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Autore: Drew Bieber    06/06/2017    0 recensioni
Nel famoso anfiteatro dell'Antica Roma ogni giorno si svolgono crudeli lotte contro animali selvaggi, terribili esecuzioni e combattimenti tra gladiatori che lasciano senza fiato. Tra questi vi è una persona in particolare cui nome è gridato ed acclamato dalle folle a gran voce: Thalissa. Venduta come schiava quando era solo una bambina orfana ha saputo farsi strada nel mondo spietato in cui vive dove è la legge del più forte a vigere sulle altre. Coraggio e Paura, Ricchezza e Poverta, Vita e Morte, Amore e Odio, Umano e Divino. Questa è la storia della gladiatrice.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Il sangue scorreva sulla fronte e il sudore le imperlava tutta la schiena rivolta verso il sole mentre Thalissa guardava la folla esultante per la sua ennesima vittoria in quell’arena e stringeva la sua palma, ricompensa per aver avuto la meglio.
A quel punto non voleva che tornarsene a casa a riposare.
-Stai diventando una vera macchina da guerra eh?- sull’uscio della porta della sua stanza, con un braccio sul fianco e l’altro disteso la guardava con il suo solito sorrisetto.
Thalissa non si scomodò nemmeno a girarsi a guardarlo. Sapeva riconoscere fin troppo bene la voce del ragazzo con cui era cresciuta fin da piccola. Fin da quando aveva messo piede in quella casa. Semplicemente finì di acconciarsi i capelli, si mise sul letto e rispose volgendo la testa verso di lui.
-A tuo padre farà sicuramente piacere-
Fabiano si decise ad entrare e le si sedette accanto incurvandosi in avanti e poggiando le braccia sulle gambe appena divaricate.
-Certo che si, lo rendi più orgoglioso tu di quanto non faccia suo figlio- nella voce di lui c’era un sentore come di amarezza. Dopotutto lui voleva davvero dare orgoglio a suo padre ma purtroppo le sue ambizioni non glielo permettevano.
-Dovresti metterlo al corrente dei tuoi piani, dovrebbe sapere che tu…-
-Che cosa? Che io voglio entrare nell’esercito mentre lui mi vuole in politica? È questo che dovrei dirgli?-parlare di questo tipo di cose gli metteva addosso una certa rabbia e impazienza tanto che si alzò d’impulso senza neanche pensarci e con lui anche Thalissa.
-E cosa intendi fare allora? Ritrovarti ogni singolo giorno della tua vita in un posto che odi o realizzare i tuoi sogni?-
-I miei sogni… i miei sogni sono qualcosa di impossibile da realizzare… lo sai Thalissa…- ora alla rabbia si era sostituita l’angoscia, ma Thalissa non aveva intenzione di mollare, quando si trattava di lui non lo faceva mai.
-Fabiano guarda me, io non ero che una bambina orfana che è stata venduta a tuo padre come schiava, io però volevo qualcosa di meglio e nonostante la mia condizione ora sono riuscita a diventare una gladiatrice conosciuta ed acclamata dalle folle e vivo meglio di qualunque altra schiava come me ed io Fabiano sono venuta dal nulla, sapevo solo qual era il mio nome ed ero senza nessuno. Non dire che i tuoi sogni sono impossibili da realizzare perché non è vero… lo sai…- ora si guardavano con occhi compassionevoli, dolci, comprensivi e spaventati riuscendo però a sentirsi rassicurati l’una dallo sguardo dell’altra e dalle loro mani che si stringevano.
 
 
-Gli hai dato proprio un bel colpo a quel tipo, un bel pugno dritto in faccia ahahah e così forte che non riusciva più a rialzarsi- raccontava Fabiano ripercorrendo quello che era stato il combattimento di Thalissa agitando un pugno in aria e con l’altra mano teneva le redini del cavallo.
Affianco a lui l’amica lo seguiva, anch’essa a cavallo, per le strade di Roma, girando senza una meta ben precisa così come facevano ogni tanto. -Ma la vuoi smettere di parlare di me in questo modo? Già mi sento poco femminile, se poi ti ci metti anche tu con questo tipo di discorsi…-
-Beh anche tu potresti sforzarti un po’ se vuoi apparire più come un ragazza-
-Ah si? E cosa potrei fare ad esempio?-
-Vestirti con abiti femminili- Entrambi fermarono i cavalli e Thalissa si rese conto che nel gruppetto di ragazze che si trovava poco distanti da loro nella piazza c’era una persona molto speciale
-Continua-
-Curare di più l’aspetto dei capelli, essere più gentile e meno aggressiva e comportarti più come una ragazza e magari… magari rinunciare alla gladiatura - Fabiano parlava senza rendersi conto di niente, intanto Thalissa lo stava ad ascoltare comodamente piegata in avanti sul dorso del cavallo con il mento appoggiato alla mano -Quindi dovrei essere più simile a Flora eh?- senza neanche curarsi troppo di quel nome Fabiano non attese a rispondere -Si esatto, sarebbe perfetto così come lei è perfetta- incurante del fatto che la ragazza appena nominata si stava avvicinando a lui.
-Buonasera Fabiano, è un piacere vederti- la voce candida della fanciulla arrivò alle orecchie del ragazzo facendogli perdere la testa come succedeva quasi tutte le volte che si incontravano.
-Salve a te Flora, non mi aspettavo di incontrarti qui, ma si tratta comunque di un ben lieto incontro- quella risposta fece ridere dolcemente la ragazza e Fabiano non riusciva più a toglierle gli occhi di dosso. Thalissa sapeva che il loro dialogo si sarebbe prolungato a lungo e non poteva che sentirsi il terzo in comodo in quella situazione quindi fece bene a salutare e voltare il cavallo per girare al largo, non che i due le prestassero poi così tanta attenzione troppo presi l’uno dall’altra.
 
-Mh, io come Flora, Fabiano è proprio matto!- in effetti Thalissa non ricordava neanche più l’ultima volta che aveva indossato un vero abito femminile, persino da bambina era più solita vestirsi da maschio e comportarsi come tale. Questo perché, invece che doti femminili come cucire, cucinare e rassettare, aveva sempre dimostrato certa attitudine verso il combattimento, la lotta, lo scontro corpo a corpo e sebbene neanche lei fosse a conoscenza dell’origine di quel talento innato lo aveva ben accettato e usato a suo vantaggio. C’era però qualcosa dell’universo femminile che la incuriosiva.
-Ehi tu sta un po’ più attenta con quel cavallo- l’uomo, anche lui in sella, si trovava poco distante da lei dopo l’urto delle due bestie. Assorta nei suoi pensieri Thalissa non aveva infatti notato che il suo cavallo stava per essere colpito da quello dell’uomo, che dopo essere stato spaventato da un gatto aveva impennato indietro rischiando di far cadere il suo cavaliere e colpire con gli zoccoli Thalissa. -Vedi di non essere così pensierosa mentre cavalchi è pericoloso- dopo aver capito le dinamiche e aver sentito la sgridata di quello stupido, la ragazza non poteva davvero mantenere oltre la calma -Tu sarai quello pericoloso! Io stavo camminando tranquillamente mentre tu non riesci neanche a tenere a bada un cavallo!- la replica altrettanto infiammata dell’altro non si fece attendere -Scusami se il mio cavallo si è spaventato e non sono riuscito a tenerlo con le gambe puntate per terra ma sai mi ha preso alla sprovvista e tu potresti anche evitare di metterti in mezzo- attirati dalle urla poco trattenute lentamente la folla avanzava ponendosi intorno ai due litiganti -Io non stavo in mezzo! Sei tu quello nel torto quindi vedi di non inventarti scuse inutili sempre che tu non sappia fare qualcosa di meglio!- quella frase sapeva tanto di dichiarazione di sfida, o almeno così la interpretò lui e infatti non ci pensò due volte a estrarre la spada -In effetti qualcosa di meglio la so fare- a quel gesto Thalissa rispose con un sorriso di soddisfazione, dopotutto anche lei preferiva risolvere quel tipo di situazioni con la lama che con la lingua, visto anche il tipo di persona con cui si trovava ad avere a che fare. Stava per sfoderare anche lei la spada ma proprio quando aveva stretto in mano l’elsa, un’altra mano si poggiò sulla sua bloccandole il movimento.
-Stai ferma, non agire in modo impulsivo- la voce di Fabiano era ferma e severa tanto quanto lo erano gli occhi puntati sul giovane uomo armato davanti a lui. Thalissa non fece né disse nulla per rispondere semplicemente si limitò ad osservare lo svilupparsi della situazione. -Vi prego di andarvene e dichiarare questa sciocca messa in scena conclusa, non vi saranno spargimenti di sangue solo per il vostro divertimento- quando parlava con tutta quella autorità Fabiano era quasi irriconoscibile, sembrava più che altro che imitasse il padre così come faceva da piccolo per gioco. Questa volta però era sicuramente serio -Spero tu sappia con chi hai a che fare in questo momento- Fabiano davanti a quell’avvertimento non batté minimamente ciglio -Un parente stretto dell’imperatore, lo so, e per questo vi sto parlando col giusto tono, ma di certo non vi dà il diritto di poter fare ciò che vi pare, quindi ora noi ce ne andiamo- sempre tenendo stretta la sua mano, Thalissa posò la spada, girò il cavallo imitando Fabiano e fecero per andarsene quando -Un momento, aspettate- i due si girarono e l’altro continuò -Tu sei la gladiatrice che si è battuta oggi vero? Thalissa, ricordo bene il tuo nome, le folle non fanno che acclamare te e la tua bravura-  entrambi si voltarono completamente -E con questo? Che vorresti dire?- la ragazza non capiva dove voleva andare a parare ma l’uomo non volle dar soddisfazioni a quella curiosità tanto che senza dir più nulla se ne andò al galoppo allontanandosi.
 
-Certa gente non la capisco proprio- Thalissa ancora non riusciva a comprendere le intenzioni di quell’uomo e continuava a volgere a lui ogni suo pensiero, Fabiano sembrava completamente disinteressato invece.
-Aaah, non ci pensare, quello è solo un montato di testa a cui piace perdere tempo e attaccar briga-
-Dì un po’, davvero conoscevi quell’uomo?- a quella domanda il ragazzo si voltò -Si, come ho detto prima è un parente dell’imperatore e si chiama Emilio, è uno dei funzionari a corte-, -Quindi lavora con tuo padre?- Thalissa iniziava ad essere alquanto curiosa -Si, ogni tanto si incontrano, ma mio padre cerca di non avere niente a che fare con lui, come hai visto è solo una testa calda- il ragazzo raccontava tutto con molto disinteresse, si vede che quel tipo di argomento era molto noioso ed ostico per lui, che voleva tenersi il più lontano possibile da corti e funzionari -Pensi che tuo padre verrà a sapere di questo episodio?- da lontano si intravedeva ormai la loro casa ed era quindi meglio chiudere l’argomento prima di metter piede nel cortile -Probabilmente si, anche perché quello si farà certamente sentire, credo sappia che mio padre è tuo padrone, dopotutto con la fama che ti sei guadagnata tutti sanno praticamente tutto di te- arrivati lasciarono i cavalli e salirono le scale per entrare dentro -Non esagerare non sono mica l’imperatore io hahahah-
 
Dal balcone di camera sua ci si poteva godere un piacevolissimo venticello fresco nonché un fantastico cielo stellato. Tutto ciò permetteva a Tahlissa di ripensare alla sua giornata. Pesante non c’era dubbio. Nel combattimento si era anche procurata un paio di tagli profondi.
“Curare di più l’aspetto dei capelli, essere più gentile e meno aggressiva e comportarti più come una ragazza e magari… magari rinunciare alla gladiatura”
-Rinunciare alla gladiatura...-
Quel suggerimento lo aveva sentito forte e chiaro benché avesse fatto finta di ignorarlo davanti al suo amico. Secondo lui per essere più femminile avrebbe dovuto rinunciare a ciò che le veniva meglio, ciò che le aveva permesso di diventare qualcuno, qualcuno in qualche modo rispettabile.
-Rinunciare alla gladiatura… rinunciare a combattere… rinunciare a me stessa quindi?-
Non poteva annullare il suo modo di essere. A quale proposito poi? Trovare qualcuno a cui potesse piacere? Qualcuno che la guardasse in modo diverso?
La verità è che lei non aveva mai pensato di poter far innamorare qualcuno di lei, anche se aveva già sperimentato quel tipo di sensazione. Ricordava quei tempi in cui lei si stava accorgendo di diventare donna mentre quello che era il suo amico di sempre stava diventando un uomo. I suoi sentimenti verso di lui presero una piega diversa, quando stavano vicini il cuore di Thalissa iniziava a battere forte, a volte lo guardava fisso in quegli occhi scurissimi e così profondi da potercisi perdere dentro e desiderava di baciarlo. Poi però quei sentimenti e quei desideri furono messi da parte e sostituiti per sempre e da allora Thalissa si concentrò esclusivamente sui suoi allenamenti e combattimenti. Non le sarebbe mai interessato più niente né di Fabiano né dell’amore in generale. Già tempo prima aveva deciso che non facevano per lei romanticismo e sdolcinatezze varie.
Ancora una volta alzò lo sguardo in cielo e si chiese se gli dei dall’alto delle nuvole la stessero osservando attraverso quello specchio stellato.
Più di ogni altra, quella sera era difficile distaccarsi da quello spettacolo per andare a letto.
 
  
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