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Autore: lost in books    05/06/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La sera precedente Iliana si era unita a Sandir, Sera, Leon e Serena. Si era seduta in loro compagnia e, seppur con grande sforzo da parte sua, aveva cominciato a raccontare.
Gli aveva detto di come aveva conosciuto Lucien, allora solo un bambino destinato a regnare, di come quegli anni trascorsi in sua compagnia fossero stati la cosa migliore che le fosse capitata da tempo. Era strano per Sandir, ma non solo per lui, di questo se ne era accorto osservando le facce degli altri ascoltatori, immaginare il re di Anthemis sotto una luce diversa.
Lui aveva sempre e solo considerato la figura del re come un nemico, colui che aveva mandato dei soldati contro lui e Bog, causandone la morte. Non si era mai fermato a pensare che dietro il tiranno ci potesse essere stato un bambino che aveva sofferto per il semplice motivo di essere nato principe. La persona che era stata colpita di più dal resoconto di Iliana sull’infanzia di re Lucien era stata Serena. Sandir si era accorto della sua reazione, di come lei fosse quella che poteva capire fra tutti loro quello che doveva aver provato Lucien; e di come Leon le avesse messo una mano sulla spalla per confortarla. Serena aveva sempre avuto Leon al suo fianco mentre Lucien aveva avuto Iliana su cui contare. Ma qualcosa era andato storto, questo gli era stato chiaro prima ancora che Iliana proseguisse con il suo racconto.
La maga aveva spiegato di come nell’ultimo periodo che aveva trascorso al castello la situazione complessa in cui si trovava Anthemis non avesse fatto altro che diventare sempre più tesa, di come nell’ultimo periodo il suo rapporto con Lucien si fosse incrinato. Iliana aveva cominciato a considerare come la sua presenza fosse diventata nociva per il principe e per questo aveva deciso di allontanarsi.
Purtroppo il destino aveva voluto che la sera stessa in cui lei se ne era andata dal castello coincidesse anche con la notizia della morte di re Frederick, padre di Lucien.
Dopo la morte del re la situazione del regno era cambiata rapidamente e drasticamente e con esso il suo nuovo sovrano: Lucien, diventato re, aveva messo a ferro e fuoco il regno di Rafflesia, ostile ad Anthemis, ed era entrato in possesso del frammento che Rafflesia aveva rubato a Dahlia. Da allora non aveva smesso di conquistare e distruggere assieme ai suoi nuovi alleati, gli adepti di Umbra. E Iliana aveva capito ben presto che ormai era troppo tardi per cercare di fermarlo, il suo cuore era sprofondato nell’oscurità.
Sandir sapeva perché gli aveva raccontato del tempo che aveva trascorso ad Anthemis: voleva che capissero contro chi si trovavano, vedere oltre il tiranno. Era evidente come parlare di Lucien  la facesse stare male. Nessuno di loro poteva immaginare il dolore che si poteva provare a vedere crescere una persona dall’animo gentile per poi vederla diventare un mostro.
Quando la maga ebbe finito di raccontare si ritirò nella sua tenda, che ora condivideva con Sera, la quale aveva deciso di aspettare prima di raggiungerla per darle un po’ di spazio.
I quattro che erano rimasti non avevano più aperto bocca, scossi dal racconto, fino a che Serena non decise di informarli di voler andare a dormire anche lei, e solo allora gli altri decisero di fare altrettanto.
Era l’alba di un nuovo giorno e una riunione con re Tyberius nel primo pomeriggio aspettava Sandir ed i suoi compagni di viaggio.
Diretto alla zona dell’accampamento adibita all’addestramento Sandir aveva incrociato Sera, che aveva appena salutato Zola ed Eban e gli altri spiriti che stavano partendo. Aveva incontrato Leon dedito, assieme ad altri cavalieri, ad insegnare alle nuove reclute i rudimenti della spada e successivamente Serena, quando aveva accompagnato una delle suddette reclute a farsi medicare per una ferita risultato dell’addestramento.
Iliana non si fece vedere prima della riunione e fu l’ultima a presentarsi.
L’obiettivo della riunione era decidere come procedere ora che avevano due frammenti. Il frammento in possesso di re Lucien sarebbe stato il più difficile da recuperare per via della forza bellica di cui Anthemis disponeva mentre i Darman, in possesso dell’altro frammento mancante, sembravano scomparsi nel nulla, non che Sandir avesse molta voglia di rivedere i suoi simili.
Durante la riunione Sera, che si stava comportando egregiamente per essere la prima riunione militare a cui partecipava, e Sandir erano venuti a conoscenza del fatto che, quando Anthemis sottometteva un regno, faceva radunare ai suoi soldati tutti i giovani che riuscivano a trovare prima che potessero cercare di fuggire e li faceva portare nelle loro varie basi militari sparse per i regni conquistati. Quando ne uscivano non erano più loro, non riconoscevano più nemmeno i loro cari; era come se avessero subito il lavaggio del cervello, sicuramente ad opera degli adepti, e giuravano fedeltà ad Anthemis. In quel momento più che mai compresero quanto il lavoro che la Resistenza faceva con la base mobile fosse importante: se non avessero agito in fretta e messo al sicuro la gente, buona parte sarebbe finita nelle mani degli adepti.
L’ultimo regno vittima di Anthemis era stato Gladiolus, dove ora si trovavano.
La regina di Gladiolus, vecchia amica di re Tyberius, scampata alla morte durante l’assedio al suo castello, ora era già all’opera nell’aiutare la Resistenza come poteva.
“Ora dobbiamo solo capire come entrare in contatto con i Darman” disse re Tyberius.
“Già, ma come?” disse Sera, completamente presa dalla riunione.
Erano tutti in silenzio, nessuno aveva idea di come fare.
“Un modo c’è” disse Iliana, la sua voce a fendere il silenzio.
Sandir si ritrovò, suo malgrado, interessato. Un modo per trovare la sua gente.
“Dopo aver sigillato l’Oscurità, come ben sapete, i frammenti sono rimasti in possesso mio e dei miei compagni. Successivamente abbiamo deciso di assegnarli a persone di cui ci fidavamo.
Un frammento a Dahlia, uno ad Iridium, la Torre dei maghi, uno nelle terre degli spiriti ed uno ai Darman, popolo itinerante.
Akane, la Darman mia compagna di viaggio mille anni fa, aveva messo in conto l’eventualità che la sua gente potesse scomparire dalla circolazione se l’Oscurità si fosse risvegliata, rendendo il frammento introvabile”
“Ma come mai il frammento non reagisce all’Oscurità? In passato sei stata in grado di localizzare i frammenti con i tuoi compagni grazie all’influenza che i frammenti avevano sui luoghi in cui si trovavano”, era stato Leon ad interromperla.
Effettivamente anche Sandir lo aveva trovato strano. Il frammento che avevano recuperato dagli spiriti in fondo era attivo e aveva sprigionato una luce abbagliante quando lo aveva visto la prima volta e non dubitava che presto avrebbe acquistato più potenza. L’unico motivo per cui i due frammenti in loro possesso non erano individuabili dai loro nemici era per via dei particolari scrigni, ora due, in cui erano alloggiati, in grado di confinarne il potere, per il momento.
“Per lo stesso motivo per cui i maghi di Iridium hanno chiesto all’unico mago in compagnia di un Darman di portare il loro frammento alla Resistenza” disse la maga “I Darman, in quanto affetti dalla loro particolare condizione originariamente a causa dei fiori di Umbra, derivato dell’Oscurità stessa, sono in grado di ridurre l’aura dei frammenti in modo da renderne l’individuazione impossibile. L’area di influenza del frammento viene ridotta mentre l’influenza dell’Oscurità sui Darman, maggiore quando essa si rafforza, si riduce. Ovviamente, visto che i frammenti reagiscono alla presenza dell’Oscurità, con il tempo si rafforzano con essa, ma se dovessimo aspettare il momento in cui il frammento in possesso dei Darman diventi individuabile, sarebbe troppo tardi, non riusciremmo a riformare il Talismano in tempo”
“Allora è per questo che hanno chiesto a noi di compiere quella missione” disse piano Sandir, la testa bassa. Quando sollevò lo sguardo vide che tutti lo stavano fissando come se gli fosse improvvisamente spuntata un’altra testa.
“Ma allora perché il frammento ad Idyll brillava a quel modo? Non ha senso” chiese lui.
“Quel frammento ha avuto più tempo per risvegliarsi e accrescere la sua forza e le precauzioni prese da Florian” Iliana fece una piccola pausa prima di riuscire a continuare “non erano più in grado di contenere efficacemente il frammento. Se quando hai visto il frammento nella teca esso brillava, quando siamo partiti la sua luce era decisamente più fievole e questo è stato possibile solo grazie alla tua presenza nelle vicinanze del frammento che ha lentamente ridotto l’aura d’influenza del frammento durante la nostra permanenza, Sandir”
Ora tutto aveva un senso, pensò Sandir. Il perché avessero chiamato lui e Bog quando si erano accorti dei primi accenni di risveglio del frammento dopo anni che non si trovavano più alla Torre, e non qualcun altro. Il perché Bog insistesse nel fare trasportare a lui il frammento durante il viaggio. Tutto per quello…
“Allora ce l’hai anche tu un potere speciale!” disse Sera, cercando di riscuoterlo dal suo torpore.
“È pur sempre un Darman, anche se particolare” disse Iliana.
“Ma allora che precauzione avete preso all’epoca per questa situazione?” chiese re Tyberius.
“Io e Akane abbiamo trovato un metodo per trovare la sua gente ma per riuscirci dovremo recarci ad Iridium”  
“È troppo rischioso. Dovreste passare per Dahlia…” cominciò il re ma Iliana lo interruppe.
“Non sarà necessario. Visto dove ci troviamo passare per Dahlia per arrivare alla Torre ci farebbe perdere troppo tempo. Ma non è l’unica strada percorribile”
“Non vorrai dire il monte Everfrost?”
“Sono in pochi a conoscere le vie di quel monte ma non per questo è impossibile da attraversare. Le ricordo che sono cresciuta alla Torre e mi è stato insegnato fin da piccola come muovermi in quel luogo. Così facendo risparmieremo tempo e saremo più difficili da localizzare”
“Iliana ha ragione. È la nostra opzione migliore e non è l’unica a conoscere bene quel posto” si intromise Sandir “anche io ho passato diverso tempo alla Torre e conosco le strade di quel monte”
Tutti lo guardarono. Aveva parlato in maniera calma e decisa, come se quello che aveva scoperto un attimo prima non lo avesse scosso.
“Allora è deciso” disse Sera alzandosi in piedi e sollevando un mano stretta a pugno in aria  “monte Everfrost, arriviamo!”
 
Ci volle del tempo per riuscire a convincere il re che passare per il monte fosse la scelta migliore ma quando vide che tutti erano d’accordo, soprattutto Leon di cui si fidava, alla fine cedette.
La riunione era finita e i quattro uscirono dalla tenda del re. Sera e Leon stavano parlando fra loro mentre Iliana si stava già allontanando. Sandir però, fra tutto ciò di cui avevano parlato, aveva ancora una cosa che non gli era chiara.
“Iliana, aspetta” le corse dietro “c’è una cosa vorrei capire. Se io sono in grado di rendere il frammento non localizzabile allora perché?” con le mani strinse forte l’orlo della camicia, non riusciva a spostare lo sguardo da terra “Perché sapevano di noi, di me e Bog? Come hanno fatto a trovarci?”
Quella domanda lo stava divorando dentro. Forse lui non era stato abbastanza, forse era colpa sua se li avevano trovati e Bog era morto…
Sentì Iliana sospirare e avvicinarsi a lui e poi una mano tiepida a circondare la sua guancia, la mano di Iliana “Non è colpa tua” gli disse “Non escludo che all’interno della Torre ci fosse una spia che possa aver rivelato la vostra missione e il vostro aspetto ad Anthemis. Certo, non posso dirlo con certezza finché non saremo alla Torre. Lo sai anche tu che non si fidano dei libri comunicanti ma si affidano agli spiriti a loro leali per le comunicazioni, quindi non possiamo chiederglielo ora. Ma quello di cui sono certa è che non devi addossarti una colpa non tua, d’accordo?” la donna poi accennò un sorriso rincuorante. Sandir era rimasto immobile, la mano di Iliana ancora sulla sua guancia, i suoi occhi su di lei.
Era la prima volta che Iliana gli sorrideva in modo sincero come le aveva visto fare solo con Florian, ed era la prima volta da quando si era ritrovato ad avere a che fare con i frammenti che avvertì una sensazione di confortevole calore. Era partita dalla guancia su cui poggiava la mano della maga e si era espansa su tutto il corpo. Improvvisamente era di nuovo bambino, quando, dopo essere stato lasciato alla Torre e aver conosciuto il suo padre adottivo, dopo aver pianto tutte le sue lacrime, si era reso conto che non aveva colpe, che non era da solo, che c’era qualcuno lì per lui.
Ripensò alla storia di Lucien e Iliana: quella che vedeva ora davanti a lui non era la maga della leggenda ma la donna che si era presa cura di un bambino che aveva avuto un disperato bisogno di affetto. Era la vera Iliana, quella nascosta sotto una spessa armatura che la proteggeva dall’essere ferita come doveva essere successo con Lucien e altre volte nel suo passato, e allo stesso tempo nascondeva agli altri il suo cuore.
Sandir chiuse gli occhi e assaporò quella sensazione che non provava da tempo, la testa inclinata verso la mano della donna.
Iliana non accennò a spostarsi, lasciò a Sandir tutto il tempo necessario a riprendersi.
Dopo un tempo che a lui parve breve ma che poteva anche essere stato molto più di quello che pensava aprì gli occhi, lucidi, e annuì deciso guardando Iliana negli occhi.
La donna ritrasse la mano ma ora Sandir stava meglio ed era solo grazie a lei. Non lo avrebbe dimenticato.
Poi, senza dire una parola, la maga si girò e cominciò a camminare in direzione della sua tenda.
Le labbra di Sandir si incurvarono in un mezzo sorriso; in fondo era pur sempre Iliana.
“Aspettami!” vide Sera sfrecciare a tutta velocità verso la donna “Devo farti vedere una cosa! È importante, me l’hanno affidata i miei amici! Perché non ti fermi, uffa!”
Sandir guardò Sera inseguire Iliana, che la stava palesemente ignorando. Leon comparve al suo fianco.
“Va tutto bene?” gli chiese il cavaliere.
“Sì” rispose.
 
“Hai fallito” disse re Lucien.
Al suo cospetto si trovava il Gran Maestro degli adepti di Umbra, o ciò che ne rimaneva, dopo la battaglia contro gli spiriti.
Darcel aveva creduto che per lui sarebbe stata la fine. Il dolore che aveva provato quando la lama di Florian gli aveva sfregiato il volto era indescrivibile. Aveva presto perso conoscenza, certo di non svegliarsi più.
Quello che era successo poi era confuso, tra il sonno e la veglia, delle macchie scure chine su di lui: l’adepto che lo aveva soccorso lo aveva tempestivamente portato in un luogo sicuro e attrezzato per occuparsi delle sue ferite.
I suoi maghi avevano agito subito e se non fosse stato per loro ora lui sarebbe morto. Non dubitava che la lama fosse opera di quella donna, Iliana, e che se lei avesse avuto più tempo per migliorarla lui non avrebbe avuto neanche il tempo di farsi soccorrere. Era una miracolo che fosse ancora vivo.
La sostanza sulla lama però aveva fatto ingenti danni in pochissimo tempo.
Ora, dove prima si trovava il suo occhio sinistro, c’era un incavo vuoto ma il danno non si limitava a quello. Tutto il lato sinistro del suo corpo era stato tremendamente colpito: il suo braccio sinistro ricadeva inerte al suo fianco, inutile e annerito, mentre la sua gamba sinistra, anch’essa ora nera come la pece, aveva perso quasi del tutto la sensibilità. Riusciva a stento a  reggersi in piedi e a trascinarsela dietro reggendosi su di un bastone.
Avvolto completamente da un manto nero, con l’aggiunta di una maschera a coprire la metà annerita e senza occhio del suo volto, era la prima volta che parlava con re Lucien dopo la sua convalescenza. Ed era chiaro che non fosse contento di lui.
“Non fallirò ancora” replicò Darcel, la voce debole e gracchiante, non più forte e minacciosa, a causa della sua condizione.
“Hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata sottovalutando il nemico. Adesso ti limiterai ad obbedire ciecamente ai miei ordini, chiaro?”
Darcel sentì la rabbia salire, accecante. Per lui Lucien era sempre e solo stato un ragazzo da sfruttare a suo piacimento, controllabile. Solo ora si era reso pienamente conto che non era così e forse non lo era mai stato. Quando si era avvicinato a lui, giovane principe, cinque anni prima gli aveva mostrato la via che lo avrebbe portato ad ottenere tutto quello che desiderava  e Lucien aveva accettato il suo aiuto e stretto un accordo che tutt’ora li legava. Il loro era un rapporto d’affari, nient’altro. Entrambi volevano raggiungere il loro obiettivo e si sarebbero sfruttati a vicenda pur di raggiungerlo.
Ma ora la situazione si era fatta cupa per il Gran Maestro oscuro. Non poteva permettersi di far infuriare il giovane re, non più. Quindi, per quanto avrebbe voluto opporsi, ingoiò la bile.
“Come desidera, sire” quelle tre parole questa volta gli erano costate parecchio.
“Tu e i tuoi uomini dovrete occuparvi di spostare buona parte dei soldati sotto il vostro controllo mentale dove ti dirò molto presto. Abbiamo una guerra da vincere. Fai anche in modo di avere a disposizione più gemme spirituali possibili. Incrementa la produzione, usa gli spiriti che hai catturato durante la battaglia. È l’unica cosa che sei riuscito a fare”
Darcel non credeva fosse possibile sentire così tanta rabbia come quella che sentiva in quel momento.
“È tutto pronto per procedere con l’esperimento?” continuò il re.
Si riferiva a quello a cui stavano lavorando da anni, qualcosa che poteva addirittura essere superiore al suo macchinario in grado di assorbire l’energia degli spiriti, se avesse funzionato.
“Sì, sire. Siamo pronti a procedere”
“Perfetto. Giusto in tempo” disse fra sé il re, come se fosse stato l’unico presente in quella sala, Darcel un inutile elemento di sfondo.
“Ma cosa ne sarà di Iliana e il suo gruppo? Non vorrà mica lasciarli agire indisturbati?” Darcel non poteva lasciar correre, voleva vendicarsi per quello che gli era successo, far soffrire quella donna.
“Ovvio che non li lascerò stare, ma non sarai tu ad occupartene” rispose il re.
Con l’occhio ancora buono vide che lo sguardo del re si era spostato ad osservare un punto ben preciso dietro di lui.
Si sforzò di voltarsi, gli costò molta fatica, e lì dove si posava lo sguardo del re, appoggiata alle pesanti porte d’accesso alla sala del trono, vide una donna.
Pelle avorio, capelli lunghi e lisci rosso acceso, leggermente scompigliati. Non portava vesti tipiche di una dama di corte ma il suo corpo era avvolto in dei pantaloni aderenti stretti da una cintura di cuoio marrone chiaro, dei lunghi stivali di pelle nera al ginocchio e, sopra una camicia bianca e aderente, una giacca di cuoio dello stesso colore della cintura e lunga fino al ginocchio. Sembrava una donna sulla ventina, non poteva avere che due o tre anni più di Lucien.
Il suo occhio sinistro era coperto da una benda scura mentre il suo occhio destro di colore  marrone era visibile. Anche così, la sua era una bellezza invidiabile, in grado di assoggettare chiunque la guardasse e scatenare l’invidia di qualsiasi dama.
Nonostante l’occhio bendato, il suo era uno sguardo felino, quello di un predatore che aveva avvistato la sua preda e stava pregustando la cattura.
La donna avanzò lentamente verso il punto in cui Darcel si trovava, al cospetto del re.
“Sire” disse lei inchinandosi elegantemente davanti a Lucien per poi rialzarsi leggiadra.
“Sarà lei ad occuparsi dell’incarico che tu non sei stato capace di portare a termine. È la migliore sulla piazza” disse Lucien rivolgendosi a Darcel.
“E vuole affidarsi a questa sconosciuta…” a Darcel morirono le parole in bocca. Quella donna ora era davanti a lui. Si era mossa così in fretta che dubitava sarebbe riuscito a proteggersi in tempo anche se fosse stato nel pieno delle sue forze se lei lo avesse voluto attaccare.
No, non era una persona con cui scherzare.
La donna inclinò le labbra in un sorriso ferino “Come ha già sottolineato il tuo sovrano io sono la migliore sulla piazza per il tipo di incarico che mi è stato richiesto ed il motivo è semplice: la mia politica consiste nel portare a termine un lavoro o morire provandoci. Il mio essere qui non ti dice niente?”
La donna avvicinò il volto a quello del Gran Maestro fin quasi a contatto con la sua pelle, il suo fiato sulla faccia, e disse con voce aggressiva “Io non fallisco mai” per poi allontanarsi di scatto e rivolgere nuovamente la sua attenzione al re.
“Posso sapere quali sono i dettagli dell’incarico, sire?” disse lei con voce ammaliatrice, totalmente diversa da quella che aveva rivolto al Gran Maestro un attimo prima.
“Dovrai trovare delle persone per me, fanno parte della Resistenza. La maga Iliana e il suo gruppo”
“La maga leggendaria. L’incarico si prospetta interessante” un ghigno fiorì sulle labbra della donna, solo per un breve istante.
“Una volta trovati porta Iliana da me. Uccidi i suoi compagni, non mi importa come, basta che te ne liberi. Se hai bisogno di qualcosa per il tuo lavoro fammelo sapere”
“Lo consideri fatto. Per quanto riguarda l’aver bisogno di qualcosa…” sembrò pensarci su, la mente intenta a chissà quali trame “…le farò sapere al più presto”
“Bene. Devi agire il più velocemente possibile. Non posso permettermi di lasciarli in circolazione”
“Non si preoccupi, sire” disse la donna, camminando verso le porte d’ingresso della sala. Una volta accanto alle porte girò la testa verso i due uomini “Non sapranno neanche cosa li avrà colpiti” 
 



Salve a tutti, qui lost in books con un nuovo capitolo e un nuovo personaggio.
Chissà quanti problemi causerà…
Al prossimo capitolo.
 
   
 
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