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Autore: TeamFreeWill    06/06/2017    7 recensioni
Storia collocata prima della 7*09. Lucifero tormenta Sam da quando è caduto il muro. E in più ci si mettono i Leviatani a rompere. Una corsa contro il tempo per salvare Dean. Parola d'ordine: resistere. :)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Sam si svegliò verso le sei. Aveva preso l’abitudine di fare jogging da un po’ di tempo oramai.

L'ultima caccia a un covo di vampiri li aveva stremati. Erano andati a letto verso mezzanotte, ma ciò  nonostante la sveglia impostata suonò comunque. Dean mugugnò nel sonno, ma non si svegliò.

Sammy, invece, si alzò dal letto e si stiracchiò ignorando deliberatamente il mal di testa costante che aveva da quanto?. Sam non se lo ricordava.

Andò in bagno e si sciacquò il viso. Lo specchio di fronte a sè gli riflettè un uomo apparentemente  che stava bene, ma che mentalmente era devastato.

Strinse gli occhi in una morsa di dolore. Il tormento era costante.

“Lasciami in pace” disse furioso, stringendo le mani al lavandino e facendo sbiancare le nocche dolorosamente.

Una risata fredda e sadica fu la risposta seguita da una visione ancora più terribile di lui scuoiato vivo.

I ricordi della gabbia erano sempre più insopportabili. Si premette la ferita alla mano e tutto cessò all’istante.

Sospirò. Doveva resistere. Doveva essere forte anche per Dean. La morte di Cass era stata devastante per il fratello e anche per lui.

Il maggiore non doveva sapere che lui stava così male. Lui doveva continuare a credere che stava bene e che ne aveva il controllo. Anche Bobby doveva crederlo. Entrambi dovevano credere che non erano un problema le visioni.

Uscì dalla casa e iniziò la sua corsa mattutina, ascoltano a tutto volume della musica dal suo ipod. L’aria fresca per un po’ gli diede sollievo.

Fece alcuni chilometri costeggiando un laghetto. Il paesaggio era bellissimo, dava pace solo a guardarlo.

Si sedette su una panchina e osservò le persone che man mano iniziavano ad arrivare, il sole tiepido di fine ottobre che gli scaldava il viso.

Poi tutto intorno a sè divenne morte e fuoco. Si premette la mano, ma non successe niente. Tutto rimase uguale. Dolore, grida, panico.

“Sai Sammy per quanto continuerai così? Per quanto terrai nascosta la tua sofferenza? Sei così carino mentre cerchi di combattermi con jogging e campeggio in solitaria nel deserto!” disse l’uomo che si era seduto vicino a lui, crudelmente.

“Vattene Lucifero! Non mi fai nessun effetto, so distinguere la realtà” disse Sam…..L’arcangelo sorrise malefico e sparì come l’orrenda visione.

Sam si premette ancora la mano e si rimise a correre, ricacciando le lacrime e il dolore alla testa.

Dopo pochi metri si fermò a un bar, prese la colazione per lui e il fratello, tutto rigorosamente biologico e corse verso la casa disabitata in cui alloggiavano. Era una fortuna che ci fosse ancora la corrente e l’acqua!

Appena entrò nella camera da letto notò che Dean si era svegliato e si stava facendo una doccia. Sentiva lo scrosciare dell’acqua dal bagno.

Dopo 10 minuti il fratello uscì dal bagno e salutò il minore con una battuta delle sue “Ciao Karnazes!”

“Tieni Dean la colazione…Io l’ho già fatta mentre ti aspettavo” gli rispose il moro sorridendo, mentre l’altro prendeva il sacchetto,contenente brioches e cappuccino. Sam si strinse di nuova la mano, cercando di non farsi vedere. Troppo tardi.

“Sammy come stai?” chiese serio il maggiore a cui non era sfuggito il gesto. “Sto bene Dean… te l’ho già detto. Correre mi aiuta!” rispose il moro usando un tono della voce quanto più sicuro possibile.

Dean annuì…non poteva andare peggio di così. Quindi quella risposta se la fece bastare e andare bene.

“Tu?” chiese il moro…”Magnificamente!” rispose Dean...”Fratello vai a lavarti per favore. Fai schifo!”.

Ridendo Sammy andò a farsi una doccia. L’acqua calda lo stava rigenerando pian piano. Si stava rilassando. Anche il mal di testa stava passando.

Non poteva durare quella quiete ovviamente. La privacy non sapeva più cos’era da quando tutto era iniziato.

“Sammy...giuro che non ti sto guardando!” La voce era melliflua, divertita, ironica.

Il povero ragazzo ignorò deliberatamente per alcuni secondi l’acqua diventare sangue e poi ritornare cristallina.

Sospirò. Quando sarebbe finito tutto questo? pensó tra sé e sé amareggiato. "Mai mio caro Sammy!" rispose l'arcangelo ridendo.

Uscì dalla doccia e il solito dolore alla testa lo fece vacillare un po’, la risata era assordante.

“Sai mi manca tanto condividere i nostri momenti solo io e te….Stare con Michele non è la stessa cosa. E torturare Adam mi dà noia... ma se tu non ci sei più dove pur dar sfogo alla mia creatività innata nell'infliggere dolore. Le senti le sue urla?! Che dolce melodia! Eh sì, Sammy, te e Dean l'avete abbandonato proprio. Che fratelli maggiori inetti” Disse tutto tronfio, poi, l'arcangelo.

Lucifero era spietato nell'infliggere quella costante tortura. Ci godeva. Sorrideva e faceva smorfie per sfotterlo continuamente.

Aveva segnato un punto. La vide, la colpa sul viso di Sam.

Già. Povero ragazzo. Lui fuori e il fratello minore ancora in quella fotutta gabbia a vivere il tormento eterno, si ritrovò a pensare abbassando lo sguardo.

Sam stava cedendo al senso di colpa, che per altro sia lui che Dean avevano da quando Adam aveva detto sì a Michele, ma poi si riprese alzando lo sguardo, ora sicuro.

Morte era stato chiaro e categorico. Poteva salvare solo un'anima e creare un solo muro. Non poteva farci niente, anche se gli dispiaceva e gli mancava. Lo stesso valeva per Dean..

"Smettila figlio di puttana!" sibilló tra i denti. Riuscì di nuovo a escludere Lucifero, premendosi la mano. La voce che lo incolpava si zittì all'istante, come pure le prese in giro.

Uscì dal bagno e si sedette sul letto massaggiandosi il collo. Stranamente il fratello non c’era.

Stava ripensando a tutto quello che era successo in quelle settimane: Cass il nuovo Dio e poi la sua morte nel laghetto liberando i Leviatani, Dean che lo aiutava a distinguere la realtà con il trucco della mano, lui che rincontrava la sua amica Amy e la lasciava andare nonostante fosse un mostro, Dean che veniva giudicato dal Dio Osiride, quella coppia di stregoni che non affrontava i loro problemi matrimoniali e sembrava di essere nel film “La guerra dei Roses”, quei Leviatani che avevano assunto il loro aspetto e facevano stragi di innocenti, la litigata con Dean quando aveva scoperto che aveva ucciso la sua amica Amy e poi avevano fatto pace capendo il punto di vista del fratello, quel sensitivo che aveva fatto un incantesimo vincolante con le ossa di una pazza e il suo spirito uccideva i sensitivi rivali, il matrimonio, poi annullato, con Backy perché era stato drogato da lei con un filtro d’amore!

Già quante cose erano capitate. Le visioni in tutto quei mesi, da quando era caduto il muro, non lo avevano mai abbondonato una volta. Anzi erano aumentate nel periodo in cui era stato lontano da Dean, quando era arrabbiato con lui per la questione Amy.

Si maledì di essersi allontanato dal fratello, ma oramai era andata così. Doveva resistere.

All’improvviso sbadigliò. Non doveva addormentarsi. Voleva rimanere sveglio e aspettare suo fratello. Per ingannare l’attesa prese il suo ipod, si mise le cuffiette alle orecchie e stava per premere play quando il cellulare vibrò sul comodino.

Si girò di scatto e se le tolse. Quando aprì il cellulare quello che lesse lo sconvolse! “Sammy aiutami. Sono stato catturato da Edgar e portato in un magazzino. Fà presto a salvarmi o qui finisco male!”, recitava l’SMS.
  
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