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patriarchi e focolari :
l’apprendista
in catene
"... il
mondo si divideva
per me in tre parti, e nella prima io, lo schiavo, vivevo sottoposto a
leggi
concepite solo per me alle quali, senza saperne il motivo, non riuscivo
del
tutto ad adeguarmi, poi c'era un secondo mondo infinitamente lontano
dal mio in
cui vivevi tu, occupato a dirigerlo, a impartire gli ordini e ad
arrabbiarti se
non venivano eseguiti, e infine un terzo, dove il resto
dell'umanità viveva
felice e libera da ordini e da obbedienze"
Novembre
1755
Saint-Cloud
, Parigi
Chiunque
andasse a cavallo o passasse con la carrozza verso ovest , lontano da
Ile-de-la
Citè, vedeva
imperare , oltre un cancello
gotico di fiori , un’ insolita
struttura classica. Un polposo
viale di querce mostrava,
inquietante
binocolo, la facciata templare greca.
Colonne
ioniche troneggiavano da una massiccia scalinata sorreggendo la loggia
di un
pronao che ombreggiava il portone d’accesso.
“ La
fortezza di Deifobe”, chiamata così da tutti i
nobili, veniva vegliata
all’entrata da una terrificante
statua
della sibilla cumana che scrutava minacciosamente qualunque ospite
chiedesse
responsi. La donna anziana, d’angosciante bellezza e avvolta
in un pesante peplo,
si diceva fosse stata scolpita nelle
Fiandre da Jean de Boulogne e portata a Parigi dai proprietari del
palazzo…Quella
nobile famiglia era talmente potente che ordinò di
riprogettare l’intera
dimora, nel sedicesimo secolo,
all’architetto Jacopo Barozzi ,
uno
degli artisti stimati da re Francesco I
che lavorò ai cantieri di Fointanebleau. I
raffinati locali interni,
vantavano alcuni affreschi di Rosso Fiorentino
e Francesco Primaticcio che rappresentarono episodi
dell'Iliade,
dell'Eneide e degli Argonautica.
Lo stemma di un maestoso cervo,affisso al testone del pronao, recava inciso il loro nome, la loro progenie sorvegliata dall’animale sacro alla vergine Diana.
Il vento che defluiva, tra le foglie degli alberi, rendeva la sera nascente già paurosa di affrontare le ore del suo viaggio.
Le vetrate della sala da pranzo riflettevano quella liquidità bluastra invernale che forse avrebbe spruzzato le prime nevicate.
- Victor Clement! - esclamò il conte Frédéric Claude, generale dell’Artiglieria Reale – t’incanti davanti la finestra? La cena è già a tavola!
- Su, tesoro vieni – mitigò dolce la contessa Ivonne – la minestra si sta raffreddando.
- Scusatemi …- disse il bimbo che si mostrava maldestro in quel completino bordò troppo serioso per la sua età.
- Non ti preoccupare – tranquillizzò la bella donna prendendolo in braccio e aiutandolo a sedersi sulla grande sedia accanto a sé.
- Arrivi al piatto?
- Christine – chiamò la giovane donna alzandosi – potreste portare per favore un altro cuscino?
-State comodo, signorino?
-Grazie, nounou Christine – rispose timido lui temendo di spazientire il padre – ce la faccio, adesso.
- Suvvia, Ivonne – sospirò l’uomo con sarcastico affaticamento – è giusta la vostra premura ma credo che alcune volte dimentichiate che Victor ormai ha già superato l’età in cui le gambe sono incapaci di camminare diritte.
- Frédéric – rispose autorevole e calma – ho semplicemente notato che questa sedia è inadeguata per un bimbo. È troppo grande e ogni volta abbiamo bisogno di cuscini…
- Quante sciocchezze…nostro figlio è in grado di adeguarsi a tutto. Non è manchevole di alcuna capacità e non possiamo rischiare che la mollezza lo appanni.
- Avete ragione- ribatté cupa la contessa- anche giocare un po’ , giusto qualche minuto, è deleterio per la mente di Victor che già inizia a studiare latino.
- Dovreste essere felice…prima impara ad affinarsi meglio è. Gli consento di partire avvantaggiato.
- Sono lieta che lui apprenda adesso ciò che gli altri ragazzini fanno dopo…però credo si potesse perfettamente aspettare e avanzare per gradi…ha solo sei anni.
- Non sto applicando nessun precetto maligno e neppure anomalo – ribatté l’uomo arrochito – la mente di un bambino adesso è più ricettiva e fresca. Vedrai che Victor, da grande, raggiungerà vette d’eccellenza e sarà più avanti degli altri. Dico bene?
- Sì, padre – rispose il bimbo fingendo un contegno che mascherava scettico imbarazzo.
- Cosa ti raccomando sempre?
- La mente deve essere lucente come una lama e un vincitore non deve mai rompersi la schiena contro il suolo.
- Bravo – approvò il padrone – inoltre non solo possederai un’anima colta: diventerai un vero uomo di spada. Te la stai cavando discretamente…però alcune volte sembra che tu abbia paura di colpire l’avversario…e cadi all’indietro.
- Beh è che…devo migliorare a tenere molto ferma l’elsa e…a capire i punti deboli dell'altro spadaccino.
- Ricordati Victor che riflettere eccessivamente, durante un duello, può costare caro.
-Però – obiettò in un piccolo guizzo di ribellione- se non ho tempo di osservare come sconfiggo il nemico?
- Figlio mio – rise il conte traboccante d’inquisitoria sufficienza – il difficile è trovare un punto d’incontro tra il cervello e le braccia. È d’obbligo velocizzare i ragionamenti e farli scivolare sulla punta della lama.
- Victor…hai presente ora che stai imparando a suonare la chitarra? All’inizio ti sembrava difficile pensare e pizzicare le corde contemporaneamente, perché prima calcolavi per troppi minuti le note e dopo sbagliavi…adesso stai migliorando e hai l’impressione di non pensare tanto quando suoni... non fai più gli errori di prima.
- Interessanti le vostre soavi similitudini – appurò canzonatorio e regale - paragonare l’insegnamento della spada all’apprendimento della musica…entrambe elevati arti, certo…peccato che nell’esercito non si suonino ariette di melodrammi ma si scandiscano marce e ordine.
- Se non erro, caro, la musica ha, fin dall’antichità, fatto parte dell’educazione dei nobili…Apollo era sia un temibile arciere che il più sublime dei musici.
- Vi rammento che non abitiamo, purtroppo, nell’Arcadia o a Delfi…vostro padre non aveva bisogno di prendersi tanto disturbo per regalare una chitarretta così pregiata...
- A proposito…il conte Sanchez sta bene?- chiese il militare con gelido garbo - Siete andata a fargli visita spesso ultimamente.
- Lui, per fortuna, gode di perfetta salute – replicò la moglie riprendendo la calma e guardando il contorno di fresche verdure che abbracciava la carne - Era da tanto poi che non vedevo mio fratello che ora abita Lione.
- Sì…ricordo…mi avevate tra l’altro accennato ai danni che hanno colpito la vostra tenuta…
- La casa deve essere ristrutturata da cima a fondo e il sistema di irrigazione dei campi contigui aveva presentato alcuni problemi…adesso abbiamo assunto naturalmente personale di competenza tecnica. Agrimensori, geometri, architetti. C’è stato un continuo viavai.
- Le manutenzioni sono un bell’impiccio…d’altronde se si vuole vivere su fondamenta solide...
- I lavori procedono zelantemente.
- Immagino che l’ architetto Gerard Touluse sia abile e degno di fiducia.
- Sì…assolutamente…- reagì rinnovando il contegno - lo conosciamo da molto tempo.
- Da prima del nostro matrimonio?
- È un amico di famiglia e i miei genitori hanno ininterrottamente nutrito per lui una profonda stima.
- Peccato che non abbia qualche cappella o atrio da lasciargli restaurare…- interruppe Frederic accartocciando i pensieri del figlio - sarei proprio curioso di vederlo all’opera… Diversi miei colleghi ne parlano bene…una bella carriera non c’è che dire. Chi l’avrebbe mai detto? Il figlio di due commercianti di provincia…architetto insigne…
- Il talento sboccia in qualunque dimensione, Frédéric…non privilegia né la terra, né il cielo. Non mi sembra che Michelangelo e Leonardo fossero figli di duchi o conti.
- Certo…certo…mi auguro che questo Gerard abbia anche talento nella finezza e nel garbo che serba al… prossimo.
- Sono uomo molto paziente, Ivonne…Evitate di allontanarvi da Saint-Claude nei prossimi giorni …Sapete…Victor si distrae spesso se non ci siete.
- Credete che io voglia abbandonare questa casa?!
- Mi limito a dare suggerimenti, cara. Alcune volte i battiti del cuore sono talmente forti che sembra picchino il cervello e demoliscano i timpani.
- A proposito… - riprese indurendo di nuovo le sottili labbra - avete provato un qualche leggero malessere in questi giorni…in questo mese?
-
Io…non ho
avvertito… Né emicranie, né nausee,
né strano appetito verso un certo cibo.
- Vi siete sottoposta ad una visita medica?
-Il dottore ha detto che…è tutto nella norma.
- Quindi…?
- Ancora nulla.
- Perché deve essere un’impresa?
-Sono cose che possono accadere, Frédéric…ci vuole tempo.
-Ivonne. Vi rammento che in questi sette mesi non mi avete portato alcuna lieta notizia, né sembra che desideriate coinvolgervi seriamente.
-È l’ansia che vi procura queste impressioni.
-È una fantomatica impressione che voi scappiate?
-Io non ho l’abitudine di fuggire – affermò ella con inclinazione tentennante - È che non amo distruggermi in battaglie continue.
- La vostra bellezza è accresciuta, siete più disinvolta, avete un’ammirevole compostezza che v’invidiano tutte…- musicò velenoso prendendo la mano della moglie- eppure io vedo in quegli occhi la fanciulla che ho portato all’altare.
- Io non sono di ferro ed è normale che possa stare qualche volta poco bene.
-Qualche volta? È una coincidenza che diciate d’avere mal di testa o d’essere indisposta quando dovreste rispettare i vostri doveri?
- Io li rispetto fin troppo.
- Evitate i vittimismi da santa. Sapete che non vi si addicono.
- Il ruolo di Conte regnante vi sta a pennello.
- Victor. Sono le otto. È ora che ti prepari per andare a letto.
- Ma…padre…- obiettò l'altro delicatamente - io vado a dormire alle nove e mezza.
- Christine. – venne troncato secco- Accompagnate nostro figlio nella sua camera.
- Frédéric – sibilò la madre - Non c’è alcuna fretta!
- Ivonne. Domani si deve alzare presto. Lo attende il precettore e ha lezioni di scherma.
-Noi dovremo andare al Parco di Saint-Claude!
-Mi dispiace, cara. Sono stato intempestivo nell’avvisare il cambio di programma. La prossima volta sarò più diligente.
-Tranquillo tesoro…usciremo nel pomeriggio.
-Su, signorino venite.
***§***
Ancora
mezzanotte.
Solo stelle
che perdevano acqua.
La camera
rintronava di silenzio e tappezzerie di fiori finti.
Ancora
silenzio e tappezzerie.
Solo fiori
disegnati e piatti.
Le
tende
della finestra erano leggermente scostate per far infiltrate un remo
pallido di
luna che nuotava paralizzato sulle piastrelle.
Croci
scivolose e asettiche, ombre delle vetrate strisciavano a terra
allungandosi
impercettibili.
Il
baldacchino di raso rosso pareva una rete pronta a catturarlo in un
qualsiasi
attimo di distrazione procurandogli una fine da coniglio.
Si chiamava
Victor , vincitore...Il
luccicore dei fasci littori che si levano al termine delle battaglie,
l’aroma
dell’alloro che cinge il capo degli eroi…
L’aquila d’oro che sovrastava il nome
di Roma…Tutte
quelle onorificenze, che aspettavano di materializzarsi su una bella
divisa,
pesavano sulla sua azzurrina veste da notte.
-
Avanti.
- Signorino Victor…state bene? – gli domandò preoccupata – prima ho sentito che eravate uscito dalla vostra stanza e poi siete tornato qui…
- Nounou Christine…- lamentò mogio- non ho sonno.
- Vi porto una tazza di latte?
-
Va bene.
- Nounou… la mamma può venire da me?
- Mi dispiace…- mormorò pulendo con un fazzoletto la bocca del bimbo marchiata di latte- Madame è …con vostro padre.
- Oh…lei mi legge le fiabe e si mette pure a dormire qui qualche volta…
- Purtroppo signorino non so leggere…- confessò dispiaciuta la balia.
- Però…- obiettò con tenero cruccio - tu sai qualche storia…te le raccontavano anche a te da bimba?
- Oh..certo!- rise lei accarezzandolo- conosco quelle del mio vecchio villaggio.
- Nounou - le borbottò con la testa poggiata sul suo petto che profumava di dolce pasta- Non dire niente a mio padre. Lui dice che io sarò un uomo e non devo stare tanto attaccato a maman.
- Signorino….- rivelò prendendogli scherzosamente il faccino tra le mani- mio padre diceva che un bambino amato dalla propria mamma sarà senza dubbio un uomo valoroso. Perché saprà proteggere e adorare le fanciulle come un cavaliere. Anche senza spade.
- Non vedo l’ora di saper suonare la chitarra!
- E’ un bellissimo strumento.
- Già…ti prometto che farò canzoni con tante favole tue e della mamma…
Spero che abbiate apprezzato quest’altra digressione ( non particolarmente serena XD )
L’ultima parte del 4 capitolo vedrà ….la nascita di Oscar!!!
Non so dirvi la data precisa…ma entro la fine di giugno mi auguro di aggiornare ( è un po’ un periodo di intasamento esami ^^”)