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Autore: BecauseOfMusic_    31/05/2017    0 recensioni
Giulio vive un periodo della sua vita in cui nulla sembra andare per il verso giusto: tutto quello che vorrebbe fare è finire la scuola e poter passare l'estate a dormire.
Basterà Anna a fargli cambiare idea.
*piccolo suggerimento dell'autrice: non lasciatevi ingannare dalla presentazione, perché niente è quello che sembra.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono circa le quattro quando arrivo davanti al cancello: come sempre non c’è nessuno, nemmeno il custode.
Annuso l’aria, alzando gli occhi verso il cielo plumbeo: sa già di pioggia.
Mentre mi avvicino e spingo il battente sinistro, che cigola rotando sui cardini, comincia a tuonare; quando ero piccolo pensavo che il temporale fosse il modo del cielo di dimostrare quando era arrabbiato.
Mi avvio rapido lungo il viale principale sollevando il cappuccio della felpa e osservo le lapidi che si allineano davanti ai miei occhi: bianche, grigie, nere, con le foto, con delle statue, fiori e lumini: ci sono volti sorridenti ovunque guardi. Eppure la morte causa così tanto dolore a chi resta.
Continuo a camminare, senza avere una meta precisa, lascio che siano le mie gambe a guidarmi fino alla grande costruzione che fa da spartiacque tra i morti del vecchio secolo e quelli del nuovo millennio.
Le giro intorno osservando le foto affisse al marmo: mi piace immaginare le loro storie. Li guardo e mi chiedo come fossero quand’erano vivi: li vedo camminare per la prima volta, correre con gli amici, ricevere il primo bacio, sposarsi, avere dei figli, dei nipoti…
Con un nuovo tuono il cielo si apre, dando inizio a una sottile ed insistente pioggerellina.
Mi fermo accanto a una lapide di famiglia per allacciarmi una scarpa, e vedo arrivare una coppia di donne: una è più anziana, indossa un cardigan arancione e un paio di pantaloni piuttosto sobri, neri, con scarpe abbinate. L’altra avrà all’incirca vent’anni, indossa dei jeans e una maglietta bianca, porta i capelli raccolti in una coda.
-Questa.- dice la più vecchia indicando una delle foto sulla lapide  –lavorava con me in tintoria.-
-Caspita- commenta la sua compagna osservando le date incise nel marmo –è morta piuttosto giovane, poverina. Sai per caso di cosa?-
-Dicono che avesse un brutto male. Una sera è arrivata a casa dopo il lavoro dicendo che le faceva male la testa, ed è morta.-
-Un ictus?- domanda la ragazza.
-Boh, nessuno lo sa. Andiamo via ora, comincia a fare freddo.-
Dopo che si sono allontanate osservo anch’io le foto, in cerca del volto di cui hanno appena discusso.
La individuo subito: Anna Bellamo in Bianchi. Il suo volto di ventenne, incorniciato dai boccoli castani sorride al fotografo, con uno sguardo che potrebbe sembrare ammiccante. Sembra una rosa fresca, un fiore appena sbocciato.
La pioggia aumenta d’intensità, cominciando a inzupparmi la felpa e offuscarmi la vista, anche se l’immagine di Anna rimane vivida davanti ai miei occhi; la fantasia comincia a galoppare, e la vedo tornare a casa in bicicletta, in una sera d’estate: è felice, sta pensando a cosa preparare per cena.
La vedo accostare la bici al muro di una casa di cortile, e inspirare prima di varcare la soglia di casa sua, annusando il profumo dell’estate, del sole, dei fiori e dei frutti.
Chiude la porta di scatto e il marito le va incontro, allargando le braccia, ma lei aggrotta la fronte, e comincia vedere doppio, tutto comincia a girare, senza che lei possa trovare un equilibrio…
E’ la mano del custode a riportarmi alla realtà.
-Ragazzo, che ci fai qui sotto la pioggia?-
-Scusi, mi sono perso nei miei pensieri.- gli rispondo, cercando di sovrastare lo scroscio dell’acqua.
-Va a casa, è tardi.- mi consiglia spingendomi verso il cancello dal quale sono entrato poco fa.
Prima di uscire mi volto ancora a guardare la foto di quella ragazza, che ora ricambia il mio sguardo.
Il suo busto è rivolto di fronte, la bocca chiusa, si morde il labbro inferiore e lo sguardo prima ammiccante ora è curioso.
Torno indietro di corsa, fino alla lapide, ma Anna è sempre li, che sorride al fotografo.
Il cuore mi accelera nel petto.
Se non fosse che piove a dirotto e che non dormo da ieri sera giurerei che si è mossa.




*ANGOLO AUTRICE*
Grazie a tutti di essere arrivati a leggere fin qui: è la prima volta che trovo il coraggio di postare una storia originale su efp; vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, anche le critiche (costruttive) sono sempre beneaccette.
Grazie ancora di aver letto il primo capitolo, spero di avere i vostri pareri presto!

BecauseOfMusic_
  
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