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Autore: marte96    02/06/2017    1 recensioni
Sappiamo tutti cosa c'è scritto nella prima pagina della Genesi, ma ecco, i due primi uomini non si nascosero ma quando Dio li raggiunse, abbassano il capo colpevoli. Si stavano incamminando da soli all'uscita, perché sapevano, ormai sapevano fin troppo bene, che non c'era altro che potessero fare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Crowley
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: Eva
Personaggi: Crowley-centric, Adamo ed Eva, Dio, solo nominato Zira.
Generi: Sentimentale,Slice of Life, malinconico
Rating: verde
Avvertimenti: ho voluto inserire tematiche delicate perché, insomma se qualcuno è cristiano potrebbe sentirsi infastidito dal voler completamente inventare qualcosa sulla Bibbia, volevo solo dire che, nel caso toglierei la storia.
Introduzione/Presentazione: Nella mia mente Crowley non mi sembra molto amico delle donne, forse perché c’è ne stata una molto importante per lui.
Ringraziamenti: Questa storia era precedentemente stata pubblicata non betata, quindi i miei più sinceri ringraziamenti vanno a Losiliel per: la preziosa recensione, la beta e l'nfinita pazienza! 
https://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=906524
I personaggi non mi appartengono e tutti i soliti convenevoli.
Grazie. 
            


  Ricordava perfettamente Eva.
Che poi era il motivo fondamentale per cui non riusciva a parlare con le donne(*). 
(*era invece difficile che le donne non volessero parlare con Crowley)
 
Ricordava la sua forma tarchiata e gli occhi grandi dal colore un po' fangoso, ed il suo temperamento: forte, deciso, inarrestabile e, più d'ogni altra cosa, Eva era curiosa e piena di risorse. Non c'era voluto molto per convincerla(*), ma lei aveva voluto aspettare l’arrivo di Adamo, con quella sua aria dolce e bonaria, osservatore attento della realtà, che si perdeva in lunghissimi discorsi su quanto si potesse dividere una foglia in piccole parti o meglio ancora, se le stelle che vedeva ogni notte potessero dire dove si trovava.

(*secoli dopo il demone arrivò alla conclusione che la donna non avrebbe mai fatto qualcosa solo perché un serpentello alle prime tentazioni gli aveva cortesemente offerto la capacità di discernere tra bene e male, lei c’aveva pensato, chissà per quanto tempo, e chissà con quanta intensità)(*) 
(*tanto per chiarire che se fosse dipeso dall'uomo staremo ancora nel giardino a guardare le stelle)

La prima cosa che il compagno le aveva detto non era stata (come invece tutti credevano) "che stai combinando! Donna!” (*)
(*i primi uomini non erano in grado di far domande e neanche alcuni degli ultimi)

Al contrario, era stata una frase da cucciolo bastonato molto più simile a "chi è questo!"(*)
(*un cucciolo non dedito a fare domande sia chiaro)

Uno dei meriti di Crowley era stato quello di far nascere nell'uomo il più ancestrale dei dilemmi corporei, qualcosa che nonostante passassero i secoli, si è talmente radicato nell'animo umano che probabilmente neanche tutto il tempo del mondo potrà salvarlo: il dilemma del "perché la mia donna sta parlando con un serpente così lungo?"
Tuttavia questo diede all'uomo anche la capacità della domanda, come a sottolineare che non tutti i lunghi mali vengono per nuocere.

Poi mangiarono le mele.
Eva era stata categorica: o tutti e due o nessuno, e quando ebbero finito Adamo comprese che non era cosa giusta che la sua donna fosse NUDA vicino un così lungo altrui serpente. Eva invece sgranò gli occhi, che le si riempirono di tristezza, sbuffò e intrecciò delle foglie di fico per coprire entrambi. Lanciò una lunghissima occhiata a Crowley prima di incamminarsi sottobraccio con Adamo verso l’uscita.
Sappiamo tutti cosa c'è scritto nella prima pagina della Genesi, ma ecco, i due primi uomini non si nascosero, ma quando Dio li raggiunse abbassarono il capo colpevoli. Si stavano incamminando da soli all'uscita, perché sapevano, ormai sapevano fin troppo bene, che non c'era altro che potessero fare. E Dio parlò e disse loro ciò che sappiamo, e gli consegnò i vestiti di pelle, creando nell’uomo il primo vero sentimento di incapacità a comprendere il proprio genitore: la cosa tormenta ancora l’uomo. (*)
(*un buon esempio di questo sentimento potete trovarlo in vostra madre mentre di vi urla che urlare é sbagliato)

Poi uscirono dal Giardino e, come noi sappiamo, ebbero un regalo molto speciale, specialissimo, da parte di un angelo.

Crowley pensava spesso ad Eva.

Più di quanto volesse in verità, ripensava al suo sguardo quando aveva sgranato gli occhi e a quando si era guardata indietro uscendo per sempre dall'Eden, ricordava la tristezza, ma non una lacrima. Ricordava la tristezza, ma anche la risolutezza con cui aveva intrecciato il fico e condotto per mano il suo compagno. Ricordava la forza nel creare quanti più utensili poteva e l'applicazione con cui cercava di farli non solo utili ma anche belli. Il mondo era un luogo bellissimo ma non aveva nulla che vedere con la bellezza del Giardino, e questo Eva lo sapeva molto bene.

C'era una strana frustrazione nel creare utensili bellissimi specialmente quando, nella piccola laboriosa mente di Eva, qualcosa doveva essere usato come portavivande ed invece era più utile per cacciare.
Un giorno era nella sua capanna, e stava intrecciando la corda, quando aveva buttato tutto all'aria ed era rimasta ferma immobile come morta, ma in piedi. Vuota.
Questo in particolare Crowley lo ricordava bene, perché aveva strisciato fino alla sua gamba ed incapace di qualsiasi altro gesto, le aveva morso il calcagno, lei di rimando aveva gridato urlando come un'isterica (in effetti era proprio la prima creatura che provasse un attacco di nervi) ed aveva pianto. Ma il motivo non era certo il dolore, non quello fisico almeno. Era morto Abele, e Caino... Era lontano, perso, distante e…
Lei, lei che conosceva il bene ed il male non era stata capace di insegnarlo. Era stanca, afflitta, distrutta. Aveva dato delle vesti di pelle a Caino e gli aveva urlato contro di non farsi più vedere. Lo stava urlando al serpente: continuava a ripeterlo, come un disco rotto.
"Ho dato delle pelli a Caino, ma se solo… Se solo si presenta qua, io! Io! Io!"

Fece giusto un respiro.
"Non ha voluto la bisaccia, Crowley, è da solo nel mondo e non ha voluto la bisaccia" fu solo un sussurro, ma ciò che maggiormente ricordava il serpente fu che accompagnò quel sussurro con una carezza, la prima che qualcuno gli avesse mai rivolto. In effetti fu anche l'unica.
WOW, aveva pensato il diavoletto, questa è Eva, queste sono le donne, le madri: cattive e premurose.
Queste sono le mogli: compagne insostituibili.
Era così ammirato, che nella sua mente era certo di doversi inventare qualcosa per farle cadere, per farle cedere.

Crowley pensava spesso ad Eva.
A come l'aveva deluso in seguito, non riuscendosi più ad alzare, non riuscendo più a vincere nessuna disputa con suo marito, a come, cadendo in una lunga depressione, era diventata permissiva e mansueta.
Crowley non sopportava le donne: quelle sciocche e mansuete gli ricordavano Eva, quelle forti e tenaci gli ricordavano Eva. Quelle piccole e curiose (le detestava più delle altre): gli ricordavano la sua Eva.
Ma ancor di più le madri: perché erano esattamente come Eva.
   
 
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