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Autore: Evil Ulquiorra    09/06/2017    1 recensioni
Nel 2010,una spedizione in Antartide per lo studio dei giacimenti di elio nella calotta glaciale finisce in tragedia, quando un'enorme creatura non identificata attacca la base scientifica,uccidendo gran parte dei presenti. Cinque anni dopo, Shinji Ikari ,che perse la madre a causa dell'incidente in questione,viene contattato dal padre Gendo...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Rei Ayanami, Shinji Ikari, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo aver ritrovato la chiavetta contenete i capitoli che avevo scritto per questa storia,ho decido di riprenderla.
Spero che questo nuovo manoscritto compnserà tutto il tempo che ci è voluto per aggiornarla.
Buona lettura !

È sempre la stessa musica
 

Gendo Ikari dormiva. E sognava.
La linea di confine rispetto ai suoi pensieri abituali era profonda, ma a lui certe distinzioni non interessavano. Gli importava solo che i contenuti del suo sonno fossero appaganti.
Qualcosa gli sfiorò le labbra. Un tocco leggero,caldo,una pressione delicata ma sufficiente a riscuoterlo.
Riconoscendone l'origine,la curva appena imbronciata delle labbra si distese in un sorriso,poi lui aprì gli occhi. Sospeso su di lui c'era un volto familiare. Gendo ne conosceva ogni dettaglio,ogni tratto,ogni ruga. Non che queste fossero molte,e comunque erano a mala pena visibili al di sopra di quella pelle bianca e perfetta. Col tempo sarebbero arrivate,certo, e,con ogni probabilità,una buona parte le avrebbe causate lui stesso. Era nella natura delle cose. La vita è così. E in fondo lui ci sperava. Gli piaceva l'idea di quell'incisione reciproca sul viso. Un parte di me sul tuo volto,una parte di te sul mio. Vivere e crescere insieme. Marito e moglie e,in futuro ,genitori.
Il volto liscio e orientale di Yui Ikari si avvicinò a baciarlo.
<< Buongiorno>> sussurrò
<< Ho spostato il camino >>.
Era una nuova informazione,ma non certo una novità.
Con un verso a metà tra un gemito e una risata,l'uomo si nascose sotto il cuscino. Lei ridacchiò e lo gettò da parte. Gendo sbattè le palpebre e i grandi occhi castani della donna gli rivolsero uno sguardo intenerito. Dominavano un volto giovanile eppure serio,con la fronte attraversata da una frangetta di capelli nocciola.
 Aveva l'aria di una donna spesso assorta nei suoi pensieri, cui tuttavia non sfugge mai nulla del mondo circostante.
<< Coraggio,pigrone. Guarda ! >>
Strofinando il lato scolorito di un piccolo cubo,Yui proiettò un ologramma che prese forma sotto i loro occhi e restò sospeso a mezz'aria. Raffigurava un edificio semplice e la resa era così realistica da sembrare reale. Reggendo il cubo sul palmo,usò una mano libera per manipolare l'immagine ,facendola ruotare e attivando lo zoom per passare dalla prospettiva esterna all'interno dello stabile.
Con un dito sovrascriveva una nota,la ingrandiva per renderla più leggibile e poi la eliminava con un gesto. Una volta individuata la prospettiva che cercava,spostò di lato una colonna di appunti per mostrare la struttura senza intralci. Il suo entusiasmo era palpabile.
<< Ecco,vedi ? L'ho trasferito dall'angolo di sud ovest a quello di nord est. Qui sta meglio,non trovi ? E in caso dovessimo usarlo davvero come riscaldamento,la nuova posizione migliora la circolazione dell'aria >>.
Con un'espressione rassegnata e divertita,Gendo scosse la testa una paio di volte,poi afferrò un cuscino e puntò lo sguardo sulla moglie.
<< Mi hai svegliato per questo ?>> esclamò.<< Ti prego,dimmi di no>>
<< Ho preparato il caffè>> rispose lei,in tono contrito << E sta nevicando >>
Lui sospirò,affondò per un momento la faccia nel cuscino, poi si costrinse ad alzarsi.
Sarebbe bastato chiedere e lei glie l'avrebbe portato a letto,ma il suo caffè aveva sempre un sapore strano,tanto valeva prepararselo da solo.
Fuori nevicava davvero.
Grossi fiocchi si depositavano sui cornicioni e sui tetti dei palazzi,addolcendo la desolazione del panorama urbano. La metropoli era stanca,scoraggiata,visibilmente allo stremo. Qualche raro passante affrontava a fatica le strade innevate,ciascuno per conto suo,senza alzare lo sguardo o rivolgere la parola agli altri. Tutti irradiavano una cupezza identica a quella degli edifici che li sovrastavano. La neve,la vita ,il futuro non erano fonte di gioia per nessuno,per le vie di Tokyo.
Preparato il caffè, Gendo prese la tazza e tornò a letto. Yui gli aveva rubato il posto e ora se ne stava sdraiata a trafficare con la proiezione del modulo,perfezionando ogni minimo dettaglio.
<< Diventerà la nostra casa,perciò la posizione del camino è essenziale>>.
Corrugò la fronte.
<< Ripensandoci,forse stava meglio sull'altro lato. È difficile decidere,senza un'idea precisa del panorama esterno. La circolazione dell'aria è importante,ma non dobbiamo trascurare e anche l'effetto estetico. Non avremo una seconda occasione,quindi non possiamo permetterci errori >>
Gendo bevve un sorso di caffè e restò a guardarla in silenzio. Lei era innamorata persa della sua capanna da ricerca...e lui di lei.
Avrebbe potuto commentare,esprimere un'opinione,se non altro per fargli capire che la stava ascoltando e che lei aveva la sua attenzione,ma non gli andava d'interromperla. Non voleva interferire con il suo sogno.
Voltandosi tornò a sbircirae il paesaggio invernale oltre la finestra. Chissà se nella loro nuova casa avrebbero rivisto la neve.
All'improvviso,una voce risuonò nella stanza,costringendolo ad aprire gli occhi. Non era la voce di Yui e non apparteneva al suo sogno. Era reale.
<< Comandante,la sua presenza è richiesta dal consiglio >> disse la voce di Caspar,nel suo solito tono solenne.
All'annuncio seguì un breve segnale sonoro. Era la registrazione della campana di una nave d'inizio novecento,recuperata come una sorta di capriccio dai progettisti della Nerv. Un frammento del passato che i costruttori del presente avevano riadattato per il futuro. Una trovata divertente inserita nel programma dall'equipè di ingegneri che non avrebbero mai avuto occasione di sentirla nel suo impiego effettivo.

Nell'ala più interna del quartier generale della Nerv non c'era nessuno,tranne Caspar,e lui era invisibile. Caspar era il quartier generale.
Nello stabilimento era ovunque e da nessuna parte, impalpabile eppure sempre pronto a eseguire un comando o a rispondere a un quesito.
Le domande che tormentavano gendo quando entrò nella sala circondata da consolle non erano del genere con cui un computer,per quanto avanzato,potesse rispondere. Certo, se le avesse formulate,lui avrebbe cercato comunque di trovare una soluzione.
A volte Gendo era tentato di dar voce ai propri dubbi,tanto per vedere come avrebbe reagito un circuito elettronico. Ma non l'aveva mai fatto : c'era il rischio che le risposte di Caspar potessero davvero rivelarsi sensate e,peggio ancora,in contraddizione con le sue.
La giacca blu con cui si era vestito era superflua in quello spazio vuoto quanto nella sua cabina.
 Nei loro spazi personali,i membri del quartier generale potevano regolare a piacimento temperatura e umidità,anche se in genere lasciavano che fossero i computer Magi a stabilire il clima più adatto,in base alla loro età e fisiologia e alle preferenze di ciascuno inserite nel programma. All'interno della base, il sonno rappresentava uno dei pochi momenti di privacy concessi al personale,ed era raro che Caspar si azzardasse a disturbarlo per avanzare un suggerimento. Le coperte,e in generale la biancheria da letto,erano un lusso,ma in fondo non eccessivo,ritenuto importante per il benessere psicologico degli addetti. Se con un paio di lenzuola ,un piumino una coperta in finta pelle di renna un individuo riusciva a riposare meglio,allora il comandante era più che disponibile a fornirli.
Mentre si avvicinava alla sala designata,la pistola che teneva in tasca era di conforto quanto Caspar stesso. Nell'altra mano teneva un paio di sfere antistress. Magari un blando tranquillante sarebbe stato più efficace,ma contro l'ansia gendo preferiva le sue sferette. Diversamente dai farmaci,erano familiari e non invasive. Anche se si poteva sostenere che dessero la stessa dipendenza.
Vagò soprappensiero lungo la sala conferenze,facendo scivolare lo sguardo sul grande tavolo ovale posizionato al centro del complesso. La calma regnava sovrana e tutto funzionava a dovere senza bisogno di imput umani. Questo Gendo già lo sapeva.
Ben presto, dal dispositivo di controllo della sala emersero un totale di nove proiezioni luminose,nitide e completamente nere. Parevano grandi monoliti di forma rettangolare,tutti recanti un incisione che andava dalla scritta 01 a quella 09.
Poi,come dal nulla,una voce profonda e anziana scaturì dall'ologramma situato al centro della stanza. Aveva un accento tedesco,parzialmente alterato dalla cadenza elettronica dell'audio.
<< Ikari...non potresti rendere più efficienti sia gli Eva che la Nerv ? Prima lo zero-zero,ora lo zero-uno... lo sai che i costi per le riparazioni degli Eva e degli edifici armati basterebbero per rovinare un intero paese ? >>
<< Abbiamo già speso troppi soldi per questi giocattoli. Non dimenticare qual'è la cosa più importante >>proclamò una seconda voce dal monolito recante la scritta 03. Aveva un accento francese.
Non passarono che pochi secondi ,e poi,una terza voce scaturi dall'ologramma situato alla destra del primo.
<< Ricordati che hai un altro compito da eseguire>>
<< Esatto !>> confermò la voce tedesca .
<< Il progetto per il perfezionamento dell'uomo. Questo progetto è l'ultima speranza rimasta per una situazione così disperata...almeno per noi.>>
<< Ne sono consapevole >>ribattè Gendo,il volto chiuso in un'espressione assolutamente stoica.
Il monolito al centro della stanza grugnì in approvazione,prima di riprendere a parlare.
<< Ad ogni modo... anche se i kaiju sono tornati,non sarà ammesso alcun ritardo sul programma. Quanto ai preparativi,li valuteremo attentamente >>
<< E per quanto riguarda il controllo dell'informazione ?>>domandò il francese,il tono di voce colmo d'aspettative.
Al sentire tali parole,l'uomo non potè fare a meno di arricciare ambe le labbrra in un sorriso complice.
<< Non preoccupatevi. Sono già state prese le contro misure necessarie >>.

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Altrove 

L'uomo è un prodotto dell'evoluzione darwiniana.
La sua struttura mentale e le sue categorie logiche sono state profondamente influenzate dalla lotta per la sopravvivenza nella natura in cui si è evoluto. In particolare, conosciamo in maggiore dettaglio ed intuitivamente quelle leggi naturali e quelle regole matematiche che ci permettono di sopravvivere. Questa impostazione di fondo ci impone una visione sostanzialmente antropomorfa del mondo che ci circonda.
Noi ,da un punto di vista antropologico, siamo certamente disabili a vivere nel mondo e nella società in cui viviamo perché il nostro corpo e la nostra psiche sono stati plasmati in un ambiente che è radicalmente diverso da quello in cui noi viviamo e l'evoluzione della società ha proceduto molto più rapidamente dell'evoluzione della specie.
Uno dei tratti distintivi che caratterizza questo fatto è la capacità di sognare.
C'è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c'è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c'è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status, e neppure l'età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno".
Questa,almeno,era l'idea che si erano fatti personaggi come Freud e Salvatore Dalì.
Nell'esame e nell'interpretazione di sogni coerenti e rigorosi, occorre vagliare attentamente il fatto, sinora a quanto pare trascurato, che la loro verità è quasi sempre poco soddisfacente: perché, quando richiamiamo alla memoria un sogno, colmiamo e integriamo, senza farci caso o senza volere, le sue lacune.
Raramente, e forse mai ,un sogno coerente è stato così coerente in realtà come ci appare nel ricordo.
Quel che vediam la notte, è lo sfortunato residuo di quanto abbiamo negletto durante la veglia. Il sogno è sovente, la rivincita delle cose disprezzate o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da qui l'imprevisto e talvolta la tristezza.
Quella notte ,Shinji sognò di sua madre.
Sognò di giganti alti 50 metri,bestie altrettanto grandi e terribili, che sembravano fuoriuscite dai folli deliri della mente di un povero pazzo.
Sognò di una luce bianca e bellissima..ma sogno anche di morte e devastazione. E il tutto venne prontamente interrotto non appena il suono proveniente dalla tv della camera cominciò a farsi più marcato.
L'adolescente si svegliò con un sussulto.
Tentò di mettere a fuoco la vista,ma la cosa si rivelò più difficile del previsto. Dopo circa un paio di minuti,i suoi goffi tentativi cominciarono a fornire qualche risultato.
Deglutì e si guardò intorno. Si rese conto di essere in una stanza d'ospedale .Era adagiato in un letto dalle candide lenzuola di lino e faceva fatica a mantenere gli occhi aperti . Ed erano nudo. O,almeno,indossava solo una semplice veste da paziente. Come diavolo ci era arriva...
<< In merito all'esplosione di gas avvenuta ieri sera,al centro di Neo Tokyo 3,il governo giapponese si è finalmente dichiarato >>
Il suono di quella voce lo costrinse ad alzare lo sguardo,in direzione del televisore della camera.
L’immagine sullo schermo mostrava la figura di una giovane donna sulla trentina,vestita in abiti di buona fattura.
Shinji ascoltò con attenzione il resto della notizia.
<< Non dicono nulla sull'Eva o su quella creatura >>sussurrò a se stesso,il volto chiuso in un leggero cipiglio.
Si portò una mano alla fronte.
<< Ma allora...avrò davvero sognato tutto ? Di salire a bordo dell'Eva...di combattere contro quel mostro...>>
non appena quel pensiero lo colpì,scoppiò in una risata amara
<< Sì,come no. Sarebbe troppo bello per essere vero >>mormorò con fastidio,per poi alzarsi dal letto.
Aveva le gambe leggermente intorpidite,per cui dovette sostenersi alla stanga del mobile.
In quel preciso istante,una figura familiare fece capolino all'interno della camera.
Il giovane la riconobbe quasi subito.
<< Signorina Misato ?>>domandò sorpreso.
In tutta risposta,la donna gli rivolse un sorriso a trentadue denti.
<< Ehilà ! Sono venuta a prenderti !>>esclamò, in tono cippatrice.
Dopo avergli fornito alcuni vestiti di ricambio,cominciarono a incamminarsi in direzione dell'uscita.
Durante il tragitto,Misato prese a scrutarlo da capo a piedi.
<< Ho saputo che le tue ferite non sono gravi. Una fortuna,vero ?>>
<< Se lo dice lei >>borbottò l'altro,utilizzando un tono di voce impassibile.
La donna inarcò un sopracciglio. “ Maleducato “ pensò stizzita.
<< Ora ti accompagno a casa tua. Il comando ti ha assegnato una stanza personale ! >>
<< Fantastico >>continuò l'altro,per nulla imperturbato dalle parole del capitano.
Misato volse al giovane un sorriso triste.
<< Per te va bene stare da solo ? Compilando gli appositi moduli,potresti andare a vivere con tuo padre >>azzardò lei,nel tentativo di alleggerire l'atmosfera.
Il risultato non fu quello sperato. Anzi,la figura dell'adolescente sembrò irrigidirsi,anche se in maniera quasi impercettibile.
<< Non importa,preferisco vivere da solo. Quanto a mio padre...meglio che non gli stia tra i piedi >>sussurrò.
Percorsero il resto dell'ospedale nella quiete più totale.
Poi,come dal nulla,un piccolo gruppo di figure li costrinse a fermarsi. Gendo Ikari,affiancato da un totale di quattro uomini in giacca nera e cravatta,camminò lentamente in direzione della coppia. Non che il comandante volesse parlare con uno di loro. La sua destinazione era un'altra. Misato lo sapeva bene e,per questo motivo,si scansò dal centro del corridoio. Shinji,al contrario,rimase fermo dov'era.
Ben presto,padre e figlio si ritrovarono l'uno di fronte all'altro,entrambe le espressioni dei loro volti assolutamente impassibili.
La donna,così come alcuni degli accompagnatori, non potè fare a meno di reprimere un brivido.
L'uomo più grande inarcò un sopracciglio,apparentemente disinteressato dall'azione dell'adolescente.
<< Hai qualcosa da dire,pilo...>>
e poi,un pugno lo colpì in pieno volto.


Scozia 

Rioji Kaji,di nazionalità giapponese, era un uomo giovane e di corporatura alta.
Riconoscibile per il distinto taglio di capelli, raccolti in un codino stile country rock anni 70,percorse lentamente il palco che dava sull'aula dov'erano raccolti più di 200 studenti,tutti iscritti alla facoltà di biologia dell'università di Aberdeen, centro situato nella parte sud della scozia settentrionale.
Volse la propria attenzione nei confronti della folla,prima di prendere un respiro profondo.
<< L'ultima parte del ventesimo secolo ha segnato un intensificarsi dell'interesse scientifico nei confronti dell'estinzione. Non è precisamente un argomento nuovo: già nel 1786, poco dopo la rivoluzione americana, il barone Georges Cuvier aveva per la prima volta dimostrato che le specie si estinguono. L'estinzione era quindi un fatto accettato dagli scienziati quasi tre quarti di secolo prima che Darwin elaborasse la sua teoria dell'evoluzione. E in seguito, nel proliferare delle controversie sollevate dalle sue teorie, di rado è stata contemplata la questione dell'estinzione. Anzi, l'estinzione veniva di norma considerata un evento banale, un po' come un'auto che resta senza benzina. Era semplicemente una prova di mancato adattamento. L'adattamento, in sé, era oggetto di intensi studi e accesi dibattiti. Ma il fatto che alcune specie si estinguessero non veniva preso in seria considerazione. Cos'altro c'era da dire sull'argomento? >> domandò a se stesso,per poi girare lo sguardo in direzione del monitor che dava alla sue spalle,raffigurante un'immagine dettagliata dell'albero della vita.
<< Si ritiene che, dal momento in cui ebbe inizio la vita su questo pianeta, vi siano state cinquanta miliardi di specie. Ciò significa che oggi ne resta solo una su mille. Quindi il 99,9 per cento delle specie che popolavano la Terra è estinto. E gli stermini di massa rappresentano solo il cinque per cento del totale. La stragrande maggioranza delle specie si è estinta una alla volta. >>
Detto questo,fece una pausa per riprendere fiato.
Il tutto non durò a lungo.
<< Vorrei avanzare l'ipotesi che gli animali complessi si estinguono non a causa di mutamenti intervenuti nei loro meccanismi di adattamento fisico all'ambiente, bensì a causa del loro comportamento. Vorrei suggerire che gli ultimi sviluppi nella teoria del caos, o dinamica non lineare, offrono allettanti spunti circa le modalità con cui questo potrebbe avvenire. Ci suggeriscono che il comportamento degli animali complessi può cambiare con molta rapidità, e non sempre per il meglio. Ci suggeriscono che il comportamento, nel momento in cui non si adegua più all'ambiente, porta al declino e alla morte. Ci suggeriscono che gli animali possono smettere di adattarsi.>>continuò,prima di cambiare diapositiva.
<< La selezione naturale non è una spiegazione vera e propria. E' solo una definizione: se un animale si afferma, deve essere frutto di una selezione. Ma che cosa viene favorito in quell'animale? l'animale hanno tratto vantaggio dal processo di selezione? E come avviene in realtà la selezione naturale? Darwin non aveva la più pallida idea in proposito. >>ridacchiò,volgendo la propria attenzione nei confronti degli studenti.
<< L'evoluzione è solo il risultato di una serie di mutazioni che si affermano o scompaiono. Giusto?>>
<< Giusto>> confermò un membro della folla.
<< Ma in questo concetto sono insiti alcuni problemi >> proseguì l'uomo
.<< In primo luogo, il problema tempo. Un singolo batterio , la più antica forma di vita , ha duemila enzimi. Gli scienziati hanno calcolato che per raccogliere a caso questi enzimi da un brodo primordiale occorrerebbe un tempo che varia da quaranta miliardi a cento miliardi di anni. Ma la terra ha solo quattro miliardi di anni. Quindi un processo casuale sembrerebbe troppo lento. Tanto più che sappiamo che i batteri sono comparsi solo quattrocento milioni di anni dopo il principio della Terra. La vita è comparsa molto rapidamente, ed è per questo che gli scienziati hanno ipotizzato che essa debba avere origini extraterrestri. Anche se, a mio avviso, questa non è una vera e propria risposta >>
Una studentessa tentò d'intervenire
<< D'accordo, ma...>>
<< Secondariamente, c'è un problema di coordinazione. Se si accetta la teoria attuale, allora tutta la straordinaria complessità della vita altro non è se non l'accumularsi di eventi casuali... una serie di eventi genetici riuniti insieme. Ma osservando attentamente gli animali, si direbbe che molti elementi debbano aver avuto un'evoluzione simultanea. Prendiamo per esempio i pipistrelli, che sono guidati dall'eco degli ultrasuoni da loro emessi. Per fare una cosa simile, molti elementi devono evolversi. I pipistrelli hanno bisogno di un apparato speciale per emettere suoni, di un udito speciale per udire l'eco, di un cervello speciale capace di interpretare i suoni, e di un corpo capace di scendere in picchiata per catturare gli insetti. Se tutte queste cose non si evolvono contemporaneamente, non vi è alcun vantaggio. E immaginare che tutto questo avvenga per puro caso è come immaginare che un tornado possa abbattersi su un cimitero di rifiuti industriali e mettere insieme un jumbo jet funzionante. Difficile da credere >>
<< Lei sta cercando d'insinuare che l'evoluzione della nostra specie era...premeditata ?>>domandò quella stessa ragazza.
Rioji fece per risponderle,quando,come dal nulla,la suoneria del suo cellulare rieccheggiò per tutta la lunghezza della camera.
Con un sospiro rassegnato,afferrò il dispositivo elettronico e se lo portò all'orecchio,non prima,però, di rilasciare un ultima dichiarazione.
<< Riprenderemo questo discorso nella prossima lezione >>e,dopo aver pronunciato tali parole,cominciò a incamminarsi in direzione dell'uscita.
<< Sì,sono io >>esordì,facendo ben attenzione che non ci fossero persone nelle vicinanze.
Rimase fermo e in ascolto per circa un minuto buono.
Finito quel lasso di tempo,annuì rapidamente.
<< Arrivo subito >>
 
                                                                                                                             * * *

Neo Tokyo 3

Dopo gli eventi di quella mattina,Shinji si ritrovò ammanettato ad un tavolo per gli interrogatori. Misato era a malapena riuscita a trovare uno sbocco per poterlo visitare.
La donna, attualmente seduta di fronte a lui, aveva il volto chiuso in un cipiglio di pura disapprovazione.
<< Che diavolo ti è saltato in mente ?>> esordì lei,visibilmente seccata.
<< Colpire un ufficiale militare in pubblico ? Sei pazzo ?>>
<< Credimi ,se lo meritava>> ribattè l'altro,stringendosi nelle spalle.
In tutta risposta,il capitano non potè fare a meno di rilasciare un sospiro.
Fatto questo,fissò il giovane dritto negli occhi.
<< Ho parlato con il giudice. Ha accettato di rilasciarti sotto la mia supervisione.>>
<< Davvero?>>domandò l'altro,apparentemente disinteressato.
La donna annuì lentamente.
<< Sì... ma a tre condizioni >>continuò,ricevendo uno sguardo sospettoso in cambio.
<< E quali sono?>>
<< La prima è che continuerai a pilotare l'Eva>> disse lei,sollevando la mano destra e rilasciando solo l'indice.
<< Come se avessi mai avuto una scelta.>>borbottò l'altro,affondando il mento sul tavolo della cella.
Il capitano sorrise leggermente.
<< La seconda...è che verrai a vivere con me>>continuò,con un tono giocoso.
Il maschio emise un piccolo sbuffo << Una cosa da urlo >>
<< E la terza condizione è che... incontri uno psicologo.>>
Al sentire tali parole,l'adolescente non potè fare a meno di ridacchiare.
<< Io ho la responsabilità di scrivere dei rapporti su questi incontri. >>continuò l'altra,per nulla impressionata dalla reazione del giovane.
Questi si limitò ad inarcare un sopracciglio,visibilmente divertito.
<< Ah, sì? Davvero? >>
<< E se non dovessi soddisfare queste condizioni, dovrai affrontare il carcere minorile>>proseguì Misato,il volto adornato da un'espressione imperscrutabile .
Shinji si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Sì,piloterò quel dannato affare, ma non mi vedrò con nessun cazzo di psicologo >>terminò con un sibilo.
La donna rimase in silenzio per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,prese un respiro profondo.
<< È meglio che passare quel tempo in riformatorio, non credi? >>

                                                                                                                                * * *

A Ovest di Neo Tokyo 3,la macchina di Misato correva accanto ai campi di canna da zucchero color verde scuro alla luce del tramonto.
Per molto tempo quella era stata una zona agricola del Giappone,ma di recente le cose avevano iniziato a cambiare.
A sinistra si scorgevano i piatti tetti metallici del nuovo ramo industriale finanziato dalla Nerv, che brillavano argentei in mezzo al verde circostante. Shinji sapeva che non si trattava di un vero e proprio parco industriale. La maggior parte degli edifici,infatti, erano appartamenti affittati a a basso prezzo. Poi c'erano vari negozi, le officine e i centri di ricerca. L'aveva letto nella brochure della città.
Mentre rimuginava su tutto ciò,Misato volse la propria attenzione nei confronti del quindicenne.
<< Non sei molto socievole,non è vero ?>>domandò lei,con aria cantilenante.
In tutta risposta, l'adolescente si limitò a stringersi nelle spalle.
<< Non è il tipo di persona che sono >>mormorò,il tono di voce ornato da una lieve punta d'indifferenza.
La donna arricciò ambe le labbra in un sorriso divertito
<< Davvero ? Allora come ti definiresti ?>>
<< Io mi considero una persona realista, ma, in termini filosofici, sono quello che definiresti un pessimista >>commentò l'altro,volgendo lo sguardo in direzione dell'orizzonte che si stagliava oltre il finestrino della vettura.
Misato inarcò un sopracciglio.
<< Vabbé! Ok! Che cosa significa?>>
<< Che non sono uno spasso alle feste >>ribattè Shinji, stringenosi delle spalle una seconda volta.
Il capitano scoppiò in una risata divertita
<< Hmm, lascia che te lo dica: non lo sei neanche in altre situazioni >>commentò lei,sperando di mantenere la conversazione.
Fortunatamente,ottenne il risultato sperato. Anche se le successive parole del giovane non furono quelle che si aspettava.
<< Credo che la coscienza umana sia un tragico passo falso dell'evoluzione. Siamo troppo consapevoli di noi stessi. La natura ha creato un aspetto della natura separato da se stessa. Siamo creature che non dovrebbero esistere... per le leggi della natura>>.
Il sorriso sul volto di Misato cadde all'istante,sostituito da un leggero cipiglio.
Tastò la lingua,nel tentativo di trovare una risposta adeguata a quell'insolita dichiarazione.
<< Hmm...mi sembra una gran bella stupidaggine >>
<< Siamo delle cose che si affannano nell'illusione di avere una coscienza>> continuò l'altro,per nulla intimorito dall'affermazione del capitano
<< Questo incremento della reattività e delle esperienze sensoriali è programmato per darci l'assicurazione che ognuno di noi è importante, quando invece siamo tutti insignificanti.>>
<< Io non andrei in giro a dire certe cose. La gente da queste parti non la pensa così. Io non la penso così >>sussurrò Misato,utilizzando un tono di voce assai più duro del normale.Nonostante ciò,l'adolescente decise di non tenervi conto.
<< E io credo che la cosa più onorevole per la nostra specie sia rifiutare la programmazione, smetterla di riprodurci, procedere mano nella mano verso l'estinzione... un'ultima mezzanotte in cui fratelli e sorelle rinunciano ad un trattamento iniquo>>
<< Allora che senso ha alzarsi dal letto la mattina?>>domandò la donna,visibilmente incuriosita.
In tutta risposta,il giovane pilota emise uno sbuffo sprezzante.
<< Io dico a me stesso che sono un testimone, ma la risposta giusta è che sono stato programmato così e mi manca la disposizione al suicidio >>terminò.
Una quiete inesorabile sembrò calare nel ventre della macchina. Perfino lo stridire dei pneumatici pareva nient'altro che lo scricchiolare del vento contro una finestra. E il tutto si prolungò per circa un minuto buono.
Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine,Misato disse la prima cosa che gli venne in mente.
<< Capisco >>mormorò,inumidendosi le labbra allo stesso tempo.
Passarono il resto del viaggio in completo silenzio,fino a quando Shinji afferrò un dispositivo rettangolare che teneva nel taschino dei pantaloni.
Era un registratore di vecchia fattura,uno dei modelli più vecchi realizzati lungo il finire degli anni 90.
L'azione attirò lo sguardo di Misato.
<< Ah,vedo che ti piace la musica ! Almeno abbiamo qualcosa in comune >>commentò lei,utilizzando nuovamente un tono amichevole.
Shinji fu assai tentato di non controbattere. Alla fine,tuttavia,decise di concederle una piccola misericordia. Dopotutto,avrebbero vissuto insieme per un bel po'. Meglio che non partissero con il piede sbagliato.
<< Ti piace Phil Collins ?>>domandò all'improvviso,ricevendo un'espressione visibilmente sorpresa da parte del capitano.
<< Lo conosco solo di fama >>rispose l'altra,dopo essersi ripresa da quel breve momento di shock.
Shinji attaccò uno dei cavi del registratore all'adattatore della macchina,prima di riprendere a parlare
<< Io sono un fanatico dei Genesis. Per la precisione dall'80 quando uscì quel famoso album, "Duke". Prima di allora, in realtà non riuscivo a capire i loro lavori. Troppo artificiosi, troppo intellettuali. È con "Duke" che la presenza di Phil Collins si fa più evidente >>.
Cominciò a scorrere i brani del lettore.
<< Io credo che "Invisible Touch" sia indiscutibilmente il capolavoro del gruppo. Un'epica meditazione sull'intangibilità. Allo stesso tempo arricchisce e approfondisce il significato dei tre precedenti album. >>
e,detto questo,fece partire la canzone.
Misato ascoltò il tutto con fare affascinato. Era la prima volta che lo sentiva parlare in maniera così appassionata.
<< Osserva la brillantezza del suono di Banks, Collins e Rutherford insieme. Puoi in pratica sentire ogni sfumatura dei vari strumenti. In termini di maestria lirica e di abilità compositiva, quest'album raggiunge un nuovo picco di professionalità. Prendi le parole di "Land of Confusion". In questa canzone, Collins sottolinea il problema degli abusi del potere politico. "In Too Deep" è la canzone pop più commovente degli anni 80. Sulla monogamia e sull'impegno. È una canzone che porta lo spirito ad elevarsi, le parole sono positive, affermative, come mai ho sentito nel rock.>>sussurrò il giovane,lasciando che il brano lo cullasse.
Quando la canzone arrivò a metà del suo percorso,riprese a parlare.
<< La carriera di Phil Collins come solista sembra essere più commerciale, e quindi più soddisfacente, in senso più ristretto. Specialmente in canzoni come "In the Air Tonight" e "Against All Odds". Ma sono anche convinto che Phil Collins dia il meglio di sé nell'ambito del gruppo, che come artista e solista, e sottolineo la parola artista.>>.
Non appena la lirica finì,Shinji fece scorrere le opzioni del registratore una seconda volta,prima di fermarsi su di un brano particolare.
<< Questa è "Sussudio", grande, grande canzone. Una delle mie preferite >>
e,detto questo,pigiò il tasto play.
Il brano partì,e Misato si ritrovò costretta ad ascoltarlo con attenzione dall'inizio alla fine, anche solo per pagare i suoi rispetti ad una recensione così approfondita.
<< Ok,lo ammetto. è piuttosto orecchiabile >>commentò lei,il volto chiuso in un sorriso gentile.
Detto questo,lasciò la strada principale e s'inoltrò con l'auto tra i fabbricati silenziosi.
Erano quasi le 9:00 di sera e il luogo era assolutamente deserto.
Parcheggiò di fronte al condominio in cui viveva.
Dall'esterno l'edifico appariva uguale a tutti gli altri. Una facciata in marmo a un solo piano con un tetto in lamiera ondulata. Non sembrava in effetti niente di più di un enorme magazzino.
La coppia uscì dal veicolo,afferrò la spesa e le borse che Misato teneva nel bagagliaio, ed entrò nel fabbricato.
<< Scusa se c'è un po' di disordine,non pulisco l'appartamento da un paio di giorni >>lo informò la donna,correndo in cucina con il cibo.
Shinji si guardò intorno.
L´appartamento di ben 100 metri quadrati, tutto con travi a vista, era dotato di un grande soggiorno con due divani e una zona con  tavolo di lavoro,così come una credenza.
Dal soggiorno si accedeva alla zona pranzo con tavolo di legno e sei sedie, accanto alla cucina, completamente attrezzata per cucinare e godere della casa. La zona notte era dotata di una stanza da letto principale e una seconda stanza che si affacciava su una finestra .
Il primo bagno era dotato di vasca e il secondo di una doccia. Luminosissimo, l´appartamento affacciava su una deliziosa e silenziosa piazzetta e sul luminoso e verde cortile interno.
Il mobilio era molto moderno e comodo, completato da televisore a schermo piatto, lavastoviglie, lavatrice ed aria condizionata in tutte le stanze. Il salotto era composto da due spazi adiacenti uniti da ampie aperture.
Nella parte più interna si trovava una confortevole zona con divani e poltrone dove si poteva conversare amabilmente prendendo una birra o sorseggiando un bicchiere di ottimo Chianti. L’altra parte era costituita da una lunga veranda, la cui parete esterna era formata interamente da finestre. Un giradischi poggiava al di sopra di di un piccolo tavolo di legno posto affianco al salotto.
Come è facile immaginare da qui si godeva di una incredibile, splendida illuminazione e di una deliziosa vista sul colorato giardino della villa.
L'unico problema ? Il ciarpame di roba e rifiuti che ricopriva più della metà del pavimento.
Il sopracciglio di Shinji cominciò a contrarsi.
<< E questo sarebbe...un po' di disordine ?>>sibilò a se stesso.
In quel preciso istante,la voce di Misato lo raggiunse dalla cucina.
<< Ti piacciono Huey Lewis and the News? >>domandò lei,sorprendendo il giovane.
Questi annuì,con fare esitante
<< Ehm, sì, così,così >>
<< I loro primi lavori erano un po' troppo new wave per i miei gusti, ma con l'album "Sports" che uscì nell'83, hanno ingranato la marcia giusta, almeno secondo me>>
e,detto questo afferrò un vecchio cd dal cassetto di una delle credenze e lo infilò nel giradischi.
<< L'intero album ha un sound incisivo, chiaro, ed è lo specchio di quel consumato professionismo che ha fatto di quella formazione una band da brivido. È stato paragonato a Elvis Costello, ma io credo che Huey possieda in misura maggiore un cinico senso dell'umorismo >>continuò la donna,facendo partire la musica.
Shinji si ritrovò perfettamente d'accordo con le parole del capitano.
Fece per commentare,almeno fino a quando i suoi occhi non caddero sul pavimento della sala.
<< Ehi, Misato?>>
<< Sì, Shinji ?>>
<< Perché ci sono tutti questi giornali per terra? Hai per caso un cane? >>
<< No,nessun cane !>>esclamò l'altra,mentre finiva di posare il resto della roba in frigo.
Fatto questo,indicò il giradischi.
<< Nell'87 uscirono con questo, "Fore", giudicato il loro album migliore. Secondo me il capolavoro in assoluto è "Hip to be Square", una canzone che ti prende talmente che la gente neanche ascolta le parole. Invece dovrebbero, perché non parla solo del piacere del conformismo, e dell'importanza del trend, è anche una personale dichiarazione di quello che la band vuole essere >>.
Al sentire la descrizione di tutti quei brani,l'adolescente non potè fare a meno di sorriderle. Sapeva che stava solo cercando un modo per relazionarsi con lui. A quanto pare,esprimere pareri sulla musica le era apparsa come una tattica efficace. Un metodo piuttosto inusuale ma,fino ad ora,non così orribile.
Aprì la porta del bagno,desideroso di scaricare la tensione accumulatasi durante la giornata.
Si fermò di colpo,non appena i suoi occhi entrarono in contatto con quello che trovò all'interno della stanza.
<< Ma che diavolo...>>
di fronte a lui,infatti,aveva appena fatto la sua comparsa la figura di un animale alto poco meno di mezzo metro. Era ricoperto di piume,aveva un becco,u n paio di piedi palmati,ed una colorazione che spaziava dal bianco al blu.
<< Oh,vedo che hai conosciuto l'ultimo inquilino della stanza ! Ti presento Pen Pen >>presentò Misato, il volto chiuso nel suo solito sorriso.
L'adolescente prese a fissare l'uccello con fare incuriosito.
<< è un pinguino delle sorgenti termali,una nuova specie ottenuta attraverso l'uso dell'ingegneria genetica >>proseguì lei,aprendo una birra e sdraiandosi sul divano.
L'animale proseguì dondolando per tutta la lunghezza della camera.
Fatto questo,volse una strana occhiata in direzione di Shinji,prima d'inoltrarsi in un piccolo stanzino scavato nella parete vicino alla cucina.
Il giovane inarcò un sopracciglio.
<< Non credo di piacergli >>
<< è così con tutti,almeno all'inizio. Non hai idea della fatica che ho dovuto fare per guadagnarmi la sua fiducia >>ridacchiò l'altra,agitando la mano destra con fare scherzoso.
L'adolescente annuì poco convinto e camminò in direzione della sua nuova camera.
<< Shinji,a proposito...>>
il suono della voce di Misato lo costrinse a fermarsi.
<< Ricordi niente della battaglia di ieri sera ?>>domandò esitante.
Il respiro del quindicenne sembrò bloccarsi.
In realtà, non ricordava molto. Era come se parte degli ultimi avvenimenti fossero stati bloccati. Devo aver battuto la testa durante lo scontro,pensò a se stesso .
Non che non ricordasse niente,sia chiaro. Ricordava quando si era trovato faccia a faccia con il kaiju per la prima volta. Non aveva ancora visto il mostro a distanza ravvicinata,e sussultò quando se lo trovò davanti,inquadrato dalla visone ottica dell'Eva. Con un rapido movimento delle ali,la creatura si era arrampicata nella parte anteriore del mecha ,ed era comparsa proprio davanti alla cabina.
La bestia aveva artigliato la fibra rinforzata,poi aveva iniziato a colpirla con il cranio. Il pannello trasparente si era incurvato sotto la potenza degli urti,minacciando di rompersi da un momento all'altro...
<< Solo piccoli frammenti. Ma,dato che sono ancora vivo,deduco di essere almeno riuscito a uccidere quella cosa, no ?>>
e,detto questo,entrò nella stanza e chiuse la porta.
Il capitano osservò il tutto con fare impassibile.
Poi,molto lentamente,afferrò un touch screen dalla borsa e cominciò a fissare intensamente lo schermo.
Ben presto, una registrazione della battaglia iniziò a giocare sulla superficie di vetro...

 



Com'era ? Spero bello !
Ho volutamente tenuto nascosto lo scontro tra l'eva e il MUTO,ispirandomi allo stile utilizzato da Gareth Edwards nell'ultimo film di Godzilla.
Non preoccupatevi,quando arriverà la prima vera battaglia posso assicurarvi che aspettare sarà valsa la pena.
Spero di ricevere qualche commenti,più ne ricevo più sono motivato a continuare la scrittura di questa fic. 

  
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