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Autore: blueskyxx    29/05/2017    1 recensioni
Nick Miller ha tante passioni nella sua vita, ma quella più grande di tutte si chiama Jessica.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nicolas Miller ha una passione. Ha una passione che gli permette di fantasticare con la testa verso mondi lontani e di scacciare i suoi demoni più agguerriti durante le notti più scure. La sua passione ha un' aspetto sinuoso, con due grandi ruote e un manubrio rosso brillante, la bici  clever  è il suo più grande oggetto di desiderio. Quante volte ha implorato suo padre di comprargli quella bicicletta! La sogna ogni notte, sogna di poter attraversare lunghe colline e di poter superare ostacoli dai denti affilati e dagli occhi iniettati di sangue, sogna di poter essere al centro del mondo. E così, dopo mesi e mesi di continuo insistere, Nick fu accontentato,  e fu accontentato da colui che più ascolta i desideri dei bambini: Babbo Natale. La sera del venticinque dicembre di vent'anni fa, Nick Miller riceve la sua amata e tanto bramata bicicletta. Ora può sorvolare ostacoli e correre su grandi campi tempestati di verde, e giura, non è mai stato così felice.




Nick cade dalla sua bici un pomeriggio di maggio, durante una delle sue lunghe passeggiate in compagnia del suo fidato veicolo a due ruote gommate. Mettendo il piede nella posizione sbagliata, si ritrova a terra, sanguinante, e da solo. Mentre sente delle lunghe e calde lacrime scendergli sul suo viso da bambino, sente una voce, una voce squillante, che dice: “Hai bisogno di una mano?”. Alzando gli occhi, Nick nota come ora non sia più solo. Davanti a lui, infatti, si trova una bambina, una bambina dalla voce squillante. La prima cosa che Nick nota, sono gli occhi. Due sprazzi di cielo, li descriverà così più avanti nel tempo. Gli occhi della bambina brillano e Nick potrebbe rimanere a fissarli per sempre, comunque ”Grazie, si.“ risponde. La sua coetanea gli sorride e allora Nick nota un sorriso da fargli tremare ancora di più le gambe già ferite. “Mi chiamo Jessica, ma tutti mi chiamano Jess.” Dice la bambina.  Jessica  è la nuova passione di Nick.
 

Dieci anni dopo




Tornando a casa dal lavoro, a tarda notte, nel loft che lui e altri tre amici condividono, Nick trova sempre la stessa immagine davanti a se: Jessica con in mano una tazza di the, gli occhi piantati sul suo nuovo libro, i capelli legati. Sembra disegnata per quanto è bella, pensa Nick, senza dire niente, mentre è intento a togliere il libro dalle mani della ragazza, che nel frattempo ha chiuso gli occhi, lasciandosi andare ad un sonno pesante. A distanza di dieci anni, Jessica Day rimane la più grande passione di Nick. Nella sua vita mondana, ha sempre trovato i più disparati colori. Associava il rosso al bancone del bar, e il verde alle tazzine del caffè, il giallo alla sua maglietta preferita, è il nero ai capelli di Shmidt. Però, dopo tutto questo tempo Jess riesce a racchiudere in se tutti quanti i colori della tavolozza di Nick. Azzurro, come i suoi occhi, rosa, come le sue magliette, viola, come le sue scarpette, e arancione, per la sua risata, poiché gli ricorda il tramonto di cinque anni prima, quello dove Jess gli aveva detto che l'unica cosa che si poteva associare ai tramonti era l'amore. Per questo Nick associa Jess con i tramonti, e lo farà per sempre, o almeno crede.






“Ti amo.” 
Glielo dice senza pensare, senza vedere o toccare. Le parole che danzano sulla sua lingua si disperano in un tentativo di ritirarsi, ora che hanno compiuto una piroetta troppo grande. 
“Ti amo.”
E non c'è cosa più vera, però gli occhi di Jess non catturano ciò che sta dicendo, sembrano invece evitare quelle cinque lettere, imbarazzati e forse anche intimoriti.
“Tu non sei innamorato di me.” Gli dice, che la gola secca intristisce la frase ormai già detta, e le labbra bagnate le mettono fretta. 
“Tu non sei innamorato di me.” E allora Nick pensa che non c'è un colore preciso per le lacrime di Jessica, le vede ora per la prima volta.
“Perché piangi?”
“Non sto piangendo.”
“Non mi ami?” Le chiede, cercando di evitare il cuore che gli si spezza, e che sparge i suoi resti frantumati su una conversazione umida.
“Tu ami ami?” Fa lei.
“Dalla prima volta in cui ti ho vista.”
“Ma come fai?”
“Come faccio cosa?”
“Ad amarmi. Come fai ad amarmi?”
“Non ti capisco.”
“Io non sono capace. Non amo, Nick, non ci riesco. Non amo niente.”
“Ma che stai dicendo?“
“Insegnami. Insegnami, che non riesco a respirare. Per favore, insegnami.”
E mentre Nick riesce a sentire il suo respiro fondersi con quello della ragazza di fronte a lui, dice: “Va bene. Ti insegno io.”





Nick insegna a Jess l'amore che strappa i capelli, mente le viole sbocciano. Le dice che non la lascerà mai, mai e poi mai. Le insegna che in ogni cosa è racchiuso ciò. 
Che non si esiste, se non per amare. Dipinge i suoi pensieri e il suo sentimento sulla sua schiena nuda, sulle sue ciglia morbide e sulle sue mani pazienti. Colora ogni parte del suo corpo di un colore diverso, e le insegna come lei sia rossa, blu, viola, azzurra, arancione. Guardano l'alba e il tramonto insieme, consumandosi i respiri e unendo fili. Poi ricadono su un letto disfatto, e ricominciano daccapo.




Per quarant'anni, Nick ha insegnato l'amore a Jessica, ogni giorno della sua vita passato a rendere vita ciò che li faceva respirare. Poi succede che i suoi occhi diventano troppo vecchi e le sue mani troppo rugose, non riesce a guardare ciò che guardava prima nello stesso modo, e diventa una persona diversa, Nick Miller, che esaurendo mille passioni nella sua vita, si accorge di non amare. Non ama, Nick, non come prima. Si accorge che l'amore che strappa i capelli è perduto ormai, e che le viole sono appassite. Non resta che qualche svogliata carezza, e un po' di tenerezza. 
Allora Nick pensa che ci sono amori che vengono e amori che vanno. Attraversano strade infinite, solo per ritrovarsi nello stesso punto. Guardano gli occhi dei passanti, le colline al tramonto e le mattine di pioggia. Compiono promesse e le rompono, alcuni amano sempre altri non amano mai. Passano attraverso vite sciupate e le rianimano, oppure sciupano vite animate. Rincorrono il vento e fissano certi occhi, che nei ricordi ancora riaffiora un bacio. 





“Non ti amo più.”
Glielo dice con parole accartocciate, uggiose e vecchie. Portano con loro ricordi lontani e interminabili, e fanno male.
Jessica lo guarda, lo guarda con gli occhi dello stesso colore di quarant'anni prima.
Non dice niente, si limita a sorridere, un sorriso sincero dagli angoli malinconici.
“Perché mi sorridi?” Chiede lui.
“Perché ho imparato.” Risponde. 
   
 
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