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Autore: Pasquale Santedicola    06/06/2017    0 recensioni
com'è nata la Vita? e la Morte? sono davvero nemiche o sono qualcosa di diverso, qualcosa di più? nelle storie di Vita e Morte i due esseri si intrecciano si separano e collidono in storie romantiche, fantasy ed horror.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Vita alla sua vista sbarrò gli occhi. Quindi esisteva un altro essere come lei? Ma com’era possibile. Si sentì allo stesso tempo terrorizzata, curiosa, sconcertata ed emozionata. “Chi… chi sei tu? Non ti ho mai visto”. Morte, dal canto suo era praticamente incantato e i suoi occhi rossi brillavano di meraviglia. “nemmeno io ti ho mai vista. Io sono Morte, tu?” “Vita”. I due si studiarono a lungo, ogni singolo centimetro visibile del corpo, come due animali incappati nello stesso territorio, dalla punta dei capelli a quella dei piedi”. “Che posto è questo? E quella roba dietro di te?” Vita si girò per un attimo e tornando a guardare il ragazzo disse sorridendo “nulla di cui aver paura, è erba! Da te non ce n’è?” “No.” “Veramente? Beh da dove vengo io è pieno! Fiori, erba e alberi sono in ogni dove.” Morte la guardò come se avesse detto qualcosa che potesse rendere quella situazione ai suoi occhi ancora più assurda e paradossale, e poi disse “come sei arrivata qui? E che posto è questo?” “Del posto non so nulla, ma sono arrivata seguendo questo gatto appena nato! Neanche il tempo di mettersi saldo sulle sue zampette che ha cominciato a correre verso questa parte.” “gat...to? E sarebbe?” “Una sorta di animale, o almeno è quello che so! Beh, non lo so di per certo… ma ci vivo da molto con loro e lo sento dentro. I loro nomi mi vengono fuori spontaneamente quando li vedo. Ma come mai tanti dubbi? Tu non ne hai da te?” “No … da me non c’è nulla di ciò che parli. Da dove vengo io la terra è arida e desolata. Nessun animale, a parte me, vive lì. l’unica cosa naturale è l’albero da cui mi nutro.” “Strano. Bene,” Vita prese il gatto in braccio e gli diede una grattata tra le orecchie “noi torniamo indietro. Ciao Morte”. Lei fece per andarsene quando lui timidamente disse “aspetta. Tornerai? Sai ho molte questioni irrisolte e ora che ti ho incontrata magari potresti aiutarmi.” Vita lo guardo dubbiosa poi disse “ok. Ma non so come dirti che sono qui… ho trovato! Manderò lui a chiamarti, proprio come ha fatto oggi” disse lei indicando il gatto, poi sorrise e se ne andò *** Morte, col passare del tempo, imparò un nuovo sentimento: l’attesa. Era curioso di vedere quella creatura e di conoscerne i suoi segreti e quelli della terra che la ospitava. Sapeva che vivevano sullo stesso pianeta, ma gli sembrava comunque un essere di un altro universo. Aveva quasi abbandonato le scalate – ormai quelle montagne le conosceva perfettamente – e si era dedicato alla meditazione. Fissava l’orizzonte e le stelle e pensava. Pensava spesso alla visione datagli dalla sfera. Non poteva essere vero che lui doveva distruggere, e poi cosa? Quel dolce gattino? Mai. Sapete, Morte, il terribile distruttore di vite, il terrore di ogni singola creatura che popola questa terra, è come tutti noi un uomo. All’alba dei suoi giorni non credete che fosse già come lo immagina la maggior parte delle religioni, incappucciato con la falce e il volto nascosto. Era un semplice ragazzo con troppi pensieri per la testa che non riusciva a gestire, come il fatto che fosse nato per distruggere. La mente dell’uomo spesso non concepisce compiti assai ardui e pesanti. E si ferma a meditare sul da farsi, sul come e soprattutto sul perché. Tuttavia gli idei sono infelicemente avversi a quest’indole umana e non danno risposte. All’uomo è dato tutto, tranne le risposte e, forse, trovarle è anche più arduo del compito del nostro povero morte. Durante una camminata in quella landa desolata, mentre Morte puntava fisso lo sguardo verso dove c’era il Crepuscolo, sentì un allegro miagolare dietro le sue spalle. Preso alla completa sprovvista fece un balzo girandosi e mettendosi sulla difensiva, pronto all’attacco. Fermo immobile vide quel dolce musetto fissarlo dubbioso, come se non capisse se voleva giocare o altro e tranquillizzatosi disse: “oh, ma sei tu! Sei venuto a chiamarmi? Vita è tornata?” Il gatto scosse la testa come per annuire e si girò sulle sue quattro zampe pelose e, muovendo delicatamente la sua coda, anticipò la strada del ragazzo. Vita era lì che aspettava e nella penombra del crepuscolo sembrava risplendere di luce propria. I capelli di miele erano mossi da una leggera brezza che perdeva le sue forze alle porte della notte e il suo vestito – elegante come il ballo delle foglie in autunno e semplice come un petalo di rosa – ondeggiavano col vento. La fanciulla giocherellava con una pozza d’acqua ai suoi piedi dove nuotavano felici due o tre pesciolini color corallo. “C…ciao” disse Morte timidamente. Vita alzò gli occhi e sorrise – chiaramente contenta – nel rivedere il ragazzo “ciao! Visto? L’ho mantenuta la promessa”. “quale?” “volevi rivedermi, volevi che parlassimo. Ed eccomi qui! Puoi chiedermi tutto.” “tutto tutto?” “assolutamente.” Morte si sedette davanti a lei, di fronte al laghetto e fece per parlare, ma le parole non gli uscivano. Da dove cominciare? Non lo sapeva. “beh?” la ragazza rise “e per fortuna che eri tu quello che voleva parlare!” “lo so… lo so, ma non so da dove iniziare. Vita dimmi, cosa hai visto?” Il ragazzo non specificò quando ma lei sembrò intuire e senza pensarci troppo su rispose “ho visto molte cose. La luce e gli animali che mi circondano. Il calore della nascita e dell’amore di mamma leone verso il suo cucciolo. Ho capito che ciò che mi circonda è costituito da qualcosa di più di semplici esseri viventi, sono energia allo stato puro.” Di colpo Vita, però, si rabbuiò e disse “però ho visto il buio, il freddo, l’assenza di energia. Come se esistesse uno spazio che, prima occupato da qualcosa, ora fosse vuoto. Ho sentito il dolore di qualcosa che senza un motivo se ne va senza lasciare tracce, in modo silenzioso. Ho visto il dolore.” Morte si sentì a pezzi. Aveva visto il contrario di ciò che aveva visto lei, la luce la bellezza e l’energia che scaldano i cuori della gente, ma nel contempo aveva visto l’autore di quelle sparizioni. Lui doveva far sparire tutto ciò che circondava la ragazza, dalle piante agli animali. Doveva portare l’oblio in quel mondo di sole. “tutto bene?” Vita vide che Morte tremava e aveva la faccia incordata in un ghigno misto a rabbia e dolore. “cos… ah sì, sì! Non ti preoccupare. Sono pensieri che mi perseguitano da un po’, non farci caso.” Vita piegò la testa da un lato come a dire sei sicuro? E poi continuò. La fanciulla descrisse ogni singolo animale che popolava il suo mondo, dalla formica al leone, descrisse le piante e i profumi che emanavano e i gusti dei frutti, descrisse tutto nel minimo dettaglio e particolare. Terra rimase ad ascoltare incantato, immaginandosi tutte quelle meraviglie davanti ai suoi occhi. Il tempo – relativo come in tutto il pianeta – passò rapido mentre i due giovani si conoscevano a vicenda e si raccontavano le loro storie e avventure. Morte era incantato da quella creatura e pendeva dalle sue labbra e vita dal canto suo adorava l’espressione di dubbio che spesso ornava gli occhi di lui davanti a qualcosa che non aveva mai sentito nominare prima. Per il ragazzo e la ragazza era finalmente nata la possibilità di conoscere ciò che li tormentava e anche qualcosa di nuovo ed emozionante. “beh è un po’ che parliamo, si è fatto tardi” disse ad un tratto lei, riportando Morte alla realtà dal suo fantasticare “io devo tornare. Ci vediamo presto, ok?” Morte, a quelle parole, non riuscì a dire che un semplice e timido ok e lasciò andare la ragazza e il gattino, vedendoli sprofondare nell’emisfero di luce e perdersi all’orizzonte.
   
 
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