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Autore: raven rachel roth    04/06/2017    1 recensioni
Cosa sono le emozioni? Come le usano le persone? A cosa servono?
Che colori hanno?
E soprattutto, cosa si cela realmente dietro quella maschera di forza indossata da Rachel Roth meglio conosciuta come Raven?
Quando per caso Jump City si ritroverà vittima di violenti omicidi non ad opera di normali esseri umani, la vita della nostra amata super eroina cambierà drasticamente. Sangue, combattimenti, eventi drammatici e sentimenti contrastanti per arrivare alle sue origini e narrare eventi a noi sconosciuti.
Alla fine, riuscirà a vincere definitivamente l'eterna lotta contro il suo più grande nemico?
Dal testo:
-"C'è un macello. Ovunque piccoli pezzi di vetro sparpagliati qua e là.
Tutto ciò mi da solo una confusione interiore, tutto ciò mi porta ad un tormento continuo.
Tutto questo è avviso dell'imminente arrivo di lui"-
~Raven Rachel Roth
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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~4~




-"Sai non sei l'unica ad essere sola… mio padre, ha deciso fin dall'inizio il mio destino. Mi ha sempre dato il tormento e ricordato quanto fossi distruttiva. Una volta, mentre giocavo con Azar , nel castello, ebbi una visione dove mio padre rideva e mi parlava

 "Sei solo un portale di transizione, grazie a te arriverò alla Terra. Non potrai scapparmi Raven, mai"
 
Ogni tanto ripenso a quel ricordo che non mi ha mai abbandonato, soprattutto di notte..."- dissi sorridendo amaramente al ricordo.

-"E come fai a non pensarci? Non hai paura? Non ti senti sola?"- mi guardò con ammirazione e stupore.

-"Beh faccio qualcosa che mi piace o cerco di calmarmi. Per esempio inizio a meditare e mi concentro sul mio io interiore. Ѐ diventata ormai un’abitudine per
recuperare quel po’ di buon senso, mette a tacere tutte le vocine nella mia testa."- constatai fissando il vuoto.
 
(Come se per lei meditare bastasse... e comunque tutte tranne me!)
 
-"A me piace fare shopping, andare in centro, al teatro, al cinema e in discoteca...può andar bene? Sì insomma, mi piace uscire, sfogarmi divertendomi!”-
Scoppiammo a ridere e d’un tratto gli occhi le s’illuminarono -“Idea! Questo pomeriggio ti porto con me così rinnovi un po' il guardaroba! Dai è fantastico girovagare per negozi come “Tiffany's Shoes”, “Fantastic gir”' per non parlare di “For...”- iniziò a parlare a raffica dicendo strani nomi.
 
Ed eccola lì, Starfire dei famosi  Teen Titans, Koriand'r erede al trono di Tamaran. Kor'i Anderson per ogni comune terrestre e, molto più semplicemente “Kory” per noi.

Era tornata come prima come se non avessimo mai avuto quella conversazione. Mi aveva precedentemente raccontato che quando aveva iniziato la carriera di modella, aveva usato il cognome Anderson.

"Finto o falso che si"- aveva detto-"non ha importanza." Ormai faceva parte di lei. Lo aveva sentito nominare da qualcuno per le strade di Jump City, e da allora se n’era appropriata.
 
-"Non vorrei deluderti ma non amo molto lo shopping e poi io uso sempre il mio costume."- risposi ovvia.

Come farle capire che non amavo particolarmente uscire?

-"Eh no! non accetto rifiuti! Finalmente posso uscire con una ragazza che non sia Bumble Bee. Non ho nulla contro di lei, ma ha dei gusti...orribili! E poi pensa a quando camminerai per la città! Indosseresti solo il tuo costume, è troppo facile riconoscerti."- disse sicura di se.

Kor'i sa essere davvero convincente, saranno gli occhioni, sarà per il suo faccino delicato ma riesce sempre a farsi dire di sì.
Non riuscii a rinunciare.

-"Ok verrò, ma solo perché mi sento in colpa per il discorso di poco fa..."- sospirai.

Ed ecco che sorrise a trentadue denti.

-"Secondo te che staranno combinando quei due?"- chiesi cambiando discorso.

-"Se conosco Robin, gli starà mostrando qualche tecnica di combattimento, dimenticandosi di ordinare il pranzo."- mi rispose la mia nuova amica.

-"Interessante … andiamo a vedere?"- domandai.

-“Sì!"- rispose.          
 
 

-"Così quando sta per attaccare, velocemente lo colpisci al ginocchio o al braccio. In questo modo è più facile contrattaccare subito dopo, avendo un leggero vantaggio."- disse Dick mostrando le mosse di combattimento.

-"Beh sì, anche se devi essere fortunato a centrare il punto esatto …”- disse annuendo Garth.

-"Non è questione di fortuna, ma di impegno e tanto duro lavoro. "- disse sorridendo Robin.

L’impegno che dedica ai suoi allenamenti è invidiabile …
Tuttavia non resistetti a sferrare anche io qualche colpo.
 
Corsi velocemente e mi alzai in aria facendo una capriola per superare Aqualad davanti a me. Atterrai sul piede sinistro dandomi uno slancio e sferrai un calcio roteando col destro ma Robin davanti a me, fece un passo indietreggiando e afferrandomi il piede. Sbilanciata, volai all’indietro e Robin, mollando la presa, venne lanciato via. Con i riflessi pronti atterrò.
 
-"Oddio Raven … mi hai spaventato!"- disse Aqualad evidentemente scosso dal mio arrivo.

-"Non ringraziatemi. È stato un piacere."- dissi inarcando il sopracciglio e ghignando.
 
Intanto la ragazzina mi guardava stupita.

-"Ragazza, dove hai imparato quelle mosse ?"- disse Kor'i sorridendo -"... sei anche meglio di Robin!"-

-“Diciamo che ho ricevuto un’educazione particolare …”- dissi ricordandomi i duri addestramenti dei ragazzini per prendere parte ad una sorta di esercito difensivo di Azarath, in cui mi imbucavo.

Robin rise -“Sì è brava … ma deve allenarsi, si vede che non riesce a prevedere le mosse avversarie.”-

-“Pff, sbruffone!”- e scoppiarono a ridere.
 
-"Ma voi non avete sentito il campanello suonare?"- disse Kor'i.

-"Il fattorino del ristorante cinese! "- esclamò Robin correndo in cucina.

-"Veramente io non ho sentito niente…"- dissi in totale sincerità.

-"Lo so era per smuoverlo. Dimentica sempre tutto quando si sta allenando."- disse Kor'i.

 
-"Come ti trovi qui Rachel? Ti piace la città?"- mi chiese speranzosa la rossa rigirando una strana forchetta argentata.

(In seguito avrei appreso che non era argento ma semplice acciaio come il resto delle posate. Io ero abituata con posate di legno! Erano buffe!)

Dopo avermi accolta, Robin si tolse la maschera.

Non riuscivo a smettere di guardare i suoi grandi occhi azzurri e profondi. Quasi mi incantai a guardarli, tanto erano belli. Sembrava di annegare dentro quegli occhi.

-"Bene, non pensavo che la vita sulla Terra fosse così simile ad Azarath! Sì, insomma, è quasi tutto diverso, ma è bello dopotutto qui, avete molte abitudini in comune."- spiegai.

-"Oh, che bello! Sono felice che tu ti stia trovando bene, anche se ancora hai tanto da vedere!"- disse Kor'i.

-“Bis?"- chiese Robin.

-"No grazie, comunque complimenti. Non sapevo esistessero cose del genere."- ammisi posando il bicchiere.

-"Rachel,vuoi venire in camera mia a cambiarti o preferisci rimanere così?"- chiese la rossa.

Mi guardai un attimo. Ero ancora in shorts e felpa.

-"Preferirei cambiarmi e indossare il mio costume..."- le risposi.

-"Certo, seguimi! Aqualad, Robin, potete aspettarci qui per favore? Dopo ho in mente una cosa."- disse Kor'i facendo l'occhiolino.

-"Sì, certo."- sorrise Aqualad.
 
Seguii Kor'i verso la sua femminile quanto diabetica cameretta. Come faceva a respirare con tutto quel rosa?

-"Eccoci, accomodati pure!”-

-"Ehm, hai un camerino?"- che idiota, come se nelle stanze ci fossero camerini!

-"Puoi metterti dietro quel separé, c'è anche uno sgabello."- mi guardò come fosse la cosa più ovvia del mondo.

Come non detto.

Mi misi dietro l'oltragioso separé rosa e tolsi le scarpe. Sfilai la maglietta e gli shorts. Dopo essermi tolta anche l'intimo, presi la busta con il mio costume.
Lo adoravo, né troppo aderente, né troppo largo e assomigliava molto ad uno di quei costumi da nuoto esposti nella vetrina di un negozio dove eravamo andati con Aqualad. Di un blu scuro misterioso, di cui andavo fiera. Al centro delle pietre rosso rubino incastonate nella cintura oro e terminavano le maniche del body due polsiere dal taglio a “V”, anch’esse con una pietra rossa incastonata
Infine indossai gli stivaletti scuri.

Ora non mancava che lui, la mia corazza, il mio guscio di tessuto che mi proteggeva dal resto del mondo esterno e che non lasciava spazio alle emozioni.
Alzai il cappuccio, chiusi con la spilla rossa, e feci ricadere il lungo mantello blu dalle mie spalle, giù, giù, fino al pavimento.

-"Sei pronta? Sono impaziente di vederti, dai!"- una voce molto femminile ruppe il silenzio.

-"Sì, eccomi... quindi, come ti sembra?"- chiesi, con una strana incertezza.

-"...Wow! Ti sta molto bene! È semplicemente perfetto per te... ma..."- si bloccò

Poco lunatica lei …

-"Ma?"- la incitai a finire la frase.

-"Ma...non è un po' ...scuro? Cioè è perfetto, ma un colore più acceso? Potrei cucirtelo io! Che ne dici? Rosa? E poi...p..."- ripartì in quarta.

-"Ti prego calmati!"- la bloccai.

Si fermò di colpo a guardarmi. Era dolce il suo modo di preoccuparsi anche se un po’ infantile, di certo non comunque cattivo.

-"Ehm okay... comunque cosa ne pensi del mio?"-  chiese facendo una giravolta. 

La squadrai per bene, non mi ero accorta si fosse cambiata.

La ragazza dai capelli rossi indossava un costume molto aderente e succinto, quasi piccolo per le sue forme. Aveva un top lilla e argento con una spaccatura al centro del seno, con uno strano collare argento attaccato al top, e con una pietra verde smeraldo al centro. Più giù, una gonnellina molto corta sempre dei medesimi colori e ai piedi due stivali lunghi grigio freddo.
 
Le stava davvero bene, con quel viola intenso che si abbinava perfettamente al verde degli occhi e con le bordature argentata che mettevano in risalto la carnagione abbronzata.

-"Ti sta molto bene!"- affermai.

-"Sì, ma cred-..."- ma venne bloccata.

-"Kor’i! I ragazzi sono tornati …!"-la voce di Robin tuonò in tutta la T Tower.


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Dunque, eccomi qua.
Che dire?Non ho scusanti. 
Posso solo essere onesta perciò non scriverò futili giustificazioni e scuse. Non sarebbe giusto.
E so anche che non ve ne fregherà molto ma almeno lasciatemi ammettere le mie colpe.
Non è un bel periodo, come per tutti d'altronde. La difficoltà di sedersi ed isolarsi rimurginando sulle parole adatte non è proprio bassa, specie quando si ha il blocco dello scrittore.
Sì sì, lo so che può capitare a tutti.
Purtroppo sto affrontando un periodo di tristezza interiore e di continui litigi col mondo esterno. Non ho comunque smesso di pensare al mio libro e spero di finire tutto il prologo entro luglio. 
Non sono qui per vittimismo, sono qui per essere onesta. 
A breve il quinto capitolo.
Un abbraccio dalla vostra demone
.
   
 
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