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Autore: JoeyTre    01/06/2017    1 recensioni
Che cosa succede quando il passato è un mistero che tormenta il presente? Kim è una ragazza combattiva e sicura di sé, ma un mistero che riguarda le sue origini la trascinerà alla pericolosa scoperta della sua identità.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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piccola

"Non ci credo, l'hai fatto davvero?" Melanie ascolta la mia versione dei fatti con uno sguardo attonito.
Io annuisco, mentre camminiamo verso la sua auto. Ho molto freddo, e batto i denti. Non avrei mai immaginato che sarei finita avvolta in un asciugamano di fortuna che ho afferrato prima di sparire da lì.
"Mi sono sentita un'idiota. Avrei potuto ucciderlo" dirlo ad alta voce mi regala un senso di liberazione. Melanie annuisce.
"L'hai rischiata grossa, Kim. Fossi in te non mi avvicinerei più a lui".
Melanie ha ragione. Non mi sono mai spinta così in basso con qualcuno. Perché tutto questo odio? Perché ho reagito in quel modo così forte?
"Ehi, puoi dormire da me se ti va, solo per stanotte. Parliamo un po' di quello che è successo" mi dice Melanie. Sembra sincera, e per un attimo l'idea di esserle amica mi sfiora.
"Non preoccuparti" le dico, ma lei ha già notato la mia esitazione.
"Andiamo, ti presto qualcosa da mettere, così non torni a casa in questo stato" continua lei.
Le rivolgo uno sguardo riconoscente e accetto l'invito.
La casa di Melanie è a qualche isolato da lì, perciò arriviamo in pochi minuti. Raggiungiamo la sua camera in punta di piedi, per non svegliare i genitori che dormono da qualche ora. Melanie mi allunga qualche asciugamano e poi sparisce nel suo armadio alla ricerca di qualcosa da prestarmi. Io mi asciugo i capelli, mentre mi guardo intorno. Noto alcune foto appese ad una bacheca accanto al letto. Rivedo il suo volto di qualche anno più giovane, e poi quello di Jake. Sono seduti su una panchina all'interno del cortile della scuola, e sorridono entrambi verso l'obbiettivo.
"Questa foto..." sussurro.
"Sì, eravamo io e Touillard. Siamo stati insieme per qualche tempo" mi confessa lei, dopo avermi dato un paio di leggins e un top. Io mi spoglio, per poi mettermi finalmente qualcosa di caldo e asciutto. La sensazione è appagante, e sento i miei muscoli rilassarsi per la prima volta dopo diverse ore di tensione.
"Scusa, non te l'ho detto. E' stato l'anno scorso. Io ero una matricola, completamente ingnara di quanto fosse uno stronzo" continua Melanie.
"L'hai scoperto nel peggiore dei modi, credo".
"E' per questo che mi sei stata simpatica sin da subito. Tu l'hai scoperto immediatamente" Melanie mi dice questo, per poi sedersi accanto a me e legare i suoi lunghi capelli in uno chignon.
"Grazie per questa sera" le dico d'un tratto, quasi senza rendermene conto.
"Figurati. Ma promettimi che non succederà più nulla del genere. Non voglio che ti sospendano".
Annuisco, e poi mi stendo al suo fianco e chiudo gli occhi. Non so se che cosa accadrà domani. Non so che cosa farà Jake, ma di una cosa sono sicura. Questa volta ho davvero esagerato.


 


Il giorno dopo scopro che tutte le lezioni sono state sospese. A Princeton viene ricordata una giornata storica particolare, la festa dei padri fondatori della città. Trovo il signor Coles impegnato alla ricerca esasperata di un volume che gli serve per comporre il discorso che farà alla fine della festa, al centro di Princeton. Io decido comunque di restare in biblioteca per qualche ora. Ho bisogno di stare da sola e di pensare a tutto quello che è successo. La compagnia di questi libri polverosi inizia a non essere poi così tanto noiosa.
Mi siedo sulla vecchia poltrona di pelle nera e inizio a sfogliare una delle copie più antiche di "Delitto e Castigo". Le pagine hanno quell'odore acre tipico dei libri. Mi ci immergo, lentamente, trovando infine un po' di pace.
"Sapevo di trovarti qui" la sua voce, improvvisamente, mi trascina alla realtà. Sollevo lo sguardo.
"Jake" mormoro, restando immobile.
"Sono venuto solo a chiederti una cosa. Non ti denuncerò per quello che hai fatto, se mi dici la verità" continua lui. Sul suo volto si è fatta largo un'espressione placida.
"Mi dispiace per ieri, okay?" dico sollevandomi. E mentre lo dico, sento che è la verità. Lo guardo nei suoi occhi azzurri che si sono arrossati a causa del fumo e della mancanza di sonno.
"Finiamola qui" continuo poi, approfittando di qualche secondo di completo silenzio nel quale siamo piombati.
"Volevi davvero uscire con me?" la sua domanda taglia l'aria come un coltello affilato.
"Ti ho detto che mi dispiace" ribatto, dopo aver riposto il libro su una delle mensole.
"Non hai risposto alla mia domanda. Perché eri a casa mia ieri?" Jake sembra davvero intenzionato a voler sapere a tutti i costi la verità. Stringe le mani in due pugni e mi guarda dritto negli occhi. Inspiro lentamente.
"Volevo solo vendicarmi. Per la storia dell'armadietto" dico poi, e abbasso lo sguardo. Mi sento strana mentro confesso questa cosa. C'è una parte di me che non avrebbe voluto farlo, e che ora si pente amaramente.
Jake Touillard riduce la distanza fra di noi con passi svelti, nervosi.
"Stai mentendo, Kim. So che lo fai".
Lui non ammette questa mia esitazione, e anch'io ne sono sorpresa. Non ho idea di quello che mi stia succedendo, e perché io abbia reagito così.
"Non dire stronzate, mi conosci appena" mormoro.
"Invece mi sembra di conoscerti bene" Jake mi interrompe, avvicinandosi sempre di più. L'espressione del suo volto è indecifrabile. E' un misto di emozioni che mi spaventano, perché molto intense. C'è qualcosa dentro di me e dentro di lui di ancora più profondo che non voglio affrontare.
"Lasciami stare" dico con un filo di voce.
"Mi sembra troppo tardi per chiedere una cosa del genere, non credi Kim?" Jake mi sussurra queste parole all'orecchio. Il suo respiro è vicinissimo, e mi solletica il collo, a pochissimi centimetri di distanza da me. Una parte di me vorrebbe spingerlo via un'altra volta, perché ha paura di questo gioco pericoloso che entrambi abbiamo iniziato. L'altra parte non vede l'ora di assistere alla sua prossima mossa. Jake, un perfetto sconosciuto. Uno stronzo abissale. Una bellissima tentazione.
Deglutisco, cercando di mantenere la calma. Lui fiuta la mia agitazione, e sorride sicuro di sé. Le sue labbra mi sfiorano il collo. Sussulto. Lui prende il mio viso fra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. Io li fisso per qualche istante. Sono due pozze di un azzurro chiarissimo. Sono occhi di ghiaccio.
"Jake" dico, ma la mia voce è quasi un sussurro strozzato.
Lui spinge il suo corpo contro il mio. Il calore della sua pelle mi confonde. Sento le gambe sciogliersi, e il respiro farsi sempre più corto.
"Ti avrò, Kim. A tutti i costi".
Quelle parole accendono ancora una volta la mia rabbia. Lo spingo indietro, quel tanto che basta a farmi passare per correre via. Devo restare da sola per riuscire a pensare lucidamente.
Non posso più permettermi di sbagliare.

 


Passeggio ormai da diverse ore, e si è fatta sera. Princeton è una piccola città immersa nel nulla. Ci sono solo un paio di piccoli fiumi artificiali, motivo che ha spinto mia madre a continuare proprio qui la sua ricerca. Uno dei due fiumi circonda la città, e scorre sotto un lungo ponte che osservo davanti a me. Decido di attraversarlo, e di fermarmi al centro per osservare l'acqua che scorre di sotto. I rumori della festa per i padri fondatori si sentono in lontananza. Resto ad ascoltarli, in silenzio.
Non mi sono mai sentita così vulnerabile. Ripenso a Jake, e a tutto quello che è successo. Ripenso a quello che mi ha detto, alla sua voce, alle sue labbra sul mio collo. Una scarica di brividi mi percorre la schiena. Un rumore sospetto mi trascina alla realtà di quel ponte avvolto dalla penombra. Resto immobile e trattengo il respiro per qualche secondo. Posso sentire il mio cuore battere impazzito.
"Chi c'è?" chiedo ad alta voce. Nessuna risposta.
Mi volto lentamente. Non c'è nessuno. Devo correre via da lì il prima possibile.
Indietreggio con estrema attenzione, guardandomi intorno. La fine del ponte mi sembra adesso lontanissima, nonostante non ci abbia poi messo così tanto per raggiungere il centro. Con la coda dell'occhio osservo un movimento rapido di qualcuno dietro di me. E' vestito di nero, ed è velocissimo. Scatto in una corsa rapida, ma non posso nulla contro di lui, che mi raggiunge alle spalle e mi blocca con il suo braccio attorno al mio collo.
Urlo più forte che posso, anche se lì non c'è nessuno che possa salvarmi.
"Stai ferma" sento la sua voce impormi questa regola fondamentale. E' la voce di un ragazzo, ma non ha nessun tipo di accento.
"Lasciami andare, stronzo" dico, ma questo non fa che spingerlo a stringere ancora di più il suo braccio attorno al mio collo. Io cerco di contrastarlo, ma sembra molto più forte di me. Ripenso velocemente a tutti i giocatori di basket che ho visto alla festa di Jake, ma nessuna corporatura sembra corrispondere a quella del ragazzo dietro di me.
Sento un piccolo rumore metallico. E' un coltello, vicinissimo alla mia gola.
E' la fine. Sento che morirò.
Il suono di un taglio netto arriva alle mie orecchie, ma non ho più le forze per chiedere aiuto. Sento il mio corpo che si arrende.
"Devi combattere, Kim. Devi combattere fino alla fine" una voce nella mia testa ripete queste parole come un mantra che si confonde con i battiti veloci del mio cuore.
Il ragazzo abbandona la presa, ed io crollo per terra.
Mi porto le mani al collo, in preda al terrore. Sento i suoi passi veloci che si allontanano da me. Non c'è nessuna ferita che sanguina, solo la mia forte iperventilazione.
Non riesco a capire che cosa sia appena successo. Le mie mani toccano i miei capelli, per poi accorgersi di qualcosa di assolutamente assurdo.
Quel ragazzo vestito di nero ne ha tagliato una ciocca, ed è fuggito con quella.
Il mio respiro rallenta mentre realizzo che sono salva.
Almeno per ora.
La vocina nella mia testa ritorna a farsi sentire.
"Sei stata fortunata, questa volta. Ma sei in pericolo. Devi chiedere aiuto".
Vorrei farla tacere, come sempre, ma questa volta non posso.
Ha maledettamente ragione.  







 
   
 
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