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Autore: DolceZeref    04/06/2017    3 recensioni
Ed eccomi su questo fandom con la mia prima storia ad OC! Chi vi parla è un'amante dei Ranger e ha deciso di scriverci una fiction, che si ambienterà ad Almia.
La strada per realizzare il proprio sogno è dura, soprattutto se ci si mettono in mezzo numerose difficoltà, ma insieme ce la si cava sempre. Fra gli anni in Accademia e l'addestramento pratico, riusciranno i nostri giovani eroi a salvare i Pokémon?
Beh, spero di avervi incuriosito, ci vediamo dentro!
Dal prologo:
-Come fai a rilassarti sapendo che presto metteremo piede all'Accademia dei Ranger?!-
...
L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno: il primo alla scuola tanto sognata e di una grandiosa avventura, più di quanto pensassero.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Natale

Passarono un po' di giorni da quello in cui i giovani allievi tornarono a casa, forse una settimana ed arrivò, finalmente, la festività più attesa dell'inverno, o, meglio, la vigilia. A proposito di inverno, le temperature si erano abbassate ulteriormente ed ogni tanto si vedeva qualche timido fiocco di neve danzare nell'aria fredda, andando poi a posarsi lievemente sul terreno vicino agli altri. I bambini erano di sicuro quelli che più approfittavano di tutto questo, divertendosi come non mai giocando all'aperto con gli amici. Inoltre, non vedevano l'ora di aprire i regali di Natale e trascorrere una giornata insieme alla famiglia. Però, non erano i soli a sentirsi in questo modo, pure all'Accademia era tempo di festa.

***

In aula insegnanti c'era un silenzio totale, quasi pesante, e gli unici rumori che si sentivano erano gli impercettibili sospiri delle persone presenti. Nella sala era stata aggiunta una sedia ed in quel momento tutti i sei membri del personale scolastico, il preside, i quattro insegnanti e la custode, erano seduti al grande tavolo per parlare della situazione che gli era stata riferita dagli operatori della Federazione poco tempo prima della partenza degli studenti. Era vero che all'Accademia non si erano ancora verificati gli strani fenomeni descritti, ma non si poteva certo far finta che non ci fossero problemi nel resto della regione.

All'improvviso un leggero colpo di tosse ruppe il silenzio ed attirò l'attenzione generale. Fu a quel punto che Delmonte si sporse leggermente in avanti poggiando i gomiti sulla scrivania e, facendo scorrere lo sguardo serio su ciascuno dei presenti, diede voce a quei pensieri che ormai erano nella testa di tutti.

-Come sapete ho indetto questa riunione per discutere di una questione molto importante, riguardante degli eventi che hanno messo in allerta ogni singolo Ranger di Almia. Non è stato raccontato niente né ai nostri allievi né alle loro famiglie né tanto meno al resto degli abitanti, ma il compito nostro e della Federazione è proteggere i cittadini che non centrano niente con questa storia. Detto questo, purtroppo l'allarme regionale capita proprio al momento sbagliato, ne sono conscio, considerando che il prossimo sarà un periodo movimentato, con la metà degli alunni fuori dall'Accademia e, di conseguenza, fuori dal nostro controllo a causa dei periodi di prova per diventare Ranger. Per fortuna, con loro ci saranno i Ranger di Vien, quindi noi dobbiamo soltanto finire di prepararli al meglio in prevenzione di qualsiasi imprevisto-

Quando venne inteso che non c'era niente da aggiungere, i presenti annuirono, convinti dalle sue parole ed un po' più tranquilli, e si alzarono dalle rispettive postazioni. Una cosa era risolta, ma ce n'erano mille ancora da fare, come, per esempio, appendere le luci colorate, gli striscioni e fare l'albero natalizio.

Mina e Catturio salutarono i colleghi, augurando buone feste ad ognuno, presero i bagagli preparati in precedenza ed uscirono. Per Natale sarebbero tornati a Portena dai figli ed avrebbero festeggiato insieme, dato che durante l'anno scolastico avevano occasione di vederli soltanto nelle vacanze natalizie. Nel frattempo, avrebbero potuto anche sorvegliare la città, in qualità di Ranger: non aspettavano altro.

***

I due coniugi percorsero velocemente i sentieri che conducevano a Portena, grazie all'aiuto di una coppia di Doduo, e riuscirono ad arrivare lì prima di sera. Dopo essere scesi dai veloci Pokémon, li ringraziarono e si diressero verso casa. Una volta davanti alla porta la aprirono e salutarono i due figli, che non mancarono di correre ad abbracciarli appena li videro. In quel momento erano davvero a casa.

***

Passato il giorno della vigilia, si poteva effettivamente dire che fosse arrivato quello di Natale, atteso da tutti.
Le città, gli edifici, tutto era addobbato a festa, Accademia inclusa. Le luci appese agli alberi somigliavano a stelle che risplendevano sulla terra illuminando la notte, gli striscioni di auguri si trovavano ovunque e le varie decorazioni conferivano un'emozione nuova.
Nelle cucine delle abitazioni si sentiva un profumo da leccarsi i baffi ed avere l'acquolina in bocca.
Nelle case, in famiglia, ci si scambiavano i regali e si stava insieme. In strada e per le vie cittadine, invece, si respirava un'aria di felicità.

***

Zero, la mattina di Natale, si alzò presto. Quando aprì gli occhi, dovette sbattere un paio di volte le palpebre a causa della semioscurità della camera e dei residui di sonno. Nel momento in cui si rese effettivamente conto di che giorno era quello, sparì ogni traccia di stanchezza, che venne sostituita da un euforico sorriso, e lui si tirò su in un lampo. Subito il suo sguardo venne rivolto verso l'amico, ma si sgranò incredulo nel vedere che stava ancora dormendo. Insomma. Stava ancora dormendo. In un giorno come quello. Inammissibile. A quel punto valutò diverse possibilità di azione, fra cui: tirargli un cuscino, scostare all'improvviso le tende ed aprire le finestre, o magari tutte e tre le cose combinate. C'erano sì delle opzioni che non includevano un risveglio traumatico provocato da shock, ma le escluse a priori, come soltanto un buon amico avrebbe saputo fare. Comunque, alla fine scelse quella più semplice.

Senza nemmeno scomodarsi e con una mira da cecchino professionista, lanciò il cuscino che colpì in piena faccia Koito, che non gradì la sorpresa e spalancò gli occhi a causa di essa. Se fosse stato vigile e attento, con molta probabilità avrebbe evitato il proiettile piumoso e l'avrebbe rimandato al mittente, però si dava il caso che fosse nella fase zombie addormentato, quindi si limitò a scostarsi il cuscino dal viso e guardare malissimo l'altro.

-Idiota...!- In effetti non gli venne in mente una minaccia di morte decente.
-Buongiorno principessa! Non guardarmi in quel modo, ti ricordi che giorno è oggi?- replicò il chiamato in causa con espressione allegra ed innocente.
-Quello in cui avrei dovuto dormire-
-Il giorno di Natale!-
-Sei uno scemo patentato...-
-Potrai ringraziarmi dopo-

Era impossibile sostenere una conversazione seria con Zero, o almeno, per quanto ci si provasse il discorso veniva sempre deviato. Koito sbuffò pesantemente e si mise una mano fra i capelli spettinati, scuotendo la testa contrariato. L'amico, intanto, saltò giù dal suo letto e cominciò a prepararsi.

Quando uscirono, trovarono uno spettacolo per il palato: sulla tavola imbandita c'era tutto ciò che un adolescente affamato potesse desiderare ed era solo mattina, figuriamoci cosa ci sarebbe stato a pranzo. La cosa migliore, poi, era che non dovevano condividere quelle prelibatezze con nessuno. Certo, in quei giorni si erano un po' annoiati, però in quel momento  lati negativi non esistevano.

-Che ti avevo detto? È valsa la pena di restare per mangiare la colazione leggendaria della scuola- disse Zero, che si stava già pregustando le varie ghiottonerie.
-Non mi avevi parlato di un dolce leggendario?-
-Beh, quello è il pezzo forte, lo dovresti sapere-
-...vero-

In seguito le parole furono superflue, perché non ci pensarono due volte ed approfittarono in pieno di quel pasto.

***

La sera, quando ormai si avevano aperto i regali, consumato pranzi e cene di Natale insieme a famiglia ed amici, c'era una profonda quiete ed un cielo stellato. Con l'avvento del buio i negozi e le case delle città avevano acceso le rispettive luci appese fuori dalle costruzioni, così che paresse davvero ci fossero le stelle sia in terra sia nel firmamento. Fu con questo sfondo quasi magico che, a Vien, due giovani passarono una magnifica fine della giornata.

***

Darren uscì dal Centro, insieme al suo Skorupi che lo seguì fedelmente, e si appoggiò alla parete, stanco ma felice, alzando gli occhi al cielo per ammirare quel panorama che lo faceva sentire in pace. Non si rese nemmeno conto che una persona gli si era avvicinata e lo aveva affiancato, complice il fatto che fosse molto silenziosa e che lui avesse i pensieri da un'altra parte.

-Non c'è nemmeno una nuvola- commentò la voce femminile appartenente alla figura che gli si era appena accostata, sorprendendolo e facendolo voltare nella sua direzione.
-Oh! Luana, ciao, non ti avevo sentita arrivare- ammise, con una lieve punta di imbarazzo.
-Sembra quasi impossibile rendersi conto che una settimana fa sia scoppiato un allarme regionale, c'è una tale calma...- Aveva spostato pure lei lo sguardo sulla volta celeste, mentre il suo Buneary, rimastogli nascosto dietro fino ad un attimo prima, si era messo in groppa alle sue spalle.
-È capitato tutto troppo velocemente-
-Hai ragione, non ho nemmeno avuto il tempo di chiederti com'è andata la tua lezione all'aperto- disse, girandosi di nuovo verso il ragazzo.
-Ah, è andata bene. In effetti, è stato fantastico-
-Immagino. Io ho sempre avuto paura di non esserne all'altezza-
-Secondo me andresti alla grande- Fece un sorriso e la Ranger arrossì visibilmente, lusingata.
-Come te, insomma- Questo fu il turno del biondo di arrossire.
-G-grazie-
-Di niente-

Restarono lì per minuti e minuti, senza il bisogno di parole riempitive perché il silenzio non era soffocante, ad osservare le costellazioni. La presenza l'uno dell'altra era il miglior regalo che potessero ricevere.

***

Il lieve vento gli scompigliava le ciocche dei capelli, così come gli faceva svolazzare il mantello. Lui era seduto sul ramo di un albero, la sua figura celata dall'ombra della notte, con la schiena appoggiata al suo tronco, le palpebre chiuse ed una gamba che penzolava pigramente giù. Si trovava in una posizione rilassata, ma ciononostante i suoi sensi erano ricettivi al massimo. Per questo motivo sentì subito i passi della persona che si stava avvicinando.

-Signore-
-Presente-
-Mi hanno mandato a chiamarla-
-E ti pareva, che seccatura...-
-Se posso permettermi, perché ha voluto che oggi non...lo sa-
-Elementare, no? Si chiama la quiete prima della tempesta, mio caro. Non credi anche tu che sarebbe divertente osservare come reagisce la gente ad un evento improvviso? Per curiosità-
-Sì, signore- rispose, monocorde, celando l'entusiasmo.
-E allora diventiamo quella tempesta!- A quel punto spalancò gli occhi chiari, illuminati da una luce sinistra, storcendo la bocca in un sorriso subdolo e saltando giù dall'albero.

La gente, i cittadini, ma soprattutto i Ranger di Almia si avrebbero dovuto godere in pieno di quei giorni di calma, perché presto sarebbe arrivato qualcosa di molto peggio di una semplice tempesta.


Spazio dell'autrice
Lo so, è tardi ed il capitolo è corto. In questi ultimi giorni non riuscivo a scrivere e non ho fatto altro che procrastinare, quindi ho deciso di scrivere un capitolo di passaggio. Nel prossimo torneranno tutti i personaggi insieme. Spero che comunque sia piaciuto, ditemi cosa ne pensate, io ho un sacco di dubbi.
Grazie mille alle persone che recensiscono!
Ci sentiamo fra due settimane!
   
 
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