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Autore: Alicemacbride99    07/06/2017    2 recensioni
Diciamo che la storia nasce da una riflessione mia. E se Emily, la sposa cadavere, fosse in realtà la sorella di Victoria? Quindi mi sono inventata una storia su cosa possa essere successo e perché non si sono riconosciute quando si sono viste.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Era un'uggiosa giornata d'inverno. Victoria stava radunando tutti i suoi averi: vestiti, gioielli, foto... Ora che era la moglie di Victor Van Dort, sarebbe andata a vivere con suo marito in una piccola villetta appena fuori città. Era quasi pronta ad andarsene, ma prima doveva fare una cosa ora che ne aveva la possibilità. Qualche giorno prima era arrivata per lei una lettera da parte di una lontana amica che si congratulava per le sue nozze. Per aprire la busta, decise di entrare nell'ufficio vuoto del padre per cercare un tagliacarte, anche se raramente si recava fin laggiù. Odiava passare per quel corridoio, tutti i suoi parenti, ritratti in pose plastiche e serie, che la fissavano passare, con quelle espressioni severe... persino i volti dei bambini erano estremamente corrucciati per essere normali! Stranamente suo padre aveva lasciato l'ufficio aperto, ma Victoria non ci fece caso. Stava rovistando nei suoi cassetti quando la trovò: era una chiave arrugginita, con un filo attaccato alla parte posteriore e, dall'altro capo, una campanellina. Ciò stupì la ragazza. Di solito tutte le chiavi di casa erano radunate in due mazzi, il primo custodito dalla cameriera, l' altro dal padre. Era strano che una chiave fosse rimasta in disparte. Se fosse stata inutile, sarebbe stata buttata, altrimenti farebbe parte di uno dei due mazzi. Di sicuro non poteva essere in più, suo padre era così pignolo e spilorcio che non avrebbe mai sborsato per una chiave in più. Era troppo grossa per essere di una cassaforte e troppo piccola per essere del portone.... Analizzò meglio la campanella: piccola, argentata, un poco arrugginita... Le classiche campanelline anche conosciute come “ Acchiappa Angeli”. Suo padre non avrebbe mai messo un' oggetto del genere ad una chiave, né, tanto meno, sua madre. Se la mise in tasca e prese il tagliacarte. Uscì con passo veloce fino alla sua camera. Mise l'oggetto sul letto e lo fissò: in tutta la magione c'era solo una stanza che era rimasta chiusa da che lei avesse memoria, e che fin da quando era in fasce le era stato vietato persino di avvicinarvisi. Decise di verificare la sua ipotesi una volta che si fosse trovata da sola. Finalmente l'occasione era arrivata, i suoi erano usciti con i suoi suoceri per discutere d'affari. Prese coraggio e si incamminò verso la sua destinazione, il piano superiore. Le scale erano in fondo al corridoio dei ritratti di famiglia, dove notò uno strano spazio vuoto tra il suo ritratto e quello del padre. Di solito tra i quadri, ordinati in ordine cronologico, c'era uno spazio esiguo, mentre tra i due di fronte a lei ci sarebbe stato spazio per un altro... Dopo averci pensato un po' su, riprese il suo cammino, salendo le scale scricchiolanti. Alla fine di quest' ultime, c'era solo una porta in legno intagliato, rovinata dal tempo. La serratura era arrugginita come la chiave che stringeva tra le dita. Dopo un lungo momento di esitazione, infilò la chiave nel buco. Per la ruggine, dovette sforzarsi non poco per farla girare. La stanza in cui entrò era buia e molto impolverata, nessuno era entrato lì da anni. Era una camera da letto molto graziosa. Il letto era in ordine, le coperte piegate con cura e precisione, un grazioso baldacchino partiva dal soffitto e ricadeva sul letto con un velo azzurro e consunto. Su degli scaffali delle bambole di porcellana erano ordinatamente sedute, vicino ad una libreria ben fornita. Tra i titoli scorse numerose opere di Shakespeare, William Blake... tra questi, vi trovò un libro rilegato in pelle senza titolo. Lo aprì e notò che le scritte erano a mano, in un corsivo elegante e ordinato: “ Proprietà di Emily Everglot”. Non aveva mai sentito di una parente con questo nome. Scorse le altre pagine, ingiallite e sporche di muffa. A quanto pareva era un diario segreto. Ne teneva uno anche lei quando aveva 16 anni per sfogarsi dei tormenti che i suoi genitori le procuravano giorno dopo giorno. Sentendo di sotto le voci dei suoi genitori, uscì immediatamente con il libretto sotto braccio, chiudendo a chiave la porta e corse in camera sua. Sentì le voci dei suoi genitori discutere animatamente sulla situazione economica della loro famiglia che passavano, aspettò che le voci si affievolissero prima di distendersi sul letto e leggere il diario. Le prime pagine parlavano principalmente di pettegolezzi che la proprietaria aveva udito qualche anno prima della nascita di Victoria da delle sue amiche. Stava per chiudere il libro quando scorse un nome che le fece raggelare il sangue: Barkis Bittern. Chiuse il libro, respirando e inspirando profondamente. Quel Barkis? Lo stesso che aveva quasi sposato? Come era possibile? Così decise di leggere meglio quanto narrato da questa Emily. Qualcosa la insospettiva.

 

“ 3 agosto 1798

Caro diario,

Come ogni domenica, oggi siamo andati all'ippodromo per assistere ad una corsa sulla quale mio padre aveva scommesso una bella somma. Come al solito, i miei passarono la maggior parte del tempo a parlare di politica con i loro amici aristocratici, bevendo brandy e fumando sigari. Così annoiata, decisi di farmi una passeggiata vicino alle stalle e fu lì che lo vidi, il ragazzo più affascinante che abbia mai conosciuto. Era biondo, occhi azzurri e un sorriso smagliante. Sebbene fosse uno stalliere aveva uno charme e un modo di parlare così affascinante che avrebbe fatto invidia a qualsiasi aristocratico della sua età. Non ho mai incontrato un ragazzo così bello, sembra un principe! Dato che la corsa stava per finire e lui doveva tornare alle sue mansioni, abbiamo parlato poco, ma ci siamo dati appuntamento per domenica prossima. Non vedo l'ora!”

 

“ 10 agosto 1798

Caro diario,

Oggi finalmente l'ho rivisto. Dopo essermi dileguata dalla mia famiglia, l'ho raggiunto alle scuderie. È un ragazzo così garbato e intelligente! Mi ha insegnato parecchie cose sui cavalli, come vanno accarezzati e avvicinati senza farli impaurire. Quando mi ha preso la mano per guidarmi ad accarezzare una puledra ( che tocco delicato!) ho sentito il mio cuore sobbalzare. Dopodiché siamo usciti all'aria aperta per fare una passeggiata. Mentre camminavamo a braccetto mi riempiva di complimenti per il mio bel viso e la mia eleganza. Oh caro diario, non so come spiegare le sensazioni che provavo in quel momento, sentivo soltanto le gote arrossire mentre lui mi guardava sorridendo. Finita la gara ci siamo congedati. Lui si è inchinato e mi ha baciato la mano come un vero gentil uomo. Non posso aspettare di rivederlo”

 

Le altre pagine parlavano degli appuntamenti segreti tra lei e il suo amante. Da quella domenica si incontravano ogni notte. Lei scappava di casa con il favore delle tenebre e poi incontrava il suo amato nel bosco appena rima del cimitero. Lui arrivava sempre puntuale, le recitava poesie, le cantava canzoni, le intrecciava coroncine di fiori e la chiamava “ mia regina”. Era una bellissima storia d'amore, ostacolata dalla loro diversa condizione sociale: lei una giovane aristocratica, lui solo un garzone. In alcune pagine, dove Emily sfogava il suo travaglio per questa relazione infelice, l'inchiostro era leggermente sbavato. I suoi genitori non le avrebbero mai permesso di sposare uno straccione, l'avrebbero di sicuro cacciata di casa o peggio. A quanto pare la sua famiglia deve aver intuito qualcosa, perché ad un certo punto un suo cugino cominciò a seguirla ovunque andasse.

 

“ 8 Novembre 1798

Caro diario,

Oggi quell'impiastro di mio cugino Lorence non la smetteva di starmi addosso. Non potevo andare da nessuna parte che lui subito mi seguiva e, ogni volta che gli dicevo di andarsene non faceva che ripetere: “ Zio Finis e Zia Maudeline mi hanno ordinato di tenerti d'occhio. Non è bene che una ragazza di 17 anni gironzoli per le scuderie da sola” . Quanto lo odio! Tuttavia, oggi Barkis non era all'ippodromo. Sono ormai 3 notti che non mi viene a trovare. Mi chiedo dove sia finito”

 

Victoria era basita. Non sapeva di aver avuto una sorella! Nessuno le aveva mai detto niente! Poi di colpo si ricordò dello spazio tra il ritratto di suo padre e il suo... C'erano troppe coincidenze. La stanza misteriosa, una sorella perduta di nome Emily e il suo amante Barkis... Un timore cominciò ad attanagliarle il petto.

 

“ 13 Novembre 1798

Caro diario,

Questa notte il mio adorato è venuto a trovarmi. Mi portò nel nostro luogo segreto, l'albero di tasso appena fuori dal cimitero. Era così mal ridotto il mio adorato. Era pieno di lividi e il sangue gli colava da un labbro. Mi ha spiegato che aveva perso una scommessa e non potendo pagare la perdita, i suoi aguzzini lo hanno picchiato. Dovevi vedere che viso affitto aveva. Mi ha confessato di aver tentato la fortuna perché se avesse vinto abbastanza soldi avrebbe potuto chiederla in moglie alla sua famiglia. Me lo disse con un tono così dolce! Mi guardò così profondamente negli occhi che non resistetti. Gli diedi il mio primo bacio. Era così amorevole. Mentre mi bacava con delicatezza, mi accarezzava la guancia. Lentamente quel bacio divenne sempre più appassionato, più... non so... audace? Ero così rapita da quell'incantesimo d'amore che quella notte non gli donai solo il mio cuore.”

 

Victoria rilesse l'ultima frase: il fatto narrato era così scandaloso che arrossì al solo pensiero di quel che sua sorella fece quella notte. Il racconto continuava.

 

“ Prima di darci la buona notte, gli dissi che avrei detto di noi ai nostri genitori. Ormai dopo quello che avevamo fatto non potevano dire di no, giusto?”

 

“17 Novembre 1798

Sono quattro giorni che sono chiusa in camera mia. I miei genitori mi hanno chiusa a chiave dopo che ho chiesto il permesso per sposare Barkis... Inizialmente mi hanno trattata freddamente, come al solito, liquidando la cosa come se fosse una semplice cotta giovanile... dopo che ho confessato cosa avevamo fatto quella notte hanno cominciato a urlare. Mia madre, che non aveva mai alzato un dito su di me, mi ha tirato uno schiaffo così forte che mi ha fatto sanguinare il labbro. Non ho mai visto mio padre così furioso. Da quanto ho sentito, mi vogliono portare in un collegio lontano da qui, lontano dal mio amore... Verranno a prendermi domani, ma io non ci sarò. Ieri sera, mentre mi disperavo per la mia infelicità, Barkis mi ha fatto recepire un messaggio, tramite il nostro garzone che di solito si occupa del giardino. Ha detto che sta notte, alle 3 meno un quarto, mi aspettava al nostro nascondiglio, sotto il nostro albero. Lì ci saremmo sposati in segreto e saremmo fuggiti. Adesso indosso l'abito da sposa di mia madre, me lo regalò al mio diciassettesimo compleanno. In un sacchetto ho messo tutti i miei gioielli, quelli che ho ereditato dalle nonne. Con l'aiuto del giardiniere scapperò di casa e vivrò con Barkis. Non importa se saremo poveri e saremo costretti a vivere con il poco che abbiamo, il nostro amore penserà a tutto. Non potendo salutare i miei genitori per un'ultima volta, ho lasciato una lettere sul letto, insieme alla campanellina che porto al collo sin dal mio battesimo. Addio, mio caro amico di carta, oggi sarò la sposa più felice del mondo”

 

Victoria fissava allibita l'ultima pagina. Era la stessa storia che Victor le aveva raccontato. Ma se era veramente sua sorella, perché in casa non ci sono prove della sua esistenza? Chi ha messo la campanella alla chiave? Prima di lasciare quella casa, aveva bisogno di risposte.

 

   
 
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