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Autore: LadyMintLeaf    07/06/2017    1 recensioni
"Lei era bella e gentile a tal punto che nessun'altro fuorché un folle avrebbe potuto desiderare di farle del male.
Ma Loki le aveva fatto del male, molto male; troppo forse, ed in un istante ad esso tornarono in mente un antico poema runico norvegese che aveva letto una volta in un libro proveniente da Midgard.
"Þurs vældr kvinna kvillu, kátr værðr fár af illu", diceva e tradotto, significava "Il gigante causa dolore alle donne, pochi uomini gioiscono della sfortuna.".
E forse lui non era figlio di uno di quei giganti che tanto facevano tremare la gente al solo sentirli nominare?
Ma no.
Lui non voleva essere considerato un mostro..... Non voleva fare del male a nessuna donna.
Eppure a Sigyn aveva già fatto del male."
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il principe dai capelli neri e gli occhi verdi fissò Sigyn e Thor per un momento, mentre questi si allontanavano in tutta fretta dalla sala del trono.
Li guardò senza parlare, tutti i pensieri ben celati dietro uno sguardo impenetrabile, e continuò a tenerli d'occhio fino a quando le pesanti porte d'oro non si furono richiuse dietro di loro.
Solo allora, quando infine non poteva più scorgere né il fratello né la donna dai capelli biondi e gli occhi d'ambra, Loki tornò a voltarsi verso il trono, alla cui base il Padre degli Dei attendeva in silenzio di poter decretare la condanna che lui meritava.
Sif e i tre guerrieri si erano adesso ritirati rispettosamente in un angolo dell'immenso salone, accanto ad una delle colonne intarsiate, osservando in completo silenzio la scena.
Loki era infastidito dai loro sguardi carichi d'odio e di aspettative.
Sapeva che tutti loro lo volevano vedere incatenato nelle più squallide prigioni del regno e lo umiliava doversene restare lì, dinnanzi al Padre degli Dei, ad aspettare che lui decidesse cosa fare della sua esistenza.
L'attesa iniziava ad essere snervante e il Dio degli Inganni si domandò se per caso Odino stesse tentando di farlo innervosire di nuovo; di farlo cedere ai timori che inesorabilmente si stavano facendo sempre più spazio nei suo pensieri.
Poi, finalmente Odino parlò.
La sua voce si alzò stentorea nella sala, mentre pronunciava una sola parola che era il nome dell'uomo incatenato a pochi passi di distanza da lui.
<< Loki! >> lo chiamò, posato il suo occhio buono su di lui e muovendo un passo in avanti, lento ma a suo modo reso minaccioso dall'espressione decisa che albergava sul volto del Padre degli Dei.
Fu lo stesso Loki questa volta a prendere tempo.
Si mosse adagio, con una lentezza volutamente indolente, sollevando il viso verso quello di Odino.
Gli rivolse un'occhiata penetrante, nascondendo tutto il proprio timore dietro ad un nuovo, feroce sorriso, mentre replicava, ripetendo le stesse parole pronunciate da Sigyn un attimo prima, ma con scherno, senza la benché minima nota di devozione: << Si, mio Re?! >>.
Odino storse le labbra in una smorfia per nulla soddisfatta e nel suo occhi brillò un'improvvisa collera.
Sollevò lo scettro per aria, quasi stesse provando l'irrefrenabile desiderio di colpire Loki in viso per togliere dal suo volto affilato quel sorriso freddo, ironico e totalmente fuori luogo.
Poi però parve controllarsi e tornando ad abbassare il bastone dorato a terra, lo ammonì: << Abbi per lo meno quel tanto di buon senso da non rendermi ancora più irato di quanto già io sia. >>.
Loki continuò a fissarlo, mantenendo inalterato il sorriso e inclinando appena il capo, domandò in tono pungente, come se non avesse ascoltato nemmeno una delle parole pronunciate dal Padre degli Dei: << Quale punizione esemplare mi spetta questa volta, o potente Padre degli Dei? Mi trascinerete di nuovo in catene nella solita cella isolata, con solo un paio di libri come compagnia? >>.
La risata di Odino fu forzata; la sua voce stanca, mentre gli domandava a sua volta: << Questo è ciò che ti auguri, vero Loki? >>.
Fece una pausa, quasi si aspettasse che l'altro rispondesse.
Loki però rimase in silenzio a fissarlo, impassibile, anche se il suo sorriso stava iniziando lentamente a sciogliersi, mentre Loki si domandava dove il Padre degli Dei volesse arrivare con quella domanda.
Sembrava fatta apposta per essere un trabocchetto; per questo lui rimase zitto, in attesa che fosse Odino a continuare.
<< L’altra volta però, se ben ricordo, Frigga era ancora viva. >> gli rammentò lui, iniziando a camminare avanti e indietro davanti a Loki: << e fu solo grazie a lei e alla sua benevolenza se non ricevesti una punizione molto più severa. >>.
<< Si. >> disse Loki a denti stretti, mentre il sorriso abbandonava definitivamente le sue labbra: << Rammento tutto ciò. >>.
Lo rendeva nervoso il fatto che Odino nominasse Frigga.
<< Ma adesso non c’è nessuno che può implorare per il tuo perdono. >> continuò Odino imperturbabile. Era evidente che si era accorto del nervosismo di Loki e ne era quasi compiaciuto mentre ribadiva, alzando la voce, in modo che riverberasse su tutte le pareti della sala: << Nessuno! >>.
Lasciò che il proprio sguardo si spostasse su tutti i presenti, come se li stesse mettendo alla prova uno ad uno, per capire se qualcuno avrebbe deciso di contraddirlo, anche se già Odino conosceva la risposta, esattamente come la conosceva Loki.
Come affermava il Padre degli Dei, nessuno avrebbe mai implorato per risparmiare una punizione severa e giusta al principe traditore.
Nessuno avrebbe sprecato una buona parola per lui, perché nessuno lo amava.
Per un breve ma intenso attimo quella constatazione lo fece sentire solo e abbandonato a sè stesso, come mai prima di allora.
Non aveva amici su Asgard né su qualsiasi altro pianeta e sospettava che mai ne avrebbe avuti.
Alleati, forse, ma per breve tempo.
Amici? Compagni?
Li aveva avuti un tempo, quando lottava al fianco di Thor, Sif e gli altri.
Ma quel periodo della sua vita era lontano dal presente e mai sarebbe potuto tornare.
Loki distolse in fretta lo sguardo dalla donna guerriera e dagli altri, nascondendo a loro quelle improvvise e indesiderate emozioni; residuo lontano di ricordi che sempre più spesso lui soffocava in un angolo remoto e buio della sua coscienza.
Poi, deciso a togliersi dalla mente quei pensieri molesti, tornò a fissare Odino con sfida, domandandogli: << Dunque che cosa mi aspetta? >>.
Inclinò leggermente il capo con aria pensosa: << Forse la morte per via della vostra troppa tediosità?! >>.
<< La morte?!…. >> ripeté Odino, guardando Loki come se stesse realmente soppesando quell'ipotesi.
Per un istante tornò a farsi silenzioso, poi sollevò lentamente lo scettro d'oro, puntandolo verso il petto del principe traditore quasi fosse un silente avvertimento.
<< Sarebbe veramente questo che spetterebbe a te, Loki. >> borbottò: << Tuttavia, seppur Frigga sia venuta  a mancare, rammento benissimo ciò che lei diceva di te. >>.
Sospirò e con un aria di profonda stanchezza, aggiunse: << Ti vedeva ancora come suo figlio. >>.
Fece una pausa, chinando appena il capo, mentre ripensava alla sua regina.
Poi scosse il capo, decretando: << Non ti ucciderò perciò solamente per non deludere la mia defunta moglie. >>.
L'occhio buono del sovrano di Asgard fissò il vuoto, intristendosi solo per un attimo ancora.
Poi il suo sguardo tornò a posarsi sul volto pallido di Loki e la voce del Padre degli Dei si fece ancora una volta minacciosa: << Però, questa volta non te la caverai con una punizione leggera. >>.
Fece una pausa per lasciare il tempo all'altro di assimilare le proprie parole, quindi riprese, alzando la voce: << Verrai condotto in cella, si, ma non in quella confortevole dell’altra volta. Bensì nella più buia, isolata e scomoda prigione della Città Eterna; riservata solamente ai condannati a morte. >>.
Abbassò lo scettro, ma non smise di parlare: << Non avrai libri da poter leggere e nessuno con cui parlare o solamente da poter osservare. Sarai solo, Loki; con l’unica compagnia della tua mente contorta e delle tue bugie. >>.
Tacque un breve attimo, riflettendo, poi gli chiese: << A chi mentirai allora, Loki? Saresti capace di raccontare menzogne anche a te stesso? >>.
Il Dio degli Inganni non rispose immediatamente alla domanda del Padre degli Dei.
In realtà in quel momento non stava ascoltando con troppa attenzione le parole di Odino.
Aveva ripreso a pensare ad una via di fuga.
Non aveva mai accantonato quell'idea, anche se per un momento si era arreso al volere di Odino.
Si era arreso solo per dare una parvenza di vittoria a tutti loro e perché in quel momento non si sentiva abbastanza forte da poter contrastare Thor, Sif e i tre guerrieri e tutta quella masnada di Einherjar mal addestrati.
Comunque non si era ancora dato per vinto.
Doveva solo aspettare il momento buono per tentare di nuovo uno dei suoi trucchi.
Si trattava solamente di decidere quando.
Sapeva anche come fare.
Quella parte era facile.
Avrebbe semplicemente rubato le sembianze di qualcun'altro, una volta che ne avesse avuto l'opportunità.
Magari una volta che si sarebbe trovato solo con uno degli Einherjar.
Doveva solo pazientare qualche tempo, fino a quando l'effetto dell'erba inibitrice che attenuava i suoi poteri magici fosse cessato definitivamente e lui avesse ottenuto di nuovo tutta la sua forza.
Prima o poi avrebbe avuto l'opportunità di ingannarli di nuovo.
Prima o poi lo avrebbero liberato quel tanto che bastava per usare nuovamente la magia.
Non che a lui piacesse dover rubare in continuazione le identità altrui, anche se le illusioni lo avevano sempre entusiasmato e, riuscire a far credere alla gente che lo circondava di essere tutta un'altra persona era piacevole; persino divertente, quando vedeva come gli altri fossero ingenui e quanto lui fosse bravo a mentire; a recitare una parte sempre diversa; a far credere a tutti quello che lui voleva.
Questa volta naturalmente non lo avrebbe fatto per puro diletto, ma per poter continuare a restare su Asgard liberamente.
Per continuare a portare a termine la sua vendetta nei confronti di Odino e del fratello.
Solo un attimo...
Gli sarebbe bastato solo un attimo.
Nel frattempo avrebbe semplicemente dovuto mostrarsi arreso e sottomesso.
D'altronde, non pensava veramente che Odino lo avrebbe castigato con una punizione peggiore della morte.
Il Padre degli dei era severo, ma Loki non credeva avrebbe potuto giungere a tanto..... Almeno se lo augurava.
Il Dio degli Inganni tagliò corto alle proprie riflessioni, accorgendosi all'improvviso che Odino lo stava scrutando con fastidiosa insistenza, quasi come se riuscisse a leggergli nel pensiero.
Allora, aggrottando la fronte, esclamò: << Solo con me stesso? Un ottima compagnia davvero, Padre degli Dei. >>.
Loki si lasciò sfuggire l'ombra di un ironico sorriso: << Certo non potrei chiedere di meglio. >>.
<< Lo credi davvero? >> lo interrogò Odino, come se all'improvviso stesse seriamente dubitando della sanità mentale di Loki.
<< Oh, si. >> ribadì questo senza scomporsi, ma continuando a sogghignare: << Mi state praticamente fornendo il tempo ed il luogo più opportuni per ideare un nuovo piano per tornare a governare Asgard come voi non avete mai saputo fare, mio astuto re. >>.

Odino scosse il capo, mormorando: << Io non credo proprio, Loki. Sarai solo e dimenticato in una cella squallida e vuota. Non sarai morto, ma sarà quasi come se lo fossi. E forse, giungerai persino a desiderarla, la morte. >>.
<< Ah, credete forse di spaventarmi con queste vostre parole? >> domandò Loki senza mutare espressione.
<< Non con questo, certo. Ma la punizione non è finita qui. >> annunciò Odino sollevando il mento con orgogliosa autorità.
<< Che altro c’è, ancora? Sto iniziando ad annoiarmi sul serio. >>
<< Ancora non ti ho detto la parte più interessante delle erbe con cui la guaritrice ti ha medicato. >> borbottò Odino, voltandogli per un attimo le spalle e facendo fluttuare nell'aria il mantello scarlatto.
<< Non m'interessa sapere tutte le loro caratteristiche. >> sbottò Loki, adesso irritato dal comportamento incomprensibile del Padre degli Dei che sembrava continuare a perdere tempo, tenendolo sulle spine: << Non sono un erborista, ma un maestro di magia e.... >>.
<< E lo resterai ancora per poco. >> lo zittì Odino, voltandosi di colpo verso di lui e fulminandolo con lo sguardo.
Loki esitò, chiudendo la bocca di scatto.
<< Che cosa...? >> mormorò poi, incredulo.
Non riusciva a capire che cosa passasse per la mente del Padre degli Dei e questo lo infastidiva a dir poco: << Di che cosa stai parlando? >>.
<< Le erbe servono non solo ad indebolire la forza magica ma anche a permettere a me di fare questo! >> e senza lasciare il tempo a Loki di comprendere che cosa esso stesse per fare, Odino sollevò per aria lo scettro, mulinandolo nell'aria qualche volta.
Dalla punta del bastone d'oro scaturì un'intensa luminosità, quasi accecante ed in un istante Loki si sentì strattonare da mani invisibili.
<< A... Aspetta un attimo...Che cosa stai facendo? >> urlò Loki, senza riuscire a dissimulare il terrore che lentamente lo stava pervadendo.
Sentì la magia del Padre degli Dei prima pulsare tutt'attorno a lui e poi intrufolarsi fin nella parte più remota della sua mente.
Avvertendo quella fastidiosa intrusione, Loki fece appello a tutta la sua forza e alla determinazione che rimaneva in lui, cercando di sollevare attorno a sé una barriera, ma non fu abbastanza svelto per prevenire le sue azioni.
Credeva di aver già capito cosa volesse fare Odino e se quello che pensava era vero, ben presto sarebbe stato perduto.
<< Ti sto sottraendo tutta la tua magia, Loki. >>
La sola forza di quelle parole lo fece tremare, e lo sguardo furente che il Padre degli Dei lanciò a Loki gli trasmisero tutta l'infinito potere e l'energia che Odino portava in sé.
<< Miravi a questo sin dall'inizio, è così? >> sibilò Loki con la voce che gli tremava per la rabbia.
Faticava a mantenere la calma: << è così? >>.
Il Padre degli Dei non rispose.
<< Dimmelo! >> tornò ad urlare, fissandolo in volto, adesso totalmente sconvolto.
Ricordava d'aver urlato la stessa furiosa parola solo una volta, ancora rivolgendosi ad Odino, quando lui gli aveva rivelato i suoi veri natali nella camera delle reliquie.
Da allora non aveva più perso il controllo fino a quel punto.
Ma adesso...
Adesso non ce la faceva più.
Per tutta risposta il Padre degli Dei continuò a tenere sollevato nell'aria il bastone d'oro che gli dava potere e, con voce cerimoniosa e stentorea, decretò freddamente: << Per questo tuo nuovo e disonorevole atto di tradimento; io Odino, Padre degli Dei, condanno te, Loki Laufeyson a restare segregato in cella per tutta l’eternità. E… Ti spoglio di ogni tuo potere! >>.
<< Cosa? No! >> urlò fissando Odino intensamente,quasi senza battere le ciglia, cercando di concentrare la propria magia per fermare l'invasione.
<< Tu non puoi togliermi la magia. È mia, donatami da Frigga e….. >> Loki non riuscì a concludere la frase, poiché all'improvviso Odino batté lo scettro al suolo con forza.
Da esso si sprigionò una nuova ondata di potere e Loki si sentì pervadere da un gelo tremendo e, mentre anche le ultime barriere che lui aveva cercato di erigere attorno a sè caddero, Loki chiuse gli occhi per il dolore.
Non si era mai aspettato nulla di simile.
Odino gli stava rubando tutta la magia e Loki non poteva opporsi perché troppo debole.
Loki fremette e si avvolse le mani attorno al petto, quando la magia iniziò a dividersi da lui, sgusciando fuori dal suo corpo, ma non si lasciò sfuggire dalle labbra nemmeno un grido.
All'inizio non furono quasi nulla; semplici riflessi luminosi privi di una vera consistenza.
Poi, lentamente, Loki sentì come se qualcosa gli venisse strappato dal corpo e fili di luce verde iniziarono a sprizzare dalle sue mani, torcendosi nell'aria dinnanzi a lui come spire di fumo nella notte.
Con orrore il Dio degli Inganni sentì tutta la magia che aveva in corpo abbandonarlo; sgusciando via dalle sue mani come se fosse stato qualcosa di reale e tangibile.
Per un istante vide tutto il suo potere magico condensarsi dinnanzi a lui; simile ad una nuvola impalpabile verde che aveva assunto vagamente la forma del suo corpo.
Uno spettro evanescente che mulinava nell'aria privo di una minima consistenza.
Incapace di staccare gli occhi dalla magia che gli veniva così violentemente rubata, Loki si sentì all'improvviso svuotato; indebolito.
Colto improvvisamente dalla disperazione, Loki fece per allungare la mano nel vano tentativo di riprendersi ciò che gli stava venendo sottratto tanto violentemente.
La sua mano però non incontrò nulla, tranne che l'aria.
Poi le spire di fumo verde si alzarono verso il cielo e, dopo essersi divise in tante strisce, volarono in ogni direzione, sparpagliandosi nel vento.
Loki si sentiva la gola secca.
Si sporse in avanti, deglutendo confuso, allarmato ed incredulo.
Voleva avere la certezza di quanto scorgeva, anche se già sapeva con tremenda sicurezza che Odino era riuscito a portare a termine ciò che si era proposto di fare.
Mentre le ultime spire di magia roteavano nell'aria, svanendo nel vento, Loki batté le palpebre per la fitta di dolore che di colpo gli aveva trapassato il petto e tornò a vedere solo Odino, ancora immobile dinnanzi a sé; il volto solenne reso impassibile dalla collera.
In pochi istanti tutto era finito.
Tutta la forza magica che Loki aveva posseduto fino ad allora era andata persa; volatilizzata nell'aria; distrutta dal potere dello scettro di Odino.
Ed allora Loki non sentì più nulla.
Solo un intenso tormentoso vuoto che si allargava dentro di lui e dentro alla sua anima.
Il silenzio che seguì fu interrotto soltanto dal respiro sconvolto di Loki, mentre nell'aria gravava una cappa di tensione che pareva impossibile da allontanare.
Gli occhi verdi di Loki erano dilatati colmi di sconcerto e di una disperazione che esso non riusciva minimamente a dissimulare.
Aveva l'impressione che gli si sarebbero riempiti di lacrime da un momento all'altro.
Voleva urlare, piangere, dare libero sfogo a tutta la sua frustrazione, ma non fece nulla di tutto questo.
Invece rimase immobile, a guardare nel vuoto davanti a lui, con l'impressione che quel nulla fosse esattamente ciò che era rimasto della sua anima.
Poi il volto del Dio degli Inganni, pallido, tirato, si sollevò su Odino e i suoi occhi lo fissarono incupiti.
Stava tremando dalla testa ai piedi, come se fosse stato pervaso da un gelo insopportabile.
Non poteva ancora a credere che Odino fosse realmente riuscito a togliergli la magia.
<< Che cosa... Che cosa hai fatto?! >> chiese Loki, incapace di allontanare l'angoscia dalla voce, mentre il suo sguardo danzava incontrollato sul pavimento dorato della sala.
<< Ho fatto esattamente quello che ti avevo promesso. Ti ho tolto la magia, Loki. >>
Loki cercò di parlare; di dare voce a tutta la frustrazione che sentiva nel cuore, di urlare a squarciagola per manifestare la collera che minacciava di divorarlo da un istante all'altro, ma scoprì di non essere in grado di fare nulla di tutto questo.
Era come paralizzato dall'orrore.
Poi, sentì le gambe tremargli e all'improvviso cadde in ginocchio con il cuore che gli batteva all'impazzata, quasi avesse voluto scoppiargli in petto.
Ed allora capì cos'era quell'unico, intenso sentimento che stava sperimentando in quegli ultimi istanti.
Lo conosceva bene; a volte lo aveva sentito lui stesso, altre era stato lui a farlo provare alle sue vittime: lui aveva paura.
Una paura selvaggia ed incontrollata, perché senza la magia lui non era più lui.
<< La magia.... Di mia madre....Era... Era un suo dono... >> farfugliò, parlando a scatti, in un soffio soffocato.
<< Tua madre? >> gli domandò Odino.
<< Se io non sono tuo padre, Frigga non è mai stata tua madre, quindi non meriti il suo dono. >>
Allora, ricolmo d'ira il Dio degli Inganni si sollevò in piedi e scattò in avanti, stringendo i pugni fino a farli sbiancare.
Sembrava volesse balzare addosso ad Odino per colpirlo se non con la magia almeno con qualche pugno.
Lui che non era mai stato un tipo che si abbassava a lottare a mani nude come un barbaro ora non voleva fare altro che colpire il Padre degli Dei.
Non si era mai sentito tanto umiliato come in quel momento.
Gli Einherjar che tenevano le estremità delle catene alle quali lui era legato, furono però rapide ad intuire le sue azioni e lo costrinsero a tornare al suo posto con un violento strattone.
Loki barcollò leggermente e per poco non cadde di nuovo in ginocchio, ma non distolse mai il proprio sguardo furente dal volto solenne e severo del Padre degli Dei.
Si sentiva vuoto.
Tremendamente vuoto e debole come non lo era mai stato....
Stanco e fragile come se non fosse stato altro che un miserevole midgardiano.
<< Conducete il condannato alla cella che gli spetta. Passerà la il resto dei suoi giorni. >>
Loki strinse i denti, ma non abbassò lo sguardo nemmeno per un istante, anche se sentiva gli occhi bruciargli intensamente.
<< Arrivederci Odino. >> sibilò, strattonando di proposito le catene alle quali era legato, nel tentativo di opporre una minima resistenza contro le guardie che lo stavano trascinando via contro la sua volontà.
<< No, Loki. >> Odino scosse il capo. Sul suo volto c'era adesso una calma impassibile che fece infuriare ancora di più Loki: << Addio. >>.
Aveva finito con lui ed era ben evidente che non voleva mai più rivedere il figlio adottivo per nessuna ragione al mondo.
Mentre le guardie lo trascinavano via dalla enorme sala del trono, Loki non allontanò per un solo istante il suo sguardo irato dal volto di Odino.
Nella sua mente echeggiava solo una parola: Vendetta.
Un giorno avrebbe restituito tutto quanto ad Odino.
Tutto il male che lui gli stava facendo.
  
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