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Autore: stardust94    30/05/2017    1 recensioni
Quando il crociato di sangue, arriva a Londra. La vita degli Shadowhunters e, stregoni della famiglia Rosestal, viene stravolta.
La famiglia dovrà affrontare un lungo viaggio verso Oriente, in Giappone.
Un terribile presagio di morte, un nemico invincibile che vuole assoggettare Nascosti e Cacciatori.
Un mistero vecchio di 800 anni, attende i Rosestal.
Riusciranno a risolverlo con l'aiuto, di vecchi e nuovi amici? ma sopratutto...
Riusciranno a rispondere al'eterna domanda: spetta davvero al Conclave, comandare Nascosti e Shadowhunters?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: James Herondale, Jonathan, Matthew Fairchild, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The story of Rosestal'
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Capitolo nove
The origin of hatred is the return of the warrior

 

( Tokyo qualche mese dopo 2017)

Faith si levò dal letto sudato e affaticato, ansimava terribilmente mentre cercava di calmarsi
L'ennesimo incubo che aveva fatto e l'ennesima notte insonne. 

I raggi del sole picchiavano leggeri, sulle protesi d'acciaio poste, a sostituire la gamba sinistra e il braccio destro del ragazzo.

Erano il risultato del essere stato sbranato da un branco di licantropi, aveva perso gli arti ma aveva conservato, il ricordo del dolore provato mentre glieli strappavano via, il rumore dei morsi e gli occhi di sangue di quei mostri.

Esattamente, come aveva conservato il sapore e il calore rovente del argento fuso, unico rimedio per impedire che diventasse una bestia, come quelle che odiava.

Il ricordo, lo riportò al volto di un uomo dagli intensi occhi verdi e, ad una mano protesa davanti a lui
era stato questo il primo e ultimo ricordo della sua vita, non che il primo passo nel Ordine.

Si trattava di un gruppo di cacciatori molto abili e potenti che, aveva deciso di ripulire il mondo, dalla feccia dei Nascosti.

Nonostante fosse l'alba, il ragazzo era esausto non aveva dormito e gli occhi di ghiaccio puro, erano cerchiati da pesanti occhiaie

Si era alzato dal letto, era a torso nudo e si era diretto verso il bagno.

Aveva un disperato bisogno di una doccia fresca per schiarirsi le idee, svegliarsi e magari sopportare meglio, la pesante giornata di lavoro che lo attendeva, da li a poco.

Era sotto il getto d'acqua
Cercava di rilassarsi, mentre i capelli e il suo corpo, venivano avvolti dalle gocciole d'acqua, che scendevano facendogli venire lievi brividi di freddo.

Chiuse l'acqua con un gesto sbrigativo indossò un asciugamano in vita e l'altro, lo passò dietro il collo
si diresse fuori e raggiunse il PC, controllando le ultime E-mail una delle quali era di Reika, la sua assistente personale.
" Yo Fa-kun!
è davvero una grande città, quel cretino di un vampiro di Raphael, si è fatto scappare l'obbiettivo.
Se è possibile, vorrei scegliere io la sua punizione :3
Comunque presto sarà capodanno, cosa pensi di fare? una bella festa sarebbe gradita.

PS: abbiamo trovato il tempio, presto il tuo sogno si realizzerà.
Ti aggiorno via E-mail se troviamo altro e, ti auguro di trascorrere un buon capodanno
Baci Reika Kokone "

 

Faith sbuffò appena, certo lei era una Fata, essere ripugnante e malevolo, ma come diceva sempre il suo maestro...
"Meglio che a fare il lavoro sporco, siano loro piuttosto che noi"
 
Si passò una mano dietro la testa, controllando l'effettiva data, mancavano due giorni a capodanno

Scorse altre E-mail, alcune erano inviti a feste private, altre erano lettere d'amore, di alcune cacciatrici famose e proposte di matrimonio, da parte dei loro facoltosi genitori.

Disgustato da tutto ciò, il ragazzo chiuse il pc e si appoggiò alla sedia
Sospirò accendendosi una sigaretta, mentre il volto di una giovane fanciulla, compariva quasi sfocato nei suoi ricordi.
 
Digrignò i denti passandosi poi il braccio su gli occhi. Non sapeva cosa provava ma il suo cuore, era di ghiaccio.

Quella fanciulla era Merlane, sua sorella maggiore
La vedeva in quella stanza, riversa in una pozza di sangue, con i canini sporchi di rosso, gli occhi iniettati di disperazione e, implorante di ucciderla

 
"Ti prego...Uccidimi Francis"
 
"Fuori quanto è brutto il tempo
però si è calmato il vento
il mio sguardo è meno freddo
questo inverno sta finendo
Ogni cosa c'ha il suo tempo
chi ha pazienza ne uscirà
vado avanti e non ci penso
questo inverno passerà"

Sussurrò il ragazzo cantando appena, mentre il ricordo di lei si faceva forte, quanto un vero incendio ma sfocato e lontano, lontano quanto il nome che aveva ripudiato e abbandonato e quanto il sangue sulle sue mani...
Il sangue di Luke Garroway


Se quelle parole di quella canzone mondana, fossero state realtà, se solo fosse facile dimenticare qualcuno che ti aveva colpito in tal modo

Se fosse stato facile dimenticarla, non avrebbe visto il suo volto in tutte le donne che sciamavano per averlo
In quelle che gli sussurravano parole melense e false al orecchio, o che gemevano di dolore per il suo modo di dimostrare affetto.

Affetto, amore, amicizia, legami

Erano tutte parole senza senso per lui, lui conosceva solo la solitudine, le delusioni e le falsità di un mondo che più volte lo aveva distrutto.

Faith, sospirò quando il telefono nella tasca squillò, distraendolo dai suoi pensieri e, costringendolo suo malgrado a rispondere.

- Come se la passa il mio pupillo? -

La voce dalla altra parte, era quella di un uomo adulto, si sentiva anche la folla, come se l'uomo fosse in qualche locale con la musica altissima

Faith sospirò appena, portando una mano tra i capelli quasi seccato e annoiato.

- Maestro Kellan...Come vuole che me la passi? sono circondato da incompetenti - sospirò il biondo

Dal altra parte si udì una risata e qualche suono che alla mente del giovane, suonava come un gemito
- Maestro voi non state...? - 

Domandò il ragazzo, leggermente infuriato per quella chiamata e le allusioni che probabilmente, ogni singolo essere non malato di mente, avrebbe fatto, al suono di quei respiri affannosi e gemiti femminili.

Faith stava perdendo la pazienza
Era infastidito da tutto quello che stava succedendo e il comportamento di Kellan, suo cosiddetto mentore, lo infastidiva ancora di più

- Rilassati sono solo eccitate -

"Eccitate" 
Ora ne aveva la certezza, il suo maestro era in dolce compagnia. Nonostante sapesse benissimo di avere una moglie, l'uomo non la guardava di striscio, preferendo la compagnia di giovani arrampicatrici sociali o di semplici prostitute.

Stava per perdere definitivamente la pazienza, cosa che succedeva solo quando era al limite, molto spesso, a causa del suo maestro e dei suoi sottoposti.

- Comunque ti ho fatto portare un bel regalo, credo sia nel salone - rise l'uomo
- Un regalo, che genere di regalo? -
- Qualcosa che ti tirerà su di morale, a risentirci allievo caro -

Con queste ultime parole, Kellan chiuse la chiamata

Faith alzandosi, indossò una camicia bianca, prendendo la lama celeste e portandola al fianco agganciandola alla cinta dei pantaloni scuri.
Arrivato nel salone, il giovane trovò un uomo che gli consegnò un paio di chiavi.

Fuori lo attendeva una bellissima Ferrari rossa fiammante

Il giovane salì accarezzando il volante del auto e ghignò appena. Cerchi in lega e splendidi sedili in pelle, okey stavolta il maestro, gli aveva fatto davvero un bel regalo

- Niente male come regalo, vediamo subito di sfruttarla al meglio -

Fece rombare il motore del auto e partì diretto verso la città, in poco tempo raggiunse il centro di Tokyo


Il locale era molto frequentato, sopratutto da quelli che Faith, sapeva venissero chiamati Nerd mondani.

Il ragazzo parcheggiò la Ferrari davanti al locale poi uscendo, si sistemò i capelli e la giacca elegante e nera, togliendosi gli occhiali da sole.

Appena entrato, sfilò con un eleganza senza pari, verso i tavolini dalle tovaglie bianche e rosate, si sedette aprendo il pc, si mise gli occhiali dalla montatura nera e sottile e, cominciò subito a lavorare, senza curarsi di essere, come sempre, al centro del attenzione di tutti i presenti.

Poco distante, una ragazza stava prendendo le ordinazioni
Aveva un sorriso gentile, un volto elegante e dai tratti fini, circondato da capelli lunghi e di un bel castano chiaro

Era alta, certo mai quanto lo era Faith con i suoi 1,90 di altezza. 
Era una ragazza molto carina, nella media, con un seno e curve sode.

Gli occhi di un bel marrone, caldi e profondi, come quelli di un cervo, si scontrarono per un istante con quelli di ghiaccio del cacciatore, che però ritornò quasi subito al suo lavoro.

La ragazza si avvicinò cordiale e lo guardò, aspettando che le chiedesse la sua ordinazione.
Faith alzò lo sguardo e, la squadrò da capo a piede.

La cameriera,  indossava un abito di pizzo da cameriera bianco e nero, con una camicetta molto attillata dalle maniche a sbuffo bianche
Una specie di colletto nero di pizzo chiudeva completamente la scollatura
Ma questo era compensato, dal fatto che la gonna nera, con sopra un grembiulino di pizzo, era alquanto corta e tesa a causa della sottogonna di pizzo bianco

La gonna, lasciava scoperta buona parte delle cosce, coperte da delle lunghe calze grige. 
Sul capo, la ragazza portava una semplice crestina bianca e i piedi, erano calzati in scarpe nere dal piccolo tacco

- Un caffè amaro, niente zucchero -
 
Disse sbrigativo il ragazzo, tornando subito a posare gli occhi, sul lavoro che stava terminando.

La cameriera annuì, ma si lasciò sfuggire un sospiro che subito Faith notò, senza però smettere di lavorare e, lasciando che la castana andasse verso le cucine.

Asami tornò in cucina, posando lo sguardo sulla ragazza alla macchina del caffè

Questa si voltò rivelando un volto giovane e delicato, incorniciato da corti capelli rossi, arrivavano appena alle spalle e, erano mossi.
Gli occhi, dal insolito misto tra giallo e verde, erano sottili ma penetranti e velati dal trucco verde
la carnagione di lei era più scura di quella di Asami, quasi color cioccolato, inoltre aveva un tatuaggio sulla gamba destra, un dragone cinese di color oro.

- Asami-chan devi fare il caffè con un sorriso - la ammonì ridacchiando la rossa.
- Non fare la spiritosa Leda-chan-  rispose la castana

Posando poi una tazzina sotto il getto della macchina, avviandola premendo il pulsante rosso, aspettando che il caffè fosse pronto.

- Cosa preoccupa la tua bella testolina? - domandò la rossa, mentre si appoggiava al bancone
- Nulla. Voglio solo finire in fretta - disse sbrigativa l'altra

La rossa tamburellò con un dito sul bancone, sporgendosi ancora di più verso la castana e, arricciando il naso in una smorfia seccata.

- Bugia. Quando sei entrata in cucina, avevi l'aria di voler commettere un omicidio - ridacchio Leda

Asami sospirò, portando indietro le mani sedendosi sul bancone e, abbassando appena la testa.
Non rispose subito alla domanda della sua amica, forse non le andava di rispondere, anche se una parte di lei, avrebbe voluto parlare di quel problema con qualcuno.

Alla fine decise di vuotare il sacco, se non altro, avrebbe avuto qualcuno, con cui confidarsi.

- Da qualche tempo...Mi succedono cose strane, insolite se preferisci - disse la castana, finendo con lo stringersi nelle spalle.

La rossa si raddrizzò guardandola
Un sopracciglio era stato inarcato con un curiosità, ma anche scetticismo mentre tamburellava ancora sul tavolo, era un tic nervoso aveva spiegato ad Asami, la prima volta che si erano incontrate.

Le due erano diventate molto amiche
Ma una parte della ragazza, non se la sentiva di legarsi alle persone e questo, aveva reso quasi del tutto inesistente, la sua vita sociale.

- Strane, tipo che la gente per strada, ti stende un tappeto rosso? - rise Leda
- No, no... Strane tipo i gatti che mi fissano - disse Asami rabbrividendo
- Asami-chan, tu guardi troppi Horror! - sbuffò la rossa
- Dico davvero! - tentò di dire Asami sbuffando

In quel momento però, sentì il suono di allarme della macchinetta del caffè, il liquido aveva sbordato bagnando completamente il tavolo.
- Cavolo, ma ci sarà mai fine alla mia sfortuna?! -
- Alla tua sbadataggine, vorresti dire! - sbuffò Leda

Subito la ragazza e l'amica presero degli stracci, cominciando a tamponare il disastro al caffè, cercando di pulire il più possibile.

Mentre Asami dispiaciuta di quel casino, sospirava lungamente, Leda prendeva una tazzina di caffè già fatto, porgendolo alla amica.

- Dai vai, quì pulisco io - sospirò la rossa

Asami annuì dispiaciuta, prese l'ordinazione e uscì dalla porta, cominciando a camminare verso il tavolo da servire. Stava per raggiungerlo, quando mise il piede su qualcosa di scivoloso e rovinò a terra sporcandosi l'uniforme di caffè.

In un attimo, le risate della folla di clienti si sparsero per il locale, alcuni ragazzi scattavano foto alla povera cameriera, ancora a terra.

Asami sentiva pizzicarle gli occhi, sarebbe scoppiata a piangere da un momento al altro, se solo la folla, non fosse improvvisamente ammutolita.

La castana, aveva alzato lo sguardo, incontrando gli occhi di ghiaccio del giovane, che poco prima doveva servire.

Faith squadrò gelido i presenti poi porse alla cameriera la mano, aiutandola ad alzarsi.

La ragazza rimase un po sorpresa, davanti al comportamento del giovane, Questo senza dire una sola parola, l'aveva incoraggiata appena ad andare verso il bagno, così da cambiarsi e aveva sfilato dietro di lei, con fare calmo e tranquillo.


Appena raggiunto il bagno, la ragazza si era fermata, restando girata verso la porta.
- Puoi anche andare, posso cambiarmi da sola -

Faith l'aveva guardata, decisamente serio e freddo poi aveva portato la mano, contro la porta avvicinando le labbra al'orecchio di lei.

- Sei completamente macchiata di caffè e dietro di noi, ci sono molte persone con il cellulare -

Ad Asami la voce di Faith ricordava due cose

Quando di notte, durante una tempesta di neve, soleva fare un gran freddo
Di quello che ti congela fin dentro le viscere e ti fa provare brividi, in ogni parte del corpo.

L'altra era qualcosa di completamente differente.
Come cioccolato fuso o il dolce più buono del mondo, le carezzava le orecchie e la faceva sentire...Strana.

- So cavarmela - 

Rispose secca voltandosi, tentando di dimenticare, la sensazione della voce di Faith, che le ronzava nella testa.

Il ragazzo roteò infastidito gli occhi, ma poi fece dietro front e si allontanò, lasciando Asami davanti alla porta. Subito, sopraggiunse Leda che con un sorrisetto punzecchiò la spalla della castana

- Bel l'acchiappo Asami-chan - disse Leda

L'altra la guardò senza riuscire a capire, quando la rossa indicò con la testa proprio Faith, continuando a ridacchiare.

- Faith Nightshadow, 29 anni, segno zodiacale Scorpione, laureato in ingegneria genetica a 19 anni...Idolo della televisione locale e, figlio del multimiliardario Vincent Nightshadow -
 
Disse Leda, spogliando il diretto interessato, come se lei fosse un famelico lupo, che attendeva di divorare la pecora.
- Attualmente single, si pensa pure che sia fidanzato con una Pop Star oppure con una spia. Il resto è mistero - rise la ragazza, mentre ravvivava i capelli, con un gesto della mano.

Asami entrò nel bagno e si nascose in una delle cabine, per poi spogliarsi della sua uniforme
da dietro la cabina si sentiva la sua voce, mentre continuava a parlare con la sua amica.

- Potrebbe essere il papa in persona, comunque non mi interessa -  disse la ragazza, mentre prendeva i vestiti dalla mano di Leda.
- Eh dai! è pure sexy e poi ho visto che ti ha aiutata, sai quando sei caduta -

Ripensare a quella figuraccia, fece divenire rossa come un peperone la povera ragazza, ma l'umiliazione, venne subito sostituita, dal ricordo della voce e degli occhi glaciali di Faith.

Effettivamente, nonostante si fosse mostrato un po arrogante, il ragazzo era stato il solo, ad aiutarla
una cosa da tenere in conto.

Certo poi si era comportato da presuntuoso pretendendo che lei, fosse la solita "principessa da salvare"
Quando Asami se la sapeva cavare benissimo.

Dopo essersi cambiata, indossando la tuta da ginnastica, la ragazza tornò nella sala da pranzo e, con la coda del occhio, cercò i capelli biondi di Faith, per capire se fosse o meno, andato via.

Quando si accorse, che del giovane non cera traccia, uscì dalla porta dirigendosi verso casa, dopo ovviamente aver salutato Leda.
***

Un profumo misterioso arrivò alle narici della ragazza sdraiata sul letto.
Gli occhi vennero inondati dalla luce, le orecchie scosse da rumori di voci oltre la porta, mentre il naso solleticato da un odore dolce

Un profumo di mele molto lieve ma al tempo stesso famigliare.

- D-dove sono...Cosa mi è successo? - sussurrò la kitsune, cercando di mettersi seduta. 

Le faceva male la testa e si sentiva debole e intontita. 
Tentò di mettersi in piedi ma aveva la nausea e dovette sedersi di nuovo qualche minuto dopo.

- Non alzarti così di colpo, rischi di sentirti male -

La voce femminile, apparteneva ad una giovane donna, dai lunghi capelli castano-nero e occhi blu intenso. Vestiva un elegante completo nero con tacchi rossi e un foulard verde acqua.

- Accidenti la ferita si riaprirà se fai troppi sforzi - aggiunse Amelia

Ma la kitsune, era già andata verso la finestra e, se non fosse stato per la presa di qualcuno, sarebbe caduta fuori.

L'uomo in questione l'aveva afferrata dietro, per la collottola. Come se la ragazzina, fosse un gatto.
- Ti sconsiglio di fare una cosa simile, piccola - disse l'uomo

Quando la ragazzina lo guardò rimase stupita di quello che stava vedendo davanti a se.

Ace Kingash sommo stregone della Granbretagna, era alto e dal fisico magro ma muscoloso 
la carnagione chiara e un viso, che lo rendeva decisamente un tipo di bell'aspetto
Dai lineamenti appuntiti è incorniciato da dei capelli marrone scuro corti e tirati all'indietro

L'uomo la guardo con gli occhi azzurro elettrico e incurvò in un lieve sorriso, le labbra sottili.

Come marchi presentava quattro corna gialle a fulmine che gli spuntavano ai lati della testa
dietro una lunga coda da lucertola, azzurro elettrico con delle strisce gialle, con la punta a forma di fulmine giallo, si muoveva velocemente.

- Mettimi giù, stregone - ringhiò la ragazza

Ace la posò sul letto, sospirando poi dalla testardaggine della giovane kitsune.
Amelia ridacchiò su tutta quella scena, poi si avvicinò alla ragazzina abbassandosi un po, essendo più alta di lei.
- Quale è il tuo nome? - domandò la Rosestal
- Hana - sussurrò appena la ragazzina

Sembrava ancora un po sulle sue, così lo stregone e Amelia, decisero di lasciarla da sola nella stanza.


Hana si sentiva a pezzi, ricordava solo la delusione e la tristezza, solo la ferita che il suo cuore provava.
L'amore che non aveva mai avuto, l'amore che l'aveva tradita e gli occhi neri di lui.

Sentì il cuore sprofondare e si strinse nelle spalle, quando un ragazzo entrò nella stanza.

Capelli castani e occhi neri, per un istante era sembrato lui agli occhi della ragazza.

- Ah scusa. Pensavo fossi di sotto con gli altri -

Revent indossava una maglia nera smanicata per via del caldo e un paio di pantaloni marroni, non aveva la giacca.

Hana si asciugò velocemente gli occhi, mentre al ragazzo si sovrapponeva il volto di un altro giovane
ma quel ricordo era doloroso, come una pugnalata al cuore e la faceva perdere la voce, la faceva completamente sentire come se non avesse fiato.
Era un ricordo che le spezzava di più il cuore già frantumato in mille pezzi.

Senza accorgersi, la ragazzina cominciò a piangere e più tentava di fermare le lacrime, più queste scendevano copiosamente dai suoi occhi.

Revent sgranò i propri, mentre Evelyn sopraggiunta in quel momento, si avvicinava alla ragazzina

- Cosa è successo, stai bene piccola? - domandòla mora, appoggiandole una mano sulla spalla.

Hana indietreggiò annuendo, deglutendo per cercare di smettere di piangere.

Revent si avvicinò stringendo dolcemente Evelyn tra le braccia, ma con gli occhi tristi e dispiaciuti.
La giovane gli accarezzò piano la guancia per consolarlo, aveva uno sguardo dolcissimo

Più li guardava, più il cuore di Hana diventava freddo e la tristezza la avvolgeva

Alla fine non riuscì più a sopportarlo e correndo via scappò dal edificio. 
A nulla valsero le parole di Evelyn o il tentativo di afferrarla di Revent, la giovane era già scomparsa dalla loro vista.

Hana stava correndo senza guardarsi indietro, si era allontanata dalla villa e ora, era seduta su un altalena del parco.

Non poteva sapere che intorno a lei, nascosti dalla vegetazione vi erano... Vampiri.

Non vide nemmeno il primo colpo e, si ritrovò a terra con la spalla ferita da quelli, che sembravano artigli.

Subito apparvero tre vampiri, la ragazzina non riconobbe in loro Raphael, un bene forse.

Si tirò in piedi tenendosi la spalla lacerata con una mano, ormai era circondata
tre davanti e tre alle spalle e, nessuna via di fuga

Hana strinse gli occhi e si circondò dalle fiamme, ma queste scomparvero quasi subito, forse per via delle ferite e della stanchezza.

La ragazza, barcollò indietro, mentre alle sue spalle, sentiva ridere i tre vampiri e vedeva quelli davanti, cercare di afferrarla.

Era finita

Certa di morire, cominciò a rassegnarsi, ma invece...
Di colpo, sentì il rumore di qualcosa che si avvicinava e vide una spada, trafiggere uno dei vampiri davanti a lei in un attimo l'essere divenne polvere.

Hana sgranò gli occhi sorpresa e sconvolta
Un rumore molto forte, le spaccò i timpani costringendola a tapparsi le orecchie da volpe, decisamente sensibili.

La catena legata alla spada, tornò indietro costringendola, a voltarsi verso la direzione, nella quale era scomparsa.

Quando lo vide, non importava più del sangue che aveva perso, dello sporco che la ricopriva o del mal di testa, dovuto al emorragia alla spalla.

Il ragazzo di fronte a lei, era alto e dal fisico magro e muscoloso. La carnagione del suo corpo, era chiara
Aveva guardato la giovane e lei aveva guardato lui.

ricordava ancora il suo bel viso appuntito, i capelli medio corti di un bel bianco zinco con un ciuffo leggermente grigio, che la ragazza aveva sempre trovato affascinante.

Occhi neri come diamanti scintillanti. 

Un sussurro solo, era uscito dalle labbra della volpe, mentre le lacrime, avevano rigato le guance, come se, fosse il suo cuore ora a ricordarlo e, non solo la testa.

- R-Riven...? -


Angolo autrice
Eccoci alla fine di un altro capitolo.

Quì abbiamo la prima parte, incentrata su Faith, vi ricordate di lui? scopriamo molte cose interessanti e facciamo, la conoscenza indiretta del suo maestro.

Abbiamo inoltre il Sommo stregone Ace ( ringrazio Dragun che l'ha creato e per il prestito e, vi invito a tenerlo d'occhio)
Poi ecco due mondane di cui una sembra avere qualche problema, a causa di fatti insoliti, che le stanno capitando

Infine conosciamo il nome della giovane kitsune, conosciuta nello scorso capitolo
la ragazzina sembra vedersela di nuovo brutta, a causa dei vampiri

Ma quando tutto sembra perduto, ecco spuntare niente meno che Riven, il cugino di Revent ( ringrazio Dragun per il prestito)

Nel prossimo capitoli tutte le spiegazioni del caso

Vi lascio con una chicchetta interessante: 
Il nome della sorella di Faith, appartiene ad un famoso film tratto da un gioco, mi sapete dire quale?

  
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