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Autore: KiarettaScrittrice92    03/06/2017    2 recensioni
Juliette e Arno sono i due portatori dei Miraculous della Coccinella e del Gatto Nero. Lei è una nobildonna di buone origini, lui il capitano dei moschettieri del re.
Durante la loro battaglia contro Comt Ténèbre e l'imminente rivoluzione francese, scopriranno il loro folle e passionale amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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Il ringraziamento
13 Maggio 1789

Arno uscì dalla porta sul retro del teatro, scortando la regina e sua figlia alla carrozza. Ebbe appena il tempo di dare i suoi ossequi alla moglie del sovrano e chiudere la portiera della vettura, quando una nume viola cominciò ad addensarsi nel cielo. Il giovane capitano si guardò intorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno, dopodiché scostò un po’ la giacca della sua divisa, per far uscire il piccolo gatto nero.
«Ci tocca fare gli straordinari anche oggi. Plagg trasformami!»
Non appena ebbe assunto le sembianze feline dell’eroe in nero, balzò con un salto su una delle colonne portanti del teatro, cominciando poi a scalare l’edificio.
Arrivato sul tetto si guardò intorno, cercando non solo il posseduto da Comt Ténèbre, ma anche la sua compagna, che sicuramente si era accorta della nube malvagia. Trovò prima il nemico, era a una ventina di metri più in là rispetto a dove si trovava lui, verso nord-ovest, più precisamente in via Faubourg Saint-Martin. Era un gendarme, un soldato addestrato per gestire il normale svolgimento della vita cittadina di Parigi, che in quel momento però era lui stesso una minaccia al tranquillo scorrere della quotidianità della capitale.
Avrebbe volentieri aspettato la sua compagna, ma da dove si trovava riusciva a malapena a vedere l’uomo e una carrozza ferma in mezzo alla strada, e doveva assicurarsi che nessuno fosse in pericolo. Premette il simbolo verde a forma di zampa sul suo bastone, facendolo allungare per tutta la larghezza del viale in modo che potesse fare da ponte per collegare un tetto all’altro, ci passo sopra e non appena fu dal lato opposto iniziò a balzare sui tetti degli altri palazzi per raggiungere il suo obbiettivo.
Non appena arrivò esattamente sopra la carrozza il cuore gli sembrò si fosse fermato. Il gendarme aveva appena ferito il cocchiere con la sua spada, facendolo accasciare al suolo, mentre proprio di fianco al veicolo la bionda urlava sconvolta e lei, lei guardava l’uomo con aria severa e mostruosamente combattiva, senza nessuna paura. Era stupenda, anche davanti a una minaccia del genere riusciva a non perdere il controllo. Quella grinta però non poteva avere una svolta positiva, il gendarme si stava avvicinando alle due giovani nobildonne e lei era disarmata, nonostante il suo sguardo di fuoco.
Con un balzo atterrò nel viale proprio tra loro, bloccando con il suo bastone la spada della guardia cittadina.
«Andate via, mettetevi al riparo.» disse, intraprendendo uno scontro col nuovo nemico.
«G-grazie Chat.» la sentì sussurrare, prima di prendere per il braccio l’amica e portarla via.
Era talmente concentrato nello scontro che si rese conto solo qualche secondo dopo, quando le due ragazze avevano svoltato l’angolo, che lei l’aveva chiamato usando il suo nome da eroe. Com’era possibile che lo conoscesse, in quei mesi lui e Coccinelle erano stati attenti a combattere sempre nel più totale anonimato, nel tentativo di non allarmare la capitale: perciò com’era possibile che lei sapesse il suo nome? Forse era stata una delle tante persone controllate da Comt Ténèbre, in fondo non si erano mai accertati che le vittime del loro nemico ricordassero qualcosa di ciò che accadeva loro. No, anche se quell’ultima teoria fosse stata possibile, non si sarebbe potuto dimenticare così facilmente di lei.
Dovette distogliere la mente da quei pensieri quando vide arrivare un fendente di spada da parte del suo nemico che puntava dritto al suo viso e che riuscì a fermare all’ultimo momento.
«Serve una mano, Chat Noir?» chiese qualcuno.
Si voltò vedendola calarsi dolcemente di fianco a lui, aggrappata al filo di nylon che costituiva la sua arma, per poi ritirarlo.
«Benritrovata Coccinelle!» disse rivolgendole un sorriso, per poi dare un colpo deciso con il bastone, facendo indietreggiare il gendarme di qualche passo, dandogli così il tempo di riprendere fiato. Lei ricambiò il suo sorriso per poi invocare il suo potere.
«Lucky Charm!» urlò, lanciando nuovamente verso l’alto il suo yo-yo, e subito dopo tra le sue mani cadde quello che sembrava a tutti gli effetti un magnete.
«Qualche idea, mademoiselle?» chiese vedendola guardarsi intorno.
«Disarmalo!» disse decisa e lui fece come richiesto.
Mettendo in atto tutta la sua esperienza da capitano delle guardie speciali del re, fece come ordinato dalla sua compagna. Incrociò il bastone con l’arma nemica, usandolo come fosse una spada, dopodiché roteando il polso in una cavazione, fece passare il bastone sotto la lama del gendarme e con un colpo secco gli fece perdere la presa dall’elsa della spada, che volò via. Nello stesso istante in cui l’arma schizzò via dalle mani del nemico, questa fu attirata dal magnete che Coccinelle stava usando, subito dopo l’eroina in rosso mise mano al suo yo-yo e lanciandolo verso il nemico, iniziò a purificarlo.
Ci mise molto più del solito, i suoi orecchini stavano man mano avvisando dell’inesorabile tempo che passava e decretavano lo scadere della sua trasformazione. Chat Noir riusciva a notare la stanchezza nel suo respiro e la fatica nel sudore che imperlava il suo viso.
Non appena finì, tirò un sospiro di sollievo e mentre il suo orecchino segnalava l’ultimo minuto, lanciò il magnete in aria.
«Miraculous Coccinelle!» urlò e con quel potere tornò tutto com’era prima della battaglia, anche la ferita del cocchiere, che rimase però svenuto di fianco alla carrozza, sembrava essere svanita.
«Qui ci penso io. Vai, prima che di ritrasformarti.» disse l’eroe in nero.
«Grazie...» rispose lei.
Rimase qualche secondo ancora ferma guardandolo intensamente negli occhi e, in quel breve lasso di tempo, gli sembrò di guardare la giovane Ponthieu. Ebbe appena il tempo di fare quel pensiero che l’eroina in rosso si avvicinò a lui con due passi e, poggiando le labbra sulle sue, gli rubò un bacio fugace, prima di voltarsi e allontanarsi, sparendo dietro l’angolo.
Si portò la mano guantata alla bocca stupito, conosceva bene i sentimenti che Coccinelle provava per lui, ma mai si sarebbe aspettato che fosse così intraprendente da baciarlo. La cosa che lo stupiva di più, però, era ciò che aveva provato a quel dolce e lieve bacio a stampo. Forse era stato per colpa di quegli occhi così simili a quelli di Juliette, forse perché lei era riuscita, con il suo amore, a trasmettergli tutta la sua passione, oppure era semplicemente perché ormai a forza di combattere al suo fianco aveva anche lui cominciato a provare dei sentimenti nei suoi confronti che fino ad allora non aveva riconosciuto. 
Una cosa però era certa, quel bacio aveva risvegliato in lui la stessa sensazione travolgente che aveva provato baciando la giovane Ponthieu.

  
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