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Autore: BowtiesAreCool    04/06/2017    0 recensioni
AU! Gemme Dell'Infinito
Coppie: Phil/Clint - Accenni Steve/Tony - Accenni Thor/Loki
Dal banco dietro Coulson proveniva un sonoro russare: era inconcepibile come un ragazzo dell'età di Anthony Stark potesse avere tanto sonno arretrato, eppure non c'era lezione mattutina che egli trascorresse sveglio, vigile, attento alle parole del professore. Abbandonato sulla superficie costellata di scritte e graffiti, Tony poggiava gli scarmigliati capelli neri sulle braccia coperte di ematomi, chiudeva le palpebre cerchiate di livida insonnia, quindi spalancava la bocca ad un quieto, letargico russare. Persino gli insegnanti avevano perso ogni speranza di vederlo interessato a quel che avevano da dire.
Con un mezzo sorriso, Phil si girò, sistemandosi i capelli castani sulla fronte, gli occhi azzurri posati gentilmente sul viso dell’amico, e lo scosse appena. “Ehi.” Bisbigliò. “Va bene dormire, ma evita di russare, così disturbi tutti.”
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Undici





"Lo distruggerò." Thor, un ginocchio piegato a terra, alzò la fronte. "Si pentirà di questo tradimento. Lo punirò. La giustizia del Tonante calerà su di lui."
Loki era a dir poco furioso: non poteva credere di aver perso una delle Gemme solo perché quello stupido ragazzino si era affezionato. Era imperdonabile! "Dobbiamo distruggerli tutti!" Sibilò. "Ma abbiamo bisogno di trovare la sesta Gemma. Per quanto noi possiamo essere potenti, tre Gemme ci daranno filo da torcere. Abbiamo bisogno di bilanciarci."
"Manca solo quella della Realtà. La più ostica da trovare." Thor non si mise in piedi e rimase inginocchiato. "Il Capitano è debole. E il tuo animale da compagnia non ha mai imparato ad usare i suoi poteri per offendere, unicamente per servirti."
"Ma non sappiamo dove si trovano! Rischiamo di perdere solo tempo. Dobbiamo trovare l'altra Gemma prima che lo facciano loro!"
"E come, Maestro? Come?"
Loki ringhiò e si fermò nel mezzo della sala. "Organizzeremo una trappola."
"Una trappola?" Unicamente allora Thor si mise in piedi e lo raggiunse. Posò le mani sulle spalle dell'altro, le dita forti piagate da certo e mille battaglie. "Dimmi."
L'altro sollevò gli occhi nei suoi e stranamente non protestò per quel contatto. "Aspetteremo che loro la trovino e ce ne impossesseremo nel momento in cui si rivelerà."
"Caleremo su di loro. Non avranno possibilità di salvezza."
"Sei la mia ultima speranza, Thor.” Disse l’altro. “Non deludermi."
 
***
 
"Puoi sentire anche la Gemma che non è ancora uscita allo scoperto?" Phil era accoccolato sul petto di Clint e, nonostante fosse esausto, non riusciva a dormire. "Sapere dov'è?"
"No." Il ragazzo aveva il braccio attorno alle sue spalle e di tanto in tanto posava un bacio sul capo dell'altro. "Eppure è una sensazione strana. So che è attiva, lo avverto. Tuttavia non sono in grado di vederla."
"La Gemma della Realtà... Forse non puoi vederla proprio perché distorce la realtà. Però, se la trovassimo... Con quattro Gemme saremmo invincibili."
"Quattro Gemme su sei. Tempo. Anima. Potere. Realtà..."
"Secondo te qual è la più potente di tutte?"
"Credo si eguaglino e allo stesso tempo siano tutte deboli, allo stesso modo, finché non sono unite."
"Sono opposte e si completano solo quando sono insieme." Phil strofinò il naso sul suo collo. "È molto romantico."
"Oh, sì." Il ragazzo piegò la testa per baciargli la fronte. "Molto. “
"Tu come sei entrato in contatto con la tua Gemma?"
"Stavo scappando dall'orfanotrofio. Ero terrorizzato, ma volevo andare via, lasciandomi tutti alle spalle. Mi stavo chiedendo cosa ci fosse di sbagliato in me e negli altri, perché non riuscivo a capire il motivo del loro rifiuto verso di me---Poi ho sentito questo calore nel petto. Ho visto qualcosa venirmi incontro, un uccello o qualcosa di simile." Clint prese un sospiro. "E i miei occhi hanno cominciato a vedere."
"Dovevi essere molto spaventato. Quanti anni avevi?"
"Quattordici." Clint gli baciò di nuovo la sommità della testa. "Volevo soltanto capire."
"Come hai fatto poi?" Sollevò il viso per guardarlo. "Tony all'inizio era spaventatissimo e ci ha messo mesi per capire come usarla."
"Io l'ho usata al circo. Leggevo le anime della gente. O meglio." Lui scrollò le spalle. "Sentivo quel che volevano vedere. Così potevo sempre dare loro gli spettacoli migliori."
"Ma puoi anche difenderti e attaccare no?" Si mordicchiò le labbra. "Insomma... Quelle frecce che crei possono anche uccidere, no?"
"Non lo so. Non ho mai fatto nulla per ferire fisicamente una persona... Prima che Loki mi controllasse."
"E dopo?"
"Poi Loki non aveva bisogni che combattessi."
"Cosa ti faceva fare? Solo guardare?"
"Unicamente guardare."
"Quel tizio dev'essere un mostro..." Phil gli accarezzò teneramente il viso. "Sei al sicuro ora. E quando tutto sarà finito, magari anche la Gemma scomparirà."
"Chissà." Il giovane gli baciò le labbra. "Possono scomparire davvero?"
"In realtà non lo so." Inclinò appena il viso. "Io spero lo facciano. Non credo portino nulla di buono."
"Sono egoiste. Vogliono unirsi e spingono al limite lo spirito di chi le ospita."
"Non è solo per questo. Insomma, pensaci! Loki le vuole per se e se dopo aver sconfitto lui, venisse qualcun altro? E dopo ancora qualcun altro? Dovreste passare la vita a difendervi!"
"Lo so. Fino a che uno di noi non diverrà un nuovo Loki e ucciderà gli altri, per avere il potere dell'Infinito."
Corrucciò le sopracciglia. "Nessuno di voi lo farebbe mai! Voi non siete come Loki, tu non lo sei. Troveremo il modo di sbarazzarcene. Steve ha detto che le Gemme si manifestano nelle armi. Forse, se le chiudessimo da qualche parte, uscirebbero da voi..."
"Certo, si manifestano in esse e prendono forma tangibile." Gli diede ragione Clint. "Ma è molto più di così. Si aggrappano al cuore ospite. Sarà come togliere una dose. " Spiegò. "E alla fine ci corromperanno."
Phil lo fissò sorpreso. "Spiegati meglio, per favore."
"Le Gemme sono come cristalli di droga. Non puoi vivere senza di esse, dopo esserne venute in possesso e se ti lasci condizionare da quella che hai, soccomberai al loro desiderio di riunirle, costi quel che costi, in nome del Potere dell'Infinito."
"Quindi... Ad ognuno di voi potrebbero venire manie omicide per ottenere il potere? Davvero?"
"Sì. Occorrerebbero anni. Loki ha quella Gemma da decadi."
"Oh... Okay, almeno abbiamo il tempo per organizzarci." Dondolò appena il viso, poi, pensieroso. "Quindi non è neanche colpa sua, è come se la Gemma lo controllasse, no?"
"Lui dice di non esserne controllato." Rispose il circense. "Tuttavia credo che usarla per tutti questi anni abbia accelerato il processo."
Annuì. "Capisco... Se troviamo il modo di liberarci delle Gemme potremmo aiutarlo."
"Sempre che sia possibile."
Phil annuì di nuovo, chinandosi poi a baciarlo. "Troveremo una soluzione tutti insieme."
"Ne sono sicuro." Sussurrò lui, sulle sue labbra.
Sospirò di piacere, approfondendo subito il bacio, accarezzandogli il viso a punta di dita.
"Ti amo, Phil."
Il ragazzo spalancò gli occhi, incredulo. "Dici davvero?" Riuscì a balbettare parecchi secondi dopo.
"Dico davvero." Annuì l'altro, sorridendo.
Gli occhi di Phil sembravano brillare. "Non me lo aveva mai detto nessuno..."
"E io non ho mai trovato nessuno cui dirlo." Il circense lo abbracciò stretto e lo baciò con foga, con ardore e amore.
"Ti amo anche io." Bisbigliò, stringendosi forte a lui e rispondendo ai baci con entusiasmo.
"Grazie per avermi salvato."
"Tu hai salvato me, direi che siamo pari." Sorrise e gli si appoggiò contro. "Buonanotte."
"Buonanotte." Clint gli accarezzò lentamente la schiena, coprendo di baci la fronte e le palpebre "Fai sogni d'oro."
 
***
 
Tony alzò la testa dal libro di storia. La lezione, che come al solito non catturava il suo interesse, divenne un ronzio di sottofondo in un angolo della testa. Socchiuse le palpebre, chiedendosi per quale motivo lungo la sommità della testa e sul collo ci fossero quelle striature di brividi e camminate di pizzicorii. Steve, che in quelle due settimane aveva cominciato a riprendersi, sbatté gli occhi e strinse le dita sulla penna biro. Si girò verso Phil, dopo aver occhieggiato a Stark, dietro di loro. "C'è qualcosa di strano." Lo avvisò. "Non so cosa. Ma c'è."
"Strano?" Chiese l'altro distrattamente, prendendo alcuni appunti, attento alla lezione.
"Qualcosa che si muove." Spiegò il Capitano. "È una presenza."
A quella frase, Phil spostò gli occhi su di lui. "Loki?"
"No. Non credo. Non lo so."
"È come un richiamo." Intervenne Tony, dal posto dietro di loro. "Dalla biblioteca."
"Biblioteca?" Girò il viso per guardare Tony. "Loki potrebbe essere qui? Ora?"
"Potremmo chiederlo al nostro bidello di fiducia." Questo, al momento, era il lavoro che Fury aveva proposto a Clint: gavetta, studio serale e forse, forse sarebbe anche potuto entrare come matricola nello S.H.I.E.L.D. Forse.
"Volete uscire ora? Mancano ancora venti minuti alla fine."
"Venti minuti non sono una eternità." Disse Steve. "Possiamo aspettare."
Phil annuì. "Lo sentite ancora?"
"Sì. E non mi sembra di percepire pericolo. Solo questo richiamo."
"Okay, speriamo non sia pericoloso, però."
"Nel caso." Tony serrò il pugno e le nocche brillarono, metalliche. "Sappiamo come difenderci."
"Contieniti per favore."
"Dai, era soltanto un po'di sbruffoneria."
Phil sospirò appena e quei venti minuti passarono lentamente, anche troppo. Alla fine scattarono tutti in corridoio a cercare Clint.
Questi, con la sua divisa azzurro stinto e scopettone alla mano, già li attendeva fuori dall'aula. "Non è Loki." Li rassicurò. "È la Gemma Della Realtà."
"Cosa?!" Phil spalancò gli occhi. "È qui a scuola? Dove?"
"Nella biblioteca."
"Andiamo a controllare, allora!"
Aprirono la porta e la biblioteca non era affatto una biblioteca. Era un susseguirsi di corridoi e strade di pensiero, filamenti luminosi, percorsi della Mente, Orrore e Bellezza. Era un luogo dove la Realtà si mostrava in ogni piega e ansa, che fosse buona o cattiva, vera o falsa, sottolivelli e sovrastrutture, sopra e sotto, destra e sinistra. Era l'ingrandimento della Realtà vista al Microscopio della vita, sezionato, studiato, in continua crescita nel suo continuo deperire.
"Che diavolo..." Phil afferrò la pistola nascosta dietro la schiena. "Che succede?"
"Benvenuti." La Voce divenne Carne, il Verbo mutò in Membra. Apparve loro un Uomo di Sapienza, dagli occhi scuri che solcavano le acque torbide del mondo, dal mento aguzzo e i capelli corvini. Indossava vesti preziose e un lungo mantello spiegava le ali dietro la sua schiena. Un gioiello a guida di occhio poggiava sul suo petto. "Strange." Esalò Tony. "Stephen Strange. Il bibliotecario."
Phil spalancò gli occhi e la bocca. "Oh mio Dio..."
"È sempre stata qui..."
"Come abbiamo fatto a non accorgercene?"
"Semplicemente." Stephen si avvicinò, rapido come il pensiero. "Ho tratteggiato i contorni di una realtà in cui la Gemma non era nelle mie mani."
"Ecco perché sfuggivi al mio sguardo." Disse Clint. "Perché non potevo vedere la tua Anima con chiarezza."
Phil osservò attentamente l'uomo. "Perché ti nascondevi?"
"Attendevo che foste pronti."
"Pronti a cosa?"
"Ad affrontare Loki. Tutte i pezzi sono riuniti ora sulla scacchiera."
Confuso, il ragazzo guardò gli amici. "Credi davvero che siamo pronti? Loki è potente e sa come usare la Gemma."
"E voi anche." Stephen incrociò le gambe e parve sedere, così fluttuando, sulla corrente stessa del pensiero. "E fra voi c'è chi può portare il carico delle Gemme senza venirne corrotto."
"Vuoi dire che non si possono eliminare?" Istintivamente Phil strinse le dita di Clint.
Il circense strinse la sua mano di rimando, per infondergli sicurezza. "Possono essere rese inattive. Ma devono essere assopite una per una."
"E chi potrebbe farlo?"
Stephen si voltò verso Stark. Questi serrò le palpebre, colpito da una sferza di pensiero tanto potente da intorpidirgli il cervello. "Firme." Sussultò. "Le Gemme hanno firme specifiche. Non sono colori imbellettati. Sono stringhe numeriche."
"Stringhe?" Spalancò gli occhi. "Quindi dovrebbe farlo Tony?"
"Tuttavia servirebbe un catalizzatore." Continuò Iron Man. "O meglio, un contenitore. Qualcosa che trattenga le Gemme. Tutte insieme."
"Tipo una scatola?" Phil spostò gli occhi sul bibliotecario. "E dove la prendiamo?"
"Non una scatola." Disse Strange. "Una persona." Completò Steve per lui, indovinando i suoi pensieri.
"Una persona?! Siete impazziti? Volete dare le Gemme ad una sola persona?"
Clint guardò Strange negli occhi. Come colto da un pensiero si girò verso Phil e l'iride e la sclera si illuminarono di un accecante bagliore viola. "No..." Mormorò.
"Esatto, no! Non potete dare in simile potere ad una sola persona. E se volesse conquistare il mondo?"
"Tu non lo faresti." Fu il sussurro inudibile di Clint. "Tu non lo faresti."
Phil girò gli occhi sul compagno, confuso. "Cosa?"
"Le Gemme si sono riunite in un luogo." Stephen, più rapido del pensiero, gli fu accanto. "Attorno ad una persona."
Il ragazzo spostò gli occhi dall'uno all'altro. "Che... Che vuol dire?"
"Che sei tu quella persona." Rispose Strange.
Phil sbatté gli occhi, uno, due, tre volte. "Io?" Li guardò confuso. "Io cosa? No-- non voglio quelle cose!"
"Dovrai tenerle unicamente per permettere al tuo compagno di assopirle."
"E poi? A me che succederà?"
"Nulla." Gli promise Stephen. "Niente di male."
"E tu che ne sai?" Guardò Strange. "Cosa mi accadrà?"
"Nulla." Ripeté lui. "Non ti accadrà nulla."
"E le Gemme dovrò tenerle io?"
"Esattamente. Avrai le Sei Gemme dell' Infinito. Saranno tue. Cercheranno di controllarti."
"Ma ho visto la tua Anima." Disse Clint. "Non succederà."
Lo sguardo del ragazzo divenne spaventato. "Potrei distruggerci il mondo?"
"Se tu avessi in cuore un simile desiderio, le Gemme avrebbero un appiglio da cui poter propagare la loro potenza distruttiva. In te, tuttavia, non cova alcun pensiero negativo."
"E se io non volessi farlo?"
Strange lo fissò a lungo e i suoi occhi cercavano a fondo dentro di lui, nelle pieghe più profonde del suo essere -Era un potere che esulava dalla Gemma di cui era in possesso, assai diverso da quello di Clint. Era uno scrutare quasi tangibile, quasi l'essenza di Stephen si fosse annidata direttamente nel suo cuore.
Il ragazzo si ritrasse spaventato e provò a dire qualcosa, ma nessun suono abbandonò la sua bocca.
Clint intrecciò le dita alle sue, pressando il palmo contro la sua pelle. In un istante, avvertito quel grido di paura, l'armatura aveva avvolto il corpo di Tony ed uno scudo era apparso tra le mani di Steve. Il bibliotecario non disse una parola, tuttavia permise ad un sorriso di affiorargli alle labbra. Un sorriso compiaciuto e per nulla sorpreso. "Non ti preoccupare. Non voglio farti del male."
Ma l'altro lasciò la mano del compagno e indietreggiò ancora. "Cosa vuoi?"
"Comprendere la tua paura."
"Ho paura di essere corrotto e distruggere il mondo!"
"Non accadrà. Non sarai solo."
"E se non fossi in grado di controllare il potere delle Gemme? Che succederà?"
"Allora il mondo potrebbe cadere nel buio."
Gli occhi del ragazzo divennero ancor più grandi. "Quindi da me dipende il futuro del mondo? Non mi state chiedendo troppo?"
"Se non fossi sicuro che le tue mani sono in grado di reggerlo e così le tue spalle e così il cuore, non te lo chiederei."
"Mi date troppa fiducia! Io non credo di poterlo fare. Perché non lo fa lei?"
"Io non posso." Ammise Strange. "Io posseggo in me troppo potere. Le Gemme se ne nutrirebbero. Potrei voler fare del bene e con questo desiderio, distruggere tutto quel che esiste."
"Quindi... Non posso fare neanche del bene?"
"Non sono forze adatte per il bene. Né per il male. Sono forza pura e creano il caos primigenio della creazione."
"Quindi io sono neutrale? Perciò posso tenerle?"
"Tu sai discernere bene e male. Sai che l'uno può portare all'altro e che la vita non è mai un unico binario in una sola direzione."
Phil sospirò e abbassò il viso. "...Va bene. Ma devi promettermi che non succederà niente a nessuno."
"Te lo prometto."
"Dopo che le Gemme saranno silenti." Domandò Steve. "Cosa accadrà?"
"Nulla." Rispose Strange. "Niente accadrà. Se il mondo non verrà toccato dalle Gemme, continuerà a vivere senza che la loro sparizione lo coinvolga."
Phil alzò gli occhi sull'amico. "Non c'è possibilità per Steve di tornare a casa?"
"Potresti decidere di agire." Stephen tornò a guardare Coulson. "Usare la Gemma Del Tempo per ricondurlo agli anni della sua vita. Farlo, tuttavia, metterebbe a rischio la tua anima."
"Perché? Lo farei a fin di bene!"
"Ne sono certo." Stephen annuì. "Ma permetteresti alle Gemme di legarsi a te. Usare le Gemme significa permettere loro di entrarci nel cuore."
Phil guardò Steve risoluto. "Se vuoi tornare a casa lo farò, penserò poi alle conseguenze."
"Non metterai a rischio la tua vita per me."
"È una decisione che spetta a me. È casa tua, la tua vita!"
Tony lanciò uno sguardo al Capitano, che sviò i suoi occhi. Strange accennò alla porta. "Vi ho sconvolto più di quanto poteste sopportare. È meglio che andiate."
"Dobbiamo radunare le Gemme prima che io le abbia?" Chiese Phil già alla porta.
"Sì." Rispose Stephen. "Tutte."
Annuì. "Grazie." Una volta fuori prese un respiro e afferrò la mano di Clint. "Cosa devo fare?" Chiese in un bisbiglio.
Il circense lo guardò negli occhi e qualunque cosa avesse da dire gli rimase appesa sulle labbra. "Phil..."
Portò gli occhi nei suoi. "Ho paura."
"Lo so." L'altro gli accarezzò la mano. "Lo so che hai paura."
"Cosa devo fare?" Richiese.
"Devi fare ciò che senti di fare."
Sollevò un sopracciglio. "È questo il tuo consiglio? Segui l'istinto?"
Clint girò la testa e si umettò le labbra. "Io so che puoi farlo." Disse. "L’anima è adatta."
"Vorrei un consiglio dal ragazzo che ha detto di amarmi, non dalla Gemma!"
Clint serrò i denti e la rabbia, la frustrazione gli vibravano in corpo. "Fallo." Disse infine.
"Si può sapere che ti prende?" Chiese arrabbiato e confuso.
"Ho paura." Ammise lui."Perché sei l'unico che può far finire tutto questo, ma non voglio buttarti nella tana del lupo. Non voglio che ti accada qualcosa."
"Hanno detto che non mi accadrà nulla.... Così mi metti ancor più paura!"
"Sarai percosso e attraversato da---Da un quantitativo di energia come non se ne vedeva dai tempi del Big Bang!"
Phil spalancò gli occhi. "Così mi spaventi, non mi aiuti!"
Il circense si stropicciò gli occhi, mentre la campanella ruggiva sopra le loro teste. Passò la mano tra i capelli, quindi scosse la testa. "Mi dispiace "
Gli poggiò le mani sulle spalle. "Hanno detto che non è pericoloso e mi fido. Ma ho bisogno di te e della tua forza. Non lasciarmi, ti prego."
"Non potrei mai lasciarti." Clint gli sorrise, per poi cogliere ai lati degli occhi i primi, schifati fremiti di ragazzi e ragazze incappati in una intimità troppo strana anche per loro. "Vai in classe." Sussurrò. "Ti aspetto."
"Almeno un bacio?"
"Non possiamo qui."
Corrucciò le sopracciglia. "Perché?"
"Mormorano troppo." Bisbigliò lui. "Sento il loro astio."
"Chi?" Si girò. "I ragazzi? Che ti importa? Io e te siamo più importanti."
"Hai ragione." L'altro lo avrebbe persino baciato, accordandosi ai suoi desideri, se non fosse arrivato il professor Pym a dirgli di sbrigarsi.
Phil lo afferrò prima che se ne andasse e gli scoccò un veloce bacio sulla guancia. "A dopo."
"A dopo. E ti prego, non pensare troppo a quel che è successo." Clint gli strinse le dita. "E ricorda sempre che ci sono io con te."
Annuì. "Grazie." Lo guardò andar via piegando le labbra in una smorfia. Poi si girò e, invece di andare a lezione, chiamò Isabelle chiedendole di venire a prenderlo a scuola.
"Cosa succede?" Domandò lei, non appena il figlio fu entrato in macchina.
"Mamma è a casa? Devo parlare con entrambe."
"Sì, è a casa. È successo qualcosa di grave?"
"Abbiamo trovato l'ultima Gemma." Si mordicchiò le labbra e strofinò le dita tra loro, nervosamente. "Parliamone a casa."
Isabelle socchiuse le palpebre. Strinse le labbra, quindi annuì, non emettendo un suono, un singolo suono per tutta la durata del viaggio.
A casa, il ragazzo si sedette tra le due donne, spinte accanto a lui. "Abbiamo trovato la Gemma della Realtà. È del bibliotecario della scuola." Iniziò, stringendo le mani di entrambe le donne -Ricercava il loro calore per rassicurarsi e far smettere il tremore delle dita.
Victoria strinse le dita del figlio contro il palmo. "Perché sei così spaventato?"
"Ecco... Lui ha detto che le Gemme possono essere controllate e neutralizzate da un... Anima neutra e incorruttibile."
Una scintilla di comprensione illuminò gli occhi della donna. "Stava parlando di te."
Il ragazzo annuì. "È come se le Gemme avessero sempre cercato me..." Sospirò, stringendo le mani a quelle delle donne. "Strange ha detto che non è pericoloso e che non mi accadrà nulla se non userò le Gemme ma... Volevo rimandare Steve nel suo tempo ma, se lo faccio, le Gemme potrebbero corrompermi e rischio di distruggere il mondo."
Isabelle accarezzò il volto del figlio, scuotendo piano la testa. "Deve esserci un modo. Un altro modo."
"Non c'è." Scosse la testa e le spalle caddero sotto un peso invisibile. "Clint è terrorizzato e lo sono anche io ma... Devo liberare gli altri dalle Gemme prima che diventino come Loki."
"Parleremo con Fury. Troveremo qualcosa di diverso. Una soluzione che non ti coinvolga."
"Non c'è un'altra soluzione!" Saltò su. "Ho bisogno del vostro appoggio per farlo, vi prego!"
"Avrai sempre il nostro appoggio." Lo rassicurò Victoria.
"Me lo promettete? Io... Sono davvero terrorizzato di poter distruggere il mondo."
"Mi fido del tuo cuore." Isabelle gli posò una mano sulla spalla. "So che è forte. Più forte di qualunque Gemma."
Phil cominciò a tremare e si strinse forte alle due donne. Sentiva il corpo vibrare, il cuore scalpitare impaurito e si chiese, per l'ennesima volta in vita sua, quando avrebbe potuto avere una vita normale.
"Andrà tutto bene." Victoria gli accarezzò i capelli. "Andrà tutto bene, bambino mio."
"Non mi lasciate, non mi lasciate!"
"Non lo faremo. Saremo sempre qui per te."
Phil passò quella notte e le successive insonni, abbarbicato al corpo di Clint, pensando e rimuginando su quello che sarebbe stato il suo futuro. Di giorno, invece, preparavano piani e strategie per sconfiggere Loki e liberare Thor. Ad una settimana dal ritrovamento della Gemma della Realtà, i ragazzi erano nel posto più isolato che avevano trovato, pronti a tendere la trappola. "Allora! Clint attirerà l'attenzione di Loki, quando lui e Thor si presenteranno, mentre Tony e Steve distrarranno Loki, Clint e io libereremo Blake. Domande?"
Clint alzò la mano. "Loro." E indicò Tony in armatura e Steve in divisa. "Come fanno ad attivare i fenomenali poteri cosmici?"
Phil sollevò un sopracciglio. "Pensavo avessimo già superato questa fase!"
"Non è una fase! È una curiosità!"
Sbuffò. "Clint devi solo liberare Blake come hai fatto con me. Ci siamo esercitati, andrà bene."
"D'accordo." Steve, dall'alto dei suoi ventisei anni ricreati dalla Gemma, fece un sorriso paterno. Sistemò meglio lo scudo, quindi fece scrocchiare le vertebre del collo. "Se siete tutti pronti." Disse il circense. "Comincerei il mio spettacolo."
"Quando vuoi." L'altro gli sorrise e si mise in posizione, pistola alla mano.
Clint prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. Il cuore formicolò della familiare presenza della Gemma, del suo potere che si sprigionava pizzicando lentamente ogni corda e fibra del corpo; serrò i pugni e drizzò di scatto la testa, gli occhi spalancati e l'iride e la cornea un incendio viola. Una vampa di calore si sprigionò dal suo corpo, un boato di energia che mise a nudo le Anime di coloro che gli erano accanto, toccando le corde dei loro spiriti. Gli occhi cercarono e cercarono e cercarono, fino a trovare, ecco, due Anime Antiche, di un Regno lontano...
Loki sentì uno sfrigolio dell'aria e subito abbandonò il suo trono. "Le Gemme sono riunite, ci stanno aspettando. Thor!" Chiamò. "Sarai il mio vincitore!"
Il Guerriero si erse nella sua potenza, nella sua forza. Sorrise di un sorriso tronfio, facendo fischiare il martello: zampilli di tuoni avvolsero il metallo, lampi fosforescenti esplosero nei suoi occhi. "Per te, Maestro."
"Non deludermi."
 
***
 
"Arriveranno? Sono quasi dieci minuti che aspettiamo."
"Arriveranno." Sentenziò Clint. "Li sento."
Loki e Thor comparvero davanti a loro in un vortice di vento. "Bene, bene, bene... Ecco i nostri eroi riuniti."
"È un piacere rivederti, Loki." Lo canzonò Clint, davanti agli altri con espressione risoluta e un ghigno divertito sulle labbra. "Thor." Lo salutò poi. "Fulmineo come sempre."
"Oh, il mio piccolo uccellino... Che ha tradito per un inutile ragazzino."
"Ho imparato che nella vita bisogna avere delle priorità."
"Dovevo essere io la tua priorità." Replicò l’uomo. "Io ti avrei dato il potere."
Clint strinse la mano destra a pugno e contrasse la mandibola. "Non mi avresti dato niente."
L'altro mosse lo scettro e fece spallucce. "Non lo saprai mai." Piegò il polso e fece partire un fascio di luce diretto al ragazzo.
Fra lui ed il giovane si frappose lo scudo del Capitano e, non appena Thor scattò in avanti brandendo il martello, un colpo di repulsore allo stomaco lo spinse indietro.
Phil mirò a Loki e gli sparò contro, facendo segno a Tony perché lo distraesse e desse il tempo a Clint di liberare Thor.
Iron Man scattò immediatamente in direzione dell'avversario, dirigendo un colpo al suo polso. Steve usò lo scudo per colpire Thor sotto il mento, quindi, spezzata la guardia fu la volta di Clint: con un dardo viola fra le mani saltò sul petto dell'uomo, conficcando la cuspide direttamente nel cuore.
"No!" Loki sentì il suo controllo su Thor spezzarsi e si gettò su Tony, colpendolo con lo scettro.
Iron Man accusò con un ringhio. Approfittando di quell'attimo in cui Loki gli dava le spalle, il Capitano scagliò lo scudo nella direzione del Dio.
Loki lo evitò all'ultimo momento e, con rabbia, si scagliò su Phil. "È tutta colpa tua!"
Ma quando provò a colpirlo, il bastone parve affondare in una piega di tessuto. Tirò e tirò e tirò fino a quando, ecco, il tessuto gli si avvolse attorno e lo scacciò via e Stephen Strange comparve davanti a Coulson.
Phil respirò di sollievo e Loki rimase sorpreso e basito. "L'ultima Gemma... Ti sei nascosto bene."
Stephen inarcò un sopracciglio e ad un suo gesto tralci di rovi agguantarono i polsi di Loki. "È giunto il momento, Loki Lingua D'Argento. Le Gemme e il loro Potere devono assopirsi."
"No! Potremmo conquistare il mondo insieme! Il potere delle Gemme è infinito."
"E così la loro malvagità."
"Potremmo fare tutto ciò che vogliamo! Saremmo delle divinità!"
Strange scosse la testa, con lentezza. Clint si avvicinò a Loki e aveva in mano un dardo viola, che brillava di dieci, cento, mille volute. "Non so se funzionerà, Loki." Ammise lui. "Se esiste ancora una parte di te che le Gemme non hanno toccato."
Loki assottigliò lo sguardo. "La Gemma non mi ha corrotto e il tuo potere non mi intaccherà."
"Allora sentirai soltanto un po' di solletico." Clint affondò la cuspide e nello stesso istante afferrò lo Scettro. Digrignò i denti, gettandolo, poi, verso Coulson.
Phil afferrò lo scettro mentre Loki urlava e si dibatteva e alla fine sveniva tra l'erba. Coulson osservò la Gemma e spostò gli occhi su Strange. "E ora?"
"E ora." Strange si sfilò il mantello. Esso divenne una pietra dai riflessi indistinti e, ad un suo gesto, lo Scettro di Loki mutò in una Gemma azzurro ghiaccio. "Sii forte, Phil Coulson."
Il ragazzo lo guardò confuso, sentendo poi l'aria sfrigolare intorno a lui.
Steve si fece vicino. Lo scudo brillò di una luce dorata, incandescente, mentre lo passava a Phil. La sua forma rimpicciolì, spogliandosi della divisa e tornando ad essere niente di più di un ragazzino di sedici anni.
Le Gemme vorticarono intorno al ragazzo, fermandosi poi a mezz'aria. Phil avvertì dei brividi freddi lungo la schiena e spostò subito gli occhi su Clint, impaurito.
"Andrà tutto bene." Il circense tese la mano, per intrecciare le loro dita. "Ci sono io con te." Thor, nella forma di Donald Blake, si inginocchiò dinanzi a Coulson, porgendogli una Gemma rosso sangue. Stark, già libero dall'armatura, stava scrivendo stringhe di numeri su un piccolo marchingegno costruito nei giorni precedenti.
Il ragazzo strinse le dita alle sue e chiuse gli occhi, accogliendo il potere delle Gemme. Si aggrappò alla mano del compagno e pensò a Isabelle e Victoria, a Tony e Steve e sentì la paura volare via.
Clint strinse le dita e sul palmo apparve una Gemma viola, ricolma di fumi e volute. La passò a Coulson, sorridendo al suo indirizzo. "Ci sono quasi!" Esclamò Tony. "Ci sono quasi!"
"Manca la tua, Mister." Gli ricordò Steve. "Coraggio."
Phil aprì gli occhi con un sorriso. "Ce la faccio, prenditi il tempo che serve."
Stark annuì. Ma i dati erano già finiti ed elaborati. Gettò un'occhiata all'armatura di Iron Man e prese un respiro, le dita sospese sopra i tasti. Una volta inibita, lui sarebbe stato unicamente... Tony. Niente missioni. Niente notti passate a sconfiggere i cattivi. Tutto ciò che aveva di speciale sarebbe scomparso in uno schiocco di dita.
"Tony?" Phil lo fissò confuso. "La tua Gemma." Disse, alzando una mano verso di lui.
L'altro guardò lui, quindi l'armatura. E agli occhi di Phil, che tutto vedevano, colsero l'ingarbugliarsi della sua anima e cose che mai aveva detto a nessuno, insicurezze, domande che mai aveva rivelato.
Il ragazzo sorrise. "Tony non hai bisogno della Gemma per essere speciale. Tu sei un ragazzo straordinario, lo eri molto prima di diventare Iron Man."
Steve gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. "Coraggio, Mister. Ti aiuto io." Stark prese un respiro profondo e, una mano in quella di Steve e la Gemma scarlatta nell'altra, arrivò davanti a Coulson. "Se lo dici a qualcuno ti ammazzo." Rise, sghembo.
"Scherzi? Lo dirò a tutti." Rise l’altro, accogliendo anche l'ultima Gemma.
Il potere gli esplose nelle vene.
 
Potresti fare qualsiasi cosa, ora. Qualsiasi. Potresti piegare il mondo. Renderlo migliore. Tutti si inchinerebbero a te. Potresti uccidere Hitler. Potresti migliorare il futuro. Puoi fare tutto ciò che vuoi.
 
Phil chiuse gli occhi e strinse maggiormente le dita di Clint.
 
Non farò nulla di ciò. Pensò tra se e se.
Perché? Basterebbe alzare una mano. Saresti più potente di Loki. Più potente di Strange.
 
Si morse le labbra a sangue.
 
Non migliorerei il mondo, lo distruggerei solamente e io devo proteggerlo. Voi non siete nulla.
Noi Siamo Tutto. Principio. Fine. Alfa. Omega. Tutto. Materia e Antimateria. Spirito e Carne. Religione e Ateismo. Tutto. Pace. Guerra. Passato, presente, futuro. Ciò che è stato, che è, che sarà. Negativo. Positivo. Tutto. T U T T O.
Non siete amore. Non siete amicizia. Non siete le cose più importanti per me!
Puoi riportare il tuo amico nel suo Tempo. Usare il Potere per vendicare colui che ami.
Steve vuole rimanere per Tony e la vendetta è un sentimento che non mi è proprio. Arrendetevi, non riuscirete a corrompermi.
 
L'urlo delle Gemme si schiantò contro le ossa e deflagrò dentro il cuore. Seccò il sangue, assottigliò le vene, soffocò il respiro. Poi venne un singulto d'aria e Coulson fu investito da una scarica di energia tale da soffocare ogni voce. Tony, codificando ogni firma, era stato in grado (con l'aiuto di Jarvis e di alcuni strumenti appartenuti ad Howard) di calibrare delle energie contrarie in grado di annullare le Gemme.
Phil cadde in terra a causa del contraccolpo e sentì un forte dolore squarciargli il petto.
Subito Clint lo strinse tra le braccia e gli passò le mani tra i capelli. "Phil?" Lo chiamò. "Phil, mi senti?"
Il ragazzo aprì appena gli occhi e si portò le mani al viso. "Dio, mi scoppia la testa!"
Clint si permise un gemito di sollievo -Aveva il cuore in gola e una voglia incredibile di saltare. Donald Blake si chinò sul corpo senza sensi di Loki. Spinto da un istinto che covava ancora dentro il cuore, gli mise una mano sulla spalla e lo scosse lievemente.
Phil si lasciò cadere tra le braccia di Clint nello stesso momento in cui Loki apriva gli occhi.
"Come ti senti, Loki?" Gli domandò il medico -E nel riflesso degli occhi, nella piega della bocca atteggiata ad un preoccupato sorriso, si coglievano ancora le tracce di Thor.
"Ho un gran mal di testa... Che è successo?"
"Tu cosa ricordi?"
Scosse la testa. "È come se avessi un vuoto...” Guardò l’altro, confuso. “Tu chi sei?"
Donald spalancò gli occhi, avvertendo un nodo crollare nella trachea. "Mi chiamo Donald. Sono un medico." Gli rispose. "Ricordi chi sei?"
Quello socchiuse appena gli occhi. "...No."
"Non ti preoccupare." Thor lo fece sedere, con attenzione. "Mi prenderò cura io di te."
Loki piegò le labbra in un mezzo sorriso. "Non so perché, ma mi fido."
Phil respirò piano. "Perché mi sento così male?"
"Sei appena stato soggetto ad uno dei poteri più grandi di sempre." Sorrise Clint. "È normale."
"Portami a casa."
Clint lo aiutò a mettersi in piedi. Strange era sparito, lasciando dietro di sé unicamente una traccia di profumo di Agamotto.
 
*****
 
"Clint, sei pronto?" Phil si affacciò in camera che già indossava il completo giacca e cravatta nero, con la spilla dello S.H.I.E.L.D. appuntata sul taschino. In quei tre anni si era alzato in altezza e le spalle si erano allargate grazie agli allenamenti massacranti a cui lo sottoponeva May -E a cui lui stesso sottoponeva Clint, come suo AS. "Sei emozionato?" Gli si avvicinò con un sorriso -Ancora ricordava il giorno in cui aveva ricevuto il distintivo: era stato l'agente più giovane mai avuto in agenzia con appena dodici anni.
Clint sistemò i bottoni del polsino sinistro. Si guardò allo specchio, sistemando le punte dei capelli corti biondo-castano, quindi sistemò il colletto della camicia. "Sono debitamente terrorizzato."
"Perché mai? Devi solo prendere il distintivo e stringere la mano al Direttore. Sarai fantastico!"
"E se poi scopro che, ah ah, è una candid camera e devo tornare a fare il bidello?" E il bidello Clint lo aveva fatto per tutti quegli anni, finendo il turno e poi sgobbando alla scuola serale e poi riprendendo la mattina dopo per allenarsi. Phil lo aveva trovato più di una volta addormentato sullo scopettone o sopra un libro. Nessuno, allo S.H.I.E.L.D. avrebbe mai scommesso un soldo bucato su di lui.
"Non ti fidi di me per caso?" Sorrise e gli baciò le labbra.
Clint gli baciò la bocca, poi lo strinse a sé, forte delle braccia rese più dure e solide per l'allenamento -E sì che all'Agenzia lo consideravano un fenomeno da baraccone, lui che invece delle regolamentari pistole usava arco e frecce. "Mi fido."
"Allora non hai nulla di cui aver paura." Lo strinse. "Ti amo."
"Ti amo anche io, Phil." Il giovane gli baciò la fronte. "Grazie."
"Non ho fatto nulla."
"Mi hai dato una seconda possibilità. E la speranza di una vita vera."
"E tu l'hai data a me."
Clint gli accarezzò il viso, le nocche a sfiorare gli zigomi e la curva del mento. "Sei così bello..."
"Oh, tu lo sei molto di più." Gli baciò di nuovo le labbra. "Tutte allo S.H.I.E.L.D. vogliono accalappiarti."
"Oh, davvero? Beh, povere loro. Io appartengo soltanto ad una persona."
"Davvero? E saresti pronto ad impegnarti a vita con questa persona?"
"Sì." Clint gli strinse le dita. "Sì."
Il ragazzo sorrise e gli strinse le mani, abbassandosi poi in ginocchio. "Vuoi sposarmi, Clint?"
"Lo voglio." Esalò l' altro, i cui occhi increduli rilucevano di felicità inaudita. "Lo voglio."
Phil estrasse dalla tasca una scatolina viola da cui prese una fascetta nera cui era disegnata una freccia viola in controluce.
"È bellissimo, Phil..."
"Meno di te."
"Ti amo più della mia stessa vita."
"Anche io." Gli infilò l'anello e si alzò, stringendolo tra le braccia. "Mi hai reso la persona più felice del mondo."
"Sono così fortunato ad averti al mio fianco." Clint lo baciò con foga, aggrappato alle sue labbra e alle sue spalle. "Mi sento rinascere accanto a te."
"Anche io, amor mio, anche io."
"Oggi allora doppio festeggiamento. Inizia la mia vita come Agente e, cosa più importante, è l'inizio della mia vita al tuo fianco. La nostra vita."
"La nostra vita che sarà meravigliosa."Replicò Phil con un enorme sorriso.
"Sarà la nostra avventura più grande. E sono pronta ad affrontarla grazie a te."
Phil gli accarezzò teneramente il viso. "Allora partiamo. Non vedo l'ora di affrontare la vita con te."
"Inizia la missione."
Il ragazzo intrecciò le dita a quelle di Clint e gli sorrise: ora iniziava il vero viaggio e lui non vedeva l'ora di scoprire ciò che li aspettava.
   
 
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