini. Quella frase travolse i miei neuroni che trasmettevano sinapsi all'area della corteccia cerebrale destinata all'irritazione che si illuminò in modo smisurato. Uscii di casa a passo svelto per dirigermi in quella chiassosa festa. Quando arrivai intravedi Meg. Avevo bisogno di distrarmi, di dimenticare tutto, la recente figura di merda, l'assurda telefonata con Miles , e soprattutto MILES in se.                           << Ehi>> mi disse la mia amica, regalandomi un bicchierino contenente un liquido colorato
<< Manda giù con un sorso solo >> urlò saltellando. E così feci, la gola bruciò da morire e tossii un paio di volte. Poi credo che ne scolai altri quattro o cinque. Ad un certo punto mi voltai cadendo tra le braccia di qualcuno, la luce era davvero bassa e io ero troppo ubriaca per vederlo in viso, be ma a chi importava. Ricordo che  lo spinsi contro le mie papille gustative. Assaporai quel bacio, lo consumai, sapeva di tequila con un retrogusto al limone. Lui non si tirò indietro anzi, mi avvolse dalla vita stringendomi, poi con una mano raccolse i miei capelli da dietro e accompagnò la sua lingua con la mia.

tml, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.
   
 
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