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Autore: lost in books    30/05/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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17
 
Avevano raggiunto il nuovo accampamento mobile della Resistenza da due giorni ormai.
Durante il viaggio di ritorno Sera non aveva quasi aperto bocca, si era limitata a camminare e a seguirli verso l’accampamento, il frammento del Talismano legato tramite la catena di legno al suo collo. Sandir l’aveva praticamente sentita parlare solo con Iliana durante il viaggio. La capiva, se c’era qualcuno che sapeva come si sentiva era lui, ma proprio per quello se lei non se la sentiva di parlargli allora non l’avrebbe forzata, avrebbe aspettato che fosse lei a cercare il dialogo. Capiva anche perché preferisse parlare con Iliana, era l’unica persona legata profondamente a Florian tra loro oltre a lei; il re degli spiriti era importante per entrambe, anche se in modo diverso.
Una delle cose che Sandir si era chiesto di più durante il viaggio era come Iliana stesse vivendo la morte del suo migliore amico. Aveva ovviamente già perso molte delle persone a cui voleva bene ma da quello che aveva appreso, Florian era sempre stato parte della sua vita, fin da quando era bambina.  Stava male, questo gli fu subito chiaro, ma come lei offriva sostegno a Sera, lei faceva altrettanto con lei.
Leon, come Sandir, si era limitato a proseguire verso la Resistenza e a lasciare in pace sia Iliana che Sera, aspettando che fossero loro a cercare il dialogo. Entrambi ne avevano approfittato per allenarsi, l’esperienza contro gli adepti ancora fresca in loro.
Quando erano arrivati all’accampamento avevano trovato Serena ad attenderli. Sandir era convinto che lei sarebbe riuscita a fare breccia nel cuore di Sera, perché se neanche lei ce l’avesse fatta allora non sapeva chi altro avrebbe potuto riuscirci.
Era ormai giunta la sera nella base della Resistenza e Sandir, dopo essere uscito dalla sua tenda e aver cenato, aveva raggiunto un punto poco frequentato dell’accampamento e si era seduto, la schiena appoggiata ad un alberello. Le persone che si trovavano nell’accampamento si stavano godendo una serata tranquilla, felici di avere un altro frammento in loro possesso ma allo stesso tempo rattristati per il prezzo che quella vittoria sui loro nemici aveva comportato.
“Oh, ti ho trovato. Proprio dove aveva detto lei”
Riconobbe subito quella voce, anche se non si era rivolta a lui per parecchi giorni.
Sera, riprese le sue sembianze abituali dopo essere arrivati alla base, lo aveva raggiunto, una bottiglia scura fra le mani. Si sedette accanto a lui.
“Toglimi una curiosità. Chi è che ti ha detto dov’ero?” le chiese lui, la schiena non più appoggiata all’alberello.
“Una bambina. Capelli neri, occhi scuri, pallida”
Sandir ripensò al giorno in cui aveva messo piede per la prima volta in una base della Resistenza, alla bambina che gli aveva rivolto la parola. Era sicuro che si trattasse della stessa bambina ma da quello che gli era stato detto le famiglie e i bambini erano tutti stati ricollocati in un’altra base, quindi perché era ancora lì?.
“Dove l’hai vista?” le chiese incuriosito.
“Vicino ad una tenda ma se ne è subito andata da un’altra parte. Perché?” Sera sembrava incuriosita.
“No. Non è niente” tagliò corto lui “Piuttosto, cosa ci fai con una bottiglia di chissà cosa in mano?”
Sera spostò lo sguardo dove stava guardando il giovane, alla bottiglia che stringeva tra le mani.
“Ho sentito dire che tra gli umani è tradizione fare un brindisi in occasioni particolari, anche rivolto a persone care che non ci sono più e così… beh, hai capito” teneva lo sguardo basso sulla bottiglia.
“Effettivamente hai ragione” le disse Sandir “allora propongo di brindare ai nostri padri adottivi, che ne dici?”
“Che era quello che volevo proporti io” gli rispose lei.
“A Bog e Florian” disse Sandir.
“A Florian e a Bog” aggiunse Sera e portò la bottiglia alle labbra.
Dopo un piccolo sorso allontanò velocemente la bottiglia dalla bocca, un espressione schifata sul volto.
“Ma come fa a piacervi questa roba a voi umani?” disse porgendo la bottiglia a Sandir, che bevve un sorso della bevanda senza fare una piega.
“Devo dire che non è proprio il massimo ma non è imbevibile”
“Cosa sei? Un intenditore?” Sera non era molto contenta della reazione di Sandir, che tecnicamente l’aveva battuta in qualcosa.
Così Sandir le spiegò “Alla Torre dei maghi, Iridium, fa freddo quasi tutto l’anno e io ci ho passato qualche anno della mia vita assieme a Bog. Lì c’era una persona che si divertiva a prendermi per i fondelli e mi aveva messo in testa che avrei dato troppo fastidio a Bog se avessi chiesto continuamente il suo aiuto con qualche incantesimo per riscaldarmi, visto che ero praticamente il solo che non era in grado di usare la magia lì. Così quella persona mi ha detto che c’era un modo alternativo per riscaldarmi. Ti dico solo che quando Bog l’ha scoperto è andato su tutte le furie. L’unico motivo per cui alla fine ha lasciato correre era perché la persona in questione era una sua cara amica”
“E perché ti ha fatto quello?” chiese Sera incuriosita.
“Voleva vedere quale sarebbe stata la reazione di un Darman alle bevande alcoliche. Non capita tutti i giorni di avere un Darman fra le mani da studiare”
“Davvero?” Sera stava sorridendo.
“Diciamo che ci sono parecchi maghi particolari in circolazione. Bog probabilmente era il più normale che abbia conosciuto”
Sera si mise a ridere, era la prima volta da quando erano partiti da Idyll. Sandir era sollevato.
Riappoggiò la schiena all’alberello.
“Ma allora è un vizio”
Non c’era nessuno nelle vicinanze ma la voce sembrava provenire da molto vicino, così Sandir provò a chiedere “Zola?”
L’alberello si mosse fino ad assumere le sembianze dello spirito della terra di cui aveva fatto il nome, ora schiena contro schiena con lui.
“Ce ne hai messo di tempo a capirlo” gli disse lei.
“Cosa ci fai qui?” le chiese Sandir, che non si aspettava proprio di vederla lì.
“Dopo la battaglia contro gli adepti molti spiriti hanno deciso di combattere attivamente a fianco della Resistenza” a parlare era stato Eban, comparso all’improvviso, almeno per Sandir, dove si trovavano.
“Molti di noi sono già in viaggio verso altre basi della Resistenza, noi e pochi altri ci siamo fermati qui. Io e mio fratello volevamo salutarvi prima di andare” aggiunse Zola “inoltre volevamo dare questa a Sera”
Zola allungò una mano verso quelle di Sera e vi appoggiò sopra una gemma traslucida.
“È…” Sera non riuscì a continuare.
“È caduta ad un adepto durante la battaglia ed è la prima volta che riusciamo ad entrare in possesso di una gemma del genere. Di solito quei mostri ne sfruttano il potere fino a consumarle del tutto. Forse Iliana può capirci qualcosa” disse Eban.
“Inoltre, Sera volevo dirti che poco prima di andarsene lui sembrava sollevato. Era come se ci fosse qualcosa di bello che solo lui poteva vedere” disse Zola che, Sandir aveva capito, si stava riferendo a Florian.
Sera accennò un sorriso spostando lo sguardo alternativamente da uno spirito all’altro ed infine disse “Grazie”
“E di che” dissero fratello e sorella.
“Quando partirete?” chiese Sandir.
“Domattina presto, all’alba. Siamo diretti verso una base tranquilla, contribuiremo alla crescita delle piante per gli approvvigionamenti per il momento” rispose Eban.
“Non abbiamo molta voglia di vedere un altro campo di battaglia, almeno per un po’” aggiunse Zola, lo sguardo basso.
“Adesso dobbiamo andare. C’è un cavaliere che ci aspetta per discutere del viaggio di domani. Accompagnerà noi e altri spiriti a destinazione” disse Eban abbracciando Sera. Zola fece altrettanto e, dopo aver salutato anche Sandir se ne andarono, lasciando i due da soli.
 
Leon aveva passato gli ultimi due giorni a riferire a re Tyberius quello che era successo durante il viaggio e ad assicurarsi che tutto stesse procedendo come previsto nell’accampamento, vista la quantità di profughi che stavano arrivando, sempre più numerosi.
Il resto del tempo che gli era rimasto lo aveva passato ad allenarsi. Aveva sempre pensato di essere in grado di affrontare gli adepti grazie ai rigorosi allenamenti a cui si era sottoposto ma a quanto pareva non era stato abbastanza. Non poteva permettersi di fallire, doveva dare il massimo per tutti quelli che contavano su di lui. Per Serena...
“Finalmente sono riuscita a trovarti in un momento libero. Praticamente non ci siamo parlati da quando sei tornato”
Stava pensando a lei e, come per magia, Serena era apparsa, sempre pronta a rivolgergli un sorriso dolce capace di allontanare tutto ciò che lo turbava.
Era una serata tranquilla e sembrava che nessuno necessitasse dell’aiuto della donna, di solito bloccata nell’infermeria.
Si accorse che Serena lo stava guardando come se volesse rimproverarlo ma Leon sapeva che non faceva sul serio.
“Adesso non provare a sparire da qualche parte. Persino tu hai bisogno di rilassarti ogni tanto” gli disse lei.
“E se avessi un incarico importante da svolgere?”
“Ti direi di riposarti comunque. Per ordine del medico” lei si appoggiò le mani sui fianchi, pronta a controbattere a qualsiasi sua protesta.
“Va bene. Mi arrendo” disse Leon, le mani sollevate in segno di resa.
“Bene” Serena sorrise “perché l’unica tua preoccupazione per questa sera sarà divertirti”
Gli afferrò un braccio e cominciò a trascinarlo per l’accampamento, raccontandogli quello che le era successo mentre lui era in missione. Leon invece le disse dei luoghi che aveva visto, il volto di Serena illuminato per via delle descrizioni che Leon gli forniva.
“Spero di poter vedere quei luoghi di persona un giorno” sospirò lei ad un certo punto.
“Lo farai, te lo prometto. Questa guerra finirà presto e tutto tornerà…” Leon si fermò. Avrebbe voluto dire che tutto sarebbe tornato come prima ma niente lo sarebbe mai stato. Avevano visto troppe cose, troppi orrori, che non se ne sarebbero mai andati dai loro ricordi.
“Leon” al richiamo della voce di Serena alzò lo sguardo che non si era neanche accorto di aver abbassato e la guardò come lei stava già facendo con lui “sappiamo entrambi che è impossibile cancellare il passato, ma è solo grazie a te che ho cominciato a credere in un futuro migliore. Non ti sei mai arreso, hai sempre lottato per me e per tutti quelli che hanno teso una mano bisognosi di aiuto e non hai mai chiesto niente in cambio. Forse non te ne sei reso conto ma hai dato speranza a molti e continui a farlo. Sei la persona più straordinaria che conosca e non smetterò mai di essere grata di averti conosciuto. Grazie di tutto Leon” si fermò, si sollevò sulle punte dei piedi e gli diede un bacio sulla guancia. Leon era rimasto immobile.
Ora Serena muoveva le mani nervosa, era in imbarazzo “Era da un po’ che te lo volevo dire” si guardò intorno e qualcosa catturò la sua attenzione “quelli sono Sandir e Sera”
Leon seguì il suo sguardo e vide i suoi giovani compagni d’avventura; sembrava che stessero passando una bella serata, persino Sera stava ridendo, era sollevato.
“Andiamo a salutarli” Serena gli diede la schiena e cominciò a camminare in direzione dei due.
Leon la guardò, i suoi capelli che teneva raramente sciolti mossi dal vento.
Rammentò le parole di Iliana: dille ciò che provi.
Leon allungò una mano verso la donna “Serena”
Lei si voltò, incuriosita, aspettava che si decidesse a parlare.
Leon abbassò il braccio teso verso di lei. No, non poteva farlo.
“No, non è niente” disse lui e la donna riprese a camminare verso i due giovani.
Leon non poteva dirle ciò che provava. Non voleva turbarla più del dovuto: non sapeva cosa lei avrebbe risposto e soprattutto era consapevole del fatto che sarebbe potuto morire in missione. Anche se lei avesse provato le stesse cose che lui provava per lei, non poteva fargli quello e non poteva farlo a se stesso. Toccare la felicità con un dito per poi perdere tutto. Sarebbe stata una sofferenza ancora peggiore di quella che provava ora.
“Non vieni?” disse Serena.
Così, dopo qualche secondo, si limitò a raggiungerla.  
 
Poco distante da dove si trovavano la principessa e il cavaliere, ma non visibile ai loro occhi, c’era Iliana. E aveva visto tutto. A quanto pareva il cavaliere aveva deciso di tenere tutto per sé. La maga gli aveva dato un consiglio nella foresta degli spiriti e  lui aveva fatto la sua scelta. Immaginava cosa lo avesse portato a quella decisione e non poteva dire di non averlo capito, in parte.
Per quanto la riguardava invece era ancora arrabbiata.
Perché aveva dovuto proprio morire in quel modo? Ora anche lui, il suo migliore amico di sempre, l’aveva lasciata.
Lo capiva, come suo solito aveva messo il bene degli altri prima di se stesso. Le uniche due volte in cui aveva fatto qualcosa per suo puro interesse erano state la sua decisione di rimanere alla Torre dei maghi quando era un bambino e quando aveva chiesto a Lin di sposarlo, cosa che però gli aveva richiesto parecchio tempo.
Vedere Leon fare la sua scelta le aveva ricordato il suo amico, per certi versi i due erano simili: entrambi pensavano prima al bene più grande piuttosto che alla loro felicità e, come Florian prima di lui, Leon aveva deciso di dare priorità alla missione piuttosto che dichiararsi alla persona amata, probabilmente anche per gli stessi motivi.  
La cosa la irritava, ricordare la irritava. Tirò un calcio ad un barile lì accanto, rovesciandone il contenuto. Guardò a terra.
Dal terreno, dove aveva strisciato lo stivale per tirare il calcio, si era alzata una piccola nube di polvere. 
Quando la polvere si dissolse abbastanza da rendere nuovamente visibile il terreno vide che il movimento che aveva fatto aveva liberato dalla morsa della terra un gambo sul quale si trovava un fiore, non ancora sbocciato.
Procedi per gradi…fallo per me…erano alcune delle cose che le aveva detto Florian l’ultima notte della sua vita.
Iliana guardò il punto in cui si trovavano Sera e Sandir, ora in compagnia di Leon e Serena e poi di nuovo il fiore. Sospirò.
“Lo faccio solo per te…” disse lei e si diresse verso il gruppo. 
   
 
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