Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Layla    29/05/2017    0 recensioni
Cinque anni dopo la sua incoronazione Elsa muore, ma il suo spirito rimane ad Arendelle a vegliare sul regno.
Passano i secoli, cambiano le cose, Arendelle diventa parte della Norvegia ed Elsa è ora uno spirito incatenato su questa terra senza prospettiva.
Fino a che Jack Frost non busserà alle porte del suo castello e la porterà dai guardiani che le proporanno di aiutare Jack nel suo ruolo. Ha una settimana per decidere se accettare o rifiutare questa proposta.
L'accetterà o la rifiuterà?
E l'amicizia che nasce con Jack è solo un'amicizia o quell'amore tanto desiderato da Elsa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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3)Il cielo sotto il mare.

 
La spiaggia bianca è una linea infinita che sembra raggiungere e persino oltrepassare l’orizzonte.
Sopra di me c’è un cielo di un azzurro perfetto, solcato da nessuna nuvola, la sabbia è tiepida o così mi dicono i miei piedi scalzi e non c’è traccia di palme o vegetazione.
L’acqua davanti a me è cristallina, una distesa verde acqua molto invitante, alzo la gonna verde del mio vestito estivo e noto che non c’è lo strascico.
Muovo qualche passo nell’acqua, lascio che le onde mi lambiscano le caviglie, è piacevolmente calda e sembra davvero pulita. Continuo a camminare fino a che su un banco di sabbia vedo stagliarsi una figura, perplessa la raggiungo e rischio di svenire.
Anna è davanti a me, i capelli castano rossicci sciolti, i piedi nudi, la gonna verde acqua decorata da girasoli gialli, la camicetta gialla e il busto blu e verde.
“Anna…”
Mormoro.
“Anna, sei davvero tu?”
“Sì, sono io. Aspettavo questo momento da secoli.”
Io alzo un sopracciglio.
“Questo è un sogno, Elsa.”
“Lo so che è un sogno, sono al Polo Nord con Babbo Natale, ci crederesti mai?”
Lei sorride.
“Certo che ci credo, sei tu la scettica di famiglia.”
“Cos’è questo posto?”
“Un sogno, ma anche una soglia.”
“Una soglia?”
“Da qui l’acqua è profonda, mi ci posso tuffare e quando lo farò raggiungerò mio marito e i nostri amici dall’altra parte.”
“Significa che c’è un aldilà?”
“Sì, certo che c’è. Ti sembra così strano?
Tu sei un fantasma.”
Io rido.
“Perché non ho attraversato la soglia?”
“Alcune anime non lo fanno perché il mondo ha ancora bisogno di loro o hanno troppi rimpianti per farlo tu appartieni alla prima categoria.”
“E tu? Perché…”
“Perché non ho attraversato la soglia? Perché tu avevi bisogno di me, Elsa.
Sono rimasta al tuo fianco per secoli, anche se tu non mi hai mai vista.”
“Oh, mio Dio! Anna!”
La abbraccio stretta, dopo un po’ lei mi stacca con dolcezza.
“Oggi però ho deciso di tuffarmi.”
“Perché?”
“Tu non hai più bisogno di me, hai trovato la tua utilità.”
“Ma…”
Lei mi prende una mano tra le sue.
“Elsa, devi vivere. Devi lasciare andare il passato e vivere. Lo so che puoi farlo, me lo sento.
Tu e i tuoi poteri sarete utili al mondo, sarai libera e non dovrai più nasconderti, è quello che hai sempre desiderato.”
“Ma sarò sola.”
“No, avrai delle persone accanto a te. Nuove persone che imparerai ad apprezzare e forse una di loro imparerai ad amarla.”
“Che?”
“Jack. Jack è qui che bussa alla porta del tuo cuore, lo sento e so che un giorno entrerà e tu sarai felice.
Il mio compito è finito qui, Elsa.
Ora so che ti lascio in buone mani, addio.
E vivi, Elsa.
Il vento si è alzato per te.”
Mi dice con un sorriso, poi si volta verso l’immensa distesa del mare e con gesto fluido si tuffa nell’acqua senza sollevare spruzzi. Io guardo l’oceano e scorgo il luccichio di mille stelle, galassie che ruotano, pianeti.
Immergo la mano nell’acqua e quando la tiro fuori  ci sono delle lucine su di essa, sussurrano qualcosa e poi spariscono.
Il vento inizia a increspare la superficie dell’acqua e io mi sento sollevata dolcemente da terra, tutto diventa di un bianco accecante e io chiudo gli occhi.
Quando li riapro sono nella mia stanza debolmente illuminata dalla luce dell’aurora boreale, tremo, sono scossa. Mia sorella se ne è andata e sono sola.
Sola.
All’improvviso noto un luccichio che prima non c’era sul mio comodino, appoggiata sul legno c’è la collana che Anna portava sempre. La prendo in mano con deferenza accarezzando il velluto nero della cordicella e la liscia pietra verde.
Manda deboli bagliori, lascio che una lacrima cada sul monile e poi me lo allaccio al collo.
“Se davvero il vento si è alzato per me allora vivrò, Anna.”
Mormoro a bassa voce.
Torno a letto e mi addormento subito.
Il giorno dopo mi alzo sorridendo, il monile sembra emanare calore, è come dice Jack: i ricordi vivono nella tua testa e la collana me lo ricorda.
Quando mi siedo al tavolo Nord mi sorride.
“Sei stata visitata da un’anima stanotte.”
“Sì, e mi ha detto di vivere. Penso che lo farò.”
“Ottimo.”
Mi sorride l’uomo, poi riprende a fare colazione, sorrido anche io.
Jack arriva poco dopo e nota che non sono di malumore come ieri.
“Sorridi, principessa?”
“Regina, prego.”
“Ok, regina, ma la mia domanda non cambia. Stai sorridendo?”
“Sì, una volta all’anno mi concedo di farlo.”
“Stai usando dell’ironia!”
“Sì, me lo concedo lo stesso giorno in cui sorrido.”
Jack guarda Nord senza capire.
“È successo qualcosa che io mi sono perso?”
“Forse.”
“Nord, cosa è successo?”
L’uomo barbuto sorride.
“Un’anima l’ha visitata.”
“Cosa intendi per anima?”
“Una persona che ha aspettato per raggiungere l’aldilà solo per vegliare su di un’altra.”
“Capisco, speriamo che il buonumore portato da quest’anima duri a lungo perché anche oggi ci attende una giornata di divertimento.”
“Va bene, ma prima fai colazione! Sembri un bambino la mattina di Natale, senza offesa, eh!”
“Nessuna offesa. Il mio centro è la meraviglia, io sono nato per far meravigliare i bambini con i miei doni.”
“E il mio qual è?”
Chiedo, lui scuote la testa.
“Non lo so ancora, ma lo scopriremo presto. Se l’uomo della luna ti ha scelto c’è sicuramente una ragione precisa.”
Io annuisco.
Anna mi ha detto di vivere e forse solo vivendo troverò le risposte che cerco, del tipo come mai sono stata scelta e qual è il mio centro.
O almeno lo spero.

 

Volare è una sensazione bellissima, soprattutto per me che non sento il freddo.
Attraversare banchi di nuvole bianche che sembrano zucchero filato, bagnarsi nelle tempeste e con un colpi trasformale in nevicate, l’unico aspetto spiacevole sono i fulmini. Quando ti attraversano rimani disorientata per un po’.
“Dove andiamo, Jack?”
Gli chiedo.
“Italia!”
Mi risponde lui volando veloce come il vento che scompiglia la mia treccia, quasi senza pensarci la sciolgo e lascio che i miei capelli biondi mi ricadano liberi sulle spalle.
“Stai meglio così.”
Mi dice Jack, riapparso all’improvviso.
“Oh, grazie di solito non li porto mai così.”
“Non so perché lo immaginavo.”
Io gli rivogo un sorriso sarcastico.
“Oh, andiamo! Sei miss la perfezione, i capelli sciolti avrebbero stonato su di te.”
“Se pensi che adesso io sia miss perfezione, dovevi vedermi prima che mi scegliessi questo abito.”
“Ma io ti ho vista. Il viola ti stava molto bene.”
“Come?”
“Il viola. Ti sta bene come colore.”
“No, la parte prima. Come mai mi hai visto?”
“Elsa, hai scatenato una tempesta che ha gelato un intero fiordo e un intero regno, anche se non ero ancora un guardiano dovevo vedere cosa diavolo stava succedendo. Hai scatenato la madre delle tempeste e di questo ti faccio i miei complimenti, ma non l’hai resa divertente.”
“Prova tu a scatenarne una simile e rendila divertente!”
Esclamo piccata.
“Un giorno ci proverò, forse. Non prendertela.”
“Non riesco a capirti! Sembra che tu non sia a conoscenza del fatto che questi poteri possano essere pericolosi e fare del male alla gente.”
“Ma io lo so! Solo che non mi faccio condizionare, sono io che ho il controllo dei miei poteri, la maggior parte del tempo portano allegria, ma possono diventare violenti e aggressivi se serve, come quando ho combattuto con Pitch Black.”
“L’uomo nero… Lo spauracchio di ogni bambino! È vero che è stato sconfitto?”
“Non si può sconfiggere per sempre o estirpare la paura, dove esiste la luce esisterà sempre il buio.
Come potremmo apprezzare la luce  senza il buio?
Ma, per rispondere alla tua domanda, lo abbiamo messo k.o. per un bel pezzo.”
“Ma tornerà.”
“E noi lo cacceremo via ancora, anche questo fa parte dell’essere guardiani.”
“Dici?”
“Certo, persino uno come me ha imparato che ci sono delle responsabilità.”
“Già.”
Io abbasso gli occhi.
Durante tutta la mia vita sono stata cosciente di avere delle responsabilità precise ed esse hanno condizionato molto la mia vita. Sono stata libera giusto una notte, quella in cui sono fuggita dal castello di Arendelle per costruire il mio. In quella gloriosa notte ho pensato che sarei stata libera e me stessa lontano da tutti, ovviamente mi sbagliavo.
“Tasto difficile?”
“Qualcosa del genere, io sono sempre stata cosciente delle responsabilità e ho sempre voluto soltanto essere libera, ma credo che non lo sarò mai fino in fondo.”
“Forse è per questo che l’uomo della luna ha scelto te, ci completiamo.”
“Forse.”
“Come mai hai smesso di vedermi?”
“Te l’ho ho detto, i miei genitori pensavano fosse un’allucinazione.”
“Sì?”
“Sai, dopo l’incidente con Anna sono rimasta da sola e loro pensavano che mi fossi creata un amico invisibile per contrastare la mia solitudine. Una specie di fratello maggiore che mi proteggesse, da me stessa soprattutto.
Alla fine ci ho creduto e ho smesso di vederti, i miei hanno tirato un sospiro di sollievo, per un sacco di tempo ho pensato che quella fosse l’unica cosa buona che avessi fatto in vita mia.”
“Sei troppo severa con te stessa, dovresti lasciarti andare un po’ di più, come quando ti sei messa a ballare nel parco.”
Io arrossisco.
“Scusa, è stato un brutto spettacolo.”
“Al contrario, io ti ho trovata molto bella.”
Poi vola via più veloce di me, lasciandomi con le guance arrossate e un brivido piacevole che mi scuote il corpo.
Mi ha detto che sono bella, forse gli piaccio?
No, siamo solo colleghi, avrà voluto essere gentile con me.
Ma perché sto reagendo così?
Un sacco di persone in vita mia mi hanno detto che sono bella, inclusi parecchi ragazzi, perché il suo complimento mi fa così piacere?
Non ne ho idea, devo ammettere che è un bel ragazzo. Ha due occhi azzurri che sono la fine del mondo, i capelli bianchi gli stanno benissimo e anche il corpo non è male.
Arrossisco ancora di più, non mi è mai successo di pensare cose del genere, cosa mi sta succedendo?
Se almeno Anna o Rapunzel fossero qui…
-Ma sono morte da duecento anni, Elsa.
Qualsiasi cosa ti stia succedendo la devi affrontare da sola o con l’aiuto di qualcun altro e la Fatina dei Denti mi è parsa una tipa un filo impegnata.-
Borbotta la mia coscienza, facendomi sbuffare.
Non so se voglio affrontare questa cosa, mi fa un po’paura a essere sinceri.
Aumento un po’ la velocità e raggiungo Jack, che nel frattempo è atterrato in una cittadina americana e si giarda attorno grattandosi la testa.
“Cosa c’è?”
Gli chiedo atterrando.
“Credo di aver combinato un pasticcio.”
“Del tipo?”
“Ho fatto nevicare su questa cittadina, ma credo di avere esagerato.”
Io mi guardo attorno, la neve è effettivamente troppa, la gente probabilmente non riuscirà nemmeno a uscire di casa quando si sveglierà.
“Sì, aspetta. Ti do una mano io.”
Alzo le braccia al cielo, chiudo gli occhi e la neve comincia a salire.
“Wow!”
“Dimmi tu basta.”
Mormoro io, lui annuisce.
“Adesso basta.”
“Va bene.”
Il gigantesco fiocco di neve che si è creato nel cielo sparisce e la neve torna a un livello normale.
“Ottimo lavoro, ci facciamo una passeggiata?
C’è ancora tempo prima di raggiungere l’Italia.”
“Va bene.”
Ci incamminiamo lungo le strade deserte del paese.
“Che vita avevi prima di essere lo spirito dell’Inverno?”
“Vivevo in un villaggio americano, avevo una famiglia e un sorella.
Ero considerato una specie di buffone, ma a me andava bene, mi è sempre piaciuto far ridere la gente.
Un pomeriggio io e la mia sorellina siamo usciti per pattinare sul lago ghiacciato del paese, a un certo punto il ghiaccio a cominciato a cedere sotto i suoi piedi.
Io ho preso questo bastone e l’ho fatta muovere facendo finta di giocare a campana, poi l’ho presa con il bastone e l’ho buttata al sicuro. Pensavo di avere salvato la situazione, ma proprio in quel momento il ghiaccio sotto di me si è rotto e sono caduto in acqua.
Ho continuato ad affondare per un sacco di tempo, sono morto ovviamente, poi a un certo punto la luce della luna mi ha illuminato. Ho cominciato a risalire e il ghiaccio si è rotto, mi sono ritrovato sul lago e l’uomo della luna mi ha detto che ero Jack Frost.
Ho scoperto di avere dei poteri e sono tornato al villaggio, lì ho scoperto una cosa ben peggiore: nessuno mi poteva vedere e non avevo ricordi.
Ho scoperto chi ero quando sono diventato guardiano.”
“Mi dispiace.”
Lui scuote le spalle.
“È stata dura, ma è passato, ora so chi sono e tutto va bene.”
“Dici che quando anche io scoprirò chi sono sarò felice?”
“Forse sì, me lo auguro per te.”
“Grazie, lo spero. Per tutta la vita ho sempre avuto la sensazione di vivere per gli altri e adesso non so più chi sono.”
“Lo scoprirai.”
Mi dice comprensivo Jack e io spero che abbia ragione.
“È ora di andare!”
Si alza in volo e io lo seguo.
Lui fa surf sulle nuvole e io lo seguo molto più piano, perdendomi a osservare forme, colori e mille particolari, lui vola da trecento anni, io da nemmeno due giorni.
“Elsa, muoviti!”
Mi incita lui.
“Scusa, stavo guardando quella nuvola.”
“È solo una nuvola.”
“Non è solo una nuvola, è qualcosa di poetico, la gente perde tempo a fotografarle.”
“Perché preoccuparsi di fermare un momento invece di viverlo?”
“Perché la vita è breve e ogni tanto hai bisogno di prove che qualcosa sia avvenuto e che non sia solo un parto della tua immaginazione.”
Lui si gratta la testa.
“È un’interpretazione come un’altra, ma immagino che abbia il suo senso.
Adesso andiamo, abbiamo una nevicata da creare.”
“Va bene, va bene.”
Lo seguo e ci ritroviamo in Italia, sopra un piccolo paese delle alpi, lui inizia a muovere il suo bastone, creando scariche di energia che diventa neve e io stendo le mie mani lasciando che i miei poteri fuoriescano liberamente.
Ben presto le case sono coperte di una coltre bianca che le rende ancora più fiabesche con i loro balconi in legno.
La gente inizia a uscire, qualcuno impreca perché sarà difficile muoversi con la macchina, altri si limitano a sorridere, i bambini sono felici.
Urlano che non ci sarà scuola, si tirano palle di neve, qualcuno inizia a parlare di costruire un pupazzo di neve.
“È questo che mi piace.”
“Cosa?”
“Mi piace vedere i bambini così felici perché nevica, a loro basta poco per essere felici, crescendo perdiamo questa abilità.”
“Forse, anzi, probabilmente hai ragione.”
“Sì, ho ragione.
Come eri da bambina?”
“Sempre allegra, giocavo con Anna e non avevo paura del mio potere.
Tante volte mia sorella mi svegliava nel cuore della notte per giocare usando i miei poteri, pattinavamo e costruivamo pupazzi di neve nei saloni del castello, erano bei tempi.
Sono finiti per colpa mia.”
“L’incidente in cui ha colpito tua sorella alla testa?”
Io annuisco cupa.
“Non è stata colpa tua, mettitelo in testa.
Smettila di lasciare che le ombre del passato avvelenino il tuo presente, Anna ti ha perdonato perché non riesci a farlo anche tu?”
“Non lo so. Forse perché essendo la sorella maggiore dovevo badare a lei non ferirla, credo sia per quello.”
“Non lo hai fatto volontariamente.”
Io annuisco.
Perché questo peso non riesce a scivolare dalle mie spalle?
“Guarda com’è bella la natura, guarda come la rendiamo bella con i nostri poteri, pensa a questo, non pensare al dolore. Non ora.
Hai portato abbastanza questo peso, lascialo andare.”
Lui fa apparire un fiocco di neve che vola via, trasportato dalla tempesta.
“Come quel fiocco di neve.”
“Non ci riesco.
Lo sento che è ancora qui dopo tanti anni, non ho più paura, ma il senso di colpa non se ne è ancora andato.”
“Un giorno se ne andrà, credimi, e sarà una liberazione.”
“Lo spero.”
Creo un fiocco di neve e lo faccio volare via anche io.
“Non so cosa sia peggio, essere ossessionati dal passato o dalla sua mancanza.”
“Nessuna delle due cose, bisogna guarire da entrambe le ossessioni.”
Si alza in volo e mi tende una mano.
“Torniamo da Nord, è ora di pranzo e tu sei stanca.
Hai usato molto i tuoi poteri, oggi pomeriggio penso di farcela da solo.”
“Va bene.”
Accetto la sua mano e insieme voliamo via verso il polo nord, verso la casa del nostro amico o forse dovrei chiamarla casa mia visto che ci vivo anche io.
Arrivati, mangiamo un lauto pranzo, poi Jack se ne va.
“Tu non vai?”
“Jack mi ha detto di prendermi un pomeriggio di vacanza.”
Lui mi consegna una chiave.
“È quella delle terme, goditele.”
Mi batte una mano sulla spalla, io vado in camera mia prendo le cose necessarie e poi scendo nei sotterranei  di questo posto.
Finalmente trovo una trovo una grande porta che si apre su una piscina con una monumentale scalinata che scende nell’acqua.
Io vado negli spogliatoi a cambiarmi e poi la percorro, immergendomi piano piano nel tepore dell’acqua.
Giunta in fondo, nuoto per un po’, poi mi siedo in un angolo della piscina particolarmente basso e mi godo il massaggio dell’acqua e il calore che scoglie le tensioni dei muscoli.
Pensieri si accavallano nella mia testa: l’incidente di Anna, la tempesta, la mia morte, l’arrivo di Jack al castello, l’addio dato a mia sorella, le conversazioni che io e il guardiano dell’inverno abbiamo avuto.
Soprattutto le conversazioni. E i suoi occhi azzurri e i capelli bianchi e il fisico magro e scattante.
Arrossisco e a quest’ultimo pensiero e mi immergo nell’acqua.
Da un eco lontana giunge la voce di Anna: “Vivi, Elsa.”
E forse vivere anche questo: lasciare spazio a nuove persone e a nuovi sentimenti.
Mi piace Jack?
Credo di sì.
Ne sono innamorata?
Non lo so.
Importa?
Per ora no.
Verrà un momento in cui dovrò affrontare questa questione, ma non è questo.

Angolo di Layla

Grazie a Ansem6 per la recensione, spero che questo capitolo ti piaccia.

 

   
 
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