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Autore: Scarlet Jaeger    07/06/2017    3 recensioni
Dal capitolo 18:
"«Eh sì, io ti conosco bene…angelo sul volto, demone nel cuore!» sorrise, anche se una nuova consapevolezza e una nuova idea iniziò a farsi spazio nel cuore del colpito. Forse fu la disperazione del momento a muovere Kanon. La disperazione fa fare alla gente cose assurde…"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13


Elena era rimasta sconcertata dall’atteggiamento di Camus, ma più di quello era rimasta sorpresa dalle parole di Athena. 
E così Kanon sarebbe stato il suo maestro? Una strana inquietudine iniziò ad impadronirsi di lei, perché ricordava l’atteggiamento quasi ostile che le aveva mostrato quella mattina di qualche giorno prima, quando era ripartita in direzione della Siberia tra le braccia di Camus.
Non poté non chiedersi che tipo di maestro sarebbe stato, o se fosse stato taciturno e freddo come l’Acquario. In un certo senso non avrebbe voluto scoprirlo. Avrebbe preferito avere Mu come maestro, che si era dimostrato cortese e garbato con lei, nonostante non appartenesse al luogo, o qualsiasi altro Saint tra le schiere di Athena. Ma proprio la dea si era dimostrata irremovibile nella sua decisione, nonostante l’aria contrariata che aveva mostrato il Grande Sacerdote. E lei continuava a chiedersi perché. Certo non poteva tirarsi indietro, non lei che aveva aspettato anni quella nuova occasione. Kanon non avrebbe eguagliato il suo vecchio maestro, quello era certo, ma se lady Saori aveva fiducia in lui doveva avercela anche lei. Era solo quell’aria malinconica e sprezzante che lo rendeva quasi spaventoso, ma non poteva conoscere il passato del Saint e le motivazioni che lo avevano spinto ad indurire il carattere. Come non comprendeva tutto ciò che aveva portato il Saint dei Gemelli e quello dell’Acquario ad odiarsi così spudoratamente. Forse però avrebbe potuto capirlo grazie a lui, visto che Camus non voleva riaprire una ferita rimarginata. Si chiese se fosse stata decentemente rimarginata, ma, soprattutto, se era una ferita tanto profonda anche per il custode della terza casa.
Mentre i suoi pensieri affollavano la sua mente in maniera disordinata, Saga aveva mandato a chiamare il gemello, che arrivò nella stanza poco minuti dopo, vestito della sua sacra armatura e rompendo il silenzio che si era creato nella grande sala. 
Ippolita non aveva neanche osato spostare lo sguardo dal pavimento, rimanendo imperterrita ad osservare il tappeto rosso sotto di lei con la mascella serrata. Fu la voce possente del Saint a parlare per prima. 
“Mi avete mandato a chiamare Milady?” chiese Kanon, inginocchiandosi a qualche passo di distanza da lei.
Non l'aveva degnata di uno sguardo o di un saluto ma, per quanto fosse stata in grado di farlo, era riuscita a riconoscere il suo cosmo inquieto. Che avesse già capito le intenzioni dei suoi superiori?
La ragazza provò a spostare lo sguardo su di lui per vedere la sua reazione, ma vide solamente uno sguardo serio che non lasciava trapelare il suo stato d’animo. Era una contrapposizione curiosa tra la sua espressione e la sua inquietudine, che in ogni caso lei ben comprendeva.
“Si Kanon.” Iniziò lady Kido con voce soave. “Vorrei che addestrassi Ippolita.” Finì piantando il suo sguardo smeraldino in quello di Kanon, che si era fatto più nervoso.
“Mi perdoni, non era un compito del cavaliere dell’Acquario?” Chiese lui con una certa nota stizzita nella voce.
“Non più.” L’ammonizione di Athena lo convinse a non controbattere, ma non gli impedì di voltare il suo sguardo truce verso la ragazza, ancora inginocchiata sul tappeto scarlatto. 
Quello sguardo trasportava dei sentimenti talmente contrastanti che non lei non riuscì a captarli tutti. Ma in ogni caso aveva uno sguardo così sprezzante che la inchiodò sul posto. 
“Come desiderate.” Riposò poi l’attenzione sulla dea, mostrando un piccolo inchino con assenso. Lei sorrise appena, sicuramente convinta di avere fatto qualcosa di veramente buono. Saga rimase al suo fianco in silenzio, con sguardo un po’ corrucciato.
“Ti voglio nell’arena all’alba.” Concluse il Saint spostando di nuovo lo sguardo sulla Saintia, giusto il tempo di pronunciare quelle parole. Per la seconda volta le aveva sentite da una voce fredda e che non ammetteva repliche.
Gli occhi di Kanon si posarono poi in quelli del fratello, verdi e limpidi come i suoi, leggermente assottigliati ad enfatizzare la riga corrucciata della fronte. 
Lo sguardo che si lanciarono i due non era ben comprensibile a nessuna delle due donne e, seppur Athena stesse osservando la reazione di Elena, l’attenzione di quest’ultima era tutta concentrata sullo strano comportamento dei due gemelli. Kanon aveva la mascella ed i pugni serrati, quasi stesse comunicando empaticamente col fratello, mentre l’altro se ne stava eretto e fiero con un espressione fin troppo malinconica stampata sul volto. Sembrava quasi una conversazione telepatica, segreta al resto del mondo. Kanon sembrava chiedere perché proprio lui gli stesse facendo quello, mentre l’altro pareva rispondere con: “non dipende da me”. Ma questo era solo il pensiero di Elena, che aveva solo accennato una flebile affermazione con la testa.
“Col vostro permesso faccio ritorno alla terza Casa.” 
Si congedò così il Saint dei Gemelli, dopo un piccolo inchino verso i suoi superiori ed una rapida occhiata a quella che oramai era a tutti gli effetti una sua sottoposta.
“Puoi andare anche tu Ippolita, io devo conferire con il Grande Sacerdote.” Le disse poi la Dea, accennando un piccolo sorriso d’incoraggiamento. Non le era sfuggita l’inquietudine del suo consigliere.
°°°°°°°°
“Saga…” Sospirò Lady Saori appena il grande portone si chiuse alle spalle di Elena. Si era seduta stancamente sul suo scranno dorato, sorreggendo ancora lo scettro di Nike in una presa ferrea, mentre l’uomo accanto a lei osservava mestamente lo sprazzo di cielo che si intravedeva dalla grande finestra della stanza.
“Milady?” Chiese con reverenza l’uomo, spostando leggermente lo sguardo su di lei.
“Ho fiducia in Kanon. Quello che è successo in passato rimarrà tale.” Iniziò lei, cercando l’attenzione del suo Sacerdote. “Tutto quello che è successo .” Rimarcò l’intesa facendolo sospirare. 
“Non ne ho mai avuto dubbi lady Saori, tuttavia non sono preoccupato per il nostro passato, mi preoccupa più quello tra mio fratello e l'Acquario. Forse non è stata messa al corrente, non eravate ancora nata, ma…” 
“Lo so cosa successe e quali furono i motivi che spinsero Kanon a compiere le azioni che tutti conosciamo.” Lo interruppe la dea con voce malinconica. “ Fu Kanon stesso a parlarmene, poco prima dello scoppio della Guerra Santa. La redenzione di tuo fratello va ben oltre i colpi che gli sono stati infetti dallo Scorpione. È un Saint valoroso, come tutti gli altri, ma come alcuni di loro ancora troppo convinto di aver fatto del male a molte persone.”
“E pensate che quella ragazza possa aiutarlo?” La domanda del Pope però non si era rivelata ostile, bensì curiosa. 
“Lo spero.” Sospirò lei, leggermente affranta. “Come ti ho già detto Saga, troppo a lungo abbiamo pensato che, chiudendo i nostri cuori, non avremmo avuto debolezze, ma ho anche capito che sono comunque i sentimenti a renderci più forti. Purtroppo l’ho capito a nostre spese. Tu più di tutti dovresti capire…” Gli sorrise la ragazza e quelle parole ebbero un effetto momentaneamente tranquillante, nonostante il suo animo fosse rimasto inquieto.
“Capisco mia signora, ma se conosco bene mio fratello so di per certo che dopo di lei non abbia più aperto il suo cuore a nessuno, se non a voi. Siamo gemelli, so cosa prova. Io stesso ho fatto la medesima cosa. Chiusi il mio cuore e lo condannai a morte.” Sospirò di nuovo lui, ma prima che la dea potesse dire altro riprese parola. “Ho comunque fiducia in lui.” 
“Anche io.” Concordò lei, riposando i suoi occhi in quelli di lui, verdi come da tempo non lo erano mai stati. 
“Vediamo se lei sarà in grado di superare questa prova.” Riprese la ragazza con tono più regale. “Sono molto preoccupata in ogni caso. Abbiamo capito che non era lei ad emanare quel forte cosmo che ho sentito in Siberia ed anche adesso sento un brulicare di cosmi molto lontano da qua. Sono ancora acerbi e non so dire quanto siano ostili…” Spostò lo sguardo verso il cielo. “Rimaniamo in guardia. Provvederò a mandare due Saint a controllare.”

°°°°°°°
Elena, dopo essere stata congedata da Athena ed il Grande Sacerdote, scese la scalinata delle dodici Case arrivando quasi sovrappensiero in quella dell'Aquario, fredda ed asettica come la ricordava. In più il suo custode era sull’uscio, con le braccia conserte al petto con fare meditativo mentre osservava un punto non definito all’orizzonte, nel cielo cristallino di quella nuova giornata. 
“Camus.” Lo richiamò lei, quasi meravigliata di trovarlo lì, in quella posizione, senza dare accenni di aver notato la sua presenza. Le dava le spalle e lei ebbe tutto io tempo per arrivargli a fianco.
Lui dal canto suo spostò solamente lo sguardo su di lei, senza avere una particolare espressione sul volto.
“Ti dispiace che il mio maestro sia Kanon?” Le parole che uscirono dalla bocca di Elena spiazzarono entrambi. Aveva di nuovo parlato senza pensarci e lui si aspettava tutto fuorché quella domanda. 
“Dovrebbe?” Rispose il Saint con la sua solita freddezza. 
“Non lo so, speravo me lo dicessi tu.” Serrò la mascella. Era chiaro che neanche a lei andava a genio avere quell'uomo tanto sprezzante quanto attraente come maestro. 
“Il Saint dei Gemelli è forse il Saint più forte del Grande Tempio. Avrai sicuramente molto da imparare” Sospirò lui, quasi spazientito di dover tornare sulla questione. “E quello che c’è stato tra me e lui deve rimanere tale. Non immischiarti in cose che non ti riguardano. Non riaprire vecchie ferite .”
-Per te è rimarginata quella ferita, Camus?- pensò lei tra sé e sé, tuttavia non riuscì a pronunciare altro. Non aveva voglia di discutere ancora con lui di questioni che, in effetti, non dovevano interessarle. Eppure sentiva che la chiave per aprire quel cuore ghiacciato fosse proprio in quell’oscuro passato che il suo ex maestro continuava a tener celato. Ricordava bene le parole di Athena, ma forse quelle stesse non erano state dette agli abitanti del Tempio. Anche lei aveva tenuto dentro il cuore ferite non rimarginate, che avevano continuato a farle male negli anni, ma era riuscita finalmente a chiudere quel capitolo troppo a lungo aperto della sua vita. Perché lui non poteva fare lo stesso? Sentiva che c’era molto di più da scoprire in lui, molto più di quello che dava a vedere e molto più di quello che riusciva a scorgere in quello sguardo oceanico sempre costantemente malinconico e freddo. 
Ricordava benissimo anche lo sguardo di quello che sarebbe diventato il suo nuovo mentore, ed era lo stesso sguardo perso di Camus. Sapeva che entrambi portavano nel cuore le stesse ferite, ma si chiedeva costantemente se fossero strettamente collegate l’una all'altra.
-cosa ti lega al Saint della terza casa?- continuò a chiedersi mentre osservava il meraviglioso profilo di Camus che, nonostante mostrasse la mascella serrata, manteneva comunque la solita bellezza ed eleganza di cui si era fortemente innamorata.
Fine capitolo 13

°°°°°°°

Angolo autrice:
Ma salve a tutti e scusate il ritardo di aggiornamento! Purtroppo non ho molto tempo per scrivere (notate che questo capitolo è stato scritto dal Word Mobile Vereion xD e mi è toccato usare le virgolette al posto delle lineette per i discorsi diretti perché qua non le trovo T.T ho portato più avanti l’altra fiction, ma aggiornerò sempre anche questa ;) a costo di scrivere tutti gli aggiornamenti dal touch screen (spero di no… xD ) 
Perdonate gli errori, appena mi siederò al PC sistemerò tutto ❤️ 
Ringrazio come sempre i recensori, chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e tutti i lettori silenziosi!
È un piccolo capitolo dove non succede nulla di così eclatante che già non sappiamo, ma mi serviva come transizione per l’inizio dell’allenamento di Elena con Kanon ;) 
Un bacione a tutti 
Alla prossima

  
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