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Autore: Crilu_98    30/05/2017    2 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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James spronò lo stallone con un colpo di reni per affiancarsi a Biancaneve. Non gli piaceva l'aria assorta con cui la principessa fissava il paesaggio circostante ed era profondamente irritato con i nani per averle rivelato la verità senza indorare la pillola.
"Anche se" rifletté, rivolgendole un sorriso stiracchiato "Non sono più così sicuro che ne abbia bisogno…"
La ragazza ricambiò il sorriso e con un cenno del capo indicò i nani che procedevano dietro di loro, in sella a dei pony carichi di bisacce colme di ossidiana.
-Pensi che basterà?-
-L'ossidiana? Non lo so, credo di sì.-
Biancaneve aggrottò la fronte:
-Speriamo… Gaston è stato alquanto impreciso su come dobbiamo utilizzarla… E sull'effetto che farà sugli Spettri…-
Il cacciatore socchiuse gli occhi:
-Non serve a nulla arrovellarsi su problemi senza soluzione!-
-E' questa la tua filosofia? Comoda!-
-Direi di sì. Mi ha permesso di restare vivo in numerose occasioni!-
-Certo, facile se non si distolgono gli occhi dal sentiero su cui si cammina! Ma bisogna essere pronti ad ogni evenienza, non credi?-
James si sporse verso di lei, innervosito:
-Ma cosa ne puoi sapere tu, di cosa serve per stare al mondo?-
La ragazza ridacchiò:
-Ti ho forse ferito nell'orgoglio, cacciatore? Immagino che agli occhi di un uomo di mondo come te le mie convinzioni sembrino le fantasticherie di una bambina… Ma mi hanno permesso, come hai detto tu, di restare viva nel castello di Grimilde. Riflettere sul futuro è sfiancante, ma può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta!-
Il cacciatore meditò un po' su quelle parole, mentre Biancaneve sfregava di nascosto le mani tra loro: parlare con il ragazzo le metteva sempre una certa agitazione addosso e la maledizione coglieva l'occasione per manifestarsi.
-Cosa farai, in caso di vittoria?- chiese poi James, con un tono di voce più pacato -Se riuscirai a sconfiggere Grimilde e a riconquistare il tuo regno… Cosa farai?-
-Cercherò di amministrarlo in maniera giusta, come ha fatto mio padre prima di me. Sono stata educata per questo, dopotutto, e queste settimane sono state un'esperienza preziosa. Ora so cosa significa scendere in guerra e di cosa necessita davvero il mio popolo.-
-Sembri molto sicura di te!-
-Fino a poco tempo fa ti avrei risposto diversamente. Ma da quando ho capito che la mia maledizione può tornarmi utile in battaglia e anche dopo ciò che Dotto mi ha rivelato ieri… Beh, sto iniziando a capire qual è il mio posto nel mondo!-
-Fammi capire: consideri davvero il tuo problema come una cosa positiva?- sibilò James a denti stretti, incredulo. La ragazza sembrava come sempre inarrivabile, vicinissima eppure confinata in un mondo a parte da una barriera invalicabile.
-Come potrei? Sono comunque un pericolo! Ma è uno strumento utile e sto imparando a padroneggiarlo…-
-E come farai quando arriverà il momento di sposarti? Di fare dei figli…-
James si schiarì la voce, improvvisamente a disagio: continuava ad avere bizzarre visioni in cui Biancaneve teneva in braccio un bambino che assomigliava molto a lui e si sentiva stupido nel trovare piacevoli quei pensieri.
"C'è un abisso tra te e lei!" lo ammonì la ragione "Non dimenticarlo mai!"
Fortunatamente lei non sembrava essersi accorta del suo imbarazzo:
-A volte ci ho pensato, ma mai seriamente. So che se la maledizione non verrà annullata non potrò mai avere una famiglia e per questo non sono disposta ad arrendermi: se e quando sarò Regina vedrò di trovare un modo per liberarmi dell'influenza dell'ossidiana… Ti sembrerà strano, ma riesco ad avvertirla anche adesso: le mie emozioni e la mia pelle cambiano più in fretta se sono vicino a quella pietra. Capirai che è una debolezza che non posso permettermi! D'altro canto, se questo problema non ha alcuna soluzione… Beh, credo che dovrò rassegnarmi!-
Nel notare l'insicurezza che ancora si celava nelle iridi scure della principessa James percepì una morsa serrargli il petto.
-Ci saranno sempre i tuoi amici, comunque!- borbottò, lottando contro l'impulso di accarezzarle una guancia. -Ti sei creata delle alleanze potenti!-
Biancaneve si lasciò andare ad una risata:
-Sì, ma ti assicuro che non immaginavo nulla di tutto questo mentre scappando da te mi sono infilata nel bosco! Ma tu… Tu resterai al mio fianco, cacciatore?-
C'era qualcosa, nel modo in cui aveva pronunciato quella frase, che fece fremere James: era una domanda all'apparenza leggera, ma gli sembrò di star giurando eterna fedeltà.
-Finché lo vorrai, principessa.-
 
Gaston stava lavorando a dei macchinari in grado di amplificare il potere dell'ossidiana quando fu distratto dal suono penetrante di un corno da guerra. Timoroso di un qualche attacco si affrettò a riporre i suoi documenti più preziosi, ma ben presto la paura si trasformò in sollievo: uscendo in fretta e furia dal suo carro vide Jasmine ed Aladdin al centro dell'accampamento, circondati da una folla rumoreggiante e curiosa. Allungò l'occhio meccanico e scrutò attentamente i due ragazzi mentre salutavano una Mulan sorridente, poi lasciò vagare lo sguardo attorno a sé, con un filo di inquietudine; sobbalzò quando finalmente individuò Belle nascosta tra le tende, avvolta nella solita pelliccia scura. Si affiancò a lei zoppicando e per qualche minuto nessuno dei due aprì bocca; infine fu l'alchimista a parlare, imbarazzato dallo sguardo ambrato ed apparentemente privo di sentimenti fisso su di lui.
-Deduco che la vostra missione di salvataggio sia andata a buon fine!- balbettò, indicando con un cenno del capo Jasmine: la ragazza era leggermente dimagrita, ma aveva un'aria raggiante. Gaston non aveva dubbi che fosse opera del ladro.
-La loro missione… Io non ho fatto altro che seguire le tracce come un bravo segugio!- sbuffò Belle, riportando gli occhi sulla folla di soldati.
-Non capisco, siete forse adirata con loro?- chiese Gaston, confuso. Per la prima volta, la donna lupo gli sembrò sinceramente divertita:
-Ci mancherebbe altro! E' solo che detesto non controllare la Bestia, mi rende un essere inutile, oltre che molto pericoloso… Aladdin ha dovuto affrontare la trappola di Jafar da solo e se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato!-
-E' curioso…- mormorò allora Gaston, mentre l'occhio meccanico scandagliava i lineamenti alteri della donna.
-Cosa?-
L'alchimista ridacchiò timidamente, prima di indicarla con un movimento delle braccia:
-Voi, signora. Voi siete un caso curioso!-
Gli occhi di Belle scintillarono furiosi, ma la sua rigida facciata non si incrinò neanche per un momento:
-Come osate dire una cosa del genere? Proprio voi, poi!-
-Mi avete frainteso: trovo curioso il vostro comportamento, ecco tutto. Vedete, ho sempre coltivato un certo interesse per le creature magiche e i licantropi rientrano tra queste: ho studiato come si può contrarre la licantropia, cosa succede nelle notti in cui la luna è visibile e il grande influsso che essa ha anche sugli individui più antichi della vostra specie… Ho fatto ricerche anche sul comportamento che gli uomini-lupo assumono nei confronti dei loro simili. Perché non avete mai cercato il branco che vi aveva trasformata? Vi avrebbero accolto senza indugio, ne sono certo!-
-Perché avevo paura.- rispose sommessamente Belle dopo qualche istante di riflessione.
-Paura di avventurarmi fuori da quel castello che ogni giorno di più somigliava ad una prigione. Paura di assalire qualche innocente, uccidendolo o condannandolo al mio stesso triste destino. Paura, soprattutto, di diventare un mostro a tutti gli effetti. No, io sto meglio da sola che con un branco!-
-Ne siete certa?- commentò Gaston in tono ironico -I licantropi solitari sopravvivono sette, massimo otto anni alla sete di sangue, poi impazziscono e spesso finiscono ammazzati. Voi, invece, siete riuscita a confinare la Bestia all'interno del perimetro del castello e grazie all'intervento di Cappuccetto Rosso ora potete addirittura vivere in mezzo agli umani… Come vedete, non rientrate in nessuna delle due categorie.-
-Voi classificate sempre tutto, Gaston?-
-E' l'unico modo che conosco per comprendere la realtà che ci circonda.-
-Allora come mi definireste?- domandò la donna, curiosa, voltandosi verso di lui con le labbra carnose socchiuse in un sorriso. Era così vicina che Gaston doveva piegare il capo per poterla osservare in viso, poiché era più basso di lei di quasi una spanna; nonostante gli scricchiolii della sua schiena malmessa, però, non si sarebbe privato di quella vista per nulla al mondo.
-Credo… Credo che voi abbiate deciso di entrare in un branco, signora. Molto particolare, se posso permettermi, ma a suo modo rappresenta tutto ciò che una creatura senziente necessita per non finire i suoi giorni nel delirio: lealtà e affetto, ma anche differenze e qualche incomprensione.-
Belle voltò il capo verso Cappuccetto Rosso, che era sopraggiunta in quel momento e la stava chiamando con tono entusiasta, poi lanciò un'ultima, penetrante occhiata a quell'alchimista dallo sguardo indagatore e si allontanò meditando sulle sue parole.
 
 
Angolo Autrice:
Sì, lo so, la conclusione del capitolo è orrenda, ma non mi è uscito nulla di meglio xD ogni tanto un momento di pausa ci vuole, anche solo per capire cosa passa per la testa di questi personaggi, così diversi tra loro eppure a volte così simili… Voi cosa ne dite delle loro riflessioni??
 
Crilu 

 
   
 
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