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Autore: ranyare    04/06/2017    1 recensioni
-Voglio diventare un ninja.-
Zoe è testarda, tanto, troppo: Saizo non sa più come gestire quella granitica determinazione con cui, sempre più spesso, la sua unica allieva torna sull'argomento.
Manca ancora un anno e mezzo alla sua investitura – al momento in cui le verrà assegnato un titolo vero a proprio, una classe da guerriero, ma Zoe già freme d'impazienza: può anche arrivare a comprenderla, Saizo, a capire il perché di quell'irrequietezza che tanto le fa desiderare un titolo, qualcosa che la definisca, qualcosa che le dia quello scopo nella vita che è ancora troppo immatura per riuscire a comprendere.
-Non hai idea di che cosa voglia dire essere un ninja, deshi.- le ripete, per l'ennesima volta, ma Zoe scuote la testa e lo affronta, con quelle buffe orecchie a punta ben dritte e gli occhi scarlatti colmi di frustrazione, raddrizzando le spalle per sembrare più alta nonostante sia diverse spanne più bassa del suo maestro.
-E allora spiegamelo.-

---Pre-Aranyhìd---
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Avatar/Kamui (F)
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Golden Bridges'
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Deshi

Deshi significa allievo, un fedele seguace, un apprendista, il discepolo del suo maestro.

Ouverture

 

 

-Vengo con voi.-

-No.-

Dietro la maschera nera, Saizo si permise un unico, impercettibile sospiro.

-Sarà al sicuro.- ripeté, per l’ennesima volta, riportando lo sguardo del suo unico occhio sul volto, contratto da una rabbia a stento contenuta, di suo fratello.

In quegli occhi violetti di ardeva una ferocia che Saizo si era sempre ostinato a non scorgere, che aveva volontariamente deciso di ignorare già da molti anni. Kaze era sempre stato il più gentile e il più calmo, fra loro, ed era sempre stato così meravigliosamente facile dimenticare che nelle sue vene, così come nelle proprie, bruciava il sangue di Igasato – un sangue d'indole implacabile, il sangue di guerrieri che avevano votato la propria esistenza alla parca e marziale vita degli shinobi sacrificando a quell'obiettivo tutto ciò che poteva essere considerato una debolezza.

Solitamente, Kaze non era un uomo incline a lasciar trasparire alcunché di quell'eredità che, al contrario, suo fratello indossava con la stessa scioltezza con cui celava il viso dietro la sua maschera: era un'anima gentile e, forse, proprio per proteggere quella che in molti avevano considerato fragilità, Saizo aveva cercato di dimenticare quanto, in realtà, lui ed il suo gemello potessero essere simili.

Eppure, adesso, Kaze era arrabbiato – e lui non poteva nemmeno dargli tutti i torti.

-Sarà in pericolo.- sbottò, infatti, spostando rapidamente l’attenzione al di là della spalla del ninja dai capelli rossi, e Saizo vide quelle iridi, così familiari eppure tanto diverse da ciò che scorgeva nel proprio riflesso sfigurato ogni mattina, colmarsi d’angoscia e di paura, potendo quasi scorgere la bambina vestita di nero specchiarsi in quel colore tanto diverso dal rosso cupo dell'occhio che gli rimaneva.

Una parte di lui avrebbe voluto cedere alle sue richieste, lasciare che accompagnasse lui e la sua giovanissima pupilla in quel lungo, pericoloso viaggio che li avrebbe tenuti lontano da Shirasagi per settimane – una parte di lui avrebbe voluto dar retta alle urla di Orochi, al silenzio di Kagero, alla rabbia di Reina, ed abbandonare quel piano così accuratamente elaborato per restituire la sua deshi alle proprie madri e al suo protettivo fratello prim’ancora di partire.

Deshi

Girò su se stesso, provando qualcosa di estremamente sgradevole serrargli il petto in una morsa non molto dissimile da quella che Reina aveva stretto intorno alla sua gola quando aveva comunicato a lei e alle altre tutrici di Zoe che l’avrebbe portata con sé in una delle sue invisibili, insanguinate missioni.

Non era stato facile convincerle, così come non era stato affatto semplice presentare quella scelta alla famiglia reale: era stato soltanto grazie all'intervento della regina Mikoto, che per chissà quale motivo aveva deciso di fidarsi del giudizio di Saizo – di affidargli ancora una volta quella figlia che aveva dovuto nascondere al mondo –, che il principe Ryoma e la principessa Hinoka avevano rinunciato a protestare e avevano, controvoglia, dato il loro permesso per quella missione.

Saizo non avrebbe dimenticato facilmente le parole del suo signore, l'angoscia nei suoi occhi.

"Riportala a casa sana e salva, Saizo. È un ordine."

Lord Ryoma era l'ultima persona che aveva intenzione di deludere, in quello come in qualunque altro compito... ma stavolta era stato diverso, Saizo lo sapeva: la freddezza disperata dietro cui l'ancora così giovane principe si era trincerato, nel dargli quell'ordine, non era riuscita a nascondere del tutto la paura che lui, fedele a Ryoma prima che a chiunque altro, aveva diligentemente ignorato.

Non aveva alcuna intenzione di disobbedire.

Eccola lì, la sua deshi, che indossava con fin troppa scioltezza una tenuta da ninja nera quanto la notte, che sorrideva nervosamente mentre lord Ryoma, dopo averla sottratta agli abbracci soffocanti di Orochi, le parlava sottovoce tenendole una mano sulla spalla: era ancora una bambina – dei, era ancora così piccola, ma cosa gli era venuto in mente? –, ma Saizo sapeva quanto in quel corpo ancora acerbo e snello fremesse il cocente bisogno di mettersi alla prova, di affrontare i pericoli di cui il suo maestro le aveva riempito la testa per anni, di costringere se stessa a guardarsi dentro per scoprire che cosa, in realtà, fosse destinata a diventare.

Nessuno poteva saperlo meglio di lui.

 

-Voglio diventare un ninja.-

Zoe è testarda, tanto, troppo: Saizo non sa più come gestire quella granitica determinazione con cui, sempre più spesso, la sua unica allieva torna sull'argomento.

Manca ancora un anno e mezzo alla sua investitura – al momento in cui le verrà assegnato un titolo vero a proprio, una classe da guerriero, ma Zoe già freme d'impazienza: può anche arrivare a comprenderla, Saizo, a capire il perché di quell'irrequietezza che tanto le fa desiderare un titolo, qualcosa che la definisca, qualcosa che le dia quello scopo nella vita che è ancora troppo immatura per riuscire a comprendere.

-Non hai idea di che cosa voglia dire essere un ninja, deshi.- le ripete, per l'ennesima volta, ma Zoe scuote la testa e lo affronta, con quelle buffe orecchie a punta ben dritte e gli occhi scarlatti colmi di frustrazione, raddrizzando le spalle per sembrare più alta nonostante sia diverse spanne più bassa del suo maestro.

-E allora spiegamelo.-

 

Non esisteva un modo per spiegarle che cosa significava la vita di uno shinobi, Saizo ne era sempre stato perfettamente conscio: nessuno poteva comprendere appieno quanto si trattasse di un'esistenza che poteva essere paragonata soltanto ad un'infinita notte d'inverno, quando il fiato si condensa nell'aria ed il freddo penetra fino alle ossa fino a che non rimane l'unica sensazione in grado di essere provata.

Non conosceva il modo di spiegarsi, per dire a Zoe quanto quello non fosse un percorso che lei sarebbe stata in grado di intraprendere: conosceva la sua allieva – aveva cominciato ad addestrarla sei anni prima e forse soltanto Orochi, la sua madre adottiva, poteva affermare di conoscerla meglio di lui.

Perciò, dopo aver gettato via fin troppe parole per tentare di dissuaderla, aveva deciso di portarla con sé.

Non sarebbe stata una missione difficile: aveva passato giorni e giorni a cercare un obiettivo che avrebbe comportato il minimo rischio per lei, che gli avrebbe dato l'opportunità di darle un assaggio di quell'esistenza che Zoe si era impuntata a desiderare probabilmente soltanto a causa dell'ammirazione che provava nei suoi confronti; ed eccoli lì, dopo giorni e giorni di preparativi, dopo le minacce di morte più colorite che Orochi era riuscita ad elaborare, dopo il doloroso silenzio di Kagero, dopo l'angoscia che si era fatta sempre più evidente sul volto del principe Ryoma, il giorno della partenza era arrivato.

Guardò Kaze, che osservava la ragazzina con quel misto di apprensione ed affetto – come se avesse voluto balzare in avanti e portarla via, tenerla al sicuro da quella pazzia in cui Saizo aveva deciso di gettarla – in grado di smuovere qualcosa persino dentro di lui.

Conosceva quell'espressione, quel misto di appartenenza e frustrazione che riempiva di solchi profondi quel volto altrimenti giovane e delicato: Kaze guardava quella bambina nello stesso modo in cui lui aveva sempre guardato il suo protetto, il principe Ryoma, l'uomo a cui aveva votato la propria lealtà, il proprio onore e la propria stessa vita.

Un giorno, quando la verità sarebbe stata svelata e Zoe avrebbe assunto il titolo di principessa che le spettava, Saizo non sarebbe più stato il suo maestro e Kaze sarebbe diventato la sua guardia reale, il suo attendente: non era un pensiero che Saizo amava considerare ma, come sapeva che portare Zoe con sé quel giorno era la cosa giusta da fare, sapeva anche che niente avrebbe impedito a Kaze di votare la propria lealtà a quella principessa ancora così ignara del proprio destino.

Fino a quel momento, però, era compito suo prepararla, addestrarla ed istruirla, e non era un compito che Saizo aveva intenzione di fallire.

-Sarà con me, e mi sembra di aver già dimostrato cosa sono pronto a fare per proteggerla.-

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Author's Space:

Buona domenica a tutti!

Questo piccolo prologo è l'inizio di una storia in tre parti precedente alla storia principale che stiamo scrivendo, Aranyhìd: nello specifico, è ambientata otto anni prima dell'inizio della storia principale.

Secondo le nostre elucubrazioni, a 14 anni i soldati di Hoshido ricevono un titolo relativo alle loro attitudini principali (Samurai, Guerriero Oni, Arciere etc.) mentre, a 16, se lo meritano, ricevono un Sigillo e possono cambiare di classe (Maestro di Spada, Capo Oni, Cecchino etc.) e diventare guardie reali.

Zoe, qui, ha soltanto dodici anni, ma ha cominciato il suo addestramento con Saizo già da molto tempo: la testardaggine della piccola allieva, la deshi, di Saizo, lo ha spinto a prendere una decisione che verrà spiegata molto meglio nel prossimo capitolo, quando entreremo nel vivo dell'azione e incontreremo anche un... amico di vecchia data di Saizo che, personalmente, non vediamo l'ora di incontrare anche noi!

Saizo è un personaggio che io (B), personalmente, adoro: è il mio preferito fra i ninja e questa breve storia in tre atti è più uno studio su di lui che una storia su Zoe, a dire la verità. Il rapporto fra questi due è qualcosa che tornerà fuori molto spesso, in Aranyhìd, e questo è esattamente il motivo per cui abbiamo voluto analizzarlo più nello specifico.

Speriamo che possa entusiasmarvi quanto piace a noi! Fateci sapere che cosa ne pensate!

Un abbraccio,

Clarisse&B

   
 
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