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Autore: amai_pinku    02/06/2017    0 recensioni
Da quando lui non c'è più Kuroo cerca di sopravvivere.
Ormai la sua è una non-vita.
Dal testo:
Ti svegli nel cuore della notte.
Sei totalmente fradicio di sudore.
Lo hai sognato di nuovo.
Ancora quella notte, da 49 anni.
Non ce la fai più.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Finché morte non vi separi


« Purtroppo tre giorni fa è venuto a mancare un giovane amato da tutti »

Così lo fa sembrare un incidente.

« Cose come queste sono sempre orribili, ma quando succedono senza alcun preavviso possono arrecarci ancor più dolore »

Gli indizi c'erano, sono io che non sono riuscito a coglierli.

« Ma c'è sempre un disegno divino per tutti, dobbiamo avere fede e sperare che questo giovane adesso sia in un posto migliore. Non profaniamo la sua memoria con tristezza e dolore, bensì ricordiamolo con la gioia di una nuova vita »

È morto.

« State attenti ai vostri figli, capite i loro problemi affinché cose come questa non succedano più. Sono cose orribili queste »

Chiamala col suo nome.

« Ciò che è successo a lui capita a molti giovani e questo fatto è preoccupante, anzi davvero terribile. Cose terribili come queste non devono più succedere »

Suicidio.

« E ora andate in pace »

Che schiocchezza.

***

Vede una fila di persone fare le condoglianze alla madre.
Per lo più sono vecchi che ha visto solo qualche volta.
Ci sono alcuni compagni delle elementari e una piccola parte della squadra di pallavolo della Nekoma, gli unici che probabilmente lo conoscevano un po' di più.
Ma a quanto pare non abbastanza.
Poi c'è lui, lui che si vantava di cogliere ogni sua emozione con un singolo sguardo.
E invece è morto.
Perché non è riuscito a mantenere la promessa.
Non è riuscito a stargli sempre accanto.
L'ha ucciso lui.
Si sente prendere la mano e si gira verso la sua donna.
Lei gli sorride debolmente, probabilmente non sa cosa dire.
Non può biasimarla.
Le stringe la mano di rimando, grande quanto basta per proteggere quella di lei.
Uno scudo perfetto.

« Sei stanca? »
« No…possiamo restare ancora un po' se vuoi »

Annuisce, guardando di sbieco il pancione coperto dal vestito nero.

« Sai, ci vuole qualche mese per fare la lapide, perciò quando uno muore così all'improvviso è solo coperto dalla terra »

Dice, guardando quel tratto più scuro. Senza nulla.
Nemmeno una misera targhetta.
Kuroo se ne rende conto in quel momento, quando aggrottando le sopracciglia osserva quel pezzo di terra, i funerali non sono fatti per i morti, così come i sepolcri, ma sono fatti per i vivi.
Per tenere vivo il ricordo dei cari ormai deceduti, per avere un qualche legale con loro.
Sono un'illusione che ci fa pensare che in qualche modo possiamo ancora dialogarci, sentirli vicini.
Ma non è così perché lui non potrà più guardare Kenma giocare, non potrà più accompagnarlo al lavoro, non potranno più mangiare insieme.
Non potrà più dirgli cose che avrebbe voluto dirgli tanto tempo fa.
Non potrà dirgli che probabilmente ha fatto molti errori.
Errori voluti, di cui non si pente completamente, ma errori che forse avrebbero fatto in modo che Kenma non si tagliasse le vene.

Quando Kenma gli aveva detto che lo amava lui ha preso la sua decisione. Non è stata una decisione sbagliata, lui la ama, ma forse è stata quella più comoda.
Era più comodo amare una donna, avere una famiglia normale.
Allora con Kenma ha giocato ai migliori amici, senza accorgersi di nulla, o forse senza volersi accorgere.
Kenma voleva uscire sempre meno.
Il lavoro in quel periodo era particolarmente stancate.
Metteva sempre felpe lunghe.
Fa freddo. Si, ma d'estate?
Sta dimagrendo un sacco.
Kenma è sempre stato un tipo che non mangiava tanto, ora che vive da solo ha semplicemente meno voglia di cucinare.
Kenma non ha amici. Si ne ha.
E chi c'è al funerale? Il lattaio dove va sempre la madre.

« Mi incammino verso la macchina, tu resta qui se vuoi »
Lascia la sua mano e subito sente il gelo.
È grato, ha capito che vuole stare da solo.
Ha capito che in quel momento un po' la odia.
Ma mai quanto sè stesso.
È stato cieco.
Apre la tracolla con cui è venuto, estraendone un foglio bianco.
Inizia a piovere.
La pioggia bagna il suo volto e macchia il foglio che ha lasciato sulla tomba: Kozume.

***

È notte e la brezza estiva sfiora delicatamente la sua pelle.
È ridicolo come il mondo sembri così sereno mentre lui si sente così…vuoto.
È come un vegetale, non prova rabbia o tristezza o rimpianto.
Non prova più niente.
Anche quando accarezza la pancia di sua moglie non riesce a provare nulla per quell'esserino che tra qualche mese lo farà diventare padre.
Con Kenma non sarebbe potuto essere padre.
Non in quel modo.
Forse non gli andava bene, ha sempre sognato insegnare a suo figlio a giocare a pallavolo.

« Non riesci a dormire? »
« No »
« Sai…io ti capisco, però non è colpa tua. Non puoi lasciarti andare così... »
Vede tristezza nei suoi occhi.
Ancora una volta sta facendo soffrire la persona che ama.
Lei prova a baciarlo, ma Kuroo si scosta.
Dormono verso parti opposte e senza saperlo su entrambi i volti scendono lacrime silenziose.

***

Si sono separati. È stata una scelta condivisa da entrambi perché ormai non riuscivamo più ad andare avanti così.
Non la biasima, infondo ormai lui non è più l'uomo che aveva sposato.
Suo figlio adesso ha tre anni e lo vede due volte alla settimana. Quando è insieme a lui si sforza di essere più allegro, e quella creaturina paffuta gli rende tutto più facile.
È impossibile non amarlo.
Intanto ha perso il sul posto in league.
Un infortunio ha segnato la parola fine alla sua carriera di pallavolista professionista.
Beve di più da allora, è come se anche l'ultima cosa che condivideva con Kenma fosse crollata.
Il suo mondo sta andando a pezzi e sembra sempre più difficile rimettere insieme i cocci.
Però ha deciso di diventare un poliziotto.
E stato codardo quella sera, non vuole più esserlo.
Ha frequentato l'accademia e ci è riuscito.
È orgoglioso del suo distintivo, e anche suo figlio, che cerca sempre di rubargli il berretto.
Ogni lunedì va sulla tomba di Kenma.
C'è una lapide con la sua foto.
Non sorride neanche lì, ma sembra sereno.
Una volta al mese poggia sopra la lapide un nuovo gioco per la sua console preferita.
È ridicolo, ma è un po' come il sepolcro.
Un simbolo della sopravvivenza.

***

Oggi suo figlio si laurea e lui è capo della polizia.
È fantastico vederlo con quella laurea in medicina in mano.
Ne è davvero orgoglioso.
I capelli stanno diventando un po' più brizzolati e c'è qualche ruga intorno agli occhi. Nulla di grave, anzi a sentire i poliziotti più giovani questi elementi lo fanno sembrare ancor più rispettabile.
Sono passati 26 anni dalla morte di Kenma.
Kuroo ha preso l'abitudine di andarci a parlarle.
Gli racconta ciò che succede nella sua vita, le cose banali, quelle più importanti, quelle tristi e quelle felici.
E anche adesso gli sta dicendo di quando sia orgoglioso di suo figlio, e anche del giovane poliziotto sotto il suo comando, che ieri si è sposato.
Lui però ha partecipato solo alla celebrazione.
Da 26 anni non va più a nessuna festa.

***

Lo chiami al cellulare, ma non risponde.
Dovevate vedervi al cinema 30 minuti fa, ed è strano che Kenma faccia così tanto ritardo senza nemmeno avvisare.
Vai a casa sua.
Suoni al campanello e non ricevi risposta.
Sbuffi spazientito chiamandolo ad alta voce.
Lo sai che è lì e tutto d'un tratto un brutto presentimento ti fa contorcere le viscere.
È orribile perché e come se una mano invisibile ti stesse stringendo i polmoni senza darti la possibilità di respirare.
Ma è solo una sensazione.
Sarà meglio andare a casa.
Chiami l'ascensore, ma la brutta sensazione non ti vuole dare pace.
Fanculo.
Prendi a spallate la porta.
Ripagherai i danni.
Quando finalmente riesci ad entrare vieni accolto dal silenzio.
Fai un sorriso sghembo.
Lo sapevi, era solo una stupida sensazione.
Ad un tratto però senti qualcosa.
Dell'acqua che scorre?
Ti avvicini al bagno con cautela e chiami Kenma.
Nessuna risposta.
Deicidi di aprire lentamente la porta del bagno.
Sgrani gli occhi mentre vedi l'acqua fuoriuscire copiosamente dalla vasca.
E con essa fiotti di sangue.
Ti avvicini velocemente alla vasca e trattieni un urlo, terrorizzato.
Arretri immobile e inciampi sul cestino della biancheria sporca, cadendo all'indietro.
Urli e senti i conati di vomito sempre più forti.
Non vuoi avvicinarti alla vasca.
Hai paura.
Sai bene cosa hai visto.
Sei completamente immobilizzato dalla paura.
Gli occhi sono sgranati, quasi fuori dalle orbite mentre una chiazza inconfondibile avanza lungo la patta dei pantaloni.
Ti ci vogliono parecchi minuti prima di riprenderti e con voce incrinata riesci miracolosamente a chiamare un'ambulanza.
Come se potesse fare qualcosa.
Quando arriva non hai neanche avuto il coraggio di chiudere l'acqua della vasca che sta ancora bagnando il bagno.
Quando i crocerossini prendono il corpo esamine di Kenma tutto quello che vedi sono i suoi occhi, grandi, spalancati, ma vuoti.
Sembrano fissarti, come a puntarti il dito contro.
Perché Kuroo? Perché mi hai ucciso.
No...non sei stato tu, è solo stato un errore...solo un erorre...solo un grande err...

« AHH »

Ti svegli nel cuore della notte.
Sei totalmente fradicio di sudore.
Lo hai risognato.
Ancora quella notte, da 49 anni.
Non ce la fai più.
Accendi la luce e ti avvicini cautamente alla cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Ormai non sei più un ragazzino, hai 74 anni.
Eppure i fantasmi esistono ancora.

***

« ...ma io vi dico, non siate tristi! Egli fu un uomo dall'onore inestimabile, amato da molti e odiato da nessuno. Se ne andato in pace, col sorriso sulle labbra, non dobbiamo essere tristi quindi, una vita migliore lo ha accolto. E ora andate in pace »

C'è tutto il corpo di polizia dentro quella piccola chiesa.
In prima fila l'ex moglie con il figlio che cerca di trattenere le lacrime.
Ha in braccio i suoi figli. La primogenita ha ereditato gli occhi di Kuroo.

Un uomo onorevole. È così che sarà ricordato. È giusto che sia così perché quando moriamo tutti i nostri errori vengono come cancellati, sono sempre persone brillanti ad andarsene.
Che portò al suicidio la persona che amava nessuno se lo ricorderà, perché non va fatto.
Che per 58 anni è stato solo un sopravvissuto, senza mai vivere, nessuno lo nota.
Bisogna ricordarsi dell'ex capo della polizia, morto alla veneranda età di 83 anni, amato dal figlio e dai nipoti, rispettato dai colleghi e dai superiori.
L'uomo che ogni mattina prendeva il giornale e che con un gioco di quelle vecchie console si incamminava tremolante verso il cimitero.
Dei sensi di colpa nessuno se ne ricorderà.
Anche Kuroo che ormai è morto.
Però prima di esalare il suo ultimo respiro ha espresso la volontà di essere sepolto vicino a Kenma.
L'ex moglie lo ha capito e ha accettato la sua richiesta.
La sua tomba ha subito una lapide ed è piena di fiori colorati.
Nettamente a contrasto con la tomba ben più spoglia di Kenma.
Nessuno si ricorderà delle doti di quel ragazzo, è passato alla memoria come “il povero sciagurato che ha deciso di togliersi la vita”.
Ma ormai non ha più importanza.
Non quando la giovane nipotina posa un girasole sulla tomba del nonno, e uno anche su quello di Kenma, perché le fa pena quella tomba così spoglia.
In fondo il sepolcro non serve al morto.
Serve per i vivi.
E ora Kozume e Tetsurou potranno stare sempre insieme nell'eternità.
Almeno che voi non ci crediate.














Angolo autrice

Cosa succede quando dopo aver visto una puntata di 13 studi I Sepolcri di Foscolo? Questo.
Questo che non so bene come definire, probabilmente un esperimento, probabilmente un “scriviamo tutto quello che mi passa per la mente e poi pace”.
Credo di aver letto qualche storia sulla morte di alcuni personaggi, però di solito non ci si sofferma troppo sul dopo.
Io ho provato ad immaginarmi un eventuale non-vita di Kuroo, decidendo di escludere anche il suo suicidio.
Comunque devo ammettere che è stata una storia piuttosto strana da scrivere, e mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensiate, perché io non ho per niente le idee chiare ahahah.
Comunque ho cercato di esprimere meno sentimenti possibili di Kuroo perché è ciò che me lo immagino: vuoto.
Anche il non voler nominare o descrivere altri personaggi è voluto: per Kuroo conta solo Kenma, è lui l'unico nome che gli importa.
Spero che il messaggio sia arrivato.
Inoltre la frase “i funerali non sono per i morti, ma per i vivi” l'ho ripresa da “Colpa delle stelle”. (Che aggiungiamo alla lista #mainagioia).
Ultima cosa: il titolo. È qualcosa di confuso (come tutta la fic del resto .-.) lievemente ironico nel senso che “finché morte non vi separi” è la tipica formula del matrimonio, ma qui, in parte, un rifiutato amore è proprio ciò che fa morire Kenma, quindi non c'è alcun matrimonio, ma anzi è la sua mancanza a creare la morte. Poi comunque non voglio banalizzare la morte di Kenma con una friend-zone, dietro ci sono anche altri motivi, più profondi, che non ho voluto approfondire per non appesantire ulteriormente la trama.

Alla prossima
K


P.S. Poi l'altro giorno ho scritto una IwaOi senza morti, in qualche modo dovevo pur rimediare ;) ahahaha 
   
 
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