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Autore: imdreaming_saffo    03/06/2017    1 recensioni
Quando Overwatch si riunisce, dopo la chiamata di Wiston, Lena 'Tracer' Oxton sa che vuole tornare a combattere per il bene e la giustizia. Non sa che le attenderà un futuro che metterà a dura prova la fede in tutto ciò che credeva. Il passato riaffiora insieme ad un nuovo avvenire, con un'inaspettata conoscenza...
[ Widowtracer ]
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Amélie 'Widowmaker' Lacroix, Lena 'Tracer' Oxton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi portai distrattamente una cucchiaiata di fiocchi d'avena fra le labbra, ascoltando in silenzio il dibattito fra Angela e Reinhardt. Era assurdo come i due, geograficamente vicini, avessero pareri completamente diversi su qualsiasi cosa, che fosse in ambito economico o musicale. Dovevo ammettere che era divertente sentirli battibeccare in modo ovviamente amichevole. Non c'era astio in quel momento, infatti non mi sorpresi quando la risata tuonante di Reinhardt echeggiò nella mensa. 

- Sei testarda, orologio svizzero. - disse con quella sua voce profonda e calda al tempo stesso, afferrando con la sua enorme mano il bicchiere di caffè, che si portò alle labbra. 

La dottoressa scosse appena il capo, un sorriso delicato sulle labbra, tornando a dedicarsi alle sue uova all'occhio di bue. 

Io fra me e me ridacchiai, mandando giù il boccone, abbandonando  il cucchiaio nella ciotola. 

Ero così contenta che la squadra di fosse riunita, nonostante tutto. Mi erano mancati, nessuno escluso. Rivedere i volti degli agenti, quando la base era tornata operativa era stata una gioia incontrollabile. Da Angela, Mercy, Wiston e Zarya, a quel muso lungo di Jack Morrison. Quella era la mia famiglia, coloro che mi erano stati accanto dopo l'incidente, che mi avevano aiutato. Perchè prima di tutto che un'organizzazione, Overwatch era una famiglia. 

Mi sistemai la cinghia dell'accelleratore temporale che brillava sul mio petto, mentre mi tiravo su e sgusciavo via dal davolo su cui ero seduta. Sollevai la mano, portandomi due dita alla fronte, e salutai Angela e il tedesco, che ripresero a chiacchierare.

Schizzai avanti nel tempo, accellerandolo finchè non mi ritrovai a posare il vassoio della colazione insieme agli altri sporchi e a varcare la porta della mensa in due veloci mosse. Nel farlo, mi ritrovai a scontrarmi con Mei, che finì per barcollare all'indietro.

Con velocità, mi portai dietro di lei per afferrarla prima che cadesse sul pavimento. 

- Scusa, dolcezza! - esclamai, facendo un passetto indietro e portandomi una mano dietro la nuca, con un sorrisetto di scuse. - Non era mia intenzione... a volte non faccio molto caso a dove vado. -

La ragazza grassottella si girò verso di lei, sistemandosi gli occhiali sul naso, ridacchiando. - Rilassati, Lena, non è successo nulla. - mi rispose, portandosi le mani dietro la schiena e dondolando sui i talloni. - Continua ad andare dove stavi andando. - concluse, preseguendo nella mensa. 

Non era la prima volta che succedeva, ma ormai tutti avevano fatto l'abitudine alle mie abilità. Era più forte di me, non riuscivo a camminare come tutti gli altri. 

Sospirai, preseguendo a passo d'uomo, diretta nel laboratorio di Wiston, il mio più caro amico in Overwatch, colui che mi aveva aiutata ideando l'accelleratore temporale. Non l'avevo visto quella mattina ed era abbastanza strano, dato che lui non saltava nessuna colazione... o pasto in generale. Non mi sarebbe costato nulla andare a controllare.

Scesi ai piani inferiore, passeggiando nei corridoi, ma quando svoltai l'angolo per proseguire, notai che la porta del laboratorio di Wiston era aperta e il Soldato 76 era proprio lì davanti, intento a parlare con Wiston. Rimasi li impalata, troppo sorpresa. Se Wiston e Jack stavano discutendo, allora c'era qualcosa sotto.

- Non m'interessa, Wiston. Formerò una squadra per andare a controllare e se sarà necessario apriremo il fuoco. - disse con voce ferma, quella che utilizzava ogni volta che prendeva una decisione per la squadra. 

Un cipiglio si formò fra le mie sopracciglia. Da quando Wiston aveva richiamato gli agenti Overwatch non c'era stata nessuna missione ufficiale, per non destare sospetti, eppure quella a cui aveva acennato il Soldato 76... oh, cavolo. 

- Avrai l'anima di Gerald contro, Morrison... - sospirò il gorilla, grugnendo appena. 

Gerald? L'agente assassinato da... Widowmaker, sua moglie? 

- Amèlie è morta come Gerald. - si limitò a ribattere l'americano.

Quando notai che stava per girarsi, mi portai fisicamente indietro nel tempo, per tornare nel corridoio precedente. 

Aspettai qualche secondo e quando sentii i passi del Soldato 76 mi avviai, incrociandolo poco dopo. 

Saltai sul posto, portandomi una mano alla fronte. - Buongiorno, boss! - lo salutai, per poi portarmi entrambe le mani sui fianchi, sorridendogli. 

Lui mi osservò, con il volto sfigurato dalle cicatrici, per poi fare un cenno del capo e proseguire.

Fiù! Per poco! 

Me ne stavo sulla poltrona girevole che avevo portato pochi giorni fa nel laboratorio, con le gambe incrociate, mentre osservavo Wiston armeggiare con il suo enorme computer a cui aveva dato anche un nome, Athena. 

- Come va l'accellatore temporale? - mi chiese improvvisamente, girandosi appena verso di me.

Arricciai il naso, storcendo appena le labbra per trattenere una risatina. - A parte l'aria nella pancia, intendi? Tutto bene! - 

- Aria? - mi si avvicinò, sistemandosi gli occhiali squadrati, come per controllarlo. 

Non riuscii a resistere e scoppiai a ridere, istigata da tutta quella sua serietà. - Wiston, sto bene. Sei un credulone. - 

Lui grugnii, andandosi a sedere sulla gomba del pneumatico gigante che gli faceva da poltrona. - Non sono in vena di scherzare, Lena. - disse, in un sospiro stanco. 

Sollevai le sopracciglia, confusa, limitandomi a guardarlo, sperando che volesse 'confidarsi' con me.

Fortunatamente, fu così, infatti prese con la zampa posteriore un barattolo di burro di arachidi, aprendolo. Vi ci passò la lingua,finendolo in tre secondi. - Il Soldato 76 è venuto da me, stamattina. E' ancora convinto a trovare... Reyes per ciò che è successo ad Overwatch. Quindi questo significa scovare Talon. Secondo lui, se trovassimo Widowmaker potremmo trovare anche Reyes, così... Secondo lui, c'è una riunione Talon a Londra e vuole andare a dare un'occhiata. Ma non credo che finirà bene, Lena. -

Ascoltai in silenzio, stringendo le braccia al petto, rimanendo seria. - Forse è il caso che io vada con loro. Conosco Londra e... Widowmaker... ho lottato contro di lei.. -

Wiston m'interruppe, gettandomi il barrattolo vuoto contro. - No! Lena, non ti azzardare a seguirlo. - disse con tono fermo. - Non voglio che t'immischi in queste cose. Non bisogna assecondare i suoi piani di vendetta.-

- Aio! - esclamai, portandomi una mano al braccio, esattamente dove mi aveva colpito, massaggiandolo delicatamente. Gonfiai le guance, abbassando il capo per qualche istante. Wiston sapeva quanto amassi l'azione, eppure non capii perchè volesse impedirmi di partecipare a quella spedizione. Poi, un'idea mi sfiorò la mente e sollevai lo sguardo, per osservarlo. - Il Soldato 76 vuole uccidere Reyes, non è così? - 

Il gorilla annui appena, storcendo le labbra. - E Widowmaker. Dice che è colpa sua se Gerald è morto, visto che è stato lui a ordinare il suo recupero quando è stata rapita. Quindi vuole sistemare questa questione. -

Schizzai dalla sedia, alzandomi, in un lampo azzurro, la mano stretta a pungo. - Non può farlo! Widowmaker è una vittima di Talon! - esclamai, scuotendo il capo. - Si potebbe fermarla, portarla qui, di nuovo. Provare a... - 

- Farla tornare quella di un tempo? Non credo sia possibile. Temo che quella parte di lei sia morta da tempo. - ribattè Wiston, sfilandosi gli occhiali per posarli sulla scrivania. - Ma sono d'accordo con te, non va uccisa. - 



Quella notte non riuscii a dormire. Me ne stavo abbandonata sul letto, a pancia su, fissando il soffitto. Un ricordo passato mi stava solleticando la mente, un nervo ancora scoperto. A volte, dimenticare sensazioni e avvenimenti era più difficile del previsto, sopratutto quando non si volevano lasciare andare.

Ricordavo perfettamente la chioma corvina della donna che mi era venuta a salutare sulla pista aerea di Overwatch, prima che partissi con lo Slipstream, il prototipo di caccia a cui ero stata assegnata. 

''Buon volo, chèri, ci vediamo al tuo ritorno.'' mi aveva detto, con un sorriso sulle labbra. 

Ero arrossita come un peperone, dato che avevo percepito le guance in fiamme, per non parlare della sensazione alla bocca dello stomaco, come se stesse ribollendo, pieno di farfalle. Ero partita con il sorriso sulle labbra, per poi scomparire per mesi e mesi, a causa dell'incidente. 

Storsi le labbra, portandomi a sedere al centro del letto, i pugni stretti.
   
 
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