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Autore: Annapis    01/06/2017    3 recensioni
*Sequel de "La curiosità uccide il gatto"*
Finalmente, dopo settimane di preparativi e prove, Sanji e Viola convoleranno a nozze.
Andrà tutto bene?
Lo sposo sarà in orario?
Il parroco riuscirà a celebrare la cerimonia senza prendere fuoco e senza rompere qualcosa?
Il testimone dello sposo riuscirà a restare sveglio per tutta la cerimonia?
La testimone della sposa riuscirà a trattenersi dal picchiare tutti quei vecchi decrepiti invitati che non scollano lo sguardo dalla sposa neanche per sbaglio?
E, sopratutto, Rufy capirà che non può mangiarsi una torta nuziale da solo?
O che Sanji non se ne fa nulla di un trattore?
O che nessuna parentela lo rende cugino di un eventuale futuro nascituro?
O che bisogna aspettare gli sposi prima di pranzare?
Incrociamo le dita e immergiamoci nel SaViola con un matrimonio, per l'appunto, disastrosamente delizioso e deliziosamente disastroso.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro, Sanji, Violet | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un matrimonio disastrosamente delizioso e deliziosamente disastroso! 

Sanji era tutto un fascio di nervi.
Casa sua era il delirio totale in quel frangente.
Gente che andava e veniva, i bambindi della vicina che piangevano come dei cuccioli di lupo e cibo e birra sparsi da tutte le parti.
E si domandava, il biondo, chi glielo aveva fatto fare di tenere l'addio al nubilato proprio a casa sua.
-Allora!- esclamò un ragazzo alto, carnagione abbronzata, capelli ricci e naso lungo, sollevando uno di quei calici che si usano a capodanno pieno di champagne -Un brindisi al futuro sposo!-
Risatine pacate, ghigni estroversi e commenti eccitati e senza senso si sollevarono per la casa.
-Síí- Urlò uno tra gli invitati, un ragazzo -uomo, anche se non si direbbe- moro, con una piccola cicatrice sotto l'occhio sinistro, decisamente esaltato, ubriaco di risate più che di alcool.
E Sanji sorrise, facendo tintinnare il bicchiere prima con il boccale pieno di birra del suo testimone e poi con i calici degli altri.
-Era ora che ci togliessimo questo don giovanni dalle scatole!- lo derise un ragazzo dai capelli stranamente verdi, appollaiato per terra, accanto al divano.
Il verde fu appoggiato da uno biondo e da uno moro, rispettivamente Sabo e Ace, i due fratelli di un certo esaltato ben conosciuto e stimato da tutti loro.
-Ora dobbiamo sistemare solo Brook!- commenta il nasone di prima, Usop.
In effetti un po' tutti, una volta fidanzati, si erano stancati di un certo cuocastro biondo e di uno pseudo spadaccino dalla capigliatura afro pervertito che non facevano altro che fare commenti decisamente indesiderati sulle loro fidanzate.
Commenti del tipo "Ma tu hai mai visto la sua mutandina?" o, ancora "Quelle bellissime dee sono sprecate con tipacci come voi" ma potremmo continuare, eh!
-Yoyoyo...magari fosse possibile...- rise in modo strano il ragazzo scheletrico, per poi chinare la testa, depresso dalla sua stessa frase.
Un ragazzino bassotto gli si avvicinò, cercando invano di consolarlo, mentre Usop sospirava con tanto di gocciolone dietro la testa.
-Perché deve sempre fare certe battute?-
E Sanji rise amaramente, perché l'alcool gli faceva quest'effetto.
Lo intontiva, lo stordiva, ma, sparattutto, lo rattristava.
L'alcool, la birra e il sake scorrevano come fiumi in piena.
E tra un brindisi, una battutaccia, qualche monosillabo in risposta da parte di Law, cugino di Violet, tutti gli invitati si ritrovarono -ubriachi marci- a poltrire in qualche angolo oscuro e polveroso della casa.
Come Rufy che, all'Alba del giorno dopo, fu trovato a sonnecchiare nella vasca da bagno e Chopper nel lavandino.
Ed è inutile precisare che il mattino seguente, il giorno del matrimonio, Sanji stava impazzendo.
-Zoro! Razza di ubriacone che non sei altro!- urlò dall'altro lato della casa, mentre cercava di infilarsi il pantalone.
-Cosa vuoi, sopracciglio a ricciolo?!- lo derise il ragazzo.
Sanji imprecó tra i denti, balzando in piedi e abbottonandosi, finalmente, il pantalone di velluto nero.
 -Voglio che il mio testimone si muova, mancano solo quaranta minuti al inizio del matrimonio!-
Eppure quell'incapace di un barista del suo testimone ghignó -Sta tranquillo, cuocastro, in chiesa stanno tutti aspettando te!-
E Sanji si chiese -per la milionesima volta- cosa ci trovasse la bella Nami-San in uno zoticone come quello.
Inaspettatamente, poco dopo il biondo sorrideva innamorato, perché mentre cercava di figurarsi la bella Nami-San all'altare, vestita del suo splendido abito rosa corallo degno di una testimone del suo calibro, un'altra immagine, decisamente meravigliosa, aveva preso posto nel suo cervello.
La figura di Viola, a dir poco splendida nell'abito bianco, pieno di tulle, strass e cose varie -non ché Sanji lo avesse mai visto, il vestito della sposa, ma se lo immaginava così, vallo a capire il perché- truccata di tutto punto, e con i capelli acconciati per l'occasione.
Ma, cosa che la rendeva ancora più meravigliosa, con un bel sorriso vero, solare e innamorato a sollevare gli angoli delle labbra.
Perché Sanji sapeva che, all'altare, Viola lo aspettava con il sorriso migliore che mai e poi mai avrebbe potuto fargli.
Mille volte meglio di quando, con le lacrime agli occhi e il cuore che batteva a mille, aveva accettato di sposarlo.
Sicuramente imparagonabile con quello rivortogli quando aveva accettato la richiesta di fidanzamento del biondo.
-É permesso?- a distogliere il biondo cuoco dai suoi pensieri fu una voce a dir poco divertita, eppure calda e scontrosa.
E se fosse stato qualcun'altro, tipo quell'idiota ubriacone di un marino, Sanji avrebbe ringhiato per l'infelice interruzione.
Proprio come se lo avessero svegliato dal sogno migliore della sua vita.
Ma visto che l'uomo che si apprestava ad entrare nella abbastanza spaziosa camera da letto che Sanji e Viola condividevano era niente meno che Zeff, colui che lo aveva cresciuto come un figlio, che gli aveva dato un tetto, del cibo caldo, un letto e un lavoro, Sanji sorrise.
-Cosa ci fai qui?- domandò cortese, continuando a rigirarsi tra le labbra una sigaretta rigorosamente spenta.
Perché Sanji non poteva permettere che il completo scuro da matrimonio puzzasse di fumo, non dopo tutto il casino che aveva fatto per assicurarsi che il completo grigio chiaro del testimone non portasse l'odore di tutte le birre e il sake che il marimo si era scolato.
-Sono venuto a dare i miei auguri più sinceri agli sposi- 
L'uomo anziano, dall'espressione perennemente stanca e imbronciata che le moltitudini di rughe davano al suo viso, sorrise di rimando, avvicinandosi allo sposo e prendendo ad armeggiare con i lembi della cravatta blu scura.
-Beh grazie tante- mormorò Sanji, lasciando il controllo a Zeff.
-Verrai in Chiesa, vero?- chiese poco dopo, impaurito che l'uomo decidesse di andarsene subito dopo gli auguri.
L'uomo, in risposta, sollevò un sopracciglio, arricciando il naso e assunse un espressione appena appena cupa.
-Ovvio-  fu tutto ciò che si lasciò sfuggire.
E Sanji non chiese altro, tanto sapeva benissimo che, avendo organizzato il pranzo matrimoniale al Baratie, Zeff ci sarebbe stato.
Poi se dietro ad un bancone, in cucina o come cameriere, non lo sapeva.
Restarono in silenzio per pochi minuti, il tempo che l'uomo annodasse la cravatta del ragazzo per poi separarsi.
Sanji gettò un occhiata all'orario che portava la sveglia appoggiata sul comodino.
Le nove meno venti.
E poiché la cerimonia sarebbe iniziata alle nove e venti precise, Sanji doveva muoversi.
Si guardó nuovamente allo specchio: i capelli biondi che profumavano dello sciampo fatto meno di mezz'ora prima e le ciocche corte che giusto ieri avevano subito un taglio netto.
Insomma, con la giacca nera, la camicia bianca, la cravatta blu scura, la piccola e fragile viola all'occhiello, il pantalone che scendeva senza piegne sulle gambe e le scarpe nere appena lucidate Sanji sembrava un modello.
 Tolse velocemente la sigatetta dalle labbra sottili e neanche tanto screpolare, posandola sul posacenere.
-Credevo che stessi continuando a fumare- buttò lì la prima cavolata che gli venne in mente, Zeff, probabilmente bisognoso di sentire qualcos'altro oltre ai rumori molesti di un Sanji che si muoveva scomposto nella piccola camera.
-Ed infatti è cosí- gli diede corda il biondo, senza voltarsi, però.
-Ma dovevo evitare che i vestiti puzzassero di fumo- spiega, aggiustando il colletto della camicia.
-Io cominciò ad avviarmi, vedi di non fare tardi, altrimemti la sposa ti sbrana.-
Sanji rise appena, consapevole che se avesse fatto tardi non sarebbe stata Viola ad incazzarsi ma Nami, principalmente, ed anche il padre della sposa, ovvio.
I due cuochi scesero insieme al primo piano, ma poi si divisero, uno andò verso la porta, mente l'altro andò a cercare per la casa il proprio testimone.    
-Zoro! Dove cribbio sei finito?!- urlò Sanji appena mise piede nel salone della cucina 
-Possibile che tu riesca a perderti anche a casa mia!?- tuonò indispettito il biondo.   
In risposta ricevette solo un sonoro "merda!" e un rumore simile a qualcosa che si rompe.
Più precisamente, qualcosa di fragile che va in mille pezzi e che lo convinse a mettersi ala ricerca del suo testimone.
Forse, e dico forse, se non lo avesse fatto non sarebbero arrivati in ritardo.




Note Autore!
Allora...questa storia in origine era un'unica one-short ma poi mi sono resa conto che: 1 sarebbe venuta troppo lunga e 2 se non la pubblicavo ora non l'avrei pubblicata mai più.
Inoltre oggi mi è vevenuta l'idea malsana ddi rileggere le recensioni che pazienti autrici mi hanno lasciato e mi é venuta una voglia matta di pubblicare questa storia!
Ringrazio in anticipo chi leggerà e spero che vi piaccia tanto quanto vi è piaciuta "La curiosità uccide il gatto."
 

 
   
 
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