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Autore: Cailiel    29/05/2017    0 recensioni
Raven Reyes non si sarebbe mai aspettata di diventare una merce di scambio usata dal padre per proteggere il loro villaggio.

She slept with wolves without fear, for the wolves knew a lion was among them
Genere: Guerra, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I will leave a trail of famine and devastation

Anche quella notte Raven la passò insonne, ogni volta che provava a chiudere gli occhi rivedeva la morte di Kane. Il modo brutale in cui veniva ucciso... non meritava una morte del genere.

Era sempre stato un buon amico di suo padre e, dalla morte di sua madre, una figura costante nella vita della ragazza.

Era stato grazie a Kane che il branco di lupi aveva stipulato la pace con il villaggio promettendo sostegno e protezione reciproca, ora lui non c'era più.

Ripensò al suo branco che si era inchinato davanti al nuovo alpha, la riluttanza con la quale il ragazzo li aveva seguiti fino al loro accampamento mentre suo padre trasportava a cavallo il corpo esanime dell'amico.

Finn aveva trasportato Daario che poi è stato medicato una ragazza bionda.

Sentì un doloroso nodo alla gola, aveva già imparato a sue spese che la vita non era tutta rose e fiori e che spesso e volentieri era ingiusta ma questa volta la vita non aveva condannato solo una famiglia, aveva condannato tutto un villaggio.

Prima ancora di accorgersene era uscita dalla sua capanna, neanche quella notte suo padre era lì, si chiese dove potesse essere ma quel pensiero fu velocemente accantonato da molti altri. Camminò apparentemente senza meta, arrivò silenziosamente alle stalle e si avvicinò al suo cavallo che svegliò con delle carezze.

"Ehi." Gli sorrise e lui nitrì scuotendo appena il capo. 

 

Clarke aveva passato tutto il suo tempo a medicare il ragazzino ferito, Daario, è stata costretta ad addormentarlo visto che non voleva farsi avvicinare da nessuno di loro in alcun modo.

Il loro arrivo nell'insediamento del nuovo branco di lupi non è stato molto gioioso, alcuni... molti, hanno cercato di attaccare Bellamy ed ad ucciderlo ma il loro erano più giovani e forti, molti di più anche numericamente.

"Come sta?"

"Guarirà." Rispose Clarke passando una mano sul viso del ragazzino addormentato, era completamente coperto di sudore, il morso di William è stato molto profondo ma Daario aveva la fortuna di essere nato metamorfo e perciò sarebbe guarito più in fretta di un infetto.

Sua madre era lì, lo guardava tenera preoccupazione non lasciando la sua mano per neanche un  secondo. Clarke si sentiva incredibilmente fuori luogo in quel momento e non sapendo che fare rimase in silenzio ad osservarli.

"Sembra un bravo ragazzo, il nuovo alpha." Parlò d'improvviso Noreen. Clarke annuì.

"E' un punto di riferimento per tutti noi."

"Un vero alpha, insomma." 

Alla ragazza non sfuggì il bagliore che attraversò lo sguardo della donna per qualche breve istante.

"Anche Kane lo sarà stato, immagino." Tentò Clarke improvvisamente sospettosa. Nessuno del branco era felice di essere lì, Bellamy era completamente riluttante all'idea di dover avere altri membri di cui prendersi cura.

"Marcus era un uomo coraggioso, rispettabile e forte. Ma allo stesso tempo era buono e condiscendente... pacifico..." Aggiunse l'ultima parola quasi in un sussurro come se volesse insinuare che tutto quello che era successo fosse colpa di Bellamy e Will. 

Clarke si morse una guancia per non parlare: William era stato attaccato da Keila e Daario e subito dopo anche da Kane, Bellamy era intervenuto in difesa di un membro del suo branco ed aveva cercato di trattare con Marcus che l'aveva attaccato senza ma e senza se. Sospirò.

"Vi mancherà molto, piangeremo tutti la sua perdita." Sibilò la ragazza ma Noreen non rispose, strinse la mano del figlio serrando ancora di più le labbra. 

Odiava di già quella mocciosa, odiava tutto quel branco di mocciosi che erano entrati nella loro terra, avevano ferito suo figlio, ucciso Marcus e ora avevano anche preso d'assedio il loro accampamento.

A interrompere quel silenzio fu Bellamy che entrò nella costruzione a grandi falciate, era coperto di sudore e su una guancia aveva del sangue secco non suo.

"Clarke, dobbiamo parlare." Disse immediatamente ignorando completamente l'altra donna presente di cui l'espressione si fece ancora più arcigna.

La bionda annuì ed uscì dalla capanna, Octavia e gli altri erano tutti lì: le espressioni serie e tirate.

"Che succede?"

"Dobbiamo andarcene." Octavia aveva parlato con la voce più bassa che poteva ma per i sensi sviluppati di lupo di Clarke era come se avesse parlato con un tono normalissimo: "O ci uccideranno tutti nella notte."

"Non possono farlo! Bellamy, tu sei il loro alpha ora. Hanno bisogno di te e poi eri tu stesso a volere un posto stabile dove vivere in pace!" Rispose esterrefatta lei guardando nella direzione del ragazzo.

"Volevo un posto stabile per noi e basta, non per altri trenta pesi morti ed un intero villaggio di umani."

"Che cosa?" La voce le morì in gola.

Bellamy si passò le mani fra i capelli, in che razza di situazione si era cacciato? Ma che altro doveva fare? Lasciare che William e gli altri venissero sbranati da quei due ragazzini e il loro alpha? No, lui non era così. Il suo branco non era così. Loro si proteggevano a vicenda. Erano una famiglia e anche molto di più.

"Marcus e Kato -il capo del villaggio di umani che c'è qua vicino- avevano stipulato un accordo di protezione reciproca per difenderci dagli uomini della montagna. E' un patto che esiste da quasi quindici anni ormai." Disse Noreen uscendo a sua volta dalla piccola casa. Aveva sentito il breve discorso che c'era stato fra quei ragazzini e il solo guardare Bellamy in faccia le faceva venire una gran voglia di tirargli un ceffone. Come si era permesso di definirli un peso morto? Certo, non erano più giovani e scattanti ma anche nei loro quaranta o cinquant'anni di età i lupi del suo branco erano comunque forti e temibili. C'era solo da imparare da loro e quello spocchioso ragazzino aveva proprio bisogno di una bella lezione. Dall'altra parte, invece, sua sorella sembrava astuta e sveglia. Noreen si chiese perché l'aveva scelta solo come suo terzo anziché secondo. Probabilmente fra l'alpha e il suo vero secondo c'era qualche tresca amorosa o non si sarebbe potuta spiegare una scelta del genere.

Clarke si voltò a fulminare con lo sguardo l'intrusa, annuì alle sue parole per poi darle ancora una volta le spalle.

"Quindi che si fa?" 

Bellamy si portò le mani sui fianchi: "Ce ne andremo, all'alba, proseguiremo come ci siamo messi d'accordo. Loro qua si arrangeranno." 

"Bellamy non puoi fare così." Si intromise un ragazzo facendosi spazio fra un paio di persone per poter passare, Noreen si chiese quale alpha avrebbe mai permesso a chiunque di contraddirlo e fece per schernire il giovane ma ricordò Marcus e il modo in cui lasciava sempre che Keila e Daario gli mettessero i bastoni fra le ruote per qualsiasi cosa lui dicesse.

"Questo è il tuo branco ora, magari ci odiano e vogliono ucciderci... ma non puoi semplicemente andartene, potrebbe scoppiare il caos più assoluto per quanto ne sappiamo. Il loro alpha è morto, se anche tu te ne andassi qui potrebbero farsi a brandelli per diventare il prossimo capobranco. E poi pensa a quei poveri umani."

"Va bene Monty, allora delegherò qualcuno e lo farò diventare un alpha, il secondo di Kane magari." Rispose prontamente Bellamy e Monty si morse il labbro inferiore abbassando la testa, annuì appena.

"Fate quello che volete." Sussurrò per poi allontanarsi dal gruppo.

Bellamy lo guardò andare via con la fronte aggrottata: "Ma che gli prende?" 

"Si è preso una cotta per Keila." Rispose prontamente Jasper facendoli ridere. Bellamy e Octavia accennarono ad un piccolo sorriso tirato e si guardarono negli occhi, nella mente di entrambi era ritornato un ricordo di un passato lontano e più felice.

 

Raven arrivò al galoppo all'insediamento dei metamorfi, si era sempre chiesta perché suo padre e Kane non avessero fondato un unico villaggio dove convivere ma non aveva mai chiesto niente a nessuno dei due.

Scese da cavallo e si addentrò fra le piccole case. Quella notte nessuno pareva dormire. In ogni angolo trovava dei fuochi accesi con gente a lei sconosciuta intorno ad essi, guardò ogni faccia una alla volta sperando di riuscire a riconoscere in essa Bellamy ma non lo trovò.

Si avvicinò ad un falò un po' tentennante. Non aveva paura di loro ma non sapeva come approcciarsi. I ragazzi la guardarono con curiosità, nessuno di loro aveva l'aria minacciosa o da assassino come Raven si era sempre immaginata. Chiunque li avrebbe scambiati per semplici ragazzini, forse un po' malconci ma nulla di strano.

"Dove posso trovare il vostro capobranco?" Gli chiese quando vide che nessuno di loro aveva l'intenzione di parlare per primo.

"E' dietro di te." Le rispose un ragazzo e lei si voltò per guardarsi alle spalle. Nel falò opposto a quello dove stava c'era effettivamente Bellamy seduto per terra in mezzo ad altre persone, fissava il fuoco in silenzio mentre gli altri avevano lo sguardo puntato su di lei. Sicuramente avevano tutti udito quella domanda e ora la guardavano come se fosse un cervo a tre teste anziché due.

Ringraziò il gruppo con un cenno della mano per poi andare verso l'altro fuoco acceso e scoppiettante. Si chiese perché Bellamy ed alcuni dei suoi non fossero dentro la casa di Kane, certo, non era grandissima ma una trentina di persone ci sarebbero potute entrare benissimo. 

"Mh, Bellamy?" Disse per attirare la sua attenzione una volta che li ebbe raggiunti, lui alzò gli occhi dal fuoco per portarli sul viso della ragazza. La guardò per un secondo con curiosità e poi con noia. Raven si schiarì la voce, perché diamine era andata fino a lì in primo luogo? Non lo sapeva. Aveva agito d'impulso e senza pensare minimamente. 

"Sono Raven, la figlia di Kato... Il capo del villaggio di umani." Aggiunse l'ultima parte per potersi dare un tono maggiore ma niente di ciò che disse parve impressionare nessuno di loro, le teste degli altri si voltarono verso il loro alpha come per chiedergli delle spiegazioni. 

"Sono qui per parlarti. In privato. Possibilmente." Fu stupita quando vide il ragazzo annuire ed alzarsi in piedi senza protestare, si pulì i pantaloni per poi fare il giro del fuoco e raggiungerla.

"Magari da una parte dove nessuno può sentirci." Propose ancora una volta lei e lui sospirò.

"Se proprio dobbiamo." Acconsentì ancora una volta e lei non poté fare a meno di rivolgergli un lieve sorriso di gratitudine. Montò a cavallo aspettandosi che lui facesse lo stesso ma invece la stupì ancora una volta e si trasformò in lupo. Anche a quattro zampe era così grande da riuscire ad arrivarle a metà polpaccio nonostante fosse in sella.

Raven lo fissò incantata, nelle loro trasformazioni c'era qualcosa di magico. Il lupo alzò il muso nella sua direzione e lei si riprese all'istante, con un colpo di reni fece camminare il cavallo che li portò fuori dall'accampamento e poi verso il bosco. 

La ragazza astutamente decise di portarlo nella radura dove Kane era stato massacrato, avrebbe fatto leva sui sensi di colpa del ragazzo dato che lo stavano chiaramente divorando.

Clarke e Octavia li seguirono con lo sguardo finchè non scomparirono all'orizzonte.

"Pensi sia sicuro lasciarlo andare così?" Domandò Clarke, ben poco di quella situazione piaceva a chiunque di loro.

"Bell è forte." Le rispose la sorella di lui, si passò la lingua fra le labbra e poi aggiunse: "Ma se gli faranno qualcosa metterò a ferro e fuoco questo buco di posto." E Clarke credette a quelle parole perché sapeva che erano la verità.

  
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