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Autore: Elayne_1812    05/06/2017    3 recensioni
Non solo Kim Kibum era in grado di destreggiarsi con l’energia pura, un’abilità innata estremamente rara, ma era anche la chiave d’accesso al trono di Chosun. Cose che un ambizioso e scaltro come Heechul non poteva ignorare.
(dal prologo)
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- Io…mi sento vuoto. – disse semplicemente.
Vuoto? Non c’era niente di vuoto in quello sguardo ammaliante, in quelle labbra del colore dei fiori di ciliegio, in quegli sguardi decisi e al contempo imbarazzati. Come poteva essere vuoto, Key, quando era tutto il suo mondo?
Sopra di loro le nubi si stavano aprendo, rivelando sprazzi di un cielo puntellato di stelle. Jonghyun fissò gli occhi neri e profondi di Key, insondabili e affascinanti quanto la notte più misteriosa. Così belli che anche le stelle avevano decisi di specchiarvisi.
-Tu non sei vuoto, Key - disse Jonghyun, -io vedo l'universo nei tuoi occhi. - (dal capitolo 9)
jongkey, accenni 2min
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti!
Vi segnalo questo capitolo a raiting arancio-rosso, avete presente quel rosso arancione orrendo che non sta né di qua, né di là? Ecco XD
Ringrazio subito chi ha inserito la storia tra le preferite, ricordate, seguite e ovviamente tutti i lettori.
Un grazie particolare a chi mi ha lasciato i suoi commenti: Blugioiel, Chocolat95, DreamsCatcher, Ghira_, Gonzy_10, Jae_Hwa, KimJonghyun23, MagicaAli, Panda_murderess, Saranghae_JongKey e vanefreya.
Ringrazio anche chi mi ha inserita tra gli autori preferiti: Blugioiel, Jae_Hwa e MagicaAli  *.*
Grazie per il vostro sostegno ^^
Spero di non aver lasciato troppi errori di battitura. XD
Buona lettura!
 
 
 
Capitolo 33
Dangerous
 
 
 
“The more magnificent you are, the more thorns you have
I know well that I can’t ever catch you
But that just makes me want to confirm your danger
Dangerous, you’re so dangerous
(…)
Shinee, Dangerous
 
“Excuse Me Miss a kiss with you
like Vanilla ice cream, a Peace we dreamed
Shall we walk together,
Will you be with me?”
 
Shinee, Excuse me Miss
 
 
 
Il sole pomeridiano filtrava dai vetri della veranda spargendo sprazzi di luce simili a pennellate dorate, all’intorno grappoli di orchidee coloravano l’ambiente mentre, al centro, il tavolino di vimini era stato preparato con cura, drappeggiato da una sottile tovaglia di pizzo che faceva da sfondo ad un invidiabile servizio di ceramica di Ming dalle tonalità azzurre e bianche. Il profumo dei dolci si fondeva nell’aria primaverile con quello dei roseti dei giardini imperiali, su cui la veranda personale del principe ereditario di Chosun godeva di una vista privilegiata.
Il principe si umettò le labbra e guardò estasiato la tazza di cioccolata fumante che reggeva tra le mani. Aahhh quel profumo invitante, quella sottile patina appena raffreddata di cioccolato fondente e quel leggero spruzzo di panna ad addolcire il tutto. Una vera goduria. E un peccato mortale.
Era stata una giornata estremamente tediosa, scandita da una serie di attività vuote e assolutamente controproducenti per il suo piano. A giorni di distanza, Siwon non aveva ancora portato notizie positive se non che, forse, vi era un piccolo gruppo di soldati disposto a supportarlo. Una bella notizia, ma infondo non era che una goccia nel mare. Kibum era demoralizzato e più si avvicinava la data dell’incoronazione e della cerimonia di legame, più si sentiva soffocare. Aveva l’impressione che gli fosse stato legato intorno al collo un cappio di seta, ogni giorno più stretto e potenzialmente mortale.
Quella merenda pomeridiana offriva, nella prospettiva di lunghe giornate monotone, l’unica nota di svago. O almeno poteva esserlo se non fosse stato per la presenza di Heechul. Come se non bastasse si era portato dietro anche Kyuhyun, nulla di strano in realtà, ma sopportarne due al prezzo di uno era davvero troppo.
Non appena avevano fatto il loro ingresso come se nulla fosse, il principe aveva rivolto uno sguardo disperato a Siwon che si era limitato ad esprimere il proprio disappunto lanciando un’occhiataccia a Kyuhyun. Il cavaliere aveva risposto con un sorriso sprezzante.
Bhe, Kibum aveva intenzione di rendere quel terribile pomeriggio un pochino divertente, almeno per lui.
Rivolse di nuovo occhiata calcolatrice alla tazza di cioccolate e poi sbirciò, sorridendo innocentemente, Heechul seduto di fronte a lui sulla grande poltrona di vimini.
Heechul sorrise a sua volta mostrando un’espressione irritantemente soddisfatta, tamburellando le dita sul tavolo e spulciando una fetta di torta.
-Devi provare questa cioccolata -, disse il principe, estasiato.
Kibum si alzò reggendo la tazza e Heechul che lo fissò incuriosito inarcando un sopracciglio.
-Bummie cosa…-
Kibum gli rivolse un sorriso radioso e saltellò nella sua direzione. Oh sarebbe stato divertente! Il principe mise abilmente un piede sopra l’altro e barcollò per poi ruotare su sé stesso e salvarsi da una rovinosa e calcolata caduta. Jinki gli aveva davvero insegnato un mucchio di cose!
Tuttavia, la cioccolata si ritrovò a fluttuare a mezz’aria. Una splendida cascata di cioccolato!
-Yah! Kim Kibum!!!-
Heechul scattò in piedi giusto in tempo per evitare la tazza fumante che il più piccolo gli aveva “inavvertitamente” fatto cadere addosso.
-Chullll-, fece Kibum, sconvolto, portandosi le mani alla bocca.
Heechul s’impose calma. Chiuse gli occhi e respirò piano, mentre le sue mani s’aprivano e si chiudevano a vuoto.
Kibum lo fissò trattenendo a fatica una risata, ma attendendo anche con trepidante impazienza una reazione da parte del più grande. Sapeva che Heechul stava fumando di rabbia. Era tirato quanto le corde di un violino prossime a spezzarsi e scattare all’unisono in una nota stonata e stridente.
Macchie di cioccolata puntellavano la seduta di pizzi e trine della poltrona, mentre la tazza giaceva a terra in frantumi.
Nel silenzio che seguì Siwon tossicò e Kyuhyun roteò gli occhi.
-Chul -, miagolò Kibum avvicinandosi contrito al più grande.
-Cosa -, fece Heechul tra i denti, - cosa esattamente stavi cercando di fare? –
Kibum sbuffò e pestò un piede per terra. –Yah, perché non apprezzi mai quello che faccio? –
Heechul incrociò le braccia a tamburellò le dita sugli avambracci.
-Che cosa dovrei apprezzare, il fatto che una delle tue attività preferite negli ultimi tempi sia scaraventarmi dolci addosso? –
La sua voce risuonò piatta, ma Kibum lo conosceva abbastanza bene da sapere che era solo la quiete prima dell’esplosione del vulcano.
-Chulll!!! Io volevo solo portartela. –
Kibum allungò le mani verso il più grande e Heechul lo squadrò.
-Perché è buona -, tentò di giustificarsi tenendo lo sguardo basso.
Heechul sospirò e Kibum arricciò il naso con fare altezzoso.
-Non hai alcun rispetto per la mia sensibilità. –
Heechul si portò una mano alla fronte e sospirò di nuovo. Kibum poteva essere un docile micetto per poi trasformarsi in una tigre del bengala pronta a rifarsi le unghie su di lui. Alzò gli occhi ed inarcò un angolo delle labbra carnose. Era divertente ed eccitante, ma anche frustrante soprattutto se ad andarci di mezzo erano i suoi completi di seta. Odiava le macchie sui vestiti.
-Non hai alcun rispetto per…-
-La tua sensibilità -, concluse Heechul, - lo so, lo ripeti continuamente. –
-E tu continui a non averne. –
Kibum puntò i piedi, incrociò le braccia e diede le spalle al più grande, poi singhiozzò.
-Ti ricordo che ho passato dei mesi terribili, rapito da dei bruti e costretto a vivere in un buco, senza cibo e senza un bagno decente. Puoi immaginare il mio disagio? –
Tornò a voltarsi verso il più grande per guardarlo con occhi umidi.
-E tu respingi i miei tentativi di essere gentile. –
Kibum sospirò.
-Voglio solo rimediare a questi anni di inutili discussioni e tu non apprezzi le mie gentilezze. Mi sento respinto e offeso. –
Heechul sogghignò e gli diede delle piccole pacche sul capo, poi abbassò il viso per guardare Kibum più da vicino. Fu costretto a mordersi il labbro per non cedere alla tentazione di fare altrettanto con quelle a cuore del principe. Oh le voleva, ma non aveva alcuna intenzione di prenderle così, davanti a dei servi e sotto la luce del sole. Intendeva godersi il momento tanto quanto l’attesa.
-Ti assicuro, Kibummie, che non è mia intenzione respingerti. –
Gli accarezzò il viso e sollevò il mento.
-Però dovresti evitare di destreggiarti con tazze e piatti. Oppure –, sogghignò, -segui un corso. -
Kibum mise il broncio e sbuffò, Heechul fece per attirarlo a sé, ma lui scivolò di lato per raggiungere la porta a vetri che dava sul giardino.
-Usciamo -, disse con rinnovata euforia. – Sono stufo di fare merenda, facciamo una passeggiata. -
All’esterno, i giardini erano invasi dal sole primaverile e una leggera brezza faceva danzare i rami degli alberi ed i petali dei fiori. I roseti bianchi e blu, ingabbiati in sottili prigioni ritorte laccate d’oro, diffondevano il loro profumo e s’articolavano in giochi complessi. Eleganti pergole di legno chiaro ospitavano altrettanti esemplari generando gallerie fiorite ed intricati sentieri.
Il braccio stretto intorno a quello del più grande, Kibum cercò di godersi l’aria esterna senza pensare alla presenza di Heechul al suo fianco. Intanto, Siwon e Kyuhyun li seguivano a pochi metri di distanza. Non fosse stato per la presenza di Siwon, Kibum non si sarebbe arrischiato a passeggiare per i suoi giardini privati in sola compagnia di Heechul. Le occhiate del più grande e le improvvisate nei suoi appartamenti stavano diventato fin troppo frequenti ed insistenti per i suoi gusti.
Il principe sospirò.
Detestava il fatto che una parte di lui si fosse irrimediabilmente arresa agli sguardi di Heechul che da anni lo inseguivano e lo facevano sentire a disagio, ma dopotutto era la premessa per sopravvivere all’impresa.
Questo o la follia, pensò.
I suoi tentativi d’irritarlo erano un puro diversivo, il semplice desiderio di non rendergli la vita facile di fronte alla sua resa apparente. Ma in fondo non erano che giochetti sciocchi e, come Siwon aveva sottolineato più volte, pericolosi. Heechul non era il tipo di persona da sottovalutare.
Kibum sbuffò.
-Sai, dovremmo parlare ai nobili del consiglio alla cerimonia inaugurale per anticipare l’incoronazione e il legame –, disse Heechul ad un tratto.
Kibum sentì d’avere un mancamento. La cerimonia! Ecco qualcosa di terribilmente noioso che aveva dimenticato. Da lì a pochi giorni ci sarebbe stata la cerimonia inaugurale che apriva i cento giorni rituali in vista dell’incoronazione e del legame. In realtà sarebbe stato più un ballo di corte o qualcosa di simile, ma in tutta sincerità Kibum non ci teneva ad indagare più di tanto. Solo per il fatto che rappresentava per Heechul l’occasione di gongolare con lui a braccetto davanti a tutta la corte era sufficientemente rivoltante.
-Credevo l’avessi già fatto -, disse noncurante.
Cento giorni, tsk, Kibum arricciò il naso. Un corno! Ho solo un mese per metterti alla porta.
-Non sarebbe stato opportuno prima, non trovi? –
Kibum si ritrovò a sospirare di nuovo, forse alla disperata ricerca d’aria. Quel cappio di seta intorno al suo regale collo stava diventando ogni secondo più stretto.
Ripensò alle parole di Taemin quando aveva suggerito di prendere a calci nel fondoschiena il lord di Busan. Era davvero una prospettiva allettante, ma attualmente non opportuna.
-Forse. -
Kibum sospirò di nuovo.
-Cos’è tutto questo sospirare? –
Heechul gli rivolse un sogghignò
-Impaziente? –
Kibum si lasciò sfuggire un sorriso divertito prima di contrarre i muscoli facciale in un’espressione di pura tenerezza.
Quando avrebbe voluto guardarlo in faccia, sorridergli innocentemente e sussurrargli un’unica parola: “sparisci”.
-Ho caldo –, si limitò a rispondere senza degnarlo di troppe attenzioni.
Heechul sorrise tra sé. Anche lui era molto impaziente e più osservava Kibum fluttuare davanti a lui come una farfalla multicolore più la sua impazienza aumentava. Era una vera tortura.
-È meglio rientrare-, disse, - questo sole non va bene per te. -
Kibum sbuffò ed incrociò le braccia. – Non mi va. –
Lo scambio di battute che aveva immaginato non stava decisamente andando come previsto. In realtà quel giorno ogni suo tentativo sembrava cadere a vuoto, stava lanciando sassi senza calcolarne accuratamente la traiettoria ed iniziò ad avere l’impressione che di quel passo si sarebbe fatto molto male.
-Allora farò venire un servo con il parasole. –
Kibum strattonò la manica del più grande mettendo il broncio.
-Aniiiii, non voglio! –
-Kibumah –
-Ani, aniii. Non mi piace avere tutta questa gente intorno. –
Heechul mosse una mano a vuoto agitando il merletto dei polsini con fare annoiato.
-Sono solo dei servi. -
-E’ chiedere troppo desiderare di passare un po' di tempo da soli? –
Kibum si morse il labbro. Ecco che l’aveva fatto di nuovo. Stava decisamente osando troppo e bastò un’occhiata preoccupata di Siwon a metterlo sull’attenti. Per quanto stuzzicare Heechul fosse divertente doveva fare attenzione. Stava tirando una corda già fin troppo tesa.
Quella semplice frase bastò ad illuminare gli occhi di Heechul di malizia e Kibum s’irrigidì. Lo sguardo intenso del più grande sembrava perforarlo e Kibum sudò freddo.
Lo odiava! Odiava quel terribile senso di disagio ed odiava il fatto che Heechul avesse più potere su di lui di quanto lui stesso volesse ammettere. Odiava sé stesso per dover recitare quel ruolo patetico.
-Vuoi rimanere solo con me? –
La voce si Heechul risuonò in un sussurro suadente, mentre prendeva tra indice e pollice il mento del più piccolo per fissarlo dritto negli occhi.
Kibum si strinse nelle spalle. Di fronte a quegli occhi si sentiva spogliato d’ogni cosa e non si riferiva solo agli abiti che indossava, era qualcosa di molto più intimo e sottile. Semplicemente non si sentiva niente.
Kibum tremò. La sua bolla stava per infrangersi e poteva vederne le crepe rilucere al sole. Era resistita anche troppo a lungo. Le sue mani stropicciarono il vuoto.
Una bambola, sono solo una bambola fredda ed insensibile, recitò nella propria mente nel disperato tentativo di ricreare quella bolla precaria, ma fondamentale. Era il suo unico scudo.
Heechul gli accarezzò il viso con i polpastrelli.
-E dimmi, come vorresti rimanere solo con me? Uhm, a cosa sta pensando questo tenero micetto? –
Kibum tremò un’ultima volta prima, poi la bolla tornò ad avvolgerlo. Entrò in apnea.
-Mi trascuri-, sbottò per correre ai ripari.
Di fronte al sorriso sornione di Heechul, Kibum si domandò da dove gli fosse uscita quella frase insensata. Era una pessima giornata e più andava avanti più inciampava nei suoi stessi piedi. Decise che era meglio svignarsela prima di peggiorare la situazione.
Lasciò il braccio del più grande in malo modo e s’avviò lungo il sentiero tra le aiuole.
-Dove vai? –
Kibum aumentò il passo con Siwon alle costole. A volte fuggire era davvero la scelta migliore.
-Torno dentro -, gridò di rimando senza voltarsi.
-Hai appena detto che non volevi farlo. -
-Ho cambiato idea. -
Heechul lo guardò interdetto e strinse i pugni, mentre osservava il più piccolo saltellare all’intero del palazzo come se avesse un esercito alle costole.
Unì le mani dietro la schiena e passeggiò nervoso corrugando la fronte. Kibum era particolarmente sfuggente e, nonostante le premesse iniziali fossero state più che positive, si rendeva conto che la strada non sarebbe stata di certo in discesa. Senza contare che Siwon se ne andava in giro con fare guardino e si frapponeva costantemente tra lui ed il principe. Heechul iniziava ad essere stufo di quei continui giochetti. Perché faticare tanto per ottenere qualcosa che, infondo, era sempre stato suo e di nessun altro?
- E’ indubbiamente una bella gatta da pelare. –
La voce si Kyuhyun risuonò dietro di lui interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
No, pensò Heechul, è una caccia che deve avere fine.
-Stai zitto. Te l’ho detto milioni di volte: sei irritante. –
 
 
 
***
 
 
 
Se prima era stato ansioso di prendere aria, ora fu solo rientrando a palazzo che Kibum riuscì finalmente a respirare. Lontano da Heechul. D’istinto si guardò alle spalle per sincerarsi dell’assenza del più grande. Non si poteva mai sapere. Nonostante la presenza rassicurante di Siwon al suo fianco percorse i corridoi in uno stato d’ansia che lo portò a tenere un ritmo veloce e costante. I suoi stivali ticchettarono sui pavimenti di marmo finché non raggiunse i suoi appartamenti e lì riuscì finalmente a tirare un sospiro di sollievo. Si liberò subito dei calzari e gettò la giacca di seta sul tappeto. Ne aveva decisamente abbastanza.
Siwon scosse il capo e sorrise, raccolse la giacca e la posò sulla testata di una poltrona.
-È tutto una pessima idea signorino, una pessima idea. -
-Kibum –
Lo corresse subito il principe. Siwon annuì e Kibum si passò una mano tra i capelli e mosse dei passi nervosi simili a quelli di un felino in gabbia. In quel momento si sentiva davvero in trappola, le pareti intorno a lui si stavano restringendo a dismisura e l’aria gli mancava. Emise un verso frustrato, poi tornò a guardare Siwon, serio.
-Novità? –
Le labbra di Siwon s’assottigliarono e scosse il capo, affranto.
-Hai mandato quei messaggi che ti ho chiesto? –
Nonostante vi fosse ben poco da raccontare, Kibum aveva deciso di tenere Jinki costantemente informato. Era buffo, ma quelle semplici missive gli davano l’illusione di essere a casa, come se stesse intrattenendo un dialogo silente con il più grande. Gli mancavano i consigli di Jinki, le sue premure da fratello maggiore ed i piccoli gesti che avevano contraddistinto il loro rapporto. Anche se distante, Kibum sapeva di poter fare affidamento sul suo supporto.
-Naturalmente, dal primo all’ultimo in orari diversi e da posti diversi per non attirare l’attenzione, tutti indirizzati voi sapete dove. -
- Ottimo.-
Kibum si mordicchiò le unghie. Si sentiva sempre osservato, era più forte di lui.
-Credi che sospettino qualcosa? -
-Non hanno motivo, ma di certo tengono gli occhi aperti, quanto meno Kyuhyun. -
-Quella biscia -, sibilò il principe. -Ti ha visto mandare quei messaggi?-
-Non credo, tuttavia le sue comparse improvvise sono indubbiamente sospette. -
-Non ha niente di meglio da fare, come fare da guardia a Heechul? –
Kibum mosse dei passi nervosi e stizziti, poi s’adagiò sul divano accavallando le gambe.
-Tsk, un guinzaglio intorno al collo di quella serpe non sarebbe male. –
Siwon si concesse un sorriso divertito. -Ho sentito di dire che in alcuni posti allevano i serpenti a sonagli e li addestrano a ballare al suono di un flauto. –
Si sedette vicino al principe che l’accolse con un sorriso. Finalmente Siwon stava imparando a comportarsi normalmente quando erano soli e Kibum gliene era davvero grato. Certi aspetti dell’etichetta non gli erano mai andati a genio, ma li aveva sempre considerati la normalità, tuttavia dopo l’esperienza al Rifugio era cambiato tutto. Si picchiettò l’indice sulle labbra.
-Davvero non c’è limite alle assurdità. -
L’immagine del corpo flessuoso e oscillante di un serpente a sonagli s’affacciò nella sua mente con il volto di Heechul al posto di quello di un rettile.
Ani aniii, scosse il capo per allontanare quella visione ridicola.
-Più che di un guinzaglio avrebbe bisogno di qualcos’altro -, osservò Siwon.
La mano del cavaliere corse al pomo della sua spada, come a reprimere il desiderio di sferzare l’aria non potendo sfogare la propria frustrazione sull’oggetto del suo profondo disappunto.
Kibum scoppiò a ridere. Anche Siwon doveva essere al limite se non riusciva a trattenere certe osservazione.
Di fronte alla risata inaspettata del principe, Siwon avvampò.
-Signorino, Kibum, non dovreste immaginare certe cose -, fece allarmato.
Kibum ridacchiò. A volte aveva l’impressione che Siwon lo vedesse ancora come l’adolescente quattordicenne che l’aveva salvato dalla strada. Sorrise tra sé.
-Sei tu che mi suggerisci certe immagini -, lo punzecchiò.
-Chiedo scusa. -
-Sto scherzando. –
Kibum tornò serio ed appoggiò il mento sul palmo di una mano, arricciò il naso mentre i suoi occhi iniziavano a pizzicare. Sbatté le ciglia.
-Hai sentito che cos’ha detto? Parlerà durante il ballo ai nobili del consiglio per anticipare il tutto. -
I muscoli facciali di Siwon si contrassero un una delle sue rare smorfie che riservava solo a Kim Heechul, o a qualunque cosa avesse a che fare con lui.
-Ho sentito. Credete che accetteranno? -
-Accetteranno di sicuro, dopotutto a loro non importa, tanto meno se dal loro assenso possono ricavare ulteriori privilegi. –
Kibum tirò su col naso.
-Mi dispiace importi un compito tanto difficile. -
-Lo sapete che farei qualunque cosa per voi. -
-A volte è proprio questo a preoccuparmi. –
Il principe sorrise amaro, si alzò e raggiunse la finestra drappeggiata dalle tende sottili che oscillavano alla brezza primaverile.  Il suo sguardo si perse nell’orizzonte oltre le mura di Soul, le colline ed i tranquilli villaggi per osservare lo scorrere frizzante dell’Han, luccicante sotto il sole. Là, da qualche parte, il suo destino l’aveva portato sull’orlo di una scarpata per poi trascinarlo sul fondo del fiume. Come fosse sopravvissuto per lui era ancora un mistero, ma di una cosa era certo: era stato come tornare alla vita. Forse era stato l’incontro con gli occhi di Jonghyun ad infondere al suo subconscio il potere di sopravvivere a quel salto mortale. Era un pensiero sciocco che lo sfiorava spesso, ma gli piaceva credere che fosse così. Ma allora perché il fato li aveva uniti per poi dividerli? Gli sembrava di avere a che fare con uno dei piani intricati di Jinki, dove tutto trova senso solo ad opera compiuta. Forse era servito a farlo crescere e a riportarlo a casa più forte. Lui e Jonghyun, mano nella mano, aveva disegnato un sentiero di bianchi sassolini fatti di emozioni, lacrime, amore, dubbi, ma anche certezze, finché non si era formato un bivio e Kibum aveva dovuto proseguire da solo. Tuttavia, ogni emozione che aveva generato quei sassolini l’aveva portata con sé rendendolo più determinato.
 Si passò le dite sulle guance, scoprendole umide.
-Il mio tempo sta scadendo. –
Siwon fu subito al suo fianco e gli appoggiò una mano sulla spalla.
-Non dite così, vedrete che troveremo una soluzione. Nel frattempo posso suggerirvi di fare attenzione? Tutta questa storia è una pessima idea. –
-Non intendo rendergli la vita facile. -
-Di questo passo rischiate di non renderla facile nemmeno a voi. -
Kibum si voltò verso di lui, reclinò leggermente il capo e sorrise.
-Hai ragione. Sono davvero a corto d’idee Siwon e temo che presto si esauriranno, a quel punto non so’ cosa farò. -
 
 
 
***
 
 
Disteso nella vasca da bagno e totalmente immerso nella schiuma, Kibum lanciò uno sguardo annoiato all’orologio dorato appeso alla parete. Le lancette si muovevano con estrema lentezza scandendo un tempo che era giunto veloce per poi arrestarsi sulle battute finali. La sera del ballo era giunta e con essa tutto ciò che ne sarebbe derivato. Gli veniva da vomitare all’idea. Mancava meno di un’ora e lui era, se così si poteva dire, ancora in alto mare in quanto a preparativi, ma poco gl’importava. Non aveva mai fatto della puntualità una sua preoccupazione.
Delle mani si posarono sulle sue spalle massaggiandole lentamente.
Sebbene colto alla sprovvista, Kibum mugugnò, gettò la testa indietro e chiuse gli occhi. Per quanto quel servo continuasse ad infastidirlo decise di lascialo farle, riconoscendo di aver bisogno di distendere i nervi. Le spalle e del collo gli dolevano da giorni. Il timore di essere scoperto, le continue occhiate poco convinte di Heechul, Kyuhyun che appariva nei momenti più improbabili come un cane da caccia intento a fiutare il terreno…tutto questo e molto altro lo facevano stare irrimediabilmente sulle spine. Era stressato. Avrebbe tanto voluto addormentarsi senza alcun pensiero al mondo.
I giorni precedenti al ballo inaugurale si erano rivelati un vero inferno. Siwon continuava a lavorare senza ottenere risultati significativi e ormai passava più tempo in biblioteca e a perlustrare le mura del palazzo che al fianco del principe.
Kibum viveva nell’agitazione costante tra il terrore di tradirsi ed il pensiero di dover potare avanti la propria recita. Era stanco e demoralizzato da notizie positive che non arrivavano. Ogni giorno la sua bolla di freddezza diventava sempre più fragile e lui stesso si sentiva sottile e tirato, prossimo a crollare. Tanto meno aveva la forza di trovare nuovi espedienti per tormentare il più grande. Non aveva né le idee, né la forza per portare avanti quello sciocco teatrino. Nemmeno la voglia.
Heechul gli ronzava continuamento intorno e più si avvicinava la fatidica serata, più trovava scuse per elargire giudizi e consigli non richiesti.
Sospirò e mosse le gambe sotto l’acqua.
Aveva anche osato suggerirli come vestirsi e fatto portare una serie di capi da scegliere per l'occasione!
Come se non sapessi vestirmi da solo!
Kibum si sentiva ferito nell'orgoglio, ma ciò che lo feriva di più era la consapevolezza di non essere forte e preparato quanto credeva. Più di una volta aveva rischiato di mandare a monte tutto a causa dei suoi scatti di nervi.
-Non sono una scimmia ammaestrata! -, gli aveva urlato in faccia.
Heechul aveva cercato di ammansirlo. -Che cosa succede qui? -, aveva detto prendendogli il mento.
Kibum si era morso l'interno della guancia per evitare di sputare acido, alla fine aveva sfoggiato uno dei suoi bronci migliori. Facevano sempre effetto sul più grande.
- Perché stiamo facendo i capricci? Che cosa vuole questo micetto per comportarsi bene?-
Jonghyun, aveva pensato Kibum, io voglio Jonghyun.
Jonghyun era sempre un pensiero costante, insieme al desiderio di allontanarlo.
Sotto il tocco delle mani che gli massaggiavano le spalle, Kibum rilassò la schiena e posò una mano dalle dita gocciolanti sul bordo della vasca, annoiato. Quelle mani sulle sue spalle erano davvero una sensazione piacevole, proprio ciò di cui aveva bisogno. Tuttavia dentro di sé sorrise triste al ricordo di aver condiviso un simile momento d’intimità con Jonghyun. Perché lo ritrovava sempre anche nei gesti più semplici? Lui non c’era eppure era ovunque. Era nell’aria che respirava, nei raggi di sole al mattino e in quelli della luna alla sera. Nel vento che soffiava dolce tra rami degli alberi ed i roseti dei giardini imperiali.
Corrugò la fronte, mentre la sensazione di quelle mani esperte sulla sua pelle mutava in una tortura mentale e fisica.
-Basta – disse, -portami l’asciugamano. –
Nessuna risposta, solo dei passi che si allontanarono per poi riavvicinarsi. Passi leggeri, ma non abbastanza, attenti, ma più studiati. Kibum arricciò il naso. Sembravano i tocchi felpati di un grosso felino sul terreno di caccia. C’era qualcosa di strano e di sbagliato in quell’eco metodico appena attutito dal tappeto.
Kibum si risolse a sorridere nervoso. Stava diventando paranoico, davvero troppo paranoico. Di quel passo si sarebbe compromesso da solo e non poteva permetterselo.
Si alzò gocciolante dalla vasca. Rivoli d’acqua scivolarono lungo la sua spina dorsale insieme ai residui di schiuma, poi corsero irregolari accarezzandogli i fianchi ed i glutei. Gocce di pioggia sul marmo.
Kibum aprì gli occhi e guardò l’occhio d’argento della luna oltre la finestra istoriata da un tripudio fiori bianchi e blu. I suoi raggi sottili disegnavano lame metalliche sul pavimento di marmo e suoi tappetti, delineando appena il suo stesso profilo. Il principe aprì le labbra a vuoto liberando un sospiro nostalgico. Perché quella luna di primavera era così simile a quella nuova dell’inverno?
Sei così mutevole al punto da prenderti gioco di me e rimanere uguale? Perché mi fai questo?
Rabbrividì.
Dov’era il suo asciugamano?
-Ho freddo, muoviti -, disse nervoso.
Subito, del morbido cotone venne posata sulle sue spalle e la sua mano corse ad afferrarne i lembi per chiuderlo davanti a sé. Fece per uscire dalla vasca ma si bloccò di colpo, pietrificato, quando un piacevole tepore, che non poteva essere causato semplicemente dal contatto con il tessuto, gli pervase le membra per poi farlo rabbrividire.
Distolse gli occhi dalla vetrata per abbassarli e reclinare il capo di lato, incontrando così sulla sua spalla il luccichio di anelli dorati e rubini.
Alzò la testa di scatto facendo oscillare le ciocche corvine improvvisamente asciutte.
-Heechul – disse in un soffio tremante.
Heechul sorrise stringendogli le mani sulle spalle e una nuova ondata di calore travolse Kibum.
-Povero micetto infreddolito –
Il principe uscì dalla vasca, tenendosi l’asciugamano stretto intorno al corpo, e si voltò verso il più grande con un movimento stizzito.
Heechul era già pronto nel suo completo di seta rosso scarlatto ricamato d’oro, puntellato di rubini e il merletto appena accennato. Lo fissava celando a stento, tra le iridi nere e profonde, il baluginio una fiammella appena assopita tra carboni ardenti.
Le labbra di Kibum s’assottigliarono.
-Che cosa fai qui? –
-Mi assicuro che il mio promesso non arrivi in ritardo al ballo di corte. –
Kibum arricciò il naso.
-Non hai bussato. –
-L’ho fatto, ma non ho ricevuto risposta. –
Kibum maledì sé stesso per aver ordinato a Siwon di proseguire il lavoro in biblioteca. Quel giovane servo, invece, riservava più attenzioni agli ordini di Heechul che ai suoi. Dove diamine era sparito?
- E con ciò ti sei sentito libero di entrare? –
-Non credevo mi servisse il permesso per frequentare gli appartamenti del mio promesso. –
Heechul rise e allungò una mano per dargli un buffetto sulla guancia, ma Kibum fu più veloce e fece un passo indietro. Era troppo poco vestito per correre il rischio di avere Heechul a meno di un metro da lui.
Naturalmente il più grande si sentiva superiore a tutto e a tutti e Kibum non fu sorpreso.
-Non è così -, rispose lapidario.
Raggiunse il paravento dove erano stati preparati i suoi abiti per la serata e sparì oltre di esso con la stessa velocità con cui un guerriero cerca riparo dietro il proprio scudo. Tuttavia, fu costretto a mordersi il labbro inferiore non appena si rese conto di quanto il paravento fosse sottile, troppo sottile.
La voce divertita di Heechul risuonò nella stanza, mal celando ciò che doveva pensare in quel momento.
-Sei famoso per arrivare in ritardo ad ogni cerimonia. –
-Sono il principe, arrivo quando mi pare alle cerimonie di corte, soprattutto se sono in mio onore. –
-Ti ricordo che qui c’è di mezzo anche il mio onore. Spero che ti comporterai bene, la tua fredda acidità in queste occasioni è pari solo ai tuoi ritardi. –
Kibum scimmiottò con smorfie silenti le lagne del più grande. Perché si lamentava ancora, non si era già goduto lo spettacolo di lui nudo e fradicio? Arrossì per la vergogna e la rabbia, maledicendo contemporaneamente quello stupido paravento. Anche lui, da lì, riusciva a scorgere il profilo di Heechul che s’aggirava per la stanza come un leone tra l’erba alta. Afferrò con foga gli abiti ed iniziò a vestirsi.
Heechul osservò con interesse e divertimento i movimenti frenetici dell’altro. Il suo dolce micetto era stato particolarmente capriccioso negli ultimi giorni e conosceva abbastanza bene Kibum da sapere che era nervoso. A volte si era rivelato impossibile sostenere una conversazione sensata con lui e a Heechul era quasi parso di tornare indietro a quegli ultimi anni in cui erano stati costantemente in lotta. Ovviamente non per colpa sua, quanto meno nella sua visione personale. Ad ogni modo, questo l’aveva messo sulle spine e quando Kyuhyun l’aveva informato di strani spostamenti da parte di Siwon il suo spirito di sopravvivenza si era allertato. Che quei due stessero escogitando qualcosa? Dopotutto sapeva bene che Siwon poteva rivelarsi una lama a doppio taglio. Ma cosa potevano mai combinare quei due? Heechul aveva perso buona parte della sua tranquillità e più di una notte era rimasto sveglio a tormentarsi. Forse era solo una sensazione sciocca dettata dalle sue stesse paranoie: ora che aveva ciò che desiderava, o quasi, gli sembrava tutto troppo perfetto per essere vero. Dunque, quella sensazione di prurito dietro la nuca non era altro che frutto dalla sua immaginazione. Tuttavia, per quanto Heechul fosse intenzionato a godersi quel momento, non era nemmeno disposto ad abbassare totalmente la guardia. Kibum non aveva altri a parte lui, Heechul era e sempre sarebbe stato il suo legame più profondo e, ora come ora, temere che potesse sfuggirgli tra le mani era un pensiero impensabile quanto ridicolo. Questo bastava a rincuorarlo, ma non a concedergli sonni tranquilli, perché la visione serafica del più piccolo lo inseguiva costantemente.  A dispetto dei suoi buoni propositi a conti fatti stava pazientando anche troppo per i suoi gusti. Attualmente solo la costante guardia di Siwon gli impediva l’accesso alle stanze del principe. Un ostacolo che intendeva eliminare facendo leva sullo stesso Kibum.
Heechul sospirò.
Probabilmente il ballo, i preparativi per l’incoronazione e la cerimonia di legame avevano reso Kibum nervoso, plausibile, anche lui non stava nella pelle. Tuttavia, intendeva fare al più piccolo un bel discorsetto su ciò che si aspettava dalla loro relazione, era inutile fingere di voler portare avanti una caccia che entrambi sapevano essersi già conclusa.
Heechul sogghignò e si sedette su una poltrona senza staccare gli occhi dal paravento. Accavallò le gambe e si accarezzò le labbra con i polpastrelli.
Quella del più piccolo era una figura etera che si muoveva in contro luce nascondendosi alla sua vista ma, allo stesso tempo, lasciando poco spazio all’immaginazione. Il corpo flessuoso e dalle movenze aggraziate di un felino intento a giocare in fruscio di stoffe.
Kibum poteva essere sfuggente, ma infondo aveva solo lui a cui aggrapparsi e sapeva che gli apparteneva. Era un dato di fatto ineluttabile deciso da anni che il fidanzamento della scorsa estate aveva solo ufficializzato. Che facesse pure il prezioso e giocasse con lui a patto che tutto avvenisse tra le lenzuola. Dopotutto, ormai, non erano solo i tempi ad essere maturi, ma anche Kibum e la stessa visione del principe di poco prima lo confermava. La pelle nivea baciata dalla luna, le gocce d’acqua che scivolavano silenti lungo il suo corpo, modellandolo, ed i glutei sodi e perfetti che racchiudevano la promessa di un piacere sconosciuto.  I sensi di Heechul ne erano rimasti profondamente turbati poiché, per quanto la bellezza di Kibum fosse un dato di fatto, vederlo così la rendeva ancora più reale, imponendosi con delicata prepotenza sullo spettatore, sia fisicamente che mentalmente. 
Il cuore di Heechul aveva già saltato dei battiti per lui anni addietro, quando ancora il principe non era altro che un tenero bocciolo. Rammentava molto bene quel momento ed era vivido nella sua mente come se l’avesse appena vissuto. Un pomeriggio assolato ad Haewan e un Kibum tredicenne tra i roseti. Un fiore circondato da altrettanti fiori d’impareggiabile bellezza, su cui però primeggiava con la grazia che lo contraddistingueva. Un fiore di ciliegio dotato di molte più spine delle rose che lo circondavano.
L’ombra del principe oltre il paravento scomparve e Kibum scivolò davanti a lui sotto i raggi metallici di una luna tagliente e fredda.  
Heechul accarezzò la sua figura con occhi luccicanti, apprezzandone ogni dettaglio.
Il principe indossava un completo di seta blu notte impreziosito da girali in filigrana d’argento e puntellato da piccoli diamanti simili ad una miriade di stelle. I capelli corvini erano lisci e perfetti, ricadevano in avanti adombrandogli appena il viso bianco come porcellana e le labbra rosate erano serrate e morbide.
-Hai indossato l’abito che prediligevo -, osservò Heechul mal celando una punta d’orgoglio.
Kibum annuì rivolgendogli uno sguardo sfuggente e s’avvicinò al ripiano marmoreo di una grande specchiera, dove erano stati accuramene preparati i gioielli che doveva indossare.
-Dunque -, fece Kibum giocherellando con degli anelli, -sei preoccupato che ti faccia fare brutta figura. –
Heechul fece schioccare la lingua, lo raggiunse e lo aiutò ad infilare i cerchietti d’oro bianco alle dita. Maneggiò le mani del principe con cura apprezzandone la grazia sottile e trovandole irrimediabilmente fredde quanto la luna sopra Soul.
Quando ebbe finito lo guardò.
-Sei perfetto. –
Certo, pensò Kibum, come una bambola.
Le labbra di Kibum s’incurvano in un stretto bocciolo. Un sorriso strano che Heechul non fu in grado d’interpretare. Il prurito dietro alla nuca del più grande tornò a farsi insistente, rammentandogli i motivi più pratici che lo avevano condotto lì.
-Questa serata è molto importante. –
-Lo so. –
Kibum lo sapeva molto bene. Quella serata offriva ad Heechul la possibilità di pianificare le prossime mosse e pavoneggiarsi con lui al fianco per mostrare a tutti la sua preziosa bambola.
-Cambieranno molte cose. –
Kibum inarcò le sopracciglia.
-Ovvero? –
Nonostante le sue parole fossero risuonata calme e quasi indifferenti, dentro di sé ribollì e si domandò, con una certa apprensione, cosa intendesse dire Heechul.
Heechul sorrise. -Lo sai. –
-No, non lo so – rispose stizzito.
Non lo sapeva e le opzioni che aveva di fronte erano l’una più inquietante dell’altra.
-La nostra unione è stata stabilita molto tempo fa. –
-Stai dicendo una cosa ovvia che non risponde alla mia domanda. –
Heechul sogghignò. – Mi fa piacere sapere che, quanto meno, trovi ovvia la natura della nostra relazione, perché è proprio di questo che desidero parlarti. -
Kibum incrociò le braccia e spostò il peso da un piede all’altro, una posa che Heechul conosceva molto bene. Il principe stava erigendo un muro di difesa.
-Penso sia giunto il momento di prendere le cose seriamente sotto molti punti di vista. Niente più giochetti. –
Kibum deglutì. Giochetti? Cosa voleva dire, forse sospettava qualcosa, aveva intercettato uno dei messaggi per Jinki ed era riuscito ad interpretarlo? Alla fine era stato scoperto e la sua corsa prossima a terminare?
-Giochetti? -
D’istinto fece un passo indietro, ma il più grande l’afferrò per il polso attirandolo a sé.
-Oh andiamo, lo sappiamo entrambi che ti diverti a fare il prezioso con me, lo fai da anni. –
Kibum fu costretto a soffocare una risata. Dunque era questo che Heechul credeva intimamente? Che lui, Kim Kibum, morisse segretamente per lui?
Idiota, pensò, io voglio prenderti a calci nel sedere. 
Era ridicolo, ma vantaggioso e ciò significava che non aveva alcun sospetto. Tutto sommato le sue patetiche scenata da gatto morto stavano dando i loro frutti.
-Quando siederemo sul trono dovrai avere un atteggiamento esemplare, niente scenate, niente frasi taglienti ai nobili, niente occhiate omicide e, soprattutto, Kim Kibum, niente dolci che finiscono dove non dovrebbero. Devi essere un modello di dolcezza e perfezione e startene buono, mentre io mi preoccupo di tutto il resto. –
Vuoi dire mentre tu governi e io faccio la bella statuina per te, pensò Kibum, amaro.
Ma Heechul si sbagliava di grosso. Uno di loro sarebbe salito al trono per governare Chosun, ma non il più grande. Kibum era fermo nella propria determinazione, doveva solo stringere i denti, tenere duro e sperare.
-Vedrai -, aggiunse Heechul. Il suo fiato caldo era dolce come caramello ed accarezzò il viso di Kibum. Heechul era troppo vicino.
 –Non avrai nulla di cui preoccuparti, baderò io a te e farò in modo che tu abbia tutto ciò che desideri. Hai la mia parola, Bummie. -
A patto che ti assecondi, non è così?, si ritrovò a pensare Kibum.
Era sempre stato così e Kibum lo sapeva bene. Heechul era disposto a viziarlo e a dargli tutto ciò che desiderava a patto che Kibum avesse occhi solo per lui e lo assecondasse. Ciò che più feriva il principe era il fatto che Heechul credesse davvero che lui fosse disposto a tutto questo e che fosse davvero tutto ciò che desiderava. Evidentemente non l’aveva mai conosciuto veramente o, ad un certo punto, aveva scordato chi era davvero Kibum per sostituirlo con un’immagine ideale.
Kibum abbassò gli occhi e sbatté le palpebre. Si sentì triste.
-Non sei felice? –
Davvero credeva che questo lo rendesse felice? Kibum sapeva che non erano solo l’ambizione e il desiderio a legare Heechul a lui, provava affetto, ma era un affetto “sbagliato”, lo amava come si ama la bambola preferita.
Kibum si ritrovò ad annuire e sorrise triste, ma il più grande non parve accorgersene.
Heechul iniziò a passeggiare sui tappetti, un eco sordo nel vuoto. Rivolse al più piccolo delle occhiate di sbieco e si fermò a pochi metri da lui.
-Tuttavia -
Kibum s’irrigidì e inclinò leggermente il capo, perplesso. Ora, che cos’aveva in mente?
-Spero davvero che tu non stia combinando guai. –
Il principe deglutì a vuoto. Dunque sospettava davvero qualcosa, era così? Come si era tradito? Era stato attento e meticoloso in ogni dettaglio. Scriveva i suoi messaggi in codice, li faceva inviare a Siwon da punti e ad orari diversi ed era certo di star recitando bene la sua parte.
Il suo cuore batté veloce e Kibum si portò una mano al petto, come ad arrestarlo o ad attutirne il suono che gli sembrava rimbombare nella stanza, tradendolo.
Emise una risata nervosa.
-Guai? –
Heechul si avvicinò di nuovo, questa volta il viso serio e rigido. C’era qualcosa che non lo convinceva, che lo metteva sulle spine e lo spingeva a tenere i sensi all’erta. Forse quella rosa era davvero troppo magnifica, le sue spine troppo impervie perché riuscisse a coglierla. Che la caccia che credeva d’aver vinto fosse destinata a rimanere sospesa nel vuoto pericoloso ed eccitante?
No, pensò. Avrò tutto ciò che desidero e sarà meraviglioso.
-Siwon ha mandato dei messaggi i giorni scorsi. –
Il tono di Heechul fu lapidario. Doveva togliersi il pensiero in modo da potersi concentrare su tutto il resto. Una prospettiva decisamente più piacevole ed allettante.
Kibum represse l’impulso d’indietreggiare ed artigliare il ripiano marmoreo della specchiera. Doveva rimanere calmo e mantenere il respiro regolare per evitare di suscitare ulteriori sospetti. La sua mente lavorò veloce alla ricerca della strategia d’adottare. Non poteva permettersi passi falsi e doveva far sì che Heechul bevesse ogni sua singola parola. E Kibum sapeva molto bene come ottenere la sua totale attenzione.
-Davvero? – disse sorpreso.
Il più grande eliminò la distanza che ancora li separava con due grandi falcate e tornò a posizionarsi davanti a lui, le mani unite dietro la schiena.
-Ne sai qualcosa? –
-Sinceramente, Heechul, non spio la posta della mia guardia del corpo. –
-Dunque tu non c’entri nulla? –
L’espressione di Heechul era insondabile.
Kibum sorrise, quasi divertito, e mise mollemente una mano sulla spalla dell’altro.
-A chi dovrei mandare messaggi? Ho solo te e tu sei qui con me -, disse suadente. -Avrà anche lui una vita privata, non credi? –
Heechul arricciò le labbra senza staccare gli occhi dall’altro e Kibum capì subito era che pensoso. Poteva vedere con estrema chiarezza la mente del più grande muoversi e smontare, lentamente, qualunque dubbio l’avesse assillato.
-Magari gli piace qualcuno -, suggerì Kibum con un sogghigno. – Non credi sia divertente? –
La bocca carnosa di Heechul s’inclinò in un mezzo sorriso e Kibum esultò dentro di sé, poiché quelle del più grande non erano che labili preoccupazioni. Decise di rincarare la dose e circondò con le braccia il collo dell’altro.
-Perché stiamo parlando di Siwon? E’ un discorso noioso. –
Questa volta Heechul rise e Kibum capì d’averlo quasi in pugno. Ora doveva solo dargli il colpo di grazia.
-Chul –
Subito il viso di Heechul s’animò.
-Sì? –
-Ho deciso, voglio davvero essere un bravo compagno per te. –
Strinse di più le braccia intorno al suo collo e lo fissò dritto negli occhi sbattendo le ciglia.
Heechul si umettò le labbra. Gli occhi felini di Kibum erano  limpidi come polle d’acqua al sole, le sue gote leggermente rosate ed il suo profumo inebriante. Averlo così vicino lo rendeva ogni giorno una tentazione sempre più pericolosa.
-Vedrai, mi comporterò bene, non voglio farti fare brutta figura. –
Heechul sorrise compiaciuto, gli sfiorò il viso con i polpastrelli e l’attirò a sé.
Kibum deglutì intuendo all’instante l’intenzione dell’altro e s’impose calma, se si fosse tirato indietro avrebbe smentito le sue stesse parole, inoltre sapeva che, ormai, la pazienza di Heechul in quel senso era al limite. Gli doveva le sue labbra e la sua bocca da troppo tempo per arrogarsi la libertà di tirarsi indietro. Tuttavia, quando le labbra carnose di Heechul sfiorarono le sue sobbalzò, scatenando una mezza risata da parte del più grande che, divertito, lo sfiorò di nuovo. Kibum chiuse gli occhi, respirò piano e sparì nella sua bolla.
Heechul mosse, avido, le labbra su quelle di Kibum assaggiandole lentamente, leccandole con la punta della lingua e mordendole appena, certo che il rossore che avrebbe provocato sarebbe stato, ai suoi occhi, appagante quanto il sapore della bocca del più piccolo. Quanto aveva desiderato quel bacio? Quelle labbra l’avevano stregato non appena ne aveva compreso la natura sensuale ed ora le trovava morbide, dolci ed eccitanti come immaginava. Non erano che una goccia di ciò che voleva, ma era un inizio soddisfacente ed inatteso che non poteva non apprezzare. Circondò la vita dell’altro con un braccio, lo spinse sul ripiano di marmo ed approfondì il bacio, scoprendo tutta la pericolosa e perfetta perdizione che quelle labbra a cuore gli avevano segretamente negato per tanto tempo.
Kibum mugugnò ed artigliò le spalle dell’altro per non perdere l’equilibrio. Era una tortura lenta ed impietosa. Heechul stava lacerando, pezzo dopo pezzo, le ultime tracce del bacio d’amore di Jonghyun per sostituirlo con uno che sapeva unicamente di desiderio. Più mordeva e leccava le sue curve a cuore, più le sensazioni meravigliose di quell’ultimo bacio sfuggivano, trascinate lontane per appartenere irrimediabilmente al mondo dei ricordi. Le labbra di Heechul sulle sue erano bollenti, bruciavano come il fuoco che consuma ed il loro sapore era di una dolcezza stucchevole come quello di una pesca troppo matura. Kibum mugugnò di nuovo e mise a tacere un singhiozzo mordendosi l’interno della guancia. Stavano entrambi soffocando in quel bacio, eppure Heechul non accennava a staccarsi. Sentì la lingua dell’altro sondare la sua bocca, i suoi denti morderlo ad intervalli irregolari senza preoccuparsi di strappargli dei gemiti.
Quando finalmente si staccarono Heechul gli accarezzò le labbra con la punta del pollice, compiacendosi del rossore sulle sue guance e del suo respiro affannato.
 Kibum posò i polpastrelli sulle sue labbra, rendendosi conto che le tracce dell’ultimo bacio di Jonghyun erano svanite e, con crescente orrore, la sua mente viaggiò alla ricerca di quelle sensazioni perfette, tanto dolci quanto tristi. Non c’era più nulla, solo il freddo vuoto dentro di lui e la brama bruciante di Heechul sulla sua pelle.
Heechul lo strinse più forte a sé, gli scostò dei ciuffi corvini dalla fronte e sfregò il naso sul suo collo per lasciarsi inebriare dal suo profumo.
-Hai idea di quanto io ti desideri?  -
Il principe deglutì a vuoto.
 -Baciami -, gli ordinò Heechul a fior di labbra.
Kibum ubbidì. Ora come ora non aveva altra scelta e, alla fine, ciò che le sue labbra avevano conservato sino a poco fa era svanito in un alito di vento. Non aveva nulla che valesse la pena salvare, se non chi gli aveva donato quell’ultimo tocco d’amore.
Jong, pensò.
Sapeva che Heechul lo cerava ancora, non aveva bisogno di conferme o prove. Il più grande era troppo meticoloso ed ambizioso per correre rischi.
Se lui, Kibum, serviva a distrarlo, a fargli dimenticare Jonghyun e a far sì che si sentisse sicuro ed appagato al punto da considerare l’esistenza del fratellastro null’altro che un dettaglio irrilevante destinato a perdersi, allora Kibum era disposto a fare qualunque cosa.
Non preoccuparti, amore mio, non permetterò mai che ti faccia del male, pensò.
Jonghyun era tutto.
Mosso da questi pensieri posò i polpastrelli tremanti sul viso di Heechul, reclinò il capo e con estrema lentezza mosse le sue labbra su quelle dell’altro. Finse di non percepirne la dolcezza stucchevole, il calore troppo intenso ed il loro dischiudersi impaziente che assecondò. Non era niente e non sentiva niente. Avrebbe dovuto tenerlo a mente per il prossimo futuro.
Heechul sorrise compiaciuto, gli occhi accesi di un languore che dichiarava palesemente quelli che desiderava che fossero i programmi per quella serata, portando inevitabilmente l’atteso ballo in secondo piano. Dopo quel bacio a lungo agognato non poteva che guardare con fastidio la prospettiva di lasciare quella stanza. Ma andava bene così, per quella sera sufficiente e il resto poteva attendere. Proseguire poteva rivelarsi troppo pericoloso. Kibum poteva fuggire come un gatto infastidito da carezze tropo insistenti e lui, Heechul, desiderava plasmarlo pian piano.
-Questa sera -, sussurrò all’orecchio di Kibum, - cerca di comportanti altrettanto bene. –
La frase risuonò ambigua alle orecchie di Kibum che tuttavia si ritrovò ad annuire.
 
 
 
 
Salvee!! Spunto di nuovo per lasciarvi qualche nota. Innanzi tutto spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
Ora veniamo alle cose pratiche! Vi avevo avvisato che probabilmente ci sarebbero stati uno o più capitoli a raiting rosso e desideravo lasciarvi qualche indicazioni in merito, giusto per mettere in chiaro le cose.
Allora non ci saranno MAI scene esplicite di nessuno tipo perché:
1 non rientrano nel mio stile di scrittura
2 non sarebbero in linea con la storia
3 trovo le immagini esplicite, di qualunque natura, assolutamente volgari, fini a sé stesse e dunque prive di valore
4 ogni scena forte sarà quindi veicolata non da immagini esplicite, ma dai pensieri e dalle sensazioni dei personaggi coinvolti
5 il raiting rosso è più una forma di rispetto che mi sento di adottare nei confronti della vostra sensibilità
 
Per quanto riguarda i futuri aggiornamenti…
La mia speranza è quella di riuscire a lasciarvi un nuovo capitolo entro il prossimo fine settimana, dato che le due settimane successive sarò via e a quel punto il rischio sarebbe quello di aggiornare dopo il 23. Nel caso non ce la facessi vi lascerò comunque almeno un episodio di Orbit. River flows in you dedicato a Diva&Diva.
Stando alla mia tabella di marcia dovrebbero esserci ancora 4 o 5 capitoli più epilogo (mi sento triste T.T)
Vi chiedo gentilmente di dedicare due minuti del vostro tempo per lasciarmi un commentino ^^, per me la vostra opinione è sempre importante ed ora che ci avviciniamo alla fine ho maggiormente bisogno del vostro sostegno per essere carica al massimo!
 

 
Alla prossima!
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