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Autore: maryjay    31/05/2017    4 recensioni
Correva il mese di febbraio del 1785. La regina di Francia, Maria Antonietta, ha deciso di organizzare in occasione del Carnevale, una settimana di feste e di balli di corte, rigorosamente in maschera, ispirate al... Carnevale di Venezia! (Per chi avesse letto la mia storia precedente, tranquille), stavolta Oscar è la vera protagonista della storia! Quali insidie si nasconderanno fra maschere, pizzi, merletti e champagne? Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Maestà- intervenne Girodelle con timbro fermo. -Posso giurarvi e garantirvi sulla mia persona, che quella di ieri sera non era, nè mai sarebbe potuta essere la vera Oscar, poichè Oscar Francois de Jarjayes, il vero Comandante delle Guardie Reali... era... era in mia compagnia." – Affermò risoluto, avvighiando la sua mano debole e affusolata con un gesto fluido e portandola in alto, cosicchè la regina potesse ben vedere la stretta di quelle due mani così intimamente intrecciate, mentre un leggero imbarazzo si palesava sul viso del tenente.

Tutti i presenti lo guardarono con espressione sconvolta, tutti profondamente spiazzati. Le bocche spalancate per lo stupore, anche se la più stravolta era Oscar, che paonazza in viso, aveva iniziato a tremare.

Maria Antonietta li fissò allibita, rimanendo in silenzio per qualche attimo. Poi sembrò riacquistare la sua autorità- "Oscar, siete pronta a confermare la versione del tenente Girodelle? Eravate in sua compagnia la scorsa notte?"- esclamò solenne.

"I- io..." Oscar adesso tremava visibilmente.

"Perdonatemi mia Regina, ma comprendete che è tutto molto imbarazzante, dato che tra me e lei, non vi è nulla di... ufficiale." -aggiunse il tenente titubante chinando il capo.

"Oscar- ripetè la regina ammorbidendo il tono- mi confermate che la scorsa notte voi eravate assieme al tenente Girodelle? Questo vi scagionerebbe da ogni cosa e andrebbe ad avvalorare quanto sostengono il conte di Fersen e il vostro attendente."

E il biondo comandante, forse senza rendersene conto, annuì silenziosamente, mentre avvertiva le guance sempre più arroventate e un caldo salirle su per il petto, come se la divisa le stesse andando a fuoco.

La regina mutò espressione, e sospirando sollevata da tutto ciò strappò il documento che teneva fra le mani.

"Lo speravo Oscar. Speravo con tutto il cuore che non foste voi la donna di ieri notte, anche se le evidenze erano contro di voi- le sorrise la regina tranquillizzandosi.- ma perchè vi hanno preso di mira Oscar, chi trama contro di voi?"

"Non lo so mia regina- digrignò a denti stretti- ma se voi me lo permetterete indagherò fino allo stremo delle mie forze per trovare quell'infima sgualdrina e fargliela pagare."

"Va bene Oscar, siete incaricata di trovare colei o coloro che hanno organizzato questa calunnia e agire di conseguenza. Anzi tenente Girodelle, conte di Fersen, Andrè, siete tutti incaricati di collaborare con Oscar. Soprattutto voi due, cercate di rimediare al danno che avete provocato" - li biasimò.

"Certo"- risposero i due, mostrando riverenza.

"Bene, potete andare, lasciatemi sola"- concluse la regina.

E lentamente gli uomini presenti si alzarono in piedi. Oscar sembrava impietrita. In trance. Ancora troppo sconvolta per realizzare.

"Comandante?"- sussurrò garbatamente il tenente porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, ridestandosi da quel turbinio di pensieri.

Oscar in silenzio accettò l'aiuto offertole, alzandosi da terra e abbandonando la sala col capo chinato in basso. Girodelle che uscì per ultimo, chiuse la porta dietro di sè.

 

Fu meno di un attimo; una scintilla lampeggiò negli occhi di Oscar e un impeto di folle rabbia la pervase-

"Andrè io ti ammazzo!"- urlò imbestialita avventandosi selvaggiamente sul suo attendente e afferrandone repentinamente il colletto della giacca e della camicia.

"Oscar, non è come pensi, l'ho fatto per proteggerti!"- cercò di giustificarsi Andrè sconvolto anch'egli.

"Proteggermi? Hai rovinato il mio nome e il mio onore, stavo per essere destituito!!!"- Urlò ancora più inferocita, sgualcendo il tessuto della giacca in una stretta convulsa e strattonandolo violentemente.

"Comandante, vi prego"- cercò di intervenire Girodelle, posando le mani sulle spalle di lei e tirandola indietro nel tentativo di farla desistere, mentre Fersen assisteva alla scena immobile e incredulo.

Oscar trasalì a quel contatto deciso ma non brutale, allentò la presa su di Andrè voltandosi indietro. Il tenente Girodelle la fissava con occhi dispiaciuti e al contempo sinceramente preoccupati, e sperò che quel velo di imbarazzo che sentiva gravare sul suo viso fosse invisibile ai presenti.

Posò per un attimo lo sguardo sugli occhi celesti di lui, e subito dopo sulla sua mano, quella mano che con uno scatto felino e audace l'aveva salvata con un gesto che era valso più di ogni altra parola. E che l'aveva sconvolta per la vigorosità e l'intimità di quella mossa così azzardata.

E Oscar realizzò la gravità dello scandalo nel quale si trovava coinvolta. In balia delle malelignue dell'intera reggia, che avevano tessuto vergogne e oscenità sulla visione di lei che si accingeva a cominciare chissà quale gioco perverso donando il suo corpo contemporaneamente al suo attendente giovane e aitante e al suo bellissimo amico nonchè amante della regina, carissima amica sua. Un'orgia a tutti gli effetti beffeggiandosi della regina... nella dimora della regina. Perchè Andrè non le aveva detto nulla? E se fosse stata una loro iniziativa? E se avessero trovato alla festa quest'altra donna travestita da lei e l'avessero invitata e lusingata a un triangolo libidinoso con loro? Lo aveva detto prima Andrè, era stato lui a coinvolgere il conte e ad obbligarlo a... a cosa esattamente? E perchè mai Fersen aveva ceduto a un simile ricatto? Fersen, lo stesso Fersen che aveva conosciuto Odette in una versione così fiabiesca?

"Andate via, non voglio vedervi!"- urlo di spalle ai due uomini, mentre non riusciva più a trattenere le lacrime che erano prese a sorgare copiose. Si portò le mani al volto, nascondendosi per la vergogna di tutta la faccenda e per la vergogna di quelle lacrime che non era riuscita a contenere.

"Andiamo Andrè, anche perchè dovrei farti un discorsetto"- intimò il conte di Fersen scuro in viso.

Andrè obbedì e i due si allontanarono.

 

"Oscar- sussurrò Girodelle profondamente dispiaciuto- vedrete che tutto si risolverà"- cercò di consolarla poggiandole una mano sulla spalla, stavolta delicatamente.

In quel frangente Maria Antonietta era uscita dalla sala, e si trovò quella scena davanti. Non aveva mai visto in vita sua Oscar piangere, e le si strinse il cuore. Si sentì ignobile per non aver creduto alla sua amica.

"Oscar- la chiamò dolce la regina- posso parlarvi un attimo?"

Oscar alzò la testa nella sua direzione, la vista appannata. Annuì flebilmente, e assieme a lei, rientrò in quella stanza. Girodelle attese il suo superiore fuori.

"Oscar- bisbigliò Maria Antonietta con gli occhi lucidi- come ho potuto dubitare di voi? Dovevo immaginare che ci fosse qualcosa di strano sotto, voi mi avete sempre mostrato lealtà, non mi avreste mai fatto un simile torto! Voi col conte di Fersen, come ho potuto anche solo pensare una cosa del genere, perdonatemi amica mia!"- le confessò scoppiando in lacrime e abbracciandola.

E Oscar, si sentì immonda, indegna.

Rimase a piangere, immobile, coprendosi il volto con entrambe le mani, mentre Maria Antonietta la abbracciava affettuosamente. Non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi.

"Ma soprattutto Oscar, non potete immaginare quanto io sia contenta per voi. Girodelle è un giovane rispettoso e dedito al lavoro. Vi vedo bene accanto a lui"- si congratulò con lei.

Oscar invece desiderava solo sprofondare nelle viscere della terra.

"Perdonatemi mia regina, sono troppo stravolta da tutta questa situazione" -cercò di riprendersi.

"Non vi preocupate amica mia, è comprensibile. Tornate a casa, e prendetevi tutto il tempo che vi occorre."

"Vi ringrazio maestà."


 

  
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