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Autore: Dany Art 99    06/06/2017    0 recensioni
Eccomi qui tornata con una sadiexanubi, una coppia che ho appena conosciuto e che mi piace molto :)
Dal testo "Quella scintilla in quegli occhi così belli .. però era diversa dalle altre che aveva visto nei vivi, era.. come dire “testarda”: della stessa luminosità nonostante quello che succedesse alla proprietaria.
Incurante nell'affascinate il dio dei funerali.
Ogni volta che la vedeva.. che vedeva la sua proprietaria .. sentiva che quella solitaria vita a cui era abituato.. non era così tanta solitaria"
Se vi ho incuriosito fate un salto:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anubi, Sadie Kane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Revisionato]


La legge della Duat era molto severa per chi non la rispettava. Erano poche regole semplici e lineari ma le punizioni erano esemplari.

Anubi era disteso sul suo giaciglio con la fronte imperlata di sudore e il corpo scosso dai brividi.
Il sapore del sangue ormai inondava la sua bocca per la forza con cui si mordeva le labbra, stringeva la stoffa del tessuto sotto di lui con tutta la forza tanto da rendere le mani più pallide del solito.
Iride gli stava accanto con un'espressione di puro terrore ma anche di rassegnazione in volto.
-Anubi... non so cosa fare...- mormorò con la voce scossa da lievi tremolii, -lascia stare... sto...pagando per quello... che ho ...fatto... lascialo passare..- mormorò lui stringendosi le braccia al petto.
-Osiride! Dammi una mano!- urlò la Dea cercando di tenere fermo il ragazzo preda di un altro attacco di convulsioni, Osiride arrivò e gli infilò un pezzo di garza arrotolato in bocca per far si che non si mordesse la lingua.
-Non possiamo farci niente Iside... deve pagare la sua pena per questa sua negligenza... per quanto si trattasse di mia figlia io non posso fare nulla. È legge- disse il Dio tirandosi su prima di sfiorare la fronte al ragazzo che rantolava con gli occhi serrati.
-Dovremo... dirlo a Sadie?- mormorò la donna, -no. Non deve saperlo... lasciamola aspettare il momento del loro prossimo incontro senza ulteriori pensieri- disse il Dio uscendo dalla stanza.
Iside lo guardò mordicchiandosi il labbro, -Iside sul serio. Non parlare con la ragazza- disse e dicendo questo si congedò.

Sadie aveva una strana sensazione nel petto dalla mattina dopo al suo salvataggio da quell'essere schifoso che aveva ci aveva provato con lei la sera prima.
Una strana sensazione le logorava il petto... come se un piccolo roditore le stesse masticando la carne dall'interno per trovare una via d'uscita e sinceramente non ne poteva più.
Aveva provato a contattare spesso Iride, per quanto sottile fosse il loro legame, lo sentiva ancora chiaramente ma la dea rimaneva muta, come se volesse nascondergli qualcosa.
E questo non le piaceva.
Non poteva che riguardare Anubi.

Un giorno se ne stava candidamente distesa sul letto quanto qualcuno bussò alla porta, Sadie si tolse gli auricolari dalle orecchie e camminò lentamente verso la porta aspettandosi già il viso di sua nonna corrugato che gli diceva che ormai erano ore che era chiusa in casa e che doveva mangiare qualcosa o altre cose.
Invece si ritrovò davanti una zazzera di ricciolini neri e una pelle scuretta.
-Carter?- mormorò Sadie sgranando gli occhi, -e tu che cavolo ci fai qui?- domandò dopo, -e io che mi aspettavo un “fratellone mi sei mancato”- disse lui ridacchiando e osservando la sorellina.
-Ok. Hey fratello mi sei mancato...che ci fai qui?- mormorò lei sedendosi sul letto dietro di lei.
-Sono venuto a trovarti... insomma sentivo che dovevo venire...c'è qualcosa che non va Sadie?- disse lui rimanendo sulla soglia della stanza.
Sadie lo guardò dritto negli occhi e ci vide tutta la compassione di un fratello ed esplose.
Disse tutto.
Raccontò di come lui era venuto per quei pochi giorni come regalo di compleanno, di come si era follemente innamorata sul serio di quel ragazzo... del loro addio... di quello che era successo alla festa e di come l'aveva salvata e di quella sensazione che la stava assalendo da quel momento in poi.
Carter ascoltò tutto con attenzione, annuendo di tanto in tanto, alla fine le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla ma la ragazza aveva così tanto bisogno di affetto in quel momento che sgusciò via da quella sua stretta per poterlo abbracciare.
Poi si accorse di quello che stava facendo e lo scansò via schifata dal suo stesso gesto.
-Sadie... - disse lui e lei notò che aveva quello sguardo da “non so se dirglielo, potrebbe sul serio scoppiare” quindi cercò di ricomporsi al meglio e disse -avanti dimmelo, c'è qualcosa che può aiutarmi in quella tua testa piena zeppe di storielle egizie?-.
-In realtà si... dopo tutto quello che abbiamo passato ho cominciato a documentarmi sulla Duat, sulle sue leggi, sulla sua storia su tutto insomma. Beh, una di quelle più importanti sia per potenza della pena che per pericolosità parla del fatto che le divinità non possono in nessun modo agire in modo diretto per avvantaggiare, aiutare o fare qualsiasi altra cosa che possa influire nella vita di un mortale... credo che Anubi salvandoti lo abbia fatto e che stia pagando la sua pena. La Duat ha delle leggi e Anubi le ha infrante- mormorò il ragazzo controllando ogni singola emozione che passava nel volto della sorella.
Sadie sbiancò e strinse le mani talmente forte a pugno tanto che le nocche diventarono color latte, -Stupido! Sei uno stupido Anubi- mormorò a denti stretti cercando di ricacciare le lacrime indietro.
-Come faccio ad aiutarlo? Ho bisogno di saperlo Carter. Dimmelo- disse lei puntando un dito verso il fratello.
-Non lo so Sadie... nessuno ha mai tentato di aiutare una divinità- disse lui, -Carter ti prego ho bisogno della tua testolina intelligente per qualche momento. Dimmi come andare lì e salvare le chiappette a quel dio sciacallo ok?- disse lei digrignando i denti.
-Non lo so sul serio Sadie... e comunque per fare qualsiasi cosa... dovremo tornare lì e lì non ci possiamo più andare senza ospitare delle divinità. Nessuno ci è mai riuscito- disse il fratello.
Sadie strinse la mascella e disse forte e chiaro -bene. Sarò la prima mortale a riuscire a farlo-.

Il pomeriggio seguente Sadie si fece prestare tutti i libri possibili dal fratello e si chiuse in casa a leggerli tutti, senza pausa.
Ma nessun libro le dava una risposta.
-Carter devo trovare il modo di andare li o di farlo venire qui!- urlò Sadie al telefono col fratello, -Sadie devi calmarti... non è possibile portare un Dio qui. Già nostro padre ci ha messo un'imponibile quantità di energia e lo ha fatto solo per due giorni. Noi siamo solo … umani. Abbiamo ospitato dei ma ora siamo solo noi- disse lui.
-Allora … devo parlare con papà... mi basterebbe qualche minuto. Solo per vedere se sta bene!- mormorò la ragazza trattenendo a stento la rabbia.
-potresti provare a contattare Iride... solo questo- disse il fratello, -ora però devo andare...- disse ma Sadie non gli diede il tempo di dire altro e gli attaccò il telefono in faccia.
Perfetto. Ora era di nuovo sola.
Totalmente sola.
Ma l'idea di Carter era la miglior idea che era finita fuori da quella situazione.
Si mise seduta sul letto e chiude gli occhi -Iride ti prego. Ascoltami. Ho bisogno di aiuto... ti prego e sia chiaro non mi sentirai dirlo molte volte. Ti prego rispondimi- mormorò cercando di concentrasi sulla Duat.
Silenzio.
Totale silenzio.
Ma sentiva che qualcuno era in ascolto, qualcuno che tentava di tenerla fuori e di non mostrar la sua presenza.
-IRIDE NON IGNORARMI!- urlò la ragazzina in preda alle lacrime, -non puoi ignorarmi in questo momento... ti prego... non posso far si che lui... Anubi non può morire per colpa mia... per aver aiutato me!- continuò a parlare.
Come risposta ebbe solo silenzio.
no.
non lo accettava.
Non poteva accettarlo.
-Non mi potete lasciare così adesso! Non ora in questo momento- disse piagnucolando.
Pianse e basta.
Aveva bisogno di sfogarsi e basta.
Si addormentò così stretta al cuscino mormorando il nome della divinità.

-Osiride non riesco più a trattenerla fuori dal nostro legame. Lei avverte la mia presenza, avverte che la sento... ed avverte la mia preoccupazione- disse Iride mordicchiandosi in modo nervoso il labbro.
Osiride la guardò tastando la fronte di Anubi steso su un letto, il ragazzo stava peggiorando ora dopo ora e non poteva fare nulla.
O almeno c'era una possibilità ma era molto radicale e non si poteva tornare indietro.
-Devi riuscirci. Devi tenerla fuori dal legame. Non farò preoccupare mia figlia così tanto... - mormorò il Dio blu sospirando.
-Sento il suo dolore...- mormorò la dea sedendosi sul letto spostando le vesti del suo abito, -Sa...die...?- mormorò fra un rantolo e l'altro il Dio dei funerali.
-Tranquillo Anubi... lei sta bene...- mormorò la donna accarezzandole i capelli, lui sembrò calmarsi e si riaddormentò poggiando il viso sul cuscino.
-Cosa facciamo Osiride.. non terrà molto. Sai qual'è l'unica soluzione- disse la donna in un sussurro, -non posso fargli questo... sarebbe utilizzare i poteri di Ra. Non posso togliergli i poteri... - mormorò l'uomo.
-Potremo ucciderlo- mormorò l'uomo, -anche così morirà... almeno continuerà a vivere una vita mortale, potrà stare accanto a Sadie, potrà avere una famiglia... così la sua esistenza cesserà e basta- disse la donna.
-Dovrà scegliere lui- mormorò scuso in volto, Iride gli strinse una mano -tu sai già quale sarà la sua scelta- disse fermamente lei.
Lui sospirò; -si che lo so-.

 

*un paio di mesi dopo*

 

Il tempo sulla terra era diverso da quello nella Duat, quando sulla terra Sadie aveva passato mesi nell'angoscia e nel silenzio nella Duat Anubi combatteva per la sua vita solo da qualche giorno.
Il tempo era strano nella Duat.
Iride e Osiride lo tenevano in vita, qualche volta ci andava anche Bast ma ormai l'unica possibilità rimasta era quella che spaventava di più il Dio Osiride.
-Anubi- disse Osiride in un momento in cui anubi sembrava un tantino più lucido.
-s-si'- chiese lui; -non voglio dirti cose non vere... andando avanti così.. non sopravviverai molto. Le leggi della Duat ti sta punendo e ti sta consumando dall'interno... Ci sarebbe un'unica cosa da fare. Ma è radicale. Non si può tornare indietro... non si può più cambiare dopo. Non apparterrai più a questo mondo e non potrai più tornarci- disse Osiride guardandolo.
Anubi lo guardava con aria seria -quindi... sto morendo? E l'unica cosa.. che si può fare... è divenire mortale- disse il ragazzo.
-Si. Questa è l'unica cosa che si può fare. Servirà il potere di Ra ma deve essere una tua scelta. Sarai … un mortale voglio che tu lo capisca- disse Osiride.
Anubi annuì e alzò lo sguardo stanco mormorando -lo...lo capisco. Lo voglio fare-.
E il pensiero andò verso la ragazza che ancora lo stava attendendo sul suolo mortale.




grazie a chi mi segue e chi legge le mie storie :)
questo sarà il penultimo capitolo avviso :)
un bacione e se vi va fatevi un giretto nel mio profilo, Dany

   
 
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