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Autore: Placebogirl_Black Stones    08/06/2017    3 recensioni
Dopo la sconfitta dell'Organizzazione, tutte le persone che sono state coinvolte nella battaglia dovranno finalmente fare i conti con i loro conflitti personali e con tutto ciò che hanno lasciato irrisolto fino ad ora. Questa sarà probabilmente la battaglia più difficile: un lungo viaggio dentro se stessi per liberarsi dai propri fantasmi e dalle proprie paure e riuscire così ad andare avanti con le loro vite. Ne usciranno vincitori o perderanno se stessi lungo la strada?
"There's a day when you realize that you're not just a survivor, you're a warrior. You're tougher than anything life throws your way."(Brooke Davis - One Tree Hill)
Pairing principale: Shuichi/Jodie
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tomorrow (I'm with you)'
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Capitolo 17: La festa
 
 
Erano tutti riuniti nella stessa stanza come una numerosa famiglia il giorno di Natale, nonostante fossero divisi in gruppi impegnati in differenti attività. Da un lato Shinichi e Ran, che in quel momento sembravano amorevoli genitori, cercavano di aiutare i Detective Boys a con un indovinello architettato dal Dottore per tenerli impegnati, in modo che non si annoiassero troppo dal momento che vi erano solo persone adulte. Con loro c’era anche Masumi, che come Shinichi veniva costantemente attirata dal profumo degli enigmi. Dall’altro lato invece, sedute sul divano, lei e Sonoko stavano sfogliando una rivista di moda commentando le ultime tendenze. Mancavano solo due persone all’appello.
Si sistemò lo scollo del bellissimo kimono colorato che le aveva regalato il Dottor Agasa. In Giappone era tradizione che la festeggiata ne indossasse uno. Sul tavolo dove gli altri stavano risolvendo l’indovinello c’erano una serie di scatole di giochi di società portati per la maggiore da Shinichi e Sonoko, che però non erano ancora stati provati nell’attesa che anche gli ultimi due invitati rimasti si unissero a loro.
 
- Ah, ho capito!- riecheggiò la voce entusiasta della piccola Ayumi.
 
Lei e Sonoko interruppero la lettura e si girarono a guardare, trovando tutti quanti sorridenti: di certo erano riusciti a risolvere l’indovinello.
 
- Visto che abbiamo risolto il mistero possiamo avere la torta come premio?- chiese subito Genta, che non vedeva l’ora che arrivasse quel momento da quando aveva messo piede in casa.
- Su, cerca di pazientare Genta, più tardi la mangeremo tutti insieme-
 
Controllò l’ora sull’orologio appeso alla parete, sperando che Akai non si fosse dimenticato. In fondo la torta doveva portarla lui. Non fece in tempo a finire di pensarlo che il campanello della porta suonò, segno che almeno uno dei due era arrivato. Andò ad aprire com’era giusto che fosse, dato che festa era la sua, trovandoseli davanti entrambi, uno di fianco all’altro.
 
- Benvenuti- li salutò con un sorriso.
- Happy Birthday!- gongolò Jodie, ricambiando il sorriso con uno ancora più radioso, mentre reggeva fra le braccia un grosso pacco.
- Auguri- fu la risposta più semplice di Akai, il quale le mostrò la scatola con la torta.
- Grazie mille, accomodatevi- li fece entrare.
 
Non appena misero piede in casa, tutti si girarono a salutarli, alcuni stupiti di vedere due agenti dell’FBI adulti ad una festa di ragazzini. La reazione più evidente fu quella di Masumi, che dopo aver esclamato “Shu-nii!” corse incontro al fratello e lo abbracciò. Questa volta, invece di rimproverarla, Akai le sorrise scompigliandole i capelli, lasciando basite le persone che lo conoscevano bene. Ma lei era concentrata su un altro fatto che l’aveva colpita molto più dello slancio affettivo e fraterno di quell’uomo apparentemente privo di emozioni, ovvero che lui e Jodie fossero arrivati insieme. Così si avvicinò all’amica bionda con un pretesto.
 
- Grazie per questo regalo, non dovevi disturbarti. È enorme!-
- Te lo meriti!- le fece l’occhiolino, posando il pacco insieme agli altri.
- Piuttosto… com’è che tu e Akai-san siete arrivati insieme? Mi sembrava che ci fossero delle tensioni fra voi fino a pochi giorni fa- arrivò al punto.
- Bhe, è vero, ma ieri abbiamo avuto occasione di parlare finalmente e diciamo che siamo giunti a una sorta di armistizio- spiegò, anche se la sua espressione nel raccontare era cambiata con la stessa velocità di una folata di vento.
- Ti va di parlarne?-
- A tempo debito lo farò- si riprese - Oggi dobbiamo solo pensare a divertirci perché è il tuo compleanno!- la prese per le spalle e la scosse leggermente, trasmettendole tutta la sua vivacità.
 
Sorridendo, andò a posare la giacca, sotto lo sguardo poco convinto di lei. Ormai era diventata un libro aperto, si capiva subito quando era davvero spensierata e quando dietro ai sorrisi si nascondeva un pianto silenzioso. Tuttavia aveva ragione, non era il caso di tirare fuori certi argomenti in quella circostanza.
La sua attenzione si spostò nuovamente su Masumi, che nel frattempo aveva abbandonato gli altri per cercare quasi disperatamente le attenzioni del fratello maggiore, il quale stava mettendo la torta nel frigo in compagnia del Dottore e di Genta che si era fiondato a vedere nel tentativo di convincerli a mangiarla subito. Notò che lo scienziato e l’agente stavano parlando fitto fitto tra loro e le sembrò strana una tale confidenza, troppa se si considerava che per Akai il Dottore era solo l’uomo che gli aveva fornito delle strumentazioni per il suo travestimento. Cercò di leggere il labiale, inutilmente. Infine li seguì con lo sguardo mentre si allontanavano dal salone per spostarsi in un’altra stanza. Stava per seguirli quando Masumi la precedette, ma venne subito fermata dal fratello che con sguardo serio le disse qualcosa che non riuscì a comprendere, mascherata dalla confusione che stavano facendo i bambini. Pensò che Akai non avesse imparato la lezione e che avrebbe di nuovo visto lo sguardo deluso e triste di Masumi, proprio come quel pomeriggio a casa di Shinichi; invece con sua grande sorpresa la vide sorridergli e annuire, per poi tornare tutta pimpante dagli altri come se nulla fosse. Ok, aveva sempre pensato che fossero una famiglia strana, ma ora ne aveva la certezza assoluta.
 
- Chissà dove stanno andando quei due- si lasciò sfuggire.
- Forse vogliono solo parlare di cose da uomini che a noi non interessano, quindi andiamo a far festa!- rispose prontamente Jodie, arrivata alle sue spalle come un fantasma.
 
La spinse senza forzarla troppo vicino al tavolino insieme a tutti gli altri, per poi salutare tutti con la stessa energia di ogni volta.
 
- Hello guys!- sorrise radiosa.
- Professoressa Jodie, c’è anche lei!- esclamò Ayumi.
- Ma non si annoia a una festa di ragazzi con per di più dei mocciosi?- le chiese Sonoko alzando un sopracciglio.
- Certo che no!- rispose lei.
 
L’unica che non aveva detto nulla era stata Masumi, la quale fissava Jodie come se cercasse di studiarla in ogni minimo particolare. D’altra parte era quella che la conosceva meno di tutti fra i presenti. Anche Jodie doveva essersene accorta, poiché la guardò a sua volta, sicuramente notandone la somiglianza con quell’uomo che tanto amava.
 
- Sei la sorella di Shu, vero?- le chiese per rompere il ghiaccio.
- Esatto. Tu invece lavori con mio fratello all’FBI. Lo conosci bene?-
 
Era una bella domanda, una domanda a cui non era sicura che Jodie avesse una risposta certa. Lei stessa aveva scoperto lati di Akai che in passato non aveva mai visto, quindi tutte le sue certezze sulla sua persona erano crollate. Anche per Jodie doveva essere lo stesso.
 
- Beh… diciamo di sì, lavoriamo insieme da tanti anni ormai- riuscì a cavarsela, anche se quella era la risposta più ovvia.
- Non pensa anche lei che il fratello di Sera-chan sia bellissimo? Dica la verità, c’è qualcosa fra voi? Siete arrivati insieme!- intervenne Sonoko, fuori luogo come sempre.
 
Una domanda ancora più difficile della precedente, che non ricevette una risposta veloce. Jodie arrossì visibilmente, non sapendo cosa dire. Non poteva certo dire la verità, in ogni caso non di fronte alla sorella di Shuichi.
 
- Ma insomma Sonoko, che domande fai?! Non vedi che stai mettendo a disagio la professoressa Jodie?- intervenne in suo aiuto Ran, che era molto più giudiziosa dell’amica.
- Già e poi la professoressa è fidanzata con l’agente Camel!- intervenne Mitsuhiko, evidentemente memore di quella balla colossale che si era inventata per salvare Camel dall’accusa di omicidio in quell’hotel.
- Cosa?! Sul serio?!- esclamarono Ran e Sonoko all’unisono.
- No, aspettate, c’è un malinteso!- scosse le mani la bionda, colta alla sprovvista.
- Intende dire che non sta più con l’agente Camel?- chiese Ayumi.
- Non mi dica che l’ha tradita!- saltò subito alle conclusioni Sonoko.
- No no, in verità non sono mai stata fidanzata con Camel!- confessò infine, sorridendo imbarazzata.
- Quindi ha detto una bugia?- storse il naso Genta.
- Mi serviva un modo per tirarlo fuori dai guai!-
- Non si fa!- la riprese Mitsuhiko.
 
In tutta risposta, l’ex insegnante abbassò lo sguardo, mortificata nel sentirsi fare la predica da dei bambini delle elementari.
 
- Allora ti piace mio fratello?- chiese nuovamente Masumi, curiosa di sapere se il suo adorato fratello aveva fatto colpo.
- Eh?! Beh…- avvampò Jodie, non riuscendo ad articolare una frase di senso compiuto.
- Ma guarda com’è diventata rossa!- la canzonò Sonoko, sorridendo sorniona.
- Se vuoi posso chiedergli se gli piaci anche tu!- si offrì Masumi, come se fosse la cosa meno imbarazzante e più naturale del mondo.
- No! Non è necessario!- si affrettò a rispondere la bionda - Siamo solo amici e colleghi, niente più!-
- Adesso basta tormentare Jodie, perché non giochiamo tutti insieme a qualcuno di questi giochi?- intervenne lei, nel tentativo di tirare fuori l’amica da quella situazione imbarazzante.
 
La proposte venne accolta di buon grado e così si misero a guardarli tutti, cercando di sceglierne uno che potesse essere adatto anche per i più piccoli. La scelta finale, inutile dirlo, ricadde sul Cluedo che aveva portato Shinichi, il quale l’aveva ricevuto in dono dai suoi direttamente dall’America. Posizionarono il tabellone di gioco sul tavolo e si sedettero in cerchio intorno ad esso, mentre Sonoko leggeva le regole a tutti e Ran e Shinichi posizionavano le pedine.
Mentre erano intenti ad ascoltare, riapparvero così com’erano scomparsi il Dottor Agasa e Akai. Li osservò per un po’, cercando di capire dall’espressione sui loro volti se qualcosa non andava, ma non le sembrò di notare nulla di strano. Sembravano entrambi stranamente sereni e sorridenti. Eppure sentiva che le stavano nascondendo qualcosa.
 
- Dove siete stati?- chiese, interrompendo bruscamente la lettura di Sonoko.
- Da nessuna parte, il Dottore voleva mostrarmi una delle sue nuove invenzioni e sapere cosa ne penso- spiegò in tutta tranquillità Akai.
 
Quella risposta non la convinse per niente, anche perché quando il Dottore lavorava a qualcosa di nuovo la coinvolgeva sempre e negli ultimi tempi a parte fare riparazioni non aveva ideato nulla. Tuttavia preferì non fare altre domande davanti agli altri.
 
- Vuoi giocare anche tu con noi, Shu-nii?- chiese Masumi sorridendo.
- Ma figuriamoci, un uomo adulto non vorrà certo mettersi a giocare con dei ragazzini!- commentò Sonoko, più per farsi grande ai suoi occhi che per evitare di farlo sedere al tavolo con loro.
- Guarda che anche la Professoressa Jodie è un’adulta, però ha accettato di giocare con noi!- le fece presente Genta.
- Mi unisco a voi volentieri, sarà divertente giocare contro un ottimo detective- accettò di buon grado Shuichi, sorprendendo tutti e fissando il diretto interessato, Shinichi.
 
Il giovane erede di Holmes ricambiò il sorriso, cosa che però non fecero gli altri dal momento che quel gioco collettivo sarebbe certamente diventato uno scontro faccia a faccia fra titani dell’investigazione.
 
- Però come faremo a giocare?- intervenne Ayumi, fissando il tabellone - Il gioco è per un massimo di sei persone e noi siamo in dieci-
- Già, hai ragione- l’appoggiò Mitsuhiko.
- Perché non giochiamo a coppie?- propose Jodie.
- Mi sembra un’ottima idea!- approvò Ran.
- Per me va bene, purché Kudo e Akai-san non facciano coppia, altrimenti vinceranno ancor prima di cominciare- precisò lei, incrociando le braccia al petto.
- Giusto, poi farebbero i primi della classe!- annuì Jodie, storcendo il naso.
 
Ci furono diverse lamentele su chi doveva o non doveva stare con chi prima di giungere a delle coppie che potessero andare bene a tutti. Jodie e Akai non potevano stare insieme perché entrambi agenti dell’FBI, Akai e Shinichi perché due abili detective, stessa cosa per Akai e Masumi e per Masumi e Shinichi. Alla fine concordarono tutti per le seguenti coppie: Shiho e Ayumi, Shinichi e Ran, Sonoko e Masumi, Akai e Genta, Jodie e Mitsuhiko. Giocarono per un’ora buona, ridendo, scherzando e mangiando stuzzichini. Sembravano una grande famiglia dove la differenza di età non contava nulla, perché c’era affetto da parte di tutti. Anche se la sua famiglia biologica non poteva essere lì a festeggiare con lei, si sentiva comunque felice e poteva affermare con certezza che quello era il compleanno più bello che avesse mai avuto occasione di festeggiare.
Alla fine vinse, come previsto, Shinichi, anche se Akai era arrivato alla stessa soluzione ma era stato preceduto. Sbuffarono tutti, nonostante si fossero comunque divertiti.
 
- Non c’è gusto a giocare con te!- lamentò all’amico, facendolo sorridere.
- Facciamo un’altra partita!- propose Ayumi, che era rimasta molto entusiasta di quel nuovo gioco.
- Perché invece non venite a mangiare la torta e a scartare i regali?- propose Agasa.
- Sììììì!- esclamarono in coro, correndo via come fulmini.
- Vado a tagliarla allora- si alzò Akai, dirigendosi verso il frigo.
- Ti do una mano- si offrì Jodie, seguendolo.
 
Si spostarono tutti intorno al bancone che fungeva da angolo cottura, dove poco distante si trovava anche il frigo. Shuichi estrasse la scatola con la torta, l’aprì e cominciò a dividerla in fette della stessa dimensione, mentre Jodie le riponeva nei piattini da dessert. Li osservò attentamente mentre si scambiavano qualche sguardo furtivo e le sembrò di scorgere meno imbarazzo fra loro di quanto non ne avesse mai notato fino a quel momento, seppur fossero lontani dalla scioltezza che avevano prima di tutta quella storia. Era chiaro che le cose non fossero propriamente tornate alla normalità, ma almeno non c’era più tensione. Anche gli altri ragazzi li guardavano nel tentativo di capire se ci fosse qualcosa fra loro, tranne i bambini che erano troppo piccoli per interessarsi a cose del genere e soprattutto troppo occupati ad osservare la torta.
 
- A me sembra che alla Professoressa Jodie piaccia molto il fratello di Sera-chan!- bisbigliò Sonoko.
- Ancora con questa storia, Sonoko?- la rimproverò Ran.
- E se anche fosse? Sono affari loro, sono due adulti e se la sbrigheranno da soli- mise a tacere il tutto Shinichi.
 
Terminati i pettegolezzi, si avvicinarono maggiormente al tavolo e presero un piattino ciascuno, cominciando ad assaporare la loro fetta di torta, non prima di averle cantato tutti in coro la tipica canzone di auguri. Era deliziosa come la ricordava e anche gli altri sembrarono gradire molto, complimentandosi per la scelta. Il più felice di tutti era certamente il Dottore, che finalmente dopo tanto tempo poteva gustarsi un dolce e porre fine a quello stretto regime dietetico a cui lo sottoponeva costantemente.
Finito di mangiare la torta, arrivò il momento di scartare i regali. Sebbene avesse detto a tutti di non volere nulla, ciascuno di loro le aveva fatto un pensiero. Cominciò da Sonoko, la quale le aveva regalato un bellissimo vestito di marca all’ultima moda (cosa che ci si doveva aspettare da una ricca ereditiera), poi passò a Ran, che invece aveva optato per una bellissima collana con un ciondolo a forma di piuma, simboleggiante la libertà. Un regalo sensibile da parte di una persona che lo era fin troppo. Ringraziò entrambe di cuore per quei pensieri così azzeccati che avevano avuto. Arrivò il turno di Shinichi, il quale aveva portato solo una busta. All’inizio pensò che l’avesse presa in parola sulla storia del non farle regali e che dunque le avesse scritto solamente un biglietto di auguri, ma poi all’interno vi trovò dei biglietti per degli ottimi posti alla prossima partita dei Big Osaka, che lasciarono perplessi quelli che non la conoscevano.
 
- Ma come, sei di Tokyo e tifi per i Big Osaka?- chiese Sonoko.
- Sì, ma solo perché ha una cotta per Ryusuke Higo- confessò Shinichi, prima che lei potesse rispondere.
 
Bell’amico, davvero. Doveva lasciarlo nei panni di un moccioso, era questo che meritava. S’imbronciò, guardandolo storto e arrossendo per l’imbarazzo.
 
- Chi è questo Ryusuke Higo?- chiese Jodie curiosa.
- Un giocatore di calcio della squadra dei Big Osaka- spiegò Shinichi.
- Oh, ma si sa che quelli non sono seri! Cambiano la ragazza tutte le settimane! Preferisco i giocatori di basket, alti e con le spalle larghe- scosse una mano l’agente.
 
Perfetto, ora ci si metteva anche la sua amica a dare man forte a quel detective da quattro soldi! Lanciò un’occhiataccia anche a lei, mentre tutti gli altri se la ridevano allegramente per le sue parole.
 
- Non ha mica detto che ci si deve sposare, è solo un’infatuazione da idolo. Più o meno come quella che tu hai per il nostro giovane detective- intervenne Akai in sua difesa, lasciandola non poco sorpresa del fatto che avesse preso le sue parti canzonando la collega.
 
Dopo vari bronci e imbarazzi, venne il turno di scartare il regalo di Masumi: un libro di chimica e una cornice con una foto che si erano fatti tutti insieme durante una delle loro uscite. Apprezzò in particolare quest’ultima, prendendola come una conferma del fatto che al di là dell’aspetto fisico Masumi era molto più sensibile di suo fratello maggiore. Ringraziò anche lei con un sorriso, rendendola felice.
Era rimasto solo il regalo di Jodie da scartare, quello più grande di tutti, ma prima che potesse prenderlo Akai la fermò.
 
- Potresti aspettare un momento prima di aprire il regalo di Jodie? C’è ne prima un altro- disse, con quel suo sorriso enigmatico.
 
Per un attimo non seppe cosa rispondere né cosa aspettarsi, le sembrava quasi impensabile che quell’uomo potesse averle fatto un regalo. Cercò Jodie con lo sguardo come a volerle chiedere una conferma; l’amica le sorrise e annuì, facendole capire che sapeva e che non c’era nulla di cui dovesse preoccuparsi. Akai si allontanò nella stessa direzione che aveva preso qualche ora prima con il Dottore, sparendo in un altro lato della casa e lasciando tutti con la curiosità di sapere, in un vociferare generale. Rifletté meglio su qualcosa che era sempre stato davanti ai suoi occhi ma al quale aveva dato poca importanza: solo in quel momento realizzò che mentre tutti erano intenti a giocare, Agasa si era allontanato spesso in quella direzione, tornando poco dopo. Non sapeva di cosa si trattasse nello specifico ma almeno aveva avuto la conferma che quella dell’invenzione era solo una scusa.
Il cupo agente dell’FBI tornò pochi minuti dopo reggendo un pacco delle stesse dimensioni di quello di Jodie. Probabilmente avevano comprato i rispettivi regali nello stesso luogo, magari insieme. Una bella notizia. Posò il cartone di fronte a lei e le augurò buon compleanno sorridendo in modo enigmatico. Aveva un po’ di paura nell’aprirlo, vista l’espressione sul volto di lui. Fissò meglio il pacco e si accorse che era già stato tagliato e aperto nella parte superiore, ma il tutto era mascherato dal fatto che fosse stato rivestito con della carta da regalo colorata. Aggrottò la fronte, trovandolo strano e di poco gusto: nessuno avrebbe voluto ricevere per il proprio compleanno un regalo che era già stato aperto. Decisa a scoprire cosa contenesse, aprì entrambe le alette guardando dentro: subito sbucò fuori una tenera testolina ricoperta di pelo, accompagnata da un paio di zampine che si reggevano al bordo del cartone e una coda che aveva preso a muoversi velocemente non appena il suo sguardo si era posato su di lui. Lui, un bellissimo cucciolo di qualche mese. Sgranò gli occhi e aprì la bocca, senza però riuscire a dire nulla. Non respirava nemmeno tanto era rapita e sorpresa. Tutto si sarebbe aspettata meno che di ricevere quello che da tanto desiderava e per di più dalla persona che meno le andava a genio fra tutti i presenti.
 
- Che carino! È un bellissimo regalo!- esclamò Ayumi, avvicinandosi per vederlo meglio.
 
Tutti sorridevano inteneriti e cercavano di guardare da vicino quel piccolo batuffolo che aveva gioia in abbondanza da regalare a chiunque.
Alzò lo sguardo incrociandolo con quello di Akai e per la prima volta non vi erano riflessi né timore né rabbia, solo gratitudine, felicità e tanto stupore.
 
- Grazie!- gli disse semplicemente, ma con sincerità e un dolce sorriso sulle labbra.
 
Non se ne accorse presa com’era dal momento, ma poco lontano da loro Jodie guardava la scena e provava forse anche più felicità di quanta non ne stesse provando lei.
Prese finalmente in braccio il suo nuovo amico a quattro zampe, riempiendolo di coccole. I bambini, più curiosi ed eccitati di tutti, si avvicinarono a lei chiedendole di poterlo accarezzare. Glielo concesse, ricordandosi di quando anche lei era una bambina insieme a loro e amava coccolare gli animali. Le sembrava di essere tornata indietro a qualche mese prima. Anche Shinichi, Ran, Masumi e Sonoko si avvicinarono curiosi.
Si girò per ringraziare anche il Dottor Agasa, poiché sapeva che se Akai le aveva fatto quel regalo era stato solo perché lo scienziato aveva dato il suo consenso a tenere in casa un animale. Fu allora che quest’ultimo li riportò all’attenzione.
 
- So che siete tutti presi da questo piccolino, ma resta ancora un regalo da aprire. Non sarebbe carino ignorare la gentilezza della professoressa Jodie-
- Non si preoccupi Dottore, avrà tempo di aprirlo anche più tardi!- replicò la bionda scuotendo una mano.
- No, il Dottore ha ragione. Possiamo continuare a coccolarlo dopo- intervenne lei, che non voleva di certo sembrare scortese nei confronti dell’amica.
 
Chiese ad Ayumi di tenere il cucciolo mentre lei apriva l’ultimo regalo e la bambina accettò con gioia. Quando vide che all’interno del pacco di Jodie vi erano tutti quegli accessori per la cura del cagnolino ebbe la conferma che lei e Akai erano d’accordo e era stata proprio lei a riferire ad Akai del suo desiderio di avere un cucciolo. Comprese anche il motivo per cui lo aveva fatto e le fu grata per l’ennesima volta. Invece che cercare di sistemare il suo di rapporti con lui, si preoccupava di lei. Le sorrise e la ringraziò, venendo ricambiata.
 
- Ho pensato che ti servissero almeno le cose essenziali, il resto puoi andare a sceglierlo tu!- le fece l’occhiolino.
- È tutto perfetto!-
 
Mise subito il collare al cucciolo, che non si tirò indietro ma al contrario sembrò felice di indossare quel nuovo accessorio.
 
- Che ne dite di andare in giardino a giocare un po’ con lui?- propose, in particolar modo ai più piccoli.
- Sììì!!!- accettarono con gioia, correndo verso l’uscita.
 
Nel giro di pochi secondi la sala si vuotò e rimasero solo il Dottor Agasa, Jodie e Shuichi, che ormai ritenevano di aver perso l’età per giocare insieme a dei ragazzini.
 
 
 
……………………..
 
 
 
Sorrise mentre guardava la sua giovane amica allontanarsi felice con in braccio quel regalo che tanto aveva desiderato. Pensò tra sé e sé che in fondo un po’ era anche merito suo, così come lo era l’averla finalmente (forse) avvicinata a Shuichi un po’ di più. I suoi sacrifici erano valsi a qualcosa.
 
- Beh, direi che è andato tutto per il meglio, no?- disse, rivolgendosi agli altri due.
- Speriamo bene, sono un po’ preoccupato- ammise il Dottore, togliendosi gli occhiali e pulendo le lenti con un fazzolettino.
- Non deve, come vede Shiho si sta già prendendo cura del piccolo. È una ragazza responsabile- lo rassicurò Akai, mentre si apprestava a rimettere nel frigo la poca torta avanzata.
 
Lei lo aiutò, raccogliendo tutti i piatti e le posate per poi caricarli nella lavastoviglie. Non aveva più parlato con lui dalla sera scorsa, al lavoro si erano visti a malapena. Nonostante ciò non provava rancore né dolore nei suoi confronti, si sentiva stranamente più serena nonostante tutto. Forse avevano davvero bisogno di un chiarimento, fingere che le cose andassero bene era stato uno sbaglio fin dall’inizio. Sperò che anche lui la pensasse così.
 
- Non andate fuori anche voi? Ci penso io a riordinare- li interruppe lo scienziato.
- Lasciamo che i ragazzi si divertano un po’ da soli, noi siamo un po’ vecchi! E poi lei è già stato così gentile a mettere a disposizione la casa, non mi sembra giusto farle pulire tutto da solo!- gli sorrise.
- Eh va bene, la ringrazio professoressa Jodie. Allora vado a controllare che non distruggano il giardino!- si congedò da loro, lasciandoli soli.
 
Finalmente avrebbero avuto di nuovo occasione di rivolgersi la parola e stabilire così se fosse davvero possibile ricucire un rapporto fra loro, senza più vecchi rancori o parole non dette.
 
- Sei felice?- gli chiese all’improvviso.
- Eh? A cosa ti riferisci?- replicò lui, colto alla sprovvista.
- Beh, mi sembra che Shiho abbia apprezzato il tuo regalo più di tutti gli altri. Ho visto come ti ha sorriso e non mi sembra che lo abbia mai fatto fino ad ora. Credo che tu abbia guadagnato parecchi punti- spiegò.
- Lo spero, ma credo che la strada sia ancora lunga. Appena farò qualcosa che non le andrà a genio mi odierà di nuovo- sorrise lui, consapevole che probabilmente non era così facile conquistarla, se non ci era ancora riuscito dopo tutto quel tempo.
- E tu non comportarti male!- ribatté lei.
- Difficile, dal momento che ciò che la rende più suscettibile è il rapporto che ho con te-
 
Rimase in silenzio, non sapendo cosa dire. Aveva ragione, se non le avesse detto quello che provava per lui forse Shiho si sarebbe sentita meno coinvolta e non avrebbe cercato di prendere le sue parti andando ogni volta contro di lui. Tuttavia non lo aveva fatto con malizia, non voleva certo essere lei l’angelo salvatore e far passare lui per il diavolo. Questo ormai doveva averlo capito anche lui, dal momento che non vi era rimprovero né fastidio nel suo tono, ma il tutto era una semplice constatazione.
 
- Mi spiace che lei se la prenda con te a causa mia, le ho detto più di una volta che non deve prendersela per le cose che riguardano me ma non mi dà retta- disse infine, facendo partire la lavastoviglie.
- Non è colpa tua, sei riuscita a farti ben volere più di quanto non abbia fatto io. Ma alla fine è comprensibile, chiunque preferirebbe la tua compagnia alla mia- ammise.
- Questo non è vero. Insomma, non sei proprio l’anima delle feste e lo abbiamo appurato però… quando non sei in una delle tue giornate no è piacevole passare del tempo con te- si morse il labbro nel pronunciare quelle ultime parole, timorosa di aver detto qualcosa di sconveniente.
- Certo che hai dei gusti strani- fu la risposta ironica di lui - Ad ogni modo grazie per avermi consigliato di prenderle un cagnolino, ti devo un favore-
- Non mi devi nulla, avevo combinato un casino e ho voluto rimediare. Siamo pari adesso-
- In realtà ho combinato molti più casini io, ho parecchie cose da farmi perdonare-
 
Comprese immediatamente che si stava riferendo al fatto di averla lasciata così su due piedi e a tutto quello che si erano detti. Lo sentiva sinceramente pentito, poteva leggerne il senso di colpa negli occhi. Aveva sbagliato a pensare che non gliene fosse mai importato nulla di lei e di ciò che provava, lo capiva solo adesso.
 
- Non c’è nulla che ti debba perdonare. Va bene così, davvero- gli sorrise sinceramente, andando a portare il resto degli avanzi in frigo.
 
 
 
…………………….
 
 
 
Non c’era nulla che doveva farsi perdonare, gli aveva detto lei. Eppure lui sapeva, sapeva che vi erano cose sulle quali in realtà non lo aveva mai davvero perdonato del tutto. Si chiese se un giorno avrebbe potuto rimediare ai suoi errori, per vedere di nuovo Jodie sorridergli spensieratamente  come aveva fatto Shiho poco prima. Ripensò proprio a quest’ultima, a come l’aveva resa felice e dopo tanto tempo si sentì un po’ felice anche lui. Era quello che aveva sempre voluto da quando aveva fatto quella promessa ad Akemi. Si chiese se davvero fosse riuscito a mantenervi fede al meglio, se avesse fatto tutto il possibile per prendersi cura di lei.
Venne distratto dai suoi pensieri quando udì le voci dei ragazzi e dei bambini che erano rientrati. Shiho lasciò libero il cucciolo, che subito cominciò a gironzolare e annusare per conoscere la sua nuova casa. Jodie però, che ancora non aveva avuto occasione di strapazzarlo, lo prese nuovamente in braccio e cominciò a coccolarlo e a fargli un sacco di complimenti.
 
- Non so se piaccia più a te o alla destinataria- si avvicinò a lei sorridendo.
- Solo a un pazzo non piacerebbe, guarda che musetto!- replicò, avvicinando il cagnolino a pochi centimetri dal suo volto.
 
Il piccolo lo guardò nello stesso modo curioso in cui lo aveva fatto al negozio la prima volta, scodinzolando. E lui, proprio come allora, restò a fissarlo senza muovere un dito.
 
- Su, fagli una carezza! Non vedi come ti guarda?- lo esortò Jodie.
- Fuori abbiamo fatto delle foto tutti insieme con il cucciolo, mancate solo voi- li interruppe Shiho, che probabilmente aveva colto l’occasione data l’atmosfera che si era creata.
 
Gli venne da sorridere per quanto potesse essere quasi subdola alle volte. Cercava in tutti i modi possibili di avvicinare lui e Jodie, di spingerlo a fare la corte alla sua collega. Più che infastidirlo, doveva ammettere che questa cosa lo divertiva.
 
- Beh, allora venite qui e facciamone una tutti insieme- propose Jodie
- Vi spiace se prima ve ne faccio una da soli?- chiese, facendo sorridere lui e imbarazzare l’amica.
 
Notò che il suo amico detective stava scuotendo la testa, mentre la sua sorellina e Sonoko ridacchiavano sotto i baffi. Evidentemente non era il solo a trovare buffa quella situazione.
Senza dire nulla, di avvicinò di più a Jodie, come per dare un tacito consenso a scattare quella foto ricordo. La bionda, colta alla sprovvista, si voltò a guardarlo con quegli occhi azzurri pieni di quell’amore che lui, stupidamente, si ostinava a non voler ricambiare.
 
- Jodie… per fare la foto devi guardare me, non lui- la richiamò Shiho.
 
La collega arrossì visibilmente, colta sul fatto, per poi cercare di fingere indifferenza sorridendo e piegando la testa da un lato, stringendo a sé il cucciolo. Finalmente Shiho scattò quella tanto desiderata foto.
 
- Anche io voglio una foto col fratello di Sera-chan!- si fece avanti Sonoko, che aveva evidentemente un debole per lui.
- Ma insomma Sonoko!- la riprese Ran, incrociando le braccia al petto.
- Non mi capiterà mai più di fare una foto con un vero agente dell’FBI!- si difese lei, anche se la scusa non reggeva.
- Anche la professoressa Jodie è un agente dell’FBI, quindi la foto la puoi fare anche con lei- sottolineò la mora.
- Non c’è nessun problema se vuol fare una foto- intervenne lui, divertito.
- Grazie!- scattò entusiasta la giovane ereditiera, posizionandosi al suo fianco.
 
Dopo quella anche Masumi chiese di poter avere una foto con lui, così l’avrebbe mostrata alla madre.
 
- Perché non ne fai una coi primi della classe?- esordì Jodie, riferendosi a lui e Shinichi.
 
Fecero dunque anche quella e molte altre a seguire, compresa una tutti insieme con anche il Dottor Agasa. Smisero solo quando il cucciolo, visibilmente stanco, si addormentò in braccio a Jodie e Shiho lo adagiò nella cuccia che la bionda le aveva appena regalato.
In seguito si divisero in tre diversi gruppi, ciascuno dei quali si dedicava ad un’attività: Shiho, Sonoko e Jodie si misero a guardare vestiti su un catalogo, poiché la festeggiata desiderava sapere il parere di Jodie su alcuni abiti; Ran teneva impegnati i più piccoli giocando con loro ad un gioco di società, mentre lui, Masumi e Shinichi si erano messi in disparte a parlare con il Dottor Agasa.
 
- Shu-nii, a te piace Jodie? È molto bella e anche simpatica- se ne uscì all’improvviso la sua sorellina.
- E tu sei molto curiosa- le rispose semplicemente.
- Tu a lei piaci molto, si vede!- insistette, come se fosse d’accordo con Shiho.
- Non sarebbe ora di smetterla?- la interruppe Shinichi, qusi scocciato - È tutto il pomeriggio che li istigate, se anche ci fosse qualcosa sarebbero affari loro. Se qualcuno di nostra conoscenza la smettesse di giocare a Cupido… - lanciò una rapida occhiata a Shiho, storcendo la bocca.
- Tranquillo, non lo fa con cattive intenzioni- prese le parti della ragazza.
- Lo so, però non lo trova seccante?-
- Sarebbe seccante se volesse affibbiarmi una donna sgradevole sia nell’aspetto che nel carattere, ma Jodie è molto bella e anche simpatica- ripeté le parole della sorella, guardandola mentre lo faceva.
- Allora ti piace!- sorrise entusiasta lei, prendendolo come una conferma.
 
Nuovamente non le rispose, si limitò a darle le spalle per non farle vedere il sorrisetto che si era dipinto sulle sue labbra. Forse quei giovani detective erano più in gamba di lui.
 
 
 
Un’ora dopo la festa era giunta ormai al termine, lentamente tutti ritornarono a casa dopo aver ringraziato e fatto di nuovo gli auguri alla festeggiata. Mancavano solo lui e Jodie, che avevano finito di riordinare le restanti cose che avevano tralasciato prima.
 
- Bene, allora andiamo anche noi- disse Jodie, prendendo la sua giacca dall’attaccapanni nell’ingresso.
- Grazie di essere venuti- sorrise loro Shiho, in particolar modo a lui, proprio come aveva fatto non appena scartato il suo regalo.
 
Non disse nulla, si limitò a ricambiare nonostante avrebbe voluto essere in grado di dire tante cose. Uscirono dalla casa del Dottore camminando fianco a fianco, diretti alla macchina. Fu allora che Jodie gli ripeté la stessa domanda di poco prima.
 
- Sei felice, non è vero?-
 
Certamente doveva aver notato anche lei il sorriso di Shiho e soprattutto doveva avergli letto dentro come sapeva fare solo lei, comprendendo quali fossero le parole che non era riuscito a dire.
 
- Non sono sicuro di come ci si senta ad essere felici, però posso affermare con certezza di sentirmi bene come non mi sentivo da un po’- ammise.
 
A volte sentiva che a quella donna poteva confessare tutto, perché lei non avrebbe mai usato le sue debolezze per ferirlo. Lei voleva proteggere quel cuore che altri avevano spezzato.
 
- Bene, è un segnale che le cose stanno andando per il verso giusto, no?- gli sorrise.
- Forse hai ragione tu-
 
 
 
…………………………
 
 
 
Sorrise, riponendo anche quel biglietto di auguri nella sua busta e lo appoggiò insieme agli altri sul comodino nella fila di quelli già letti. Di fianco a lei il Dottore dormiva già, così come il cucciolo la cui cuccia era stata messa di fianco a lei, perché potesse assisterlo nel caso avesse avuto bisogno di uscire durante la notte. Lei aveva deciso di leggere i biglietti che accompagnavano i regali e che non aveva avuto tempo di leggere durante la festa (o meglio, aveva scelto di non farlo perché preferiva essere la sola a leggere ciascuna di quelle dediche personali).
Prese uno degli ultimi due biglietti che le erano rimasti e lo riconobbe subito: era quello di Akai. Si stupì che uno di poche parole come lui fosse riuscito addirittura a scriverle un biglietto di auguri, probabilmente si era limitato a riempire lo spazio con un “Buon Compleanno”. Invece, con sua grande sorpresa, vi trovò scritte poche parole in lingua inglese, ma dall’intenso significato.
 
“I hope you live a life you’re proud of. If you find you’re not, I hope you have the strength to start all over again”
- Francis Scott Fitzgerald-
 
Solo qualcuno che poteva comprendere quale fosse stata la sua situazione fino a quel momento avrebbe potuto dedicarle tali parole. Doveva ammettere che rivalutare il suo pensiero su Akai non era stata una cattiva idea, forse era davvero l’uomo che Jodie le aveva sempre descritto. Sorrise, accettando il fatto che quell’uomo le voleva davvero bene, non solo perché glielo aveva chiesto sua sorella.
Senza pensarci due volte, prese il cellulare e cercò il numero di Akai in rubrica, inviandogli un breve messaggio di risposta. Scrisse semplicemente “You too”, allegandovi la foto scattata poche ore prima che ritraeva lui e Jodie col cucciolo. Era certa che avrebbe capito.
 
 
 
…………………….
 
 
 
Si era appena coricato, pronto per leggere qualche pagina di un libro prima di dormire, quando il cellulare squillò sul comodino. A quell’ora le uniche persone che potevano contattarlo erano i suoi colleghi dell’FBI, perciò sperò che non fosse successo nulla. Con sua grande sorpresa, invece, trovò un messaggio di Shiho. Sorrise, immaginando che volesse ringraziarlo di nuovo, ma capì che non era così quando vide che il titolo della mail era “Fitzgerald”. Di certo si stava riferendo a quello che le aveva scritto nel biglietto, anche se non riusciva a immaginare cosa volesse. Forse non le era piaciuto e voleva rimproverarlo per non avergli scritto un normale biglietto di auguri. Divertito dall’idea, aprì il messaggio e vi trovò scritte solo due parole: “You too”, accompagnate dalla foto che aveva fatto con Jodie alla festa. Non vi fu bisogno di chiedere ulteriori spiegazioni, tutto era limpido e cristallino. Le aveva dato quel consiglio, ma in realtà doveva essere lui il primo a riuscire ad applicarlo. Più che scriverlo a lei era come se l’avesse indirizzato a se stesso.
Osservò per qualche istante quella foto, concentrandosi su come entrambi sorridevano e per un attimo gli sembrò che fosse stata scattata sei anni fa. Doveva averne una simile nel suo appartamento a New York, dentro qualche scatola che aveva rinchiuso in qualche cassetto insieme a tutto ciò che riguardava il suo passato e che non voleva riportare a galla. Doveva avercela messa quando si era infiltrato, per cercare di dimenticare quello che non poteva più essere, ma alla fine l’aveva dimenticata sul serio. Si ripromise di trovarla, non appena sarebbe tornato. I meandri di un cassetto non erano il posto adatto per lei.
Sorridendo, salvò anche quella nuova foto, ritratto di un futuro che era appena cominciato.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
E anche questo capitolo si è concluso! È venuto più lungo di quello che mi aspettassi e ho anche dovuto alternare spesso i punti di vista, dal momento che c’erano ben tre persone che contemporaneamente stavano avendo dei pensieri su un’unica situazione. Spero di non aver creato troppa confusione in questo e si capisca chi pensa e dice cosa! In tutta onestà non sono soddisfatta di questo capitolo ma ammetto di averlo scritto con la testa un po’ fra le nuvole perché in queste settimane ho la testa altrove, quindi chiedo venia se ho deluso le vostre aspettative. Non credo servano particolari spiegazioni ma nel caso qualcosa non fosse chiaro, come sempre sono a vostra disposizione per domande e chiarimenti!
Un bacione a tutti
Place
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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