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Autore: Christine_Heart    04/06/2017    0 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 12: Un brutto mal di testa
 
5 Anni
 
«Acheron!!!» chiamò forte il Dottore, alla ricerca del figlio.
Lo stava cercando dappertutto, ma senza risultato.
«Acheron!!!» chiamò di nuovo percorrendo il corridoio.
«Papà...sono qui...» si sentì chiamare ad un certo punto da una voce flebile.
Corse nella stanza del figlio da cui era arrivata la sua voce debole.
Lo trovò disteso sul letto, gli dava le spalle, ma poteva ben vedere che le gambe erano contratte contro il suo petto, le mani avvinghiavano il cuscino.
«Ehi cucciolo, ma che cosa ti succede?!?» chiese preoccupato, avvicinandosi a lui.
Il figlio stava sudando freddo, tremava e aveva gli occhi serrati come in preda a qualcosa di forte e doloroso che non riusciva a controllare.
«Che cos'hai?!?» chiese di nuovo, fermando la sua mano contro la fronte del bambino.
«Non è febbre.» si disse il Dottore cercando di capire.
Il bimbo in tutta risposta si contorse di più, stringendo con più forza le mani sul cuscino.
«Acheron...parla con papà...non capisco che cosa ti sta succedendo?!?»
«Sento male!» esclamò svelto il piccolo, stringendo di più i denti.
«Dove?!?» chiese subito il Dottore chinandosi su di lui, per prendergli la mano.
«In testa!» rispose lesto l'altro sottraendosi dall'affetto del padre, per indicargli il punto.
Respirò affondo prima di riprendere:
«Ma non le senti?!?» chiese con dolore Acheron, voltando appena il capo.
«Sentire cosa?!?» chiese subito in ansia il Dottore rimanendo a bocca aperta.
 
«Un suono di tamburi come se si avvicinassero.»
«Il battito dei tamburi infinito.»
«I tamburi...sono nella mia testa non li senti, tu non li senti...»
 
«No...non anche a mio figlio...lui non ha visto nel vortice del tempo per poi impazzire, non può essere maledetto anche lui come il Maestro.» pensò spaventato il Dottore.
 
«Voci! Ci sono tante voci nella mia testa, e parlano di cose che non so, non riesco a capire, mi urlano in testa e mi fanno male, tanto male.»
«Acheron, va tutto bene.» gli sussurrò il Dottore accarezzandogli i capelli.
«No, non va bene...non le voglio nella mia testa, mi fanno male, mandale via ti prego.»
lo pregò Acheron con sguardo spaventato, versando solo una lacrima.
«Ascolta Acheron...» iniziò il Dottore tranquillo.
«..io non le sento, e non so come mandarle via...» continuò con gentilezza.
E il volto di Acheron si sfigurò di una nuova paura.
«Tranquillo...» gli sussurrò per calmarlo e gli afferrò la vita, per aiutarlo a mettersi seduto sul letto. La sua presa era delicata, e alzò il corpo del figlio dalla comodità del letto con estrema attenzione. Una volta seduto gli prese le mani e gli accarezzò la fronte, quasi a voler dire che tutto quel dolore sarebbe passato presto.
«...ma forse ho un modo per aiutarti.» disse accovacciandosi di fronte a lui.
Il bimbo tremò ancora e fissò il padre come in cerca d'aiuto.
«Che ne dici, vogliamo provarci?!?» chiese con un sorriso triste.
Il bimbo annuì, stringendo di più le mani del Dottore.
«D'accordo...allora chiudi gli occhi.» gli suggerì l'uomo.
Acheron lo guardò allungo terrorizzato, ma alla fine dopo aver deglutito per il nervosismo, fece come gli era stato detto. In un attimo tutto si oscurò, e quelle voci si fecero più forti.
Con dolcezza il Dottore sfilò le mani dalla presa del figlio, e sospirò un attimo.
«Non aver paura, papà non ti farà nulla.» gli disse in un mormorio.
Poi poggiò le dita sulle tempie di quel bambino che sembrava tremare per il timore, e fece una leggera pressione, senza fargli male. Dopodiché chiuse gli occhi, e rimase in ascolto.
C'era un irreale silenzio, mentre il Dottore cercava di concentrarsi per il bene del figlio.
«Sei entrato nei miei pensieri, e ci stai passeggiando dentro.» disse Acheron meravigliato.
Stava percependo la presenza del padre nella sua mente, ed era così piacevole.
«Se c'è qualcosa che non vuoi che veda pensa ad una porta chiusa ed io non guarderò.» gli spiegò con gentilezza il Dottore continuando con il suo lavoro.
Il bimbo annuì, e rimase fermo, mentre nella sua testa le voci continuavano.
 
«Vieni da noi, Apostolos. Torna a casa…»
 
«Forse risveglierò vecchi ricordi...» cercò di spiegare il Dottore, ma fu interrotto.
«Ma che infanzia triste e solitaria!» esclamò d'improvviso Acheron con voce ferita.
Il Dottore sgranò gli occhi dopo aver sentito quelle parole senza capire.
«Ma che stai dicendo...tu...» d'istinto staccò le dita dal figlio come se si fosse appena bruciato.
Il piccolo aprì gli occhi, e spaventato da quanto appena successo rimase a fissare il padre.
«Come ci sei riuscito?!?» chiese sorpreso il Dottore, guardandolo stupefatto.
Gli mancava l'aria dai polmoni, com'era stato possibile?!? Era solo un bambino...eppure era riuscito a leggere la sua mente, il suo passato.
«Non lo so.» rispose onesto il bambino, guardando il padre preoccupato.
«Le hai sentite anche tu?!?» domandò poi subito il bimbo ancora agitato.
«Sì, ma erano confuse.» spiegò il padre, deglutendo nervoso.
Il bimbo abbassò il capo, e strinse forti le mani in grembo.
«Le senti ancora?!?» domandò poi dopo il Dottore, accarezzandogli il capo.
«Sono lontane.» mormorò Acheron tirando su con il naso.
«Ehi ehi piccolo...va tutto bene, va tutto bene.» sussurrò il Dottore abbracciandolo forte.
Si mise a sedere sul letto, accanto al figlio e senza lasciarlo iniziò a cullarlo dolcemente.
«Non piangere, va tutto bene.» gli sussurrò il Dottore continuando a stringerlo.
«Non sto piangendo...è che...» cercò di spiegarsi Acheron ancora scosso.
«Lo so tesoro, lo so...chiunque sarebbe spaventato da una cosa del genere.» acconsentì l'uomo.
«Ma perchè le sento??? Che cosa vogliono da me???» chiese Acheron
«Non lo so Acheron, non lo so davvero.» rispose onesto il Dottore.
«Ma fanno così male.» confessò sfiorandosi la testa.
«Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto.» giurò il Dottore, disperato.
Poi senza aggiungere altro, senza distaccarsi da quel corpo che ancora scosso tremava appena sotto il suo tocco, si distese sul letto accanto al figlio.
«Ora dormi, non ti preoccupare. » gli disse il Dottore accarezzandogli la testa, una e più volte.
«Vedrai che domani saranno solo un brutto ricordo.» continuò passando alla guancia.
«Va tutto bene, ora dormi.» gli sussurrò di nuovo, mentre il piccolo chiudeva gli occhi.
 
***
 
Quando il Dottore riaprì gli occhi, erano notte fonda. Non sentiva più il corpo del figlio attaccato al suo, ipotizzò che si era spostato per dormire meglio, così 'istinto si voltò sulla sua destra.
Ma il letto era vuoto, non c'era traccia del piccolo Acheron.
Svelto abbandonò la camera, e corse nella sala comandi, dove sperava di trovarlo, visto che quella era una delle sue stanze preferite.
Tirò un sospiro di sollievo quando lo vide appoggiato alla cornice blu della porta del Tardis, spalancata sopra l'Universo infinito.
Era proprio come lui, amava tutto ciò che lo circondava, adorava tutto ciò che gli suscitava un minimo di curiosità, e appena la curiosità aveva il sopravento su di lui, doveva assopirla.
Ora se ne stava lì, con le braccia conserte, degno di un piccolo uomo, ad osservare la galassia azzurra che fuori vorticava lenta.
Si avvicinò al figlio senza fare troppo rumore e con dolcezza si avvinghiò alla sua piccola vita, in un tenero abbraccio.
«Ciao papà!» salutò felice Acheron voltandosi verso il padre, che ora gli sorrideva felice.
«Ciao.» lo saluto semplicemente tranquillo.
«Ti ho svegliato?!?» chiese poi subito il bimbo.
«No, mi sono svegliato perchè non ti ho più trovato nel letto.» gli spiegò prendendolo per mano e portandolo al centro della sala.
«Non farlo mai più.» gli disse con dolcezza guardandolo in volto.
«Scusa.» disse mortificato il bimbo.
«No, non intendevo lasciare il letto nel cuore della notte, quando dormo con te, ma aprire le porte del Tardis senza il mio permesso o la mia presenza.» gli spiegò di nuovo.
«Ma perchè?!? Il Tardis è casa mia, mi sento al sicuro qui.» gli disse Acheron quasi arrabbiato.
«Ed è un bene che tu ti senta così protetto, ma è solo per precauzione.» gli disse sereno.
Ma il bimbo in tutta risposta abbasso il capo rattristato dal suo gesto.
«Non è un rimprovero Acheron.» affermò calmo.
«Non mi piace!» sussurrò di getto il piccolo.
«Che cosa?!» chiese confuso il Dottore.
«Il mio nome.» rispose l'altro alzando la testa.
«Ma è il tuo nome.» cercò di farlo ragionare il Dottore.
«Lo so, ma detesto il suo significato.» continuò Acheron con tristezza.
«Ma che t'importa del significato, l'importanza del nome è di chi lo porta...» gli disse con dolcezza chinandosi su di lui: «...sono abbastanza sicuro che il tuo nome possa diventare famoso in futuro, un nome nobile e temuto, sarà un nome da sfruttare, credimi.» cercò di fargli coraggio il Dottore con tanto di occhiolino finale.
«Ma rimane il fatto che non mi piace.» confermò di nuovo il piccolo.
Il Dottore si tirò su, e rimase fermo a pensare ad una possibili soluzione, accarezzandosi il mento, mentre fissava vacuo il soffitto del Tardis. Il bimbo lo sentiva sussurrare vari nomi, ma nessuno sembrava convincere abbastanza il Dottore.
«Che ne dici di Ash?!? Non è male, se ti piace, possiamo chiamarti così!» esclamò ad un certo punto, quasi fiero della sua scelta.
«Ash Smith?!» pronunciò distratto rimanendo a riflettere tra se.
«Ash Smith...sì, è bello.» pronunciò lieto il bimbo.
«Smith!» rise il Dottore divertito.
«Vuoi anche utilizzare il mio falso cognome?!» chiese ancora allegro.
Acheron annuì felice, quasi orgoglioso di possedere quel preciso cognome.
«Papà, perchè ti fai chiamare John Smith?!?» chiese poi senza pensarci.
«Nome di fantasia per i curiosi, non tutti comprendo che il mio nome vero e proprio sia “Dottore”, devo sempre essere il dottor chi, o il dottor cosa.» rise divertito.
«Ma nessuno conosce il tuo vero nome???» domandò di nuovo il bimbo curioso.
«Sono in pochi, ma io preferisco Dottore.» confessò l'uomo con un bel sorriso in volto.
«Perchè?!?» chiese Acheron cercando di capire.
«E' un bel ruolo quello del dottore, aiuta chi sta male, chi ha bisogno.» elencò il Dottore gongolando con la testa, soddisfatto del “titolo” che aveva scleto.
«E poi...» aggiunse arricciando le labbra mentre rifletteva sul dirsi.
«...Così sono al sicuro.» annuì il Dottore.
«Al sicuro???» fece eco Acheron ormai sul punto di perdersi.
«Sono un signore del tempo, conoscere il mio nome equivale a possedere la mia persona...chi conosce il tuo vero nome, può legarsi a te per sempre.» spiegò paziente.
«Legarsi a te?!? In che senso?» chiese il piccolo confuso.
«Può...sapere qualcosa in più su di te, unirsi a te, stringere patti o sfruttarti magari per sempre, può distruggerti, farti del male o del bene, ecco perchè è meglio difendersi...proteggere il proprio nome così da essere al sicuro da tutto.» concluse deciso.
«Ecco perchè allora sei “Il Dottore”!» esclamò radioso il piccolo.
«Esatto.» confermò il Dottore.
«E poi questo nome spaventa i miei nemici, gli basta sentirlo sussurrare per capire a chi appartiene e comprendere quanto sono in pericolo.» gli disse in un mormorio.
«E' un nome di potere.» disse il bimbo con gli occhi che gli brillavano per la meraviglia.
«Precisamente...un nome di grande potere.» sorrise il Dottore.

 
Continua...

 
Note dell’autrice:
-Le frasi un blu sono state riprese dall'episodio 02x04 dal titolo Finestre nel tempo.
-Apostolos: E' il vero nome di Acheron, e le voci che sente sono i richiami degli dei atlantidei, regno di cui lui fa realmente parte.
-Ash: E' chiamato così dal suo gruppo di amici, ma mi piaceva l'idea che questo nome in origine fosse stato un dono da parte di una persona, che per lui qui è davvero importante. 

 
  
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