Midnight Lullaby
Rin
è di ritorno dalla doccia quando la sente. Ha sempre amato il
modo in cui la voce di Sousuke diventa più dolce e delicata
quando canta, nonostante possa contare le volte in cui lo ha sentito
cantare sulle dita di una mano; in questo caso, ovviamente, il suono
della sua voce proviene dalla cameretta di Umi – la cui porta è
socchiusa. Non può evitare di fermarsi a spiare dallo
spiraglio che da sulla stanza di sua figlia, e grazie alla luce della
lampada sul suo comodino li vede entrambi: Sousuke, seduto per terra
accanto al letto intento a carezzare i capelli rossi della bambina
sdraiata sopra le lenzuola – che sfrega piano i piedi e si
lascia cullare dalla voce e dalle carezze del suo papà.
È
strano, guardarli così. Come non facesse parte di quel quadro,
come fosse un intruso. Per Umi è un padre più che
assente, a causa del lavoro che lo costringe costantemente in
trasferte lontane, ma nè Sousuke né sua figlia hanno
mai sollevato l'argomento in sua presenza, né gli hanno mai
fatto alcuna pressione. La tentazione di entrare e unirsi alla sua
famiglia è appena più debole della paura di
interrompere quel rituale serale, e finisce col sedersi semplicemente
a terra, appena fuori dalla porta.
Sousuke continua a cantare,
mentre Rin abbraccia le proprie ginocchia piegate e posa ila fronte
umida sulla tuta che ricopre le sue gambe. È un suono così
tremendamente dolce e rilassante che quasi non se ne accorge, quando
la canzone finisce – non nota il silenzio improvviso: è
la mano gentile di Sousuke a risvegliarlo da quella leggera trance, e
quando rialza lo sguardo trova il suo sorriso ad attenderlo.
-
Saresti potuto entrare, sai. -
Fa per parlare, ma si interrompe;
scuote la testa, invece. Gocce d'acqua cadono a terra. - Non volevo
disturbarvi. -
Sousuke non risponde subito. Sospira, un gesto che
Rin conosce: non è arrabbiato, ma qualcosa lo turba. Non ci
vuole tanto prima che scopra di cosa si tratta – Sousuke si
assicura di chinarsi al suo livello, prima, per guardarlo bene in
volto mentre parla. - Sei suo padre quanto lo sono io, Rin. Non la
disturberesti mai. -
Il nodo in gola che Rin ha iniziato a
percepire nel sentire Sousuke cantare ora è tangibile: apre la
bocca ma finisce per emettere un verso basso, e poi un singhiozzo.
Sousuke sospira di nuovo, e si fa avanti per abbracciarlo prima che
Rin possa esplodere – lascia che lo faccia tra le sue braccia,
dove può sentirsi al sicuro e calmarsi appena più
rapidamente.
- Non ci sono mai per lei. -, piange, bagnando la
maglia di Sousuke. - Non.. Non sono suo padre quanto lo sei tu...
-
Le mani di Sousuke carezzano la sua schiena: lo dondola appena,
come fosse un bambino. Un gesto appropriato: non si sente un adulto,
non in quel momento.
- A volte mi chiedo se ho fatto la scelta
giusta.-, mormora. Lui stesso non sa a cosa si stia riferendo: se al
nuoto agonistico o a Umi. Nell'istante stesso in cui finisce di
parlare, però, conosce la risposta: è della sua
carriera che parla. Umi non è un errore. Non lo era quando
gliel'hanno messa tra le braccia, né durante le notti insonni
nei suoi primi mesi di vita, né lo è a quattro anni di
distanza dalla sua nascita. La ama quanto ama Sousuke: ha solo paura
di non saperlo dimostrare.
È quasi impossibile
accorgersene, ma Sousuke ha ripreso a cantare una melodia, le labbra
chiuse – ed è un sussurro caldo nelle sue orecchie:
solleva le braccia e le stringe alla sua schiena, aggrappandosi a lui
e ringraziando di averlo come appiglio e punto di riferimento
nell'oceano di dubbi che è sempre stata la sua vita.
- Ti
amo. -, mormora, baciando qualunque punto di lui riesca a
raggiungere. Sousuke lo lascia andare lentamente, si siede accanto a
lui: lo tiene ancora stretto, in parte, e lo carezza con la schiena
poggiata al muro. In silenzio. Il cielo di Sidney è limpido
anche in piena notte, in quella stagione.
- Domani possiamo
andare al mare. -, mormora Rin. - La portiamo a fare una passeggiata
sul lungomare e passiamo un paio d'ore in acqua. Noi tre soltanto.
-
Sousuke ride, una risata roca e bassa. - Va bene. -
- Ma
non dopo pranzo. Prima di mezzogiorno, o rischia di prendere
un'insolazione. -
- ...va bene, Rin. -
Rin poggia la testa al
muro, lasciando che Sousuke carezzi distrattamente il palmo della sua
mano. - Non ricordo neanche se abbiamo in casa la protezione solare.
Forse dovremo passare a comprarla prima di andare in spiaggia. E
piantare l'ombrellone in un angolo libero sarà un inferno. E
credo mi toccherà indossare gli occhiali da sole...? Ma voglio
davvero portarla al mare, Sousuke. Sai quanto significhi per me, e...
-
Si accorge ora che Sousuke non sta più rispondendo, né
lo sta carezzando: ha chinato la testa alla propria destra, e russa
abbastanza forte perché Rin si renda conto che si è
addormentato. Dev'essere esausto, dopo tutto il tempo che ha passato
a guidare per venire a prenderlo. Sorride: si allunga per posare un
bacio sulla sua tempia e si alza in piedi, sollevandolo a fatica e
sussurrandogli indicazioni perché riescano a raggiungere la
camera da letto senza incidenti.
E quando ha accompagnato suo
marito a letto torna in camera di Umi e le rimbocca le lenzuola,
osservandola dormire tranquilla abbracciata al suo squalo di peluche;
le lega piano i capelli perché non le diano fastidio nel
sonno, e rimane a carezzarla fin quando il suo corpo non lo implora
di raggiungere Sousuke a letto. Non ricorda di aver mai amato così
tanto e così intensamente in vita sua. Non ricorda di aver mai
creduto fosse possibile essere così spudoratamente felici.
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Umi è un “oc” che è nato da vari scleri tra me e la mia migliore amica – avevamo davvero bisogno di creare un'identità per la figlia di Sousuke e Rin, ed è nata questa bimba coi capelli rossi estremamente energica e determinata. Sulle sue origini non mi sono mai interrogata troppo per evitare questioni di cui trovo scomodo parlare :'')
In ogni caso, questa piccola fic è molto meglio di quanto ricordassi e non potevo tenerla per me. Amo vedere le mie otp come genitori, e sono certo che Rin odierebbe essere un padre assente, specie considerando com'è cresciuto. Ma hanno una vita parecchio felice come famiglia, nella mia immaginazione.
Grazie per aver letto e ci sentiamo alla prossima!
-Joice