Prologo: Il Loop
I.
Vivere
la propria vita allo stesso modo, memorizzare i medesimi ricordi,
all'infinito.
Da
quanto, esattamente, il mondo si era messo a procedere in tale
irrazionale maniera?
Il
tempo, dilatandosi e restringendosi, srotolava la sua bobina di filo
bianco, per poi mettersi a riavvolgerla tutta con un solo, veloce
movimento; e così portava tutto con sé, le anime
perdevano il loro
significato e l'intero cosmo si resettava.
E
ricominciava com'era finito.
La
teoria che fosse intrappolata in un continuo ripetersi degli eventi,
inizialmente, era fin troppo illogica per poter risultare credibile;
eppure nessuno ricordava, nessuno capiva di cosa lei stesse parlando.
Una
tattica fin troppo intelligente da adottare: nascondere le memorie,
offuscare le pupille di qualsiasi essere vissuto in tale arco di
tempo nella Dimensione Magica. Una condizione di stallo della quale
poteva anche trarre vantaggio, nell'età in cui non era
né adulta né
bambina, sfuggire alle responsabilità era una grazia divina
che mai
in nessun'altra realtà avrebbe potuto ripetersi.
Invece
aveva deciso di ricordare.
E
ciò l'aveva portata a dubitare profondamente di
sé stessa e delle
sue amiche, che ancora vivevano spensierate nelle loro memorie
fasulle.
Il
corso degli eventi, composto da un fitto tessuto di spazio-tempo, non
era imperturbabile; le loro azioni, la comparsa del loro gruppo con
le sue eroiche gesta, avevano prodotto l'effetto di una roccia caduta
in uno specchio d'acqua. Le onde, irrefrenabili, avevano modificato
il corso degli eventi in modo profondo ed inarrestabile.
Sostituendosi
a Dio, visto come il corso degli eventi, ne avevano vanificato
l'esistenza. Ma le responsabilità che esso aveva erano
decisamente
troppe per esseri finiti quali erano. Per quanto le fosse difficile
ammetterlo, forse, le Winx avevano portato gli avvenimenti a
ripetersi, per rimanere in eterno nel loro splendore e nei loro anni
migliori.
Era
certa che ognuna di loro
aveva desiderato un mondo simile. Ma non falso e corrotto dalla
menzogna.
L'intera
dimensione sembrava avvolta da una barriera infrangibile, nella quale
valevano solo le leggi del loop, ed ogni vita vissuta sarebbe stata
uguale alla precedente, come la precedente uguale a quella prima
ancora; non si poteva modificare nemmeno il minimo aspetto che non
fosse già accaduto in passato.
Quale
passato? Quello cancellato ripetutamente da ogni inconscio e
ricostruito fino al punto di rottura.
Tale
punto di rottura determinato a quando la magia aveva fatto ritorno
sulla Terra e gli Stregoni del Cerchio Nero erano stati sconfitti;
forse, modificando così tanto lo spazio-tempo a loro
piacimento, l'avevano
portato all'inevitabile collasso.
Non
vedeva
altri colpevoli.
E
vedere all'infinito le ragioni della sua
colpa andare confermandosi, non la
faceva stare meglio.
II.
“Bloom,
cosa vuol dire Winx Club?”
Che
frase familiare, le sembrava di averla già detta altre volte.
“Niente,
mi è venuto così. Però è
carino.” disse la fata dai capelli
rossi, accennando un sorriso.
Tecna
annuì lievemente, rompendo il contatto visivo per
concentrarsi
nuovamente sul suo portatile.
Creazione
del gruppo, Ritorno n° 4
La
luna era riuscita a raggiungere le loro figure con un discreto fascio
di luce, rendendo la notte della loro unione una delle più
tranquille che avessero mai visto dalle finestre del college di
Alfea; le più tranquilla in assoluto, rispetto alle altre
che non
potevano ricordare. Una memoria frammentata era la loro, le menti
all'interno del loop non potevano ritrovare una via. O non volevano.
Nel
silenzio che pareva rilassante per le altre, Tecna rimaneva sveglia
ad osservare il soffitto, riflettendo su
come nessuno veramente avesse un valido motivo per ripristinare il
corso del tempo. Un cerchio a cui nessuno poteva sfuggire neanche
ricordando, più crudele della reincarnazione senza
possibilità di
salvezza.
E
senza poter cambiare nulla: quando ricordava che tale avvenimento era
accaduto nelle sue vite precedenti, esso si stava già
compiendo.
La
realtà cominciava a lacerarla e a straziarla, non aveva
più un
completo controllo dei propri pensieri, faticava a riordinare i suoi
ragionamenti come usava fare; l'esistenza consapevole la stava
mettendo in seria difficoltà, ma doveva resistere.
Per
le sue amiche e la loro colpa, finché non avrebbe scoperto
come
sistemare il corso degli eventi.
Osservava
dall'alto il suo corpo muoversi come già molte volte aveva
fatto, le
sue labbra pronunciare le medesime parole, come se non ne avesse mai
avuto un controllo, come se controllasse un cyborg di sé
stessa.
Programmato allo stesso modo.
Chiuse
gli occhi e prese un bel respiro, lasciando perdere per un attimo i
suoi ragionamenti.
Si
sforzò di aggrapparsi agli sfuggevoli ricordi del giorno che
era
appena trascorso, almeno per ricordarsene a lungo termine
finché il
tempo non fosse tornato al suo principio. L'arrivo ad Alfea,
l'incontro con le sue compagne di stanza, la breve battaglia contro
le streghe e la fondazione del club.
Quanto
erano sottili, quelle ventiquattro ore, nel corso di tutta una vita.
Sottili
ed a quanto pare fittizie, importanti per un'esistenza sola,
insignificanti per quattro
con le medesime caratteristiche.
Nei pochi minuti di solitudine,
in tale notte stupenda, Tecna si ritrovò a desiderare di
vivere come
le sue amiche, senza accorgersi ad ogni secondo che gli eventi
all'apparenza nuovi, facevano tutti parte di un
“già vissuto”.
Vivere la propria vita
come unica ed una sola, fissandosi
ad immagini corrotte e sequenze binarie decriptate atte
a comporre lo spazio, in
un mondo dove poteva resettare il proprio hard disk per innamorarsi
di Timmy ogni volta da capo.
Ma
la sua parte razionale tornò subito a prendere il
sopravvento,
trovando un desiderio simile profondamente illogico, da rimuovere
immediatamente.
Un
motivo per cui era stata l'unica (o almeno credeva, non ne conosceva
altri) a ricordare doveva esserci; carica delle
responsabilità del
corso degli eventi avrebbe cercato di riportare la Dimensione Magica
alla normalità. Cominciare
a lavorare su sé stessa le pareva un ottimo inizio; si
alzò in
silenzio ed accantonò velocemente le coperte, prendendo il
portatile
con sé.
Nel
buio della notte, quando la stretta del loop si allentava, si sarebbe
data da fare per trovare un modo.
Almeno
uno
doveva esserci.
Avvertenze
e condizioni per l'uso: tale
oggetto potrebbe creare confusione e crisi esistenziale, come
disperazione in seguito all'inevitabile morte di Dio. Ovviamente sto
scherzando.
Questo
universo da me generato, in seguito ad un trip mentale creato
dall'unione delle teorie di Nietzche, delle canzoni di That Poppy
come colonna sonora, dall'approccio a Madoka Magica e dal fatto che
Tecna mi sembrava ingiustamente poco considerata nella serie (la
scelta di lei come protagonista ha anche un altro motivo, che
verrà
spiegato in seguito perché odio spoilerare parzialmente le
cose),
segue un ordine un po' suo; parte da vent'anni prima della sconfitta
degli Stregoni, esattamente un anno prima della distruzione di Domino
e dell'arrivo di Bloom sulla Terra. Tutto avrà il suo
perché e
verrà spiegato in seguito.
Il
tempo prosegue in modo pressoché lineare fino alla sconfitta
dei
suddetti Stregoni del Cerchio Nero. Da quel momento in poi si resetta
e torna al principio. Gli
anni non passano, come se fosse tutto congelato in un solo arco
temporale, senza che nessuno possa accorgersene.
Tranne
Tecna, che grazie al superamento di alcune caratteristiche dell'uomo
(non come umano, perché lei non lo è, ma
è difficile adattare
certe teorie nietzschiane alle fate senza chiamarle
“uomini”), è
riuscita ad avere una specie di Deja-vu ad ogni evento che è
già
capitato nelle altre sue vite, e ad accorgersi del loop. Ci ha messo
praticamente sedici anni, ma non credo sia facile per nessuno capire
un meccanismo simile.
Per
il resto spero di poter continuare presto, se ho tempo, altrimenti
pubblicherò il primo capitolo ad esami finiti (Blame you
maturità).
Quindi
uhm… Se mi va proprio male ci si becca a luglio?
Intanto
buona estate, voi che potete godervela.
Mary