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Autore: Makil_    05/06/2017    11 recensioni
In un territorio ostile in cui la terra è colma di intrighi e trame nella stessa quantità con cui lo è dell'erba secca, il giovane ser Bartimore di Fondocupo, vincolato da una promessa fatta al suo miglior confidente, vedrà finalmente il modo per far di sé stesso un cavaliere onorevole. Un torneo, un'opportunità di rivalsa, una guerra ai confini che grava su tutte le regioni di Pantagos. Quale altro momento migliore per mettersi in gioco?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di Pantagos'
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Glossario della terminologia relativa alla storia (aggiornamento continuo):

Patres/Matres: esperti, uomini e donne sapienti indottrinati da studi all’Accademia. Ogni regno ne possiede tre, ognuno dei quali utile a tre impieghi governativi.
Accademia: ente di maggiore prestigio politico a Pantagos, vertice supremo di ogni decisione assoluta. Da essa dipendono tutti i regni delle regioni del continente, escluse le Terre Spezzate che, pur facendo parte del territorio di Pantagos geograficamente, non  sono un tutt’uno con la sua politica. Il Supremo Patres è la figura emblematica della politica a Pantagos, al di sopra di tutto e tutti.
Devoti: sacerdoti del culto delle Cinque Grazie (prettamente uomini), indirizzati nello studio delle morali religiose alla Torre dei Fiori, nelle Terre dei Venti.
Fuoco di Ghysa: particolare sostanza incolore e della stessa consistenza dell’acqua, la cui unica particolarità è quella di bruciare se incendiata.
Le Cinque Grazie: principali divinità protettrici del sud-ovest di Pantagos, proprie di molti abitanti delle Terre dei Venti e della Valle del Vespro. Tale culto prevede la venerazione di quattro fanciulle e della loro madre. 
Tanverne: enormi bestie dotate di un corpo simile a quello di giganteschi rettili, abitanti il territorio di Pantagos.
Y’ku: titolo singolare dell’isola di Caantos, nelle Terre Spezzate, il cui significato è letteralmente “il più ricco”. Il termine “y’ku” s’interpone tra il nome e la casata nobiliare di un principe dell’isola, posto a determinare la sua ascendenza nobile.
Incantatori: ordine giurato unico del continente di Pantagos. Si tratta a tutti gli effetti di un gruppo di sapienti  in cui sono raggruppati guaritori, speziali, alchimisti e finanche stregoni – benché in molti, e nel popolino nello specifico, non credano a questo genere di arti. La sede degli incantatori è la Gilda degli Incantatori, altresì detta Tempio Bianco, sulla Collina di Burk, a Fondocupo. 
Castellano: figuro (molto spesso un esperto) incaricato di reggere, in vece del sovrano al quale è subordinato, un altro regno, un piccolo borgo o una cittadina appartenente all'uomo cui giura lealtà. 

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Darrick Sunfall lo fece accomodare nella stessa morbida poltrona che gli aveva prestato quando il suo incantatore si era curato di lui. L’uomo sedeva da solo di fronte ad una piccola scrivania, intento a scribacchiare qualcosa di indecifrabile su un piccolo pezzo di pergamena mal arrotolata. Accanto alla sua destra, un piccolo lume fiammeggiante era l’unica luce nella penombra del suo buio padiglione. Nel bel mezzo di quel cupo ammasso di tenebre, il Principe Stellato sembrava quasi invisibile, tutt’altro che splendente, a dispetto del suo nome.  
«Hai visto il mio duello di oggi, giovane ser Bart? » chiese. Nel vedere Bartimore annuire, proseguì. «Che te ne è parso?»
«Sicuramente degno di nota; verrà ricordato.»
«Oh, suvvia, non degno di nota a tal punto da essere definito memorabile. Sono sicuro che avrai visto di meglio nel corso della tua giovane vita. Ciò nonostante, in che modo posso servirti?»
Il signore di Baia della Cometa indossava una sopravveste color magenta ed una blusa dalle maniche a sbuffo dello stesso colore della terra riarsa, con non poche ricamature color prugna lungo tutte le maniche.
«Sono qui a parlarti di una questione molto complicata. Sono sicuro, però, che saprai comprendere il modo in cui ti racconterò ogni cosa. Su comando di Ortys Wysler e di patres Steffon, mio signore, io sono venuto fino a te per riferirti che il torneo è corrotto
Ci fu un momento di quieto silenzio in cui non si avvertì neppure il fruscio della più piccola mosca. Poi, Darrick sorrise mellifluamente. Che non avesse capito? «Come sarebbe a dire corrotto, ser Bartimore?»
Bart raccontò la vicenda per filo e per segno, sforzandosi nell’inserire quanti più particolari possibili. Nel farlo, notò come di tanto in tanto Darrick perdesse la concentrazione e guardasse altrove. L’aria del Principe Stellato era una delle più stanche.
«E così credete che unendoci si possa fare qualcosa? Ragazzo mio, sei ancora giovane per capire quale sia la differenza fra la guerra e la pace, penso proprio. Ma se mi assicuri che queste parole provengono anche in parte da Ortys Wysler e dal suo esperto, giuro di cominciare a pensare che quegli uomini abbiano battuto fortemente la testa. In questi giorni non li ho visti al campo, effettivamente… che siano andati a fare scorta di un paio di funghi allucinogeni? Di questi tempi, le incantatrici che ne fanno uso e che li vendono a modestissimi prezzi sono numerosissime. Aborrirei sapere che il buon caro Ortys Wysler fregia le sue scrivanie di simile robaccia.»
«Mio signore…»
Darrick Sunfall si mise in piedi. «Perdonami, ser Bartimore, ma io non posso che dirti di fuggire. Faresti meglio ad abbandonare il torneo, se è così che pensi si possa concludere. Personalmente è ciò che farò io. Ho avuto la mia vittoria: credo che me ne possa bastare anche una sola. Ho combattuto, ho gioito, ho vinto; il popolino ha amato la mia giostra e ha amato la mia prestazione. Ora è tempo che torni a casa, a Baia della Cometa, dove mi attendono vini, feste, banchetti e tanto altro ancora. Ora è tempo che io torni ad essere ciò che ero prima di varcare il confine di Roshby: un signore giocondo e lieto, lontano dalle disgrazie di questa dannata guerra. Le mura di Baia della Cometa sono state costruite dagli antenati degli antenati dei bisnonni del mio signore padre, e per secoli hanno trattenuto fuori ogni disparata forma di insidia. Sono del parere che potranno ergersi ancora per un po’ col titolo di baluardo del mio possente regno, sì. Con ciò non voglio lasciar intendere che io sia un codardo… be’, ricorda solo che la fedeltà ha lo stesso prezzo del tradimento, in tempo di guerra.»
«Guerra…» mormorò Bartimore. «Ne sorgerà un’altra se qualcuno non proverà ad opporsi. E ci saranno vittime, mio signore, molte più di quante tu possa immaginarne.»
«La guerra è guerra» rispose a tono lui. «E se i signori sono nati per governare, lei è nata per mietere. Uomini o donne, bambini o anziani, ricchi o poveri, siamo destinati tutti a perirne le conseguenze.  Cosa vuoi farci, ser? Un fagotto pieno di mele innalzato contro la penuria non pone fine alle carestie… e una spada contro un gigantesco conflitto non è che uno spuntone in un gomitolo fin troppo intricato. La mia famiglia ha già sofferto abbastanza, non posso far altro che correre ad assisterla il più presto possibile. I miei uomini necessitano del loro signore.»
Bart aggrottò le sopracciglia e rimase per un attimo a meditare. «Ma, mio signore…  questo non sarebbe onorevole» disse. «Io ti ho visto combattere al torneo di questa cittadina e, prima ancora, anche se indirettamente, a quello indetto anni fa da Dalton Kordrum. Ero solo un bambino e non ricordo molto di te. Eppure Dalton mi ha spesso raccontato quanto grandi fossero stati il tuo valore ed il tuo coraggio. So che al torneo di Sette Scuri vincesti tre quintane di seguito e abbattesti il ser Testarasata, Pynnel Sygar e Jonathan Crabber. Dalton ti premiò con la corona d’alloro e fece salire la tua signora nel palco dei nobili affinché ti incoraggiasse nei duelli. Cenaste insieme quella sera, Dalton non smetteva mai di parlarmene. Ricordava a memoria tutte le canzoni che gli proponesti… e mi narrava spesso e volentieri del potere della tua voce. So che amavi circondarti di giullari e musici. E so che Dalton Kordrum ti permise di portarne un paio anche alla sua corte… cosa di cui non si pentì mai. Ricordi, mio signore?»
«In parte» fece lui. «La mia memoria vacilla come un’enorme pila di stivali traballante, e io mi avvicino all’età anziana di mio padre e di mio nonno. Vorrei poter vivere in pace gli anni che mi restano, se non chiedo troppo. Vorrei poter tornare a casa tutto intero e il più presto possibile. E, infine, vorrei poter tornare alla terra, in una tomba tranquilla, accanto ai miei avi… nelle mie terre, non in quelle nemiche e straniere.»
Bart aveva capito cosa volesse dire, ma continuò ad insistere. «Mio signore, con ciò vorresti dire che stai per abbandonare il campo?»
«Con tuo rammarico» disse. «Sì.»
«Ma… ma… mio signore, sei stato tu a parlarmi per primo di giustizia quando Wictor Wyndwat mi ha umiliato di fronte ad una folla di cavalieri e nobili. Sei stato tu a dirmi che il suo era stato un gesto vile come pochi. Abbandonare il campo non farà di te un nobile galantuomo.»
«Se posso» cominciò tossendo. «Mi costringi ad ammettere che non mi importa affatto di come appaia la mia galanteria agli occhi del mondo, in questo momento. Io vorrei essere il galantuomo di mia moglie, se non chiedo troppo. Sarai d’accordo con me, ser Bartimore: se ci sono cose a cui non si può dire addio, queste sono la famiglia e la casa; il resto conta davvero poco. Potrò pure sembrare un vigliacco, ser Bartimore, ma non ho intenzione di cedere alle tue provocazioni. Bella storia, quella del torneo di Sette Scuri, per quanto sia un peccato che io non sappia neppure di cosa tu stessi parlando.»
Bartimore fissò i suoi occhi, pozzi d’acqua scura e malsana, al cui centro s’era ormai spenta ogni forma di bagliore. Il Principe Stellato distolse lo sguardo dall’ospite e rivolse la sua testa al lumino che ardeva accanto alla pergamena.
«Peraltro» riprese «Mi sembra di notare che non sono l’unico ad avere una memoria corta. Se non sbaglio, quando ti parlai della giustizia e del comportamento adottato da Wictor Wyndwat, ti dissi anche che a volte sarebbe meglio per tutti essere ciechi. Spesso, non vedere il movimento del male è un ottimo modo per non conoscerlo e non prenderne parte». Il Principe Stellato scosse la mano destra in direzione dell’uscita, congedando definitivamente Bartimore. Prima che il ragazzo fosse fuori, Darrick Sunfall fece passare la mano sulla fiamma del lume, che si affievolì fino a spegnersi definitivamente.
«E io, da ora, vorrei essere un po’ più cieco». Il fumo che fuoriuscì dal lume divagò nell’aria fino a sfumare completamente, lasciando che il buio avvolgesse il padiglione. L’ombra e la figura del Principe Stellato furono divorate dalle tenebre. 

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Note d'autore
Buongiorno e benvenuti in questo nuovo aggiornamento!
Il seguente capitolo ci ha dato modo di prendere un respiro di sollievo dalla continuità del torneo, nonché dagli ultimi scottanti avvenimenti riguardanti il complotto, la guerra e il piano dei lealisti. Piuttosto, molti di voi mi hanno fatto sapere già il loro punto di vista circa il piano adottato da patres Steffon... alla luce di questi avvenimenti, cosa ne pensate?
Questo passaggio di transizione ci ha permesso di analizzare la figura di Darrick Sunfall, un personaggio che avevamo visto ben poco. In molti avevano altre idee di lui - Bartimore e Ortys compresi - per cui, vi aspettavate una sua uscita del genere? Credete che le motivazioni sostenute da Darrick Sunfall - i suoi doveri di marito, padre e signore - siano giustificazioni ammissibili? E ancora, pensate che sia corretto o sbagliato il suo parere riguardo alla guerra? Nessuno può opporsi... o anche la più piccola luce nella più oscura notte potrebbe fare la differenza? Diciamo che il ragionamento di Darrick è un pensiero attuale, contemporaneo anche ai nostri giorni, introducibile in qualsiasi ambito della vita... e forse è questo che mi ha spinto ad inserire un personaggio non tanto codardo, quanto illusorio in questa storia... in cui già i figuri misteriosi non mancano. 
Io ringrazio ognuno dei miei lettori, nuovi o vecchi che siano, per il supporto datomi non solo nel leggermi con costanza, ma anche nel recensirmi. Ora mancano davvero pochissimi capitoli alla fine del primo libro... per cui, stay tuned!
Al prossimo aggiornamento
 [lunedì 12 Giugno]
Makil_


 
   
 
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