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Autore: myqueasysmile    01/06/2017    0 recensioni
La scuola.
Il canto.
La musica.
La famiglia.
Queste sono le cose più importanti nella vita di Elisa, ragazza diciottenne dal carattere molto introverso e complicato.
Una ragazza che adora il fratello, che spera di conoscere il suo "eroe" e che ancora non ha idea di cosa sia l'amore.
Ma poi arriva lui, completamente inaspettato, che un po' alla volta le stravolge la vita.
Forse riuscirà a farsi avvicinare da lei, lei che tende ad allontanare tutti e starsene per conto suo. O forse no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La settimana al mare stava quasi per finire, ed era stata assolutamente meravigliosa.
Quante partite a carte e quanti bagni avevamo fatto!
Per non parlare delle passeggiate serali, e delle chiacchierate fuori in terrazza. Era stato bello passare del tempo con tutti loro. Avevo imparato a conoscerli, a capire le dinamiche della loro amicizia. E loro forse avevano imparato a conoscere me.

Ma ancora non del tutto. A parte mio fratello, gli altri ancora non sapevano di me e Gabriele. O almeno, noi non glielo avevamo detto, ma secondo me Daniel già lo sospettava.

In quel momento stavamo camminando sul lungomare, illuminato dai lampioni e dalla luna. C'era una brezza fresca che mi scompigliava i capelli, e che rendeva davvero piacevole la passeggiata.
Stavo ascoltando Daniel che ci raccontava, o meglio, mi raccontava come si erano conosciuti loro cinque.
Ad un certo punto, del tutto inaspettatamente, delle dita si intrecciarono alle mie. Guardai Gabriele alla mia sinistra, lui ricambiò il mio sguardo. Un guizzo negli occhi azzurri.

«Se non vuoi ti lascio» mormorò semplicemente indicando con la testa le nostre mani.
Scossi la testa.
Lui sorrise e sollevò le nostre mani fino a premere le sue labbra sul dorso della mia mano.
Sentii le farfalle nello stomaco. Anzi, forse degli elefanti, rendevano meglio l'idea.
Distolsi gli occhi da lui, con molta fatica, e tornai a prestare attenzione al suo amico.

«Ehi, vi va un gelato?» chiese Tommaso appena Daniel finì di parlare. Ci fu un "sì" collettivo, quindi continuammo in cerca di una gelateria, che trovammo poco più avanti. Dopo che ognuno ebbe scelto i gusti, e che i cinque ebbero litigato per pagare, andammo a sederci in riva al mare, su alcuni lettini.
Gabriele mi passò subito un braccio intorno alla vita, ma senza farsi notare dagli altri.

Cercava spesso il contatto con me, era una cosa a cui ancora non ero abituata ma mi piaceva. Mi faceva sentire bene. Sapere che lui era lì, al mio fianco, e che mi voleva bene era una cosa che mi faceva stare al settimo cielo.

Tante volte non sapevo come comportarmi con lui, avevo paura di lasciarmi andare troppo e di rimanere scottata. Anche se sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto del male di proposito.

Ci godemmo in silenzio i nostri gelati, ascoltando il rumore delle onde che si infrangevano a pochi metri da noi. Era l'ultima sera. L'indomani mattina saremmo partiti per tornare a casa.
Ognuno sarebbe ritornato al suo lavoro, alla sua casa.
Mi resi conto che mi sarebbero mancati, malgrado i loro difetti e le loro prese in giro.

Stando insieme a loro mi sentivo come finora non mi ero mai sentita, accettata e benvoluta. E mi dispiaceva tornare alla vita normale, dopo aver passato un'intera settimana in loro compagnia.
E sì, mi sarebbe anche mancato passare così tanto tempo a stretto contatto con colui che mi faceva battere forte il cuore solo guardandomi.

Avevo quasi finito il mio gelato, mentre gli altri si alzavano per andare fino sul molo.
«Vi raggiungo subito» dissi rabbrividendo.
«Ti aspetto» rispose Gabriele, tornando a sedersi. Poi mi scrutò «Hai freddo?».
«Un po'» replicai mangiando l'ultimo pezzetto del cono. Mi alzai e mi strinsi nel golfino che indossavo.
Gabriele mi imitò, e poi, del tutto inaspettatamente, mi ritrovai stretta in un suo abbraccio.
«Cosa fai?» chiesi, presa alla sprovvista.
«Ti riscaldo, piccola solitaria» rispose accarezzandomi la schiena.
Mi rannicchiai contro il suo petto, dimenticando completamente il resto della comitiva.

«Va meglio, grazie» mormorai dopo qualche secondo, staccandomi malvolentieri da lui.
Ma prima che mi allontanassi troppo i miei polsi furono imprigionati nelle sue mani. Si avvicinò, mi lasciò i polsi e, posandomi una mano sulla guancia, si chinò a baciarmi.
Assaporai il contatto delle nostre labbra. Lui sapeva di cioccolato, gusto che non amavo molto. Ma su di lui era il gusto più buono del mondo.

«Andiamo» disse appena ci fummo scostati uno dall'altra, poi mi prese per mano.
Sorrisi, e strinsi la sua.
Raggiungemmo gli altri, sul molo di legno leggermente illuminato dalla luna.
Vedevo a malapena dove mettevo i piedi. Strinsi la presa sulla mano di Gabriele, non ci tenevo proprio a finire in acqua.

«Eccoli i piccioncini» annunciò Daniel, prendendosi immediatamente uno scappellotto dal suo amico.
«Ahi» imprecò, strofinandosi la testa «Tutta questa violenza! E io volevo dirvi che siete belli!».
«Grazie, ma limita i commenti» rispose il ragazzo al mio fianco.
Poi mi circondò le spalle con il braccio tirandomi più vicina a lui
«Scusa» sussurrò al mio orecchio.
«No, va bene così» risposi «prima o poi glielo avremmo dovuto dire».
Lui annuì, poi posò le labbra sulla mia fronte.

Chiusi gli occhi, e quando li riaprii incrociai lo sguardo di Marco. Mi sorrise, e io sorrisi a lui.
In quel momento ero la persona più felice della terra!

Tornammo indietro, attraversammo la spiaggia e ritornammo sul lungomare. Ma riprendemmo la direzione di casa.
«Me lo sentivo che vi sareste messi insieme. Era palese da come vi comportavate» fece Daniel, affiancandoci.
«Solo io non me ne sono accorto?» chiese Marco perplesso.
«Nemmeno io, non credevo che... Insomma... Non pensavo che ti piacesse lui, Elisa» replicò Tommaso lanciandomi un'occhiata.

«Il mio obiettivo era non farlo capire a nessuno, lui compreso... Ma direi che non ha funzionato» risposi leggermente imbarazzata.
«In effetti, ha funzionato fino ad un certo punto» puntualizzò Gabriele.
«E grazie! Doveva funzionare fino alla fine...» ribattei.

«Be', io sono felice che tu me l'abbia fatto capire, e sono felice di aver fatto il primo passo» aggiunse lui lanciandomi un'occhiata.
«Anche io» risposi stringendogli la mano. «Cioè, sono felice che tu l'abbia fatto» precisai.

Raggiungemmo il condominio e salimmo in appartamento, disperdendoci poi in cucina, bagno, camere...
Io uscii in terrazza, ad ammirare il panorama notturno del mare e della spiaggia.

«Bellissimo, vero?» chiese la voce di Gabriele. Appena un attimo prima che le sue braccia mi circondassero da dietro, facendo incontrare i nostri corpi.
«Sì, mi mancherà» risposi inspirando i suo profumo.
«E mi mancherai anche tu» confessai dopo un attimo.
«Fidati, ci vedremo così tanto che non ti potrò mancare» rispose lui stampandomi un bacio sulla guancia.
«E martedì e mercoledì verrai a dormire da me, comunque» aggiunse.

Aggrottai le sopracciglia «Perché?».
«È il mio compleanno, siete tutti invitati. Soprattutto tu» spiegò lui.
«È vero! E io non ti ho ancora preso un regalo, oddio!!» esclamai spalmandomi una mano in faccia.
Chi se lo ricordava?! Che figura di merda, proprio!
«Non mi serve niente» mormorò lui sfiorandomi il collo con le labbra.
Ebbi un brivido.

«Gabriele ti prego!» mormorai. Lui rise, poi mi fece girare verso di lui.
Allacciai le braccia al suo collo e lasciai incontrare i nostri sguardi. Occhi azzurri con occhi marroni.
Passò una decina di secondi prima che finalmente le sue labbra si posassero sulle mie. Sapeva ancora di cioccolato, sapeva di lui, ed io non avrei mai voluto staccarmi da lì.

Appena sciogliemmo quel contatto, mi appoggiai al suo petto. Ascoltai il suo cuore battere, e il respiro leggermente accelerato.
Poi sbadigliai. Mi era improvvisamente venuto sonno. E lui se ne accorse.
«Dai, andiamo dentro».
Annuii e mi staccai da lui, per poi entrare in casa. Andai dritta in camera e mi buttai sul letto.

«Adesso rimango qui» borbottai chiudendo gli occhi.
Sentii la risata di Gabriele «Vuoi che ti spogli io?».
Spalancai subito gli occhi, mi voltai e lo guardai male, aveva il sopracciglio alzato e un sorrisetto sulle labbra.
«No comment» risposi, poi a malavoglia mi alzai e recuperai il pigiama «Potresti uscire un attimo, per favore?».
Lui sorrise «Ti ho già vista in costume».
Lo fissai.
«Va bene, mi giro dall'altra parte».

Mi cambiai controllando che non sbirciasse verso di me. Poi mi sfilai il reggiseno da sotto la maglietta, e lo misi sulla sedia, insieme agli altri vestiti.
«Fatto».
«Tocca a me» disse lui, spogliandosi tranquillamente.
Ammirai il panorama che mi stava offrendo, tanto ormai era inutile che gli nascondessi quanto mi piaceva...

Poi andai in bagno e passai di là a dare a tutti la buonanotte.
Gabriele mi raggiunse lì e rimase a guardare la tv con gli altri.
«Buonanotte» mormorai dandogli un bacio sulla guancia, poi me ne tornai in camera. Mi infilai sotto le lenzuola e spensi la luce.

Mi svegliai tempo dopo, sentendo il materasso muoversi. Mugugnai qualcosa, ancora mezza addormentata.
«Scusa, non volevo svegliarti» sussurrò la sua voce, accanto a me.
«Non importa» risposi io con la voce impastata dal sonno.
Poi allungai la mano fino a trovare il suo petto. Lui me la strinse con la sua, poi lo sentii avvicinarsi.
Mi spostai leggermente verso di lui, finché non fummo praticamente abbracciati.
«Buonanotte, piccola solitaria» sussurrò, lasciandomi poi un bacio tra i capelli.
«Notte, occhi azzurri» risposi già con gli occhi chiusi.
  
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