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Autore: GabrielTrish    08/06/2017    0 recensioni
Ian Kirkland, chi è mai riuscito a cedere al suo fascino? Quelle bellissime ciocche rosse che gli ombreggiano lo sguardo hanno fatto capitolare più di un cuore.
Ma è lo stesso scozzese a non sopportare che la sua chioma cresca troppo o che sia, al contrario, troppo corta. Deve sempre essere della lunghezza giusta. Ma perchè?
"Ian ama i propri capelli.
Li ama come amava quelli del padre, e sono diventati proprio come desiderava, uguali alle ciocche ribelli che adorava da bambino. (...) Rigorosamente sciolti, decorati da qualche treccia e sempre pronti a schermargli lo sguardo come le feritoie di un elmo in ferro. Certo, Ian non è stupido, sa bene che non danno la minima protezione. Ma combattere i nemici vedendoli cadere tra lingue di fuoco lo fa sentire sicuro, forte, invincibile."
/Presenti OC!Celt e OC!Glasgow, appartenente ad una mia carissima amica./
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Kirkland's family, Nuovo personaggio, Scozia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Athaìr! Bentornat--...-


Una frase familiare che sa di buono, di innocenza e di felicità, che si spegne come una flebile fiammella sulle labbra del bambino.
L'uomo entrato proprio adesso nella tenda somiglia ad Alba, ma non è Alba.
Alba ha una bellissima chioma rossa, intrecciata con il sole e con il vento.

-Un giorno di questi mi farai venire davvero una crisi, Glashu. E' brathaìr, quante altre volte devo ripeterlo prima che ti entri in quella testa riccia?-

...è davvero Alba.
E' davvero Alba, ma proprio non riesce a capire cosa sia successo. Le ferite che ha addosso lo preoccupano e questo è ovvio, ma ha visto di peggio sul corpo del fratello e sa quanto sia forte, capace di guarire da qualsiasi ferita, un guerriero instancabile e sempre fiero che non mostra mai la sofferenza che prova, a costo di mentire e spergiurare.
Rimane immobile mentre Ian entra nella tenda, gli passa accanto e gli sfiora i capelli con la punta delle dita, in una carezza talmente delicata da non sembrare affatto proveniente dalle mani rudi dello scozzese. Lo vede sedersi sulla brandina mentre una donna accorre allarmata per medicargli le ferite più gravi.
Ian ha lo sguardo un po' vacuo, che ogni tanto si accende e brilla di una furia che il bambino non vedeva da qualche tempo. Suo fratello non gli permette ancora di venire in battaglia con lui, ma dopo suppliche e preghiere è riuscito a convincerlo a portarlo almeno all'accampamento, sorvegliato a vista da soldati e curatrici. Ormai è da un po' di anni a questa parte che Ian viene accolto, ogni volta che ritorna, da quei ricci scuri e quel sorriso sincero, entusiasta e sollevato.
Gli fa bene. Si sente meglio ogni volta che guarda quel visetto a metà tra il preoccupato ed il felice, ed è così felice di essere riuscito a proteggerlo ancora, che per un attimo si dimentica dei propri capelli spenti nel fango come le braci di un falò di prima mattina.
Ci pensa la piccola valle verde di fianco a lui a ricordarglieli, mentre con attenzione e cautela gli passa le dita pulite e chiare accarezzando i pochi ciuffi lunghi rimasti, come alberi secchi in una foresta bruciata.

-...stavano iniziando a diventare scomodi, tutti quei capelli. Ora non devo più preoccuparmi di sistemarmeli, e... ed erano anche fastidiosi, il vento me li sbatteva in continuazione davanti agli occhi. Ci farò l'abitud-....-

Le parole si bloccano in gola e si stringono tra loro, non hanno più la forza di uscire, ogni sforzo dello scozzese è concentrato nel guardare quel bambino, coltello alla mano, tagliarsi uno ad uno tutti i suoi riccioli, con la risolutezza ed il coraggio di uno scozzese in battaglia, la serietà di un adulto che comprende ed il sorriso di un bambino che ama.
Nella tenda è calato il silenzio, ed ogni sguardo è calamitato da quelle mani piccole e sottili che recidono a pochi centimetri dalla cute -e anche in modo un po' disordinato- tutte le morbide spirali che riesce a raggiungere.

-...mi si incastravano sempre le foglie, e poi non riuscivo mai a toglierle, eh.-

Un sorriso immenso, luminoso come mille soli, spazza via con gentile decisione quel velo vacuo dallo sguardo dello scozzese.



Ian ancora oggi non ricorda quanto tempo durò l'abbraccio che venne poco dopo.
 
  
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