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Autore: Eternity_Hook    29/05/2017    1 recensioni
Dopo la ricomparsa di Yato, Yukine non gli aveva quasi parlato, nonostante la divinità avesse fatto di tutto per farglielo buttare fuori, quel problematico probabilmente pesante insieme di pensieri che sembravano irritarlo e comportarsi così, creando distacco e una sorta di vetro che pareva dividerli.
Il corvino voleva che si aprisse con lui, lo sentiva troppo distante, anche quando cercava di tirargli su l'umore e il semplice fatto che ogni suo tentativo andasse a vuoto lo irritava.
Forse era ancora per la questione di Noora? No, decisamente non era per lei... l'aveva liberata proprio davanti a lui, per fargli capire che da quel momento in poi non avrebbe dovuto più sentirsi messo in secondo piano.
L'aveva liberata e aveva sperato che il biondo sarebbe tornato all'atteggiamento solito...
O forse era lui a vederlo diverso? A volerlo diverso ?
Beh, volerlo diverso, sicuramente, perché non poteva accettare che lo esterniasse in un simile modo.
Ma non si sbagliava .
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Yato, Yukine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ho avuto paura di perderti

Serie: Noragami

Ship: Yato x Yukine

Genere: Yaoi

Ratings:verde

Tema: confessione

Richiesta da: Althear_River

Parole: 1140

~Ω~

Dopo la ricomparsa di Yato, Yukine non gli aveva quasi parlato, nonostante la divinità avesse fatto di tutto per farglielo buttare fuori, quel problematico probabilmente pesante insieme di pensieri che sembravano irritarlo e comportarsi così, creando distacco e una sorta di vetro che pareva dividerli.
Il corvino voleva che si aprisse con lui, lo sentiva troppo distante, anche quando cercava di tirargli su l'umore e il semplice fatto che ogni suo tentativo andasse a vuoto lo irritava.
Forse era ancora per la questione di Noora? No, decisamente non era per lei... l'aveva liberata proprio davanti a lui, per fargli capire che da quel momento in poi non avrebbe dovuto più sentirsi messo in secondo piano.
L'aveva liberata e aveva sperato che il biondo sarebbe tornato all'atteggiamento solito... 
O forse era lui a vederlo diverso? A volerlo diverso ?
Beh, volerlo diverso, sicuramente, perché non poteva accettare che lo esterniasse in un simile modo.
Ma non si sbagliava .
No, lui si ricordava com'era Yukine e di certo non era così silenzioso e riservato.
Insomma... non lo insultava neanche! Neppure uno minimo, non un borbottio seccato e pungente nei suoi riguardi, che avrebbe potuto strappargli un sorriso.
E....infine, se ne rendeva conto... l'unica parola che gli avesse detto quel giorno era un 'vado', prima di uscire per andare ad allenarsi con Kazuma, nulla di più.
Il fatto più preoccupante era poi che non sentiva alcun dolore.
Molto probabilmente Yukine stava soffrendo... eppure... lui non sentiva sinceramente nulla, come se improvvisamente fosse vuoto dentro e che quindi si stesse comportando così perché stava bene in quella maniera, perché non lo voleva attorno.
Come doveva prenderla? Inizialmente avrebbe creduto che fosse un periodo... una fase di qualche settimana...
Ma erano già a tre mesi, non poteva accettare che passasse un anno in una simile maniera.
Lo feriva, quasi più di una lama conficcata nel suo petto.
Lo distruggeva, soprattutto perché vedeva la differenza con cui il biondo si approcciava con Hiyori e come invece si comportava con lui.
Una parte di lui voleva sapere cosa accadeva al suo Shinki, l'altra temeva pienamente di scoprirlo.
Questo stesso timore gli aveva permesso di negare l'evidenza, spostando di volta in volta il momento in cui domandarlo, sperando che la situazione sarebbe migliorata almeno un poco il giorno seguente.
Speranze inutili.
Non migliorava nulla, sembrava sempre che tutto fosse in quella fase di stallo, impossibile da evitare, impossibile da sistemare se non con le parole.
Yato prese un respiro a pieni polmoni, gettando fuori un sospiro sconsolato, la testa appoggiata ai palmi, lo sguardo basso, fissato al suolo.
Aspettava che tornasse, cercando di capire cosa aspettarsi da una discussione con lui.
Forse la situazione sarebbe peggiorata, forse migliorata, o forse ancora sarebbe rimasta uguale, ripetitiva, priva di seri chiarimenti.
Decisamente, delle tre, preferiva la seconda.
Avrebbe voluto non venir così evitato, non dal suo Shinki.
Non da quel ragazzo, non da colui che aveva praticamente dato la vita per salvarlo contro Bishamon, diventando la sua guida.
Quando l'aveva fatto... all'inizio lo aveva trovato così maledettamente sconsiderato. 
Poi... la gratitudine aveva preso il sopravvento su di lui, permeandolo di una gioia indescrivibile che aveva fermato il suo battito cardiaco più e più volte.
Inclinó il capo, riprendendo a guardare dritto davanti a sé, notando una figura a lui familiare che camminava nella sua direzione, appena tornato.
Si immerse in quegli occhi simili a miele, notando immediatamente come non si distoglievano dai suoi, al contrario di molte volte precedenti, come se lui stesso lo stesse dicendo.
Quel 'dobbiamo parlare' era così evidente, così ovvio, che seppe che, non poteva tirarsi indietro.
Yukine si fermó, continuando a guardare fisso il corvino per un tempo che parve infinito, troppo indefinibile e indeterminato per sentirsi tranquillo nel gettare fuori le parole.
Le emozioni che provava si erano accumulate addosso a lui come massi e siccome ogni volta che stava insieme a Yato voleva tirarle fuori, troppo opprimenti, aveva preso quasi a scappare da lui, ma così facendo, guardandolo in quei precisi istanti, gli era sembrata la cazzata più grande che avesse mai fatto in vita sua, o almeno, la cazzata più grande dopo averlo corrotto e fatto soffrire così. 
E certo, lui ci era stato male parecchio e ci stava parecchio male tuttora, ma non era l'unico, questo era ció che aveva letto in quell'azzurro ghiaccio al suo arrivo, quando ancora il corvino non l'aveva notato.
E proprio perché ormai, era il momento di chiudere quella faccenda scomoda, doveva liberarsi da tutto.
Voleva sentirsi leggero, non importavano le conseguenze.
-Sono arrabbiato con te- sbottó, secco, l'espressione che tradiva il sentimento appena nominato, i pugni stretti, le braccia dritte e appoggiate ai fianchi -Sono arrabbiato con te, ma anche con me stesso, perché nonostante abbia cercato inutilmente di non provare nulla per non rischiare di corromperti una seconda volta con la mia paura, la mia preoccupazione nei tuoi confronti e la sensazione di essere stato lasciato indietro ad un destino di cui non ti importava, quando ho saputo che ci sarebbero state delle probabilità in cui tu non saresti uscito vivo da quel posto... io... io mi sono sentito morire! Mi sono sentito morire, perché anche se cercavo di diventare più forte per te, in realtà non avevo fatto nulla di concreto! E ciò che era ancora più frustrante era che... standoti lontano, mi rendevo conto man mano di quanto mi mancassi.
Quando ti ho visto uscire così mal ridotto, ce l'avevo a morte con te, o almeno così ti ho fatto credere, perché mi sentivo invidioso e innervosito dal fatto che non ti avevo protetto come volevo e voglio fare.
Quando sei uscito... eri così debole e... ho avuto paura di perderti!- a momenti, il biondo, mentre parlava, si sentiva sul punto di mettersi a piangere.
Era come se, ogni parte di sé, al solo ricordare le emozioni, gliele stesse ritrasmettendo, una dopo l'altra.
E infatti pianse, le lacrime che attraversavano le sue guance lattee, gli occhi terribilmente lucidi e appannati.
Yato era stato fino a quel momento in silenzio, ad ascoltare, ma ai primi segni di pianto, gli si avvicinó con la mano alzata, come intenta ad afferrare il minore che singhiozzava un poco, mentre cercava, invano, di riprendere a parlare, zittendosi quando, appunto, il corvino, lo avvolse in un abbraccio, lasciando che si sfogasse, che gettasse fuori la sofferenza, priva ormai della rabbia.
-Mi dispiace, Yukine- disse quindi Yato, portando la propria fronte contro la sua, scontrandovela con delicatezza.
E pochi secondi dopo, quasi istintivamente, lo bació, unendo le proprie bocche con una gentilezza passionale, le lingue inizialmente incerte, forse per la novità della cosa.
I tentennamenti sparirono, la sicurezza che iniziava a prendere loro la mano, che si scambiavano effusioni sempre più desiderate e condivise, le quali , ad ogni conclusione, portavano un nuovo inizio, più affamato e intenso che prima.

   
 
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